Anime & Manga > Gintama
Ricorda la storia  |      
Autore: HamletRedDiablo    19/11/2013    1 recensioni
"Takasugi aveva sempre pensato al guerriero con i capelli d’argento, pur conducendo la sua vita da terrorista. Come la luna: danza con la terra, gioca con le stelle, ma alla fine viene sempre baciata solo dal sole."
[TakasugiKamui; GintokiTakasugi; Kamui centric]
Dedicata alla kohai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gintoki Sakata, Takasugi Shinsuke
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

月 見

Tsukimi

Guardando la luna

 

Solo quando un guerriero ha finito di lottare può voltarsi indietro e contare quanti corpi sono affogati nel loro stesso sangue.

Allo stesso modo, solo alla fine della vita una persona riesce a fare il bilancio delle proprie azioni.

                

I samurai erano davvero interessanti.

Lo aveva sempre pensato, fin dal giorno in cui aveva visto quel demone con i capelli argentati combattere contro il Re degli Yato. Anche se il loro sovrano si era lasciato corrompere dai piaceri del sakè e dall’ossessione per una donna, restava comunque un combattente superiore a qualunque terrestre.

Aveva desiderato scontrarsi con quel samurai. Anche lui, Kamui, sarebbe morto prima o poi, come era nell’ordine naturale delle cose: ma bramava una morte grandiosa, per mano di un guerriero che fosse suo pari.

Non riusciva a capire la logica assurdamente idealista che muoveva quell’irrazionale combattente dai capelli scompigliati. Ma ne ammirava la forza, e desiderava ardentemente potersi misurare con lui, un giorno: perire per mano sua, o spegnere il suo ardore conficcandogli una mano nel petto.

 

Il Re della Notte aveva detto che la strada da lui percorsa sarebbe stata vuota.

Aveva torto.

 

Poi aveva incontrato lui.

L’impressione che aveva avuto del primo samurai, era di un sole: molto più forte di quello della donna amata dal Re degli Yato, era un astro che attirava inesorabilmente chiunque si trovasse sulla sua strada. Che rimanessero dolorosamente accecati dalla sua luce o confortati dai suoi raggi, la sostanza non cambiava: quell’uomo era il sole attorno cui gravitavano le vite di tutti i suoi compagni e di tutti i suoi nemici.

Al contrario, lui era la luna. Non era onesto come il sole: similmente all’astro della notte, a volte mostrava solo uno spicchio di sé oppure solo metà del suo spirito; altre volte ancora splendeva come se volesse gareggiare con la stella del mattino. Il suo profilo era sempre visibile, anche nel cielo notturno, sempre immutabile; ma cambiavano le ombre su di esso, cambiava il suo modo di mostrarsi, cambiava il riflesso del sole su di lui: allo stesso modo, Takasugi non mostrava mai la sua vera forma per intero.

Seminava indizi sui suoi pensieri, creava confusione con le sue azioni, giocava con il significato delle parole; ma la sua anima guerriera, dentro cui ruggiva la bestia nera, palpitava sempre nelle sue iridi abissali.

 

La sua strada non era vuota.

Era abitata da una sola persona.

 

Riusciva a comprenderlo, per quanto Takasugi fosse criptico: sentivano entrambi l’impulso irresistibile e incessante di distruggere ogni cosa, chi per vendetta e chi per sfizio. E anche Takasugi aveva avvertito la loro vicinanza: lo aveva ammesso per la prima volta su quella nave, e non lo aveva mai negato.

 

Ma quella persona non aveva mai guardato verso di lui.

 

Era stata quasi una casualità quella che li aveva portati a giacere insieme, una notte.

Era curioso di capire perché uomini e donne anelassero a tal punto l’intimità delle coltri; per Takasugi, invece, doveva essere stato un semplice diversivo per aggirare la noia.

Non era stato gentile, ma nemmeno brutale. Come la luna, su cui convivono luce e ombra, non gli aveva permesso di capire se lo considerasse una persona importante o un semplice passatempo.

 

Non si sarebbe dovuto incantare ad ammirare qualcosa di incostante come la luna.

Non si sarebbe dovuto affidare ai suoi sentimenti mutevoli.

 

Era successo di notte, quando l’astro pallido era nascosto.

Aveva abbassato il bordo del kimono viola, scoprendogli la spalla. Ma non aveva denudato solo la pelle chiara della clavicola: un marchio rosso segnava la base del collo di Takasugi. E altri, più lievi, macchiavano il petto.

