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Autore: Tynuccia    20/11/2013    4 recensioni
Strizzò un occhio, mentre Libra tornava alle sue mansioni mediche. “D’accordo, fate pure come meglio credete. Piccioncini.” {Henry x Tharja}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tharja
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Somiglianze
 
***
 
 “Tharja!” Robin si abbassò per schivare il fendente di un cavaliere Risorto. “Vai a dare una mano a Henry, è scoperto ed è già ferito!” Scattò giusto in tempo per far esplodere una magia del tuono contro il suo opponente, che cadde morto – per una seconda volta – dal cavallo imbizzarrito.
 La maga nera, già gongolante per essere stata interpellata dalla loro Stratega, si girò per cercare il suo ex-collega plegiano e lo trovò abbastanza vicino a lei per concedergli il suo aiuto. Non che le stessero a cuore le vite dei Pastori, ma se era Robin a ordinarglielo non poteva far altro che obbedire. Senza dire una parola, Tharja lo raggiunse in breve tempo e, fortunamente, non scorse alcun Risorto nei dintorni.
 “Niahah, che situazione bruttarella!” cantilenò l’albino, tenendosi il braccio destro ferito. “Quei tizi sono anche troppo forti per i miei amici corvi.”
 Tharja lo guardò dall’alto, contenendo a stento un’occhiata torbida. Gli porse una boccetta argentata senza fare troppi complimenti. “Se Robin non vuole che tu muoia dovrai stare bene attento a non lasciarci la pelle,” mormorò con fare minaccioso. “Sempre che tu non desideri incontrare la tua fine per mano mia.”
 Come al solito il plegiano non rabbrividì neppure nel sentire le grottesce parole della ragazza, ma appoggiò le labbra alla bottiglietta, tracannando la pozione avidamente. “Non credo che sia sufficiente a rimettermi in piedi,” commentò sovrappensiero.
 “Non ne ho altre,” replicò Tharja, stringendo al petto il grosso tomo che portava sempre con sé. Si voltò, notando che l’orda che li aveva attaccati si era drasticamente ridimensionata. Gli altri si erano portati più avanti, troppo lontani perché qualcuno potesse cedere loro un unguento in eccesso. Da lì, però, poteva vedere Robin e Chrom sfoderare le loro armi contro il Comandante valmeo. Ridacchiò divertita, pensando a come le magie della Stratega avrebbero trapassato il corpo dell’avversario, ma la sua attenzione venne attirata dalla gracchiante voce di Henry.
 “T-Tharja! Ce n’è un altro!”
 La ragazza riuscì a scorgerlo tra i cespugli prima che tendesse loro un’imboscata. La sua ascia risplendeva sotto la luce del sole e dalla sua bocca deformata uscivano mugugni ben poco rassicuranti. “Ci penso io,” disse, aprendo il libro degli incantesimi con straordinaria prontezza.
 Henry la guardò stremato. Si sentiva al sicuro, da quando era diventata Warlock sembrava aver acquisito la potenza di due eserciti assieme. E poi già quando era in Plegia conosceva le abilità della maga Tharja, ma non l’aveva mai disprezzata per il suo comportamento psicopatico. Non era sicuramente nelle condizioni per giudicare, lui.
 “Tieni.”
 Dalla mano tesa della ragazza sfavillarono lapilli bollenti, che la circondarono prima di colpire il guerriero all’attacco. Esplosero sul suo corpo putrefatto, facendogli fare la medesima fine con estrema facilità.
 “Meritavi di peggio.”
 Henry sentiva le forze abbandonarlo lentamente, nonostante il dolore al braccio si fosse ridimensionato. “Grazie mille” biascicò alla maga nera.
 Tharja, sorpresa di sentirlo così poco allegro, si voltò fin troppo velocemente e fu in quel momento che il sorrisetto che contraddistingueva il plegiano tornò sulla sua pallida faccia: i suoi capelli scuri avevano ondeggiato violentemente dietro di lei e gli avevano ricordato i suoi amatissimi corvi. Era come se la sua chioma fosse composta da migliaia di nere e morbide piume. Inoltre aveva le guance sporche del sangue del Risorto e, ai suoi occhi perennemente chiusi, niente al mondo poteva essere tanto bello quanto lei in quel momento.
 
