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Autore: TaylorJones    21/11/2013    1 recensioni
Quel giorno faceva terribilmente caldo in California. Le lezioni erano finite ed era arrivato il tramonto. Luce aveva gentilmente rifiutato l'offerta di Shelby di pedinare Phil, il suo ex, ottenendo così un po' di tempo per stare da sola, ma l'idea di stare da sola un po' la spaventava. Perché rimanere da sola valeva a dire rimanere da sola con i suoi pensieri, e significava anche che avrebbe dovuto pensare di nuovo a cosa era successo a Dawn, e al fatto che probabilmente era colpa sua, e al fatto che Daniel non volesse dirle nulla, e al fatto che lui le mancava da morire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luce Price
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno faceva terribilmente caldo in California. Le lezioni erano finite ed era arrivato il tramonto. Luce aveva gentilmente rifiutato l'offerta di Shelby di pedinare Phil, il suo ex, ottenendo così un po' di tempo per stare da sola, ma l'idea di stare da sola un po' la spaventava. Perché rimanere da sola valeva a dire rimanere da sola con i suoi pensieri, e significava anche che avrebbe dovuto pensare di nuovo a cosa era successo a Dawn, e al fatto che probabilmente era colpa sua, e al fatto che Daniel non volesse dirle nulla, e al fatto che lui le mancava da morire.
Forse sarebbe andata a fare una passeggiata per il campus, perché restare da sola non era decisamente una buona idea, ma decise di fare prima una doccia. 
Si fece scivolare i vestiti da dosso lasciandoli noncurante sul pavimento bianco del bagno. Li avrebbe raccolti dopo. E se non l'avesse fatto Shelby di sicuro l'avrebbe costretta a farlo. Non che Luce fosse sciatta, ma ultimamente si sentiva come se non avesse più la forza di fare nulla, nè di continuare a fingere che andasse tutto bene, nè di sentirsi in colpa, nè di essere arrabbiata con Daniel, talmente stanca di tutto ciò, che la stanchezza si stava trasformando anche in stanchezza fisica.
Voleva semplicemente liberare la mente e lasciare che tutti i problemi le scivolassero via di dosso, e quando il getto d'acqua cominciò a scorrere sulla sua pelle, per poco ebbe la sensazione che fosse davvero così.
Non aveva più la forza di tormentarsi con dubbi e domande sul perché Daniel fosse dannato e sul perché tutti volessero arrivare a lei.
Aveva passato tutta la sua vita, sin da quand'era piccola, a sentirsi come una specie di psicopatica, anormale. E adesso ne era davvero stufa. Voleva che tutto finisse, voleva solo vivere una vita normale, andare in una scuola normale con persone normali, non in una scuola con insegnanti angeli e compagni nephilim. Non che tutto ciò le dispiacesse del tutto. In effetti trovata quella scuola -o almeno quello che si studiava- affascinante. 
Aveva un nodo alla gola, e si sentiva colma di disperazione e quando le lacrime cominciarono a scorrerle copiose sul volto si confusero rapidamente con il flusso d'acqua della doccia. Era sola e si lasciò andare cominciando a singhiozzare rumorosamente, tanto Shelby non c'era e lei non avrebbe dato fastidio a nessuno.
Ad un certo punto il rumore della finestra che si apriva la fece ritornare alla realtà. Uscì in fretta dalla doccia, si avvolse in un asciugamano e raccolse frettolosamente i suoi indumenti dal pavimento.
«Shelby, sei t...» Ma chi si ritrovo davanti non fu Shelby. Quando si ritrovò Cam davanti, i vestiti le caddero dalle mani e il cuore le balzò in gola. Luce rimase a bocca aperta, ma poi si costrinse a chiuderla per non sembrare un'idiota. 
«Che ci fai qui?» Cam sembrava sorpreso quanto lei, forse perché Luce stava indossando soltanto un asciugamano o forse perché sembrava che lei non se ne preoccupasse affatto.
«Mh, che ne diresti di vestirti?» Luce lanciò i vestiti da parte. Aveva paura che se fosse tornata in bagno per vestirsi al suo ritorno lui sarebbe già sparito.
«Mh, che ne diresti di rispondermi prima?» Disse. Cam sorrise.
«Okay, mi arrendo.» Ma un attimo dopo la sua espressione cambiò. Non sembrava più tranquillo e sereno, sembrava tormentato, preoccupato. Si sedette sul letto e fece cenno a Luce di sedersi accanto a lui. Lo raggiunse incurante di star sgocciolando sul pavimento. Quando gli fu accanto Cam le prese le mani. Questo gesto la rese nervosa. 
«Ci sono tante cose che non sai, Luce, e che Daniel ha pura di dirti.» Luce alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi, stando molto attenta a non perdersi dentro di essi. 
«È così, Luce. Da secoli ti tratta come se avesse paura di romperti. E non hai idea di quante volte sia stato lui a farlo, volontariamente.» Non capiva fino in fondo cosa intendesse, ma sembrava che Cam stesse cercando di farlo suonare come un omicidio. Abbassò lo sguardo, era lì per altre menzogne?
«Ma...» lui la costrinse a guardarla alzandole il volto. «io non farò così, so che è cambiato qualcosa, questa volta, so che questa vita è diversa. E sono dell'idea che se tu sapessi di più saresti più al sicuro.»
«Hai davvero intenzione di dirmi qualcosa?»
«Si, e scommetto che se Daniel fosse qui mi ucciderebbe.» Disse ridacchiando, ma la sua tensione era fin troppo evidente. Gli tremavano le mani, e Luce gliele strinse. Parve rassicurato da quel gesto, ma lei sentiva l'ansia che cresceva dentro di sè.
