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Autore: Yoan Seiyryu    20/11/2013    2 recensioni
[Aurora/Loki]
Aurora, Principessa del reame di Alta Foresta, è promessa in sposa a Thor: un accordo valido ad unire gli eserciti per sconfiggere una volta per tutte i Giganti di Ghiaccio. Thor però non è affatto innamorato di Aurora, la quale si troverà a conoscere meglio suo fratello, Loki. Quest'ultimo non ha alcuna intenzione di cedere all'amore che prova nei suoi confronti ed è pronto anche a sacrificare la vita di suo fratello per ottenere finalmente il potere. Aurora cade vittima della maledizione del sonno, chi sarà a spezzare il sortilegio?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Thor
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a Loki'
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You are my Secret

 






La sala del trono era adibita a festa, eravamo tutti in attesa dell’arrivo della Principessa, la futura moglie di mio fratello. Le loro nozze servivano ad unire il popolo di Asgard con quello dell’Alta Foresta, entrambi nemici dei Giganti di Ghiaccio. Insieme avrebbero messo a tacere una volta per tutte coloro che avevano tentato di strappare il potere a mio padre.
Ero fermo, accanto a Thor, con le braccia serrate lungo i fianchi e lo sguardo annoiato verso la sala da cui sarebbe entrata l’ospite tanto attesa. Mio fratello ogni tanto sbuffava e si mordeva il labbro inferiore, impaziente.
“Le donne amano farsi aspettare” mi disse in un sussurro, facendo attenzione a non farsi udire da nessuno.
“O forse sei tu che non hai voglia di farlo, dico bene?” sogghignai divertito.
Ero al corrente del fatto che mio fratello non avesse preso bene la notizia del suo matrimonio ma che anzi aveva duramente discusso con nostro padre, dicendogli che avrebbe potuto guidare lui, da solo, l’esercito di Asgard contro i giganti. Viziato, caparbio, egocentrico. Perché tutti lo amavano? Perché nessuno riusciva davvero a comprendere quanto fosse inadatto al suo ruolo?
Thor alla mia domanda lanciò uno sguardo diretto a Lady Sif che imbronciata se ne stava in disparte insieme ai suoi compagni di avventure. Gli amici più stretti di mio fratello, coloro che obbedivano ad ogni suo ordine.
“Vorrei solo che le donne fossero più indipendenti e che piagnucolassero meno” sentenziò scuotendo appena la testa.
Per poco non gli risi in faccia.
“Avverto una leggera misoginia, fratello… o semplicemente ti sei dato da fare con una donna dai canoni fuori dal comune, ultimamente?” lo stuzzicai e lui finì per coprire il rossore attraverso un finto rantolo di tosse che serviva soltanto a nascondere l’imbarazzo.
Finse di non aver sentito la mia provocazione e proseguì verso un altro argomento.
“Mi auguro almeno che le voci siano vere e che sia bella come dicono”.
Scrollai le spalle.
“Non avresti comunque altra scelta” gli ricordai.
“Sai sempre come rassicurarmi, Loki” mi sorrise in tralice.
La Principessa dell’Alta Foresta giunse e tutti rimasero a guardarla tanto a lungo da non riuscire a staccarle gli occhi di dosso. Persino Thor si era dimenticato, solo per un attimo, di Lady Sif e lei stessa aveva lasciato indietro i suoi sguardi intristiti per concentrarsi sulla nuova arrivata. Sì, anche io ero stato momentaneamente rapito da lei, Aurora.
Sorvolò la sala intera portando con sé le proprie dame, l’incedere era elegante e fiero e si fermò di fronte al trono per far omaggio ad Odino e alla Regina mia madre, i quali parvero anch’essi estasiati.
“Benvenuta ad Asgard, principessa”.
Frasi studiate, educati inchini, sorrisi preparati. Alla fine giunse il momento delle presentazioni. Thor si fece avanti per afferrare la sua mano e dirsi onorato di diventare presto suo marito, mentre lei non accennava nemmeno ad arrossire.
Testarda, doveva sicuramente essere testarda.
“Posso presentarvi mio fratello Loki?” si ricordò di me.
Mi feci avanti e compii un baciamano affatto sentito, ma allungai lo sguardo in quello di lei, sorridendo sghembo.
“Ho sentito molto parlare di voi, sembra che le avventure dei figli di Odino non conoscano limite in alcun reame” e fu allora che annegai nei suoi occhi intensi, azzurri, serafici. Testardi.
“Amate ascoltare i pettegolezzi, ne deduco” sapevo esattamente quali fossero le storie che circolavano tra i reami ed io ero sempre dipinto come il figlio inetto ed inconcludente.
“Vi prego, lasciate che le donne si occupino degli affari da donne e agli uomini ciò che spetta loro” ironica, tagliente.
Thor si fece sfuggire un sospiro lungo, non amava la conversazione né l’ironia sottile, dunque quando la festa iniziò in onore della principessa, ne approfittò per introdurla nel proprio mondo, tra i propri amici.
Per tutta la sera rimasi a distanza, con una spalla attaccata alla colonna, ad osservare il modo in cui mio fratello tentava di far immergere Aurora nei discorsi di guerra dei suoi amici e lei si annoiava terribilmente.
In un attimo però mi accorsi che mi gettò uno sguardo quasi supplichevole e senza che avessi il tempo di interpretarlo, si congedò dal gruppo e mi raggiunse all’angolo della sala, in disparte.
“Vi dispiacerebbe concedermi un po’ del vostro divertimento?” mi si accostò, tenendo le mani unite tra loro e lo sguardo attento verso la sala.
“Dubito che io mi stia divertendo, visto che mi sono escluso dai festeggiamenti” rimbrottai incrociando le braccia al petto.
“Proprio per questo. Non amate anche voi raccontare le avventure mirabolanti che avete avuto la fortuna di vivere?” domandò lasciandomi intendere che doveva esser stata una vera tortura.
“Lascio quel compito a mio fratello, non mi elogio mai da solo” risposi tranquillamente.
“Entrambi egocentrici, ma in maniera molto diversa” ribadì lei in un sorriso compiaciuto.
Provai a controbattere ma fu inutile, venne rapita dalla sue dame che avevano bisogno di confabulare con lei. Tagliente come la lama di un rasoio.