Aveva riconosciuto quel particolare rossore: Takasugi stesso lo aveva lasciato sul suo corpo, alcune volte.

Era bastato domandargli chi fosse stato a fargli quel marchio, e l’uomo si era allontanato con freddezza, sistemando nuovamente il kimono. Non si era più avvicinato a lui, per quella notte.

Credeva che gli avrebbe risposto che era colpa di Bansai, o di Matako: quei due suoi seguaci erano palesemente innamorati di lui, e non si sarebbe stupito se avesse scoperto che erano riusciti a intrufolarsi nel letto di Takasugi.

Invece, la sua risposta lo aveva spiazzato. Era rimasto in silenzio, come se temesse di arrecare un torto al suo amante misterioso, nominandolo. O come se non volesse che il suo nome entrasse in una stanza insudiciata dalla presenza di un ragazzino svestito.

Era stata la prima volta in assoluto che aveva avvertito quella fitta al petto. Era la stessa emozione che storceva il viso di Matako quando qualcuno si avvicinava troppo al suo amato “Shinsuke-sama”, e che irrigidiva i lineamenti di Bansai quando il suo capo parlava per enigmi del suo passato.

Gelosia.

 

No, i sentimenti della luna non erano mutevoli.

Erano semplicemente nascosti.

E solo il sole riusciva a svelarli.

 

Lo aveva capito fin dal primo giorno, ma aveva negato con forza maggiore man mano che i suoi sentimenti per il capo del Kiheitai aumentavano.

Aveva detto “samurai” e Takasugi aveva pensato subito a uno solo di loro, come se fosse l’emblema della categoria, l’unico degno rappresentante del bushido.

E anche dopo, Takasugi aveva sempre pensato al guerriero con i capelli d’argento, pur conducendo la sua vita da terrorista. Come la luna: danza con la terra, gioca con le stelle, ma alla fine viene sempre baciata solo dal sole.

 

Una semplice stella non può competere con il sole.

Può sforzarsi di brillare al suo massimo, ma non potrà mai dare alla luna il tepore dei raggi solari.

 

Credeva che fossero solo compagni d’armi che un tempo avevano combattuto insieme. Ma, evidentemente, il loro rapporto era molto più complesso.

Gli occhi di Takasugi non si pietrificavano per nascondere una malinconia straziante, quando incrociava la strada con Katsura; la sua voce non diventava più crudele per impedire a se stessa di tremare, se ricordava Sakamoto.

La luna poteva nasconderli nell’ombra, ma i crateri erano comunque presenti; allo stesso modo, Takasugi le nascondeva con un atteggiamento indifferente, ma le cicatrici del suo passato con il samurai del sole rimanevano a lacerargli l’anima.

E non solo il passato: non era stato l’unico episodio in cui aveva visto i segni di un altro amante, sul corpo di Takasugi.

 

Il sole si spande in tutta la galassia, ma solo la luna riesce a rifletterlo in modo da compiacerlo.

 

Takasugi non parlava mai delle sue serate con il guerriero argentato, e faceva sempre in modo che il kimono coprisse i segni dei baci troppo passionali dello Shiroyasha. Ma sembrava custodirli, piuttosto che celarli, quasi temesse che potessero essere alterati se il mondo li avesse visti troppo a lungo.

Ovviamente, nessuno di questi pensieri era mai affiorato nei suoi occhi o nelle sue parole, ma Kamui aveva capito comunque. Lo aveva osservato troppo a lungo per non accorgersi di quei piccoli cambiamenti.

 

Una stella non può competere con il sole.

 

Sulla sua strada, c’era solo una persona: e riusciva a vederne solo le spalle.

Sulla strada di Takasugi, c’era solo una persona: ma il terrorista si era ammantato a tal punto della sua stessa oscurità da non accorgersi che il suo amato lo fissava costantemente. E si era convinto di essere ormai troppo lontano dall’oggetto dei suoi pensieri.

 

Sarebbe bastato aiutare Takasugi ad accorgersi che lo Shiroyasha aspettava solo una sua parola per riportarlo nel suo mondo, nel regno del sole.

Takasugi non avrebbe accettato un aiuto palese, ovviamente, ma sapeva come dissimulare consigli e suggerimenti in modo che l’uomo non li recepisse come tali.