«E perché lo fai allora?» Questa volta fu lui ad abbassare lo sguardo.
«Luce, io ci tengo tantissimo a te, e odio che tu possa essere solo una mia amica, o addirittura di meno.» Credette che per un attimo il suo cuore si fosse fermato, anche se lei già lo sapeva.
«In realtà non so cosa sei per me Cam, davvero, credo di non sapere più nulla.»
«Allora credo che tu debba sapere almeno perché gli Esclusi ti vogliono.» Luce trattenne il respiro. 
«Tu sei il prezzo. E loro non ti farebbero del male, perché gli servi, ma Daniel è così iperprotettivo da credere che lasciandoti all'oscuro di tutto tu sia al sicuro,  ma non è così. Tu sei intelligente, e so che sapresti fare le tue scelte da sola.»
«Il prezzo di cosa?» 
«Per il Paradiso. Non ti sei mai chiesta perché si chiamano Esclusi?» Fino ad allora era stata convinta che la volessero per via di Daniel, adesso era più o meno sicura che non fosse così.
«Ma cos'ho io di così speciale?» Era ancora confusa.
«Luce, in Paradiso, non era Daniel il "pezzo grosso".» E si voltò a guardarla.
Una scarica di adrenalina le attraversò il corpo. Non poteva essere che il "pezzo grosso" fosse lei, non aveva nemmeno mai considerato l'idea di esserci da quando c'era Daniel, ma stranamente non si sentiva sconvolta, solo confusa. Forse perché era Cam a dirle tutto ciò, forse la maledizione non prevedeva anche questo.
«Ero io.» Cam annuì in silenzio, poi riprese a parlare.
«E siete stati puniti perché avete scelto di amarvi.» Ah, se solo non l'avesse fatto. Pensò Luce per un attimo, o forse più di un attimo. Finalmente si rese conto che non era tutta colpa di Daniel, perché Cam aveva detto "perché avete scelto di amarvi" . E finalmente, cominciava a capire.
«Ma io non posso dirti più nulla, Luce.» Ebbe un tuffo al cuore. Desiderava con tutta se stessa sapere di più. Ne aveva il diritto, dopotutto la vita era la sua. Ed era orribile che tutti ne sapessero più di lei sulla sua stessa vita.
Ma c'era anche un'altra cosa che desiderava fare. Lo abbracciò senza pensarci due volte. Lui era così vero, e nonostante tutto quello che era successo, lui era stato l'unico a pensare che lei meritasse di sapere.
Lui la strinse forte con le sue braccia muscolose e Luce sentì una strana sensazione, sentiva caldo -ma un caldo piacevole- in ogni zona in cui il suo corpo veniva a contatto con quello di Cam.
Fino a pochi secondi prima si era completamente dimenticata di essere bagnata, ma adesso l'acqua stava evaporando dal suo corpo.
Era Cam. Con i suoi poteri da demone.
«Ma c'è ancora una cosa che devi sapere. In questa vita puoi scegliere, non devi sentirti costretta ad amarlo solo perché vi lega una maledizione, perché anche nelle maledizioni esistono delle scappatoie.» Probabilmente aveva ragione, erano cambiate tante cose, come per esempio, lei era ancora viva. E negli ultimi giorni aveva desiderato di non aver mai conosciuto Daniel più di quanto probabilmente avesse mai fatto in tutte le sue vite messe insieme. 
Si sciolsero da quell'abbraccio e Cam la guardò per qualche secondo, sorridendo appena, poi le prese il volto tra le mani.
Tutto di Cam l'attraeva, i suoi occhi, le sue labbra, il suo modo di parlare, le sue ali dorate, e il fatto che lui fosse dalla parte del male che lo rendeva così oscuro e ancora più affascinante e irresistibile. Si, lei poteva scegliere. E se avesse scelto lui? Lui era così sincero, mentre sembrava che nella relazione con Daniel non ci fossero altro che segreti.
Lui cominciò ad avvicinarsi piano, e Luce non lo fermò, desiderava le sue labbra, così piene, così morbide. E non le importava se sarebbe stato un errore. Anche Daniel era stato con un'altra ragazza una notte, Shelby. Non sapeva neppure cosa sarebbe successo dopo, tra loro due. 
E un istante dopo le labbra di Cam premevano con dolcezza sulle sue. Eravo proprio come le ricordava, magnifiche. 
Gli mise le mani intorno al collo mentre il bacio diventava più caldo -letteralmente- e la lingua di Cam entrava nella bocca di Luce. La baciò con passione, facendole sentire un caldo tremendo alle guancie, e anche in tutto il resto del corpo. Fece scorrere le mani sulla sua schiena, sui suoi fianchi, sul suo collo, sul suo viso, assaporando ogni centimetro di lei. Dalle sue labbra scese sulla mascella per poi giungere al collo, dove lasciò piccoli e deliziosi baci umidi che le diedero i brividi. Il contatto delle labbra di Cam con la sua pelle nuda le dava una sensazione piacevole, ma il desiderio la stava consumando. Affondò le dita nei suoi capelli mentre le labbra di Cam risalivano con una lentezza straziante fino a tornare dalle sue labbra.
E quando le labbra di entrambi si incontrarono di nuovo, i loro corpi cominciarono a muoversi come una cosa sola, uniti come un solo essere, stretti l'uno all'altra. Caddero sul letto di Luce -che sembrava allargato, probabilmente opera di Cam- e lei si mise a cavalcioni su di lui. La foga di quel bacio pieno di passione lasciò entrambi senza fiato.
«Sai» disse Cam che ansimava leggermente. «Sono felice che tu non ti sia vestita.» E le sfilò l'asciugamano che poi gettò da parte.