 

**






C’era tristezza nei suoi occhi, l’avevo capito sin dal primo istante, da quando era arrivata ad Asgard. Ed ora che la vedevo affacciata alla grande terrazza del Palazzo non potevo che confermare quella sensazione. Quando si rese conto della mia presenza, sussultò.
Non era la prima volta che trascorrevamo insieme del tempo, Thor difficilmente si concedeva alle lunghe conversazioni e a dire il vero si annoiava abbastanza da ritirarsi piuttosto in fretta. Aurora invece aveva un disperato bisogno di qualcuno che fosse pronto ad ascoltarla, ad ironizzare sul mondo insieme a lei, a farla sorridere con poche battute che non concentrassero soltanto il sé, escludendo completamente gli altri.
“Non credevo che a quest’ora ci fosse qualcuno, perdonatemi, vi lascio sola” feci per andarmene ma lei mi impose di restare.
Era notte e le stelle illuminavano il cielo, tirava un vento leggero che andò a spostarle lentamente i capelli completamente sciolti, tanto da inondarle il viso. Era talmente bella, talmente accecante che non sapevo come resisterle.
“Loki” soppesò il mio nome sulle labbra “rimanete, non si disdegna mai la compagnia. Soprattutto quando è desiderata”.
Sollevai un sopracciglio, non mi aspettavo affatto una richiesta simile. Spesso ci incontravamo per i corridoi del palazzo o nei giardini, ad un’ora del giorno più appropriata, ma mai in condizioni di fragilità come poteva essere quel momento. Mi avvicinai tenendo le braccia incrociate al petto, come uno scudo.
“L’avete avuta tutto il giorno, Aurora. Oggi mio fratello vi ha mostrato le meraviglie di Asgard” non feci in tempo a ricordarle che lei subito inclinò la testa di lato e sorrise ironicamente, come se ci bastasse un solo sguardo per poter comprendere.
“Non c’è peggiore solitudine di quella in cui non sei affatto sola” sospirò con amarezza e si chinò per appoggiare i gomiti sul parapetto.
Era la prima volta che si lasciava andare in quel modo, dimenticando le buone maniere e la perfetta educazione.
“Sapete, credo che Thor abbia a cuore un’altra persona” sospirò come fosse riuscita a liberarsi di un grande peso.
Perché si stava confidando con me? Non capivo, o forse non volevo capire.
“Vi stupite? Il vostro è un matrimonio combinato, non credo che siate arrivata qui con l’idea di innamorarvi di lui. E’ normale che prima del vostro arrivo mio fratello abbia avuto una vita” forse ero stato troppo duro, ma dicevo quello che pensavo.
Lei sollevò lo sguardo nel mio, aggrottando le sopracciglia. L’avevo fatta adirare, non c’era dubbio, ma era particolarmente divertente leggere quella sua espressione di disprezzo sul volto.
“Non sono così sciocca come credete. Sono qui per rispettare un accordo non per trovare la felicità” sputò quelle parole con veleno, poiché sapeva esattamente che il suo cuore aveva sperato a lungo del contrario.
In fondo chi è che non ha mai sognato? E lei aveva l’aria di una sognatrice.
Mi sedetti sul parapetto, tenendo lo sguardo fisso su di lei.
“Se ne siete consapevole, perché siete triste?” insistevo a volerla trattare come una bambina a cui era stato strappato un desiderio con la forza.
“Con me porto un segreto, Loki”.
Non mi aspettavo una risposta simile e a  quel punto rimasi in silenzio, per incoraggiarla a dirmi di più.
“Tra una settimana compirò diciotto anni e allora non ci sarà più alcun matrimonio. I Giganti di Ghiaccio hanno maledetto mia madre che era riuscita ad ingannarli per sottrarre loro qualcosa di molto prezioso. Giurarono di vendicarsi sulla figlia e al compimento dei suoi diciotto anni cadrà in un sonno eterno” raccontò quasi con voracità quella storia in cui era lei  stessa la protagonista.
Piegai le labbra in una smorfia, ora era tutto più chiaro. Aveva svelato il vero motivo per cui il reame di Alta Foresta desiderava l’appoggio di Asgard.
Ma che effetto aveva prodotto in me quel segreto? Mi aveva scosso, disturbato, infastidito? Affatto.
“Ora che siete sotto la protezione di Odino nessuno potrà farvi alcun male. Ma dovreste rivelare tutto a mio fratello” le consigliai con una certa speranza negli occhi, solo che lei negò.
“Non voglio pesare ulteriormente su di lui, preferisco che nessuno conosca questa profezia” forse si era pentita di avermi raccontato così tanto o forse si era liberata di un peso, della tristezza che aveva portato con sé.
“Buonanotte, Loki” mi sorrise e poi mi lasciò da solo a riflettere.





