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Autore: Marlene Ludovikovna    22/11/2013    7 recensioni
[Niki/Marlene]
Gli unici momenti in cui il computer manifestava la propria umanità potevano essere osservati completamente da me. E non era più il computer, ma Niki. Niki Lauda.
Non c'erano smancerie, tra noi due, ma solo pura sincerità. Ogni singola cosa tra noi era totalmente spontanea.
Mi ricordo la sera prima dell'incidente a Nurburgring, ero così agitata dalla paura di perderlo. Pensavo che se avessi provato anche solo a sfiorarlo avrei trovato il vuoto.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene Knaus, Niki Lauda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Within. 

 
Mi sembra esagerato definirmi gelido, o come un computer. Sono solo un uomo preciso, controllato, che fa un mestiere preciso e pericoloso, un mestiere che non consente errori.
 

- Niki Lauda



Quando vedevo la gente intorno a Niki e osservavo il modo in cui lui ci si rapportava realizzavo che la gente non riusciva a vederlo davvero. Non riuscivano ad andare oltre la sua maschera, il casco da cui si intravedevano solo i suoi occhi calcolatori. Ma Niki era molto di più; era un essere umano. 
Ogni volta non riuscivo a fare a meno di chiedermi perché non smettesse di mettere a rischio la sua vita e la nostra. 
Le sere prima di una competizione lo vedevo guardare alla finestra, seduto su una sedia con aria pensierosa, le sopracciglia aggrottate. Simulava quello che avrebbe fatto una volta in pista e mi piaceva restare a guardarlo. 
Riuscivo a stare lì un po', sulla porta, finché lui non mi notava. 
Cosa c'è? Chiedeva. La sua aria era un po' burbera, in quei momenti, ma la cosa quasi mi divertiva. Adoravo avere delle discussioni con lui. Il modo testardo in cui continuava a portare avanti le sue idee mi faceva sentire bene. Finché Niki fosse stato sicuro di se il mondo avrebbe sempre avuto un senso. 
Eppure ogni volta che lui stava per gareggiare avevo sempre dei dubbi. 
E se non ce la facesse? E se si facesse male? E se... No, no. Non devo neanche pensarlo. Niki può fare qualsiasi cosa. 
Il soprannome il computer gli si addiceva, per il suo modo di mostrarsi in pubblico. Freddo, calcolatore, attento, efficiente. Il miglior pilota che esistesse. Prima di lui la Formula Uno non mi aveva mai interessato gran che, ma quando lo avevo visto guidare dopo averlo apostrofato perché sembrava un vecchio ero rimasta colpita. Aveva una grande tenacia, in qualsiasi cosa facesse. Credo che sarebbe potuto diventare un genio in qualsiasi cosa avesse voluto fare, una volta glielo dissi.
Lui mi aveva guardato negli occhi, con aria sicura. 
Ma io so che ciò che devo fare è questo, Marlene. 
Gli unici momenti in cui il computer manifestava la propria umanità potevano essere osservati completamente da me. E non era più il computer, ma Niki. Niki Lauda. 
Non c'erano smancerie, tra noi due, ma solo pura sincerità spontanea. Ogni singola cosa tra noi due lo era. 
Mi ricordo la sera prima dell'incidente a Nurburgring. 
Gli toccai la spalla, leggermente e lo sentii irrigidirsi. 
Distanza. Niki era sempre più distante da me. 
Lo percepii irrigidirsi, come se il mio tocco lo avesse fatto tornare ad una realtà che non voleva realizzare. 
Per lui in quel momento, mentre la sua mente elaborava con velocità impressionante, io ero un'estranea per lui. 
Niki, non credi che sia il caso di dormire? Sarai più pronto per la gara di domani. Lo dici sempre anche tu. Sussurrai cercando di colmare le distanze. 
Lui era girato di spalle, sul letto e guardava verso la finestra. Eravamo immersi nel buio. 
Tutto ciò che c'era dentro di lui era all'interno. 
Per la prima volta in vita mia credo di avere più del venti per cento di possibilità di finire male. Disse lui dopo un interminabile silenzio. 
Sentii le lacrime bagnarmi gli occhi. 
No, no. Niki non lo dire neanche per scherzo. 
So di essere il migliore, ma a volte incidono altri fattori. 
Non dissi nient'altro. Sapevo che parlava della pioggia incessante e di quella pista pericolosa che vantava un così grande numero di infortuni. 
Restai a guardare le sue spalle alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro. 
Ti amo. Sussurrò. 
Restai in silenzio; sentii le lacrime cadere calde sulle mie guance. 
Fu allora che Niki si girò e io vidi ciò che era all'interno. 
Volevo essere forte per lui e smettere di piangere, così, stupidamente, mi sentii in colpa.
Nei suoi occhi vidi la sofferenza scalfire la sua sicurezza. 
Mi prese il viso, lentamente. Sfiorandomi le guance con le dita.
Ti amo. Ripeté, sfiorando le mie labbra. 
Le lacrime mi bagnarono le guance. 
Anch'io. Dissi. Anch'io. 

 

Angolo Autrice:

Era da tempo che volevo scrivere qualcosa su Rush. *^*
Ho amato questo film così coinvolgente e ben fatto. Davvero eccezionale, regia ottima, montaggio magistrale... E la fotografia! Jdjfdfkd.
Okay, basta, se dovessi fare una recensione di Rush ci metterei una vita. lolz.
Alors, tornando alla storia. Ho voluto narrare la situazione critica del loro matrimonio perché trovo che sia davvero interessante.
Nikiè una figura fredda, distaccata, ma che ha i suoi momenti di tenerezza.
L'ho scritta anche perché Niki Lauda è uno dei miei miti, un uomo eccezionale. Davvero. Darei di tutto per incontrarlo. *^*
Ebbene, il mio angolo degli scleri finisce qui.
Un bacio e alla prossima; 

Marlene xx

P.S. Sì, mi chiamo come la moglie di Niki Lauda e per questo mi sento molto realizzata, okay? Okay. lol.

 
   
 
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