-

Il primo raggio di sole della mattina filtrò dalla finestra illuminando il volto di Luce, che stava ancora dormendo. Quando aprì gli occhi, Cam, accanto a lei la guardava sorridendo, sotto le lenzuola, ancora senza vestiti.
Le carezzò i capelli mentre lei affondava il viso nel suo petto. Quella notte era stata perfetta. Ogni attimo era stato meraviglioso. Le sue braccia forti la stavano ancora stringendo, proprio come avevano fatto tutta la notte. Lui era un demone, ma l'aveva fatta sentire in Paradiso. 
Sembrava che nessuno dei due ne avesse mai abbastanza dell'altro. Come se l'uno avesse avuto bisogno dell'altra per tutta la vita, e come se una sola notte non potesse bastare per riempire il vuoto.
Alzò lo sguardo, e gli occhi verdi e profondi di Cam erano proprio lì ad aspettare quelli nocciola di Luce. Si guardarono per qualche interminabile istante, come se tutti e due stessero ammirando la bellezza dell'altro, poi le loro labbra si incontrarono di nuovo, le loro mani si intrecciarono e i loro corpi divennero nuovamente una cosa sola. Ma poi Cam si staccò da Luce.

«Devo andare.» Le diede un dolce bacio sulla fronte e un attimo dopo Luce era sola sul letto. Cam era in piedi che si rivestiva. Luce si alzò e pescò una maglia a casaccio dall'armadio e la indossò. Si girò e istintivamente guardò il letto di Shelby, come se si aspettasse di trovarla lì. Un momento. Lei dov'era? Era tornata nella loro stanza, quella notte? Forse li aveva visti ed era andata via. Chissà cosa aveva pensato di Luce... Ma era ancora troppo felice per preoccuparsene. La sua attenzione tornò su Cam. Il giorno prima non aveva fatto caso a com'era vestito. Indossava una camicia nera e jeans dello stesso colore che lo rendevano ancora più sensuale. Prese per mano Luce e insieme uscirono fuori la finestra, sul cornicione. 

«Ricorda di andare a lezione oggi.» Ridacchiò e le fece l'occhiolino.

Lui spiegò le ali, erano così maestose, perfette in ogni piuma dorata. E poi Luce realizzò che stava per andarsene sul serio, e fu pervasa dalla tristezza.
«Tornerò al più presto, te lo prometto.» Si scambiarono un'ultimo bacio, poi Cam flettè le ginocchia e spiccò il volo, e in pochi secondi era già lontano nel cielo.
  
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