 

**






“Perché lo avete fatto?” le sue grida mi disturbarono.
Ero intento a leggere un libro nella sala della biblioteca, avevo bisogno di un po’ di pace e serenità per pensare a ciò che avrei fatto in futuro. Non appena alzai lo sguardo incontrai il fuoco bruciare negli occhi di Aurora che era piombata lì con furia. Chiusi il libro con ostinata calma e sollevai un sopracciglio.
“Fatto cosa, esattamente?” era difficile nascondere un sorriso di vittoria, la vendetta che sarei riuscito a perpetrare ai danni di tutti coloro che non avevano creduto in me, che mi avevano sempre lasciato indietro.
“Rivelare il mio segreto a Thor!” esclamò Aurora che andò ad incrociare le braccia al petto, chinandosi verso di me che ero ancora seduto, divertito da quella situazione.
“Vi rendete conto delle conseguenze? Vuole organizzare una spedizione Jötunheimr per dichiarare guerra ai Giganti di Ghiaccio! E vuole partire da solo con il suo folle gruppo di amici”.
Era affannata e avrebbe potuto piangere da un momento all’altro. Disperata, fragile. Così dovevano sentirsi tutti di fronte a me. Un giorno anche Thor si sarebbe piegato al mio volere. Non risposi e mi limitai a guardarla con soddisfazione sempre più crescente.
Aurora non riusciva a crederci, aveva compreso esattamente tutte le mie intenzioni.
“Era quello che volevate?” sussurrò facendo un passo indietro e cancellando la rabbia dal suo volto “ma perché, perché mandare vostro fratello incontro a morte certa?” avrebbe singhiozzato, se non si fosse trattenuta.
Potevo guardarlo nel fondo dei suoi occhi: c’era delusione, amarezza, speranze mal riposte. Aveva creduto in me, ma in modo  totalmente sbagliato.
Mi alzai lentamente e mi avvicinai verso di lei per afferrarle il collo con una mano, così da sollevarle il mento abbastanza da costringerla a guardarmi negli occhi verdi in tempesta.
“Sono stanco di essere la sua ombra, voglio dimostrare al mondo che non è adatto al suo ruolo di successore e che io, solo io posso prendere il posto di nostro padre” sibilai con rabbia dirompente.
Lei, ostinata, mi puntò contro uno sguardo di ghiaccio.
“Uno come voi non potrebbe mai esserne degno. Sacrifichereste vostro fratello per un capriccio?” mi rinfacciò con disgusto.
“Il mio non è un capriccio, io so cosa è meglio per questo regno!” tuonai lasciando la presa su di lei per allargare le braccia.
Aurora fece un passo indietro, spaventata.
“Thor non mi ama, eppure per salvarmi è pronto al sacrificio. Lui conosce l’onore, l’onestà, la forza del proprio cuore. Deve solo tirare fuori tutto questo per diventare un grande re. Voi invece non sarete mai alla sua altezza. Mi ero sbagliata sul vostro conto, l’errore più grande forse è stato quello di permettere a me stessa di provare qualcosa per voi” mi rinfacciò con quella malinconia che le avevo visto il giorno del suo arrivo ad Asgard.
“Le donne si innamorano sempre di un’idea” ed in fondo mi sentivo lusingato per quella confessione.
Avevo imparato anche io ad apprezzare Aurora per la sua testardaggine, la caparbietà, la sottile ironia che con intelligenza sapeva mostrare.
“No, Loki. Ho solo imparato a guardare oltre le vostre ombre e ho scoperto un cuore che è in grado di amare ma che non vuole rinunciare al potere per nulla al mondo” e mi lasciò in quel modo, con un’uscita del tutto teatrale, fuggendo via dalla biblioteca in una corsa frenetica e disperata.
Aveva ragione, non avrei mai permesso alle ombre di allontanarsi dal mio cuore. Nessuna donna mi avrebbe comprato. Io non ero come mio fratello, che per amore sarebbe stato disposto ad inginocchiarsi. L’amore stesso avrebbe ceduto il passo a me, che ero molto più forte.




