Kathrine:
 Ormai sono solita trascorrere le mie giornate a girovagare per strada, in cerca di un posto  riparato dalla vista della gente dove trascorrere la notte. Sono scappata da casa del mio ex fidanzato durante una violenta lite, in cui mi ha  lasciato addosso i segni della sua gelosia, e della sua rabbia dandomi un ultimo schiaffo,  come se fino ad allora me ne avessi dati pochi!!
Io spalle al muro le sue mani intorno al mio collo, le sento stringere sempre di piu, piano fino a sentire il respiro venir meno…
Qualche girono prima….
“Perche te ne vuoi andare?perche mi stai facendo questo?”, come se non fosse chiaro qual’era il problema..”lasciami andare, cosi mi stai uccidendo, non lo capisci?hai bisogno di curarti, e di qualcuno che guarisca quella tua mente malata!”, gli rispondo con un filo di voce, ma molto chiara da  fargli capire le mie parole, e il momento dopo gli do un calcio sulle palle, da non farglielo scordare piu, lo spingo con forza facendolo cadere per terra, e con decisione mi avvio verso la porta, che finalmente dopo due anni di inferno, mi avrebbe mostrato la strada per la liberta’.
 
Ed ora eccomi, senza soldi, senza vestiti, senza aver toccato cibo da giorni,  mentalmente e fisicamente distrutta, mi dirigo verso la spiaggia, a mala pena riesco a camminare, lo faccio quasi trascinando i piedi, gli occhi sono socchiusi, provo a tenerli aperti per non perdermi quel meraviglioso tramonto, che mi emoziona ogni volta, dove non mi importa quanto cattiva sia la gente, in quell’istante ci sono solo io e la bellezza di quel cielo che sembra dipinto.
Mi seggo sulla sabbia, mi piace sentirla bagnata sulle mani, chiudo gli occhi e lascio che il vento mi accarezzi il viso e che porti via con se i brutti ricordi. Passa il tempo e neanche me ne accorgo, si e’fatto tardi, comincio a sentire un po di freddo, decido di andare in un localino sperando che qualcuno mi offra qualcosa da mangiare o da bere, ne trovo uno non molto distante, vedo attraverso la vetrina poca gente seduta, entro e vengo confortata dalla temperatura piu’ gradevole rispetto a quella che c’era fuori.
Mi avvicino al bancone del bar, vedo il barman intento a chiacchierare con una donna seduta di fronte, una persona che non puo’ passare inosservata, mi seggo accanto non curante, ero li per altro..
“Salve, posso avere un bicchiere di whiskey per favore?”, chiedo decisa al ragazzo deglutendo piu volte, sperando che voglia offrirmelo..
Mi passa il bicchiere in modo gentile, io sorrido e ringrazio timidamente abbassando lo sguardo..comincio a bere…
“Tu non sei di queste parti o sbaglio?”, sento la voce di quella donna accanto a me, mi giro per rispondere..
“no, non proprio..”, accenno un sorriso e poso il bicchiere assumendo un espressione poco soddisfatta, non sono abituata a bere, decisamente un solo bicchiere di alcol mi sta facendo effetto, lo capisco anche perche la donna che pensavo fosse donna, forse non lo e’, o lo e’?....La sto guardando, forse un po troppo…
“Che c’e’tesoro, tutto bene?”, mi chiede lei avvicinandosi a me. “Mi chiamo Rayon, tu come ti chiami?”. E’una bella donna, ha i capelli castani mossi, occhi azzurri truccati, un rossetto di una tonalita’ forte, ma qualcosa non mi convinceva..Oddio dov’ero capitata? Mi alzo barcollando, cammino e respiro lentamente, l’alcol mi ha messa KO, penso tra me, arrivo alla porta per uscire, sento gli sguardi della gente addosso, accelero il passo, non voglio piu tornare in quel posto!
Rayon: “Pensi che sia colpa mia se e’ scappata?”, chiede la donna al barman scherzando, il quale le risponde facendo spallucce. Dopo venti minuti esce dal locale lasciando cinque dollari sul bancone,
“a presto tesoro!..”se ne va facendogli l’occhiolino, prende la sua giacca fatta con il pelo di qualche animale, ed esce fuori.
Camminando, dopo qualche metro, si accorge di una sagoma scura sulla strada, sta cominciando a piovere, prova a mettere a fuoco meglio la figura e capisce che si tratta di una persona, corre verso di lei, le scarpe con i tacchi non le permettono di andare piu veloce, ma ci prova finche non arriva vicino, quella persona ero io.
“Oddio, ma e’ la ragazza che c’era prima al locale…!”, sussurra Rayon a bassa voce, mi guarda bene, avevo perso i sensi,mi schiaffeggia per farmi reagire, ma niente, mi sposta i capelli dal viso, ho dei sogni sul collo rossi, dei lividi sulle braccia..”Povera ragazza, che ti hanno fatto?”.
La donna si alza, mi prende in braccio e con un po di fatica mi porta in macchina, e in dieci minuti arriviamo a casa sua, con l’aiuto di un vicino di casa mi prende ed entriamo nel suo appartamento, io sto ancora priva di sensi, mi adagia sul divano e da quel momento fino al mattino seguente avro’ il suo sguardo vigile su di me, le sue mani calde che mi toccheranno il viso accarezzandomi dolcemente…