Ma non aveva alcuna intenzione di farlo. Preferiva che la luna continuasse a rimanere nell’oscurità. Altrimenti, non ci sarebbe stata la benché minima possibilità, per una misera stella come lui, di alleviare la solitudine dell’astro notturno con la sua fioca luce.

 

Si raddrizzò sul letto, abbottonandosi la casacca con l’infaticabile sorriso ben incastonato sulle labbra.

«Ho capito perché noi Yato odiamo il sole» scese dal letto con una mezza capriola, e si piazzò davanti a Takasugi.

L’uomo aveva già ricomposto il kimono, prestando particolare attenzione affinché i bordi dorati coprissero quei marchi cremisi.

Takasugi aspirò una boccata dalla sua pipa, in attesa del resto.

 

Quando ti volterai alla fine della tua vita cosa vedrai, Takasugi?

Una strada deserta? Un paese in cenere?

 

Kamui saltò a sedere sulla balaustra, ciondolando le gambe nel vuoto.

Takasugi non si preoccupò di redarguirlo e chiedergli di scendere: si era abituato ai comportamenti vivaci del ragazzo. Erano quasi piacevoli, nell’aria irrespirabile della nave.

 

No. Sono sicuro che, se ti volterai, vedrai un samurai stupidamente altruista che ti tende la mano.

Lui morirà con te, Takasugi. La luna non può sopravvivere senza sole, ma la vita del sole diventerebbe orribilmente monotona, senza la luna.

Ti accompagnerà fino all’ultimo gradino dell’aldilà: non ti lascerà senza il tuo personale raggio di sole.

Io invece rimarrò all’inizio della scalinata, cercando di farmi luce da solo.

 

Kamui reclinò la testa; la treccia ramata penzolò nel vuoto, e gli occhi blu fissarono l’uomo con la serietà che li rivestiva quando respirava l’odore del sangue.

«Perché la luna è innamorata solo di lui.»

Takasugi gli indirizzò il suo sorriso speculativo, lievemente sporcato dall’ombra di un ghigno. L’iride verde lo squadrò, penetrante, come se cercasse di scavare la verità dietro quell’affermazione criptica.

«Interessante tesi, guerriero dello spazio» concesse infine, esalando un sottile filo di fumo dalle labbra.

Al giovane fu sufficiente uno scatto addominale e un salto per affiancarsi al muro cui aveva appoggiato l’ombrello prima di condividere il letto con Takasugi.

Afferrò l’impugnatura e lo appoggiò sulla spalla.

 

Tutta la vita della luna ruota attorno al sole. E il sole non fa altro che abbracciare la luna e reclamarla come propria. Ignorando tutte le stelle intorno, tutti gli astri affascinati dalla loro luce o dalla loro ombra.

 

«Oggi il cielo è coperto. Hai comunque bisogno dell’ombrello?»

Kamui si voltò, osservando il terrorista.

Uno spicchio di sole era comparso alle sue spalle, riversando un fine filo d’oro sul suo profilo elegante. Alcuni raggi si frammentarono sulla chioma scura dell’uomo, creando un gioco di riflessi sulle ciocche appena spettinate; altri ancora gli lambirono il viso, colando sugli zigomi alti e sulle labbra dischiuse attorno alla pipa. Perfino la stoffa del kimono parve rinvigorita da quel sottile dito di luce che la accarezzava.

Il giovane sorrise amaro, aprendo l’ombrello come uno scudo.

«Sì, non posso assolutamente farne a meno» dichiarò, spaccandosi quasi il volto con il suo sorriso di rappresentanza.

 

Era così infelice, il destino della piccola stella che cercò di rubare l’amante al sole.

 

Kamui lasciò la stanza, e sollevò il viso dietro la copertura dell’ombrello. Una goccia di luce nacque dall’angolo del suo occhio, e si spense subito, asciugata dai raggi del primo mattino.

L’ombrello fu inalberato come ultima difesa contro quell’astro impertinente.

«Questo sole mi acceca…»

 

 

 

 

 

Primo esperimento su Gintama XD

Come avrete capito, la mia OTP in questo anime è la GintokiTakasugi. Li adoro, letteralmente ç////ç Anche se non sono molto popolari XD

E, dopo aver visto la puntata 215, mi è venuta voglia di scrivere questa one-shot<3

Le (scarse XD) postille giungono quindi al loro termine<3

Red

P.S. Il banner è stato realizzato dalla kohai :D<3 La più fervida sostenitrice di questa coppia<3

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gintama / Vai alla pagina dell'autore: HamletRedDiablo