 

**






La maledizione si era abbattuta su Aurora ed i Giganti di Ghiaccio avevano avuto la meglio su Thor, su Asgard, ma le morti si contavano sulle dita di una mano. Non era andato come avevo previsto. Mio fratello era sopravvissuto ed era tornato più agguerrito di prima, non si sarebbe mai arreso, soprattutto dopo che Aurora era caduta in un sonno eterno, trascinata a Jötunheimr  con l’inganno dai Giganti e deposta su un letto di neve e ghiaccio, come simbolo della loro vittoria sul reame di Alta Foresta e affronto verso Asgard.
Quella volta mi trovai costretto a partecipare al nuovo attacco, avevo l’occasione di dimostrare a mio padre che anche io potevo essere un valente guerriero, salvando Aurora prima di mio fratello.
La battaglia imperversava da ore senza avere mai una fine concreta, eravamo circondati ma io ero l’unico ad avere ancora il passo libero.
“Loki, và da lei e portala in salvo!” così mi ordinò Thor ed io ne approfittai per allontanarmi dal fulcro della battaglia per raccogliere la mia occasione.
Quando risalii il sepolcro che i Giganti avevano costruito per Aurora, potei rincontrare il suo volto, dopo un anno esatto. Non era cambiata affatto, era bella come la prima volta che l’avevo vista.
Non avevo idea di come poterla svegliare, ma per un attimo provai il desiderio di sentire le ombre allontanarsi dal cuore. E la baciai, incontrando le sue labbra fredde, avvertendo per la prima volta ciò che non avrei desiderato mai più possedere: la leggerezza.
I pensieri si fermarono quando mi accorsi che i suoi occhi si erano aperti e sorrideva, come mai le avevo vista fare prima.
“Sapevo che non potevi cedere alle tenebre” furono le sue parole, parole che mi impietosirono.
Ebbi paura, paura di cadere in quel tranello e prima che me ne rendessi conto, Thor mi raggiunse ansante e affaticato.
“Aurora!” il suo trofeo, la sua battaglia vinta.
Non l’amava, ma aveva perseverato fino alla fine per adempiere ai suoi doveri. Io, che per lei qualcosa provavo per davvero, l’avevo spinta nel fuoco della maledizione. E lei mi guardava, abbracciando il suo futuro sposo, certa di potermi salvare.
Io ormai di spalle, osservavo il mio braccio trasformarsi in ghiaccio. Corrugai la fronte e compresi che quello sarebbe stato solo l’inizio di tutto, che qualcosa mi era stato nascosto e che io non avrei mai abbandonato le tenebre.










// NdA: 


E questa volta, sempre con un altro crossover, ho provato a mettere giù una storia tra Loki ed Aurora ma senza Storybrooke e sortilegio di mezzo. Devo dire che mi convince più la SleepingLoki che non la RedLoki :3.
In ogni caso sono dell'idea che Loki sia un personaggio che sia strano da vedere innamorato ed ogni volta che provo a scriverci sopra è una tragedia, rischio sempre di trasformarlo in altro. 
Ovviamente Thor è filtrato dal suo punto di vista ma in questo caso faccio riferimento al Thor prima che cada nel mondo degli umani. 
Il finale in realtà apre tutto un mondo alla storia, perché da qui avremo il Loki che abbiamo conosciuto nel film, pronto ad agire davvero :3. 
Detto questo, spero che la lettura vi piaccia! 

   
 
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