***
 
Henry si risvegliò con un’acuta fitta alla testa e si mise faticosamente a sedere sulla branda. Vide Libra accanto allo scaffale dei medicinali e, poco più in là, Robin. “Niahah è curioso!” esclamò. “Credevo di essermi ferito al braccio ma eccomi con il capo fasciato! Che stregoneria è mai questa?”
 Il bel Sacerdote Guerriero nascose un sorriso e la loro Stratega si alzò dalla scrivania per raggiungere il mago nero. “Ti senti meglio, Henry?”
 “Certo che no, ma se serve a farvi preoccupare meno risponderò il contrario,” rispose lui, ridacchiando come suo solito.
 Robin sorrise e gli versò un bicchiere d’acqua. “Dovrai chiedere alla tua salvatrice perché hai avuto una commozione cerebrale.”
 “Credo che Tharja mi maledirebbe pur di non rispondermi, e sarebbe anche interessante vedere cosa sceglierebbe!” Henry si appoggiò ai cuscini con aria sognante. “Personalmente utilizzerei un incantesimo di amnesia, ma quella ragazza sa essere molto più fantasiosa di me!”
 La Stratega rabbrividì al solo pensiero dei due plegiani intenti a scagliarsi anatemi solo per divertimento e decise di sedersi sulla branda, esalando un grosso sospiro. “Beh meglio evitare, hn? Comunque è stata lei a ridurti così.”
 “Forte!”
 “N-Non vuoi sapere perché l’ha fatto?!” Robin era stupefatta. “Del resto è venuta a salvarti, ma ha solo complicato la situazione!”
 “Che simpatica! Se sono stato un bersaglio dei suoi malefici dovrei pure sentirmi onorato, eh?” Henry avrebbe volentieri agitato l’indice come suo solito se solo il braccio non gli fosse stato fasciato al petto in maniera alquanto peculiare.
 “Veramente vi ha tirato una pietra addosso, Henry,” intervenne Libra, avvicinandosi per controllare lo stato fisico del mago nero. “Ed era pure bella grossa, se me lo domandate.”
 “Ha cambiato nuovamente classe?” si stupì l’albino. “Cavolicchi, è proprio un portento di ragazza! Niahah!” E, mentre rideva apertamente, vide le espressioni perplesse dei due Pastori quindi tornò serio. “Ah, ma forse vi renderei più felici se vi chiedessi delucidazioni?”
 Robin sospirò ed arrossì un poco, grattandosi la guancia con fare disagiato. “Credevamo fossi svenuto e abbiamo chiamato Frederick e Gregor perché ti trasportassero via, ma quando ti hanno sollevato da terra hai iniziato a mormorare qualcosa. E a ridacchiare come se avessi bevuto troppo vino.” Fece una pausa, sicura di aver catturato la sua attenzione. “Hai detto che Tharja è la tua bellissima cornacchia insanguinata.”
 Henry rimase un poco in silenzio, meditabondo, poi si sciolse nell’ennesimo sorriso macabro. “Ah sì, perché aveva tutti quegli schizzi di Risorto in faccia, e i suoi capelli mi ricordano molto i miei corvacci niahah!”
 Sul viso della Stratega comparve un ghigno cospiratore. Non credeva possibile che un ragazzo come Henry avrebbe mai potuto parlare così apertamente dei suoi sentimenti, ma nella sua testa non riusciva a trovargli compagna migliore della sua stalker ufficiale – seppure il pensiero di loro due in combutta le facesse accapponare la pelle. “Beh sappi solo una cosa,” concluse dopo un po’, sperando di arrecare all’albino una piccola gioia. “Credo di non aver mai visto Tharja arrossire così tanto prima d’ora.”
 Henry riprese a ridere e scosse il capo. “Sarà bene che le chieda scusa. Potrei insegnarle qualche sortilegio per rimediare, sarà uno spasso!”
 Normalmente Robin avrebbe fatto notare le pecche di quel piano, ma era di animo romantico e l’idea che una nuova coppia potesse formarsi tra le fila dei Pastori dell’Ylisse la ringalluzziva oltremodo. Strizzò un occhio, mentre Libra tornava alle sue mansioni mediche. “D’accordo, fate pure come meglio credete. Piccioncini.”
 “Oh, Robin,” fece Henry con fare divertito. “Io preferisco i corvi, lo sai benissimo.” 


***
Prima fanfiction su Fire Emblem: Awakening che pubblico~ L'unica nota che mi sento di inserire è che l'Avatar l'ho chiamata Robin perché è uno dei nomi base e non volevo rinominarla come nel mio gioco, sarebbe stato troppo personale XD
  
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