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Autore: Rosenstag    22/11/2013    0 recensioni
- dovresti fare più attenzione. So che le ragazze hanno molto a cuore il proprio viso - aveva detto in risposta quel moccioso con una voce ancora da bambino ma i pensieri di una persona più matura.
Il biondo sembrò diventare rosso di rabbia. Con un calcio fece volare via i pezzi dei puzzle lontano dell'albino, il quale non si era mosso neanche di una virgola. Le tessere erano andate ad infrangersi contro il rosso, finendogli addirittura sullo schermo della console. Il bambino aveva storto il viso in una smorfia ed aveva gettato via il videogioco per osservare la scena che si presentava di fronte a lui.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Watari | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chiunque fosse entrato nella camera cinque della Wammy's House, nella sezione destra maschile, sarebbe rimasto senza fiato e piuttosto sorpreso dello spettacolo che si sarebbe trovato di fronte. I due occupanti della stanza erano forse tra i bambini più grandi di tutto l'orfanotrofio, di circa quattordici anni, e ne andavano anche fieri. Secondo la loro idea, avevano accumulato più informazioni e conoscenze dei loro compagni e per questo si sentivano al di sopra di tutti.
O quasi.
Ma prima di inoltrarci ancora in questo frangente, meglio parlare dei due ospiti della stanza.
Il più piccolo dei due si chiamava Matt, tale era il soprannome che Roger e Watari gli avevano affibbiato appena arrivato nella struttura. Era un bambino slanciato, non troppo alto per quelli della sua età, con i capelli tutti arruffati. Di Matt non si sapeva nè da dove venisse, nè di chi fosse figlio. Era un orfano come tanti, ma pur sempre diverso dagli altri. Era stato Roger a trovarlo. Lo aveva notato in mezzo a tutti quei bambini perchè non sembrava molto interessato a loro quanto lo era per i videogiochi. Stava sempre attaccato a quelle maledette console anche quando l'aveva accompagnato alla Wammy's House. Non aveva alzato lo sguardo sull'uomo neanche una volta e non lo aveva degnato di una sola parola. Ma il vecchio si era accorto di come  quegli occhi azzurri lo spiassero sotto ai capelli lunghi fino alle orecchie, totalmente scomposti e disordinati. Per certi versi somigliava ad L. Ma Matt si era dimostrato un tipo silenzioso, per certi versi persino viziato, silenzioso verso chiunque cercasse di interagire con lui ma costantemente vigile e circospetto su ciò che gli accadeva intorno.
Roger aveva notato lo strano comportamento di quel bambino dai capelli rossi arruffati. Non sembrava aver stretto amicizia con nessuno, sempre chino sui videogiochi che consumava come se fossero ossigeno. Per certi versi rassomigliava alla solitudine che preferiva il ragazzino albino dei puzzle. Prima o poi avrebbero dato un soprannome a quest'ultimo, L stesso aveva detto che ci stava pensando su.
Le cose cambiarono radicalmente quando si presentò il detective alle porte dell'orfanotrofio. Roger era rimasto decisamente scioccato da questo avvenimento, era accaduto solo una volta che L si mostrasse ai suoi occhi. Non era neanche una cosa che poteva passare così inosservata del resto: non si vede mica tutti i giorni un ragazzo di sedici anni con occhi talmente gonfi e bordati di nero da sembrare un panda. Reggeva per la mano un bimbo, di forse sei o sette anni, dai lineamenti europei marcati e dei capelli biondi chiarissimi, lisci come la seta lunghi fino alle scapole. Gli occhi erano allungati e severi anche ad una prima ed approssimata occhiata, con delle iridi talmente azzurre da sembrare quasi di specchiarsi in un una pozza di cielo. Questo bambino non si nascondeva dietro a L impaurito, ma anzi faceva mostra di sè agli sguardi curiosi degli altri orfani. Matt era rimasto accucciato sulla soglia della sua stanza, sempre con quel fare solitario ed apparemente disinteressato, ma perennemente allerta, concentrato sul suo ennesimo gioco. L'albino arrivato qualche settimana prima, invece, era rimasto acquattato sul pavimento in fondo alla stanza, rigirando tra le sottili dita dei pezzi di puzzle che cercavano il proprio posto sul disegno che avevano davanti. Questo bambino senza nome era rimasto qualche istante a guardare la nuova figura vicino a quel ragazzo sconosciuto. Era rimasto sconcertato nel vedere due persone nuove davanti alla porta dell'orfanotrofio, ma aveva subito mascherato quella sua inquietitudine ritornando con la mente ed i pensieri al gioco che stava facendo.
Ci fu uno scambio di battute tra Roger ed il misterioso ragazzo, appena udibili dalle orecchie dei bambini. Dopo questa breve, ma intensa conversazione, il giovane aveva girato i tacchi e  se ne era andato, lasciando l'arrivato in mezzo ai suoi compagni. Questi gli si accalcavano intorno facendogli domande: come si chiamasse, da dove venisse, chi fosse quel tizio che l'aveva accompagnato. Il nuovo arrivato sorrideva a tutti ma non rispondeva concretamente a nessuno, continuando a camminare per la stanza. Cercando di rimanere un attimo da solo per riflettere.Quasi inciampava nell'albino seduto a terra, talmente minuto e piccolo che non si era accorto della sua presenza.
- Uh? - aveva mormorato sommessamente adocchiando quell'essere tanto strano alle sua iridi cerulee. Il bambino bianco non aveva reagito in alcun modo ma si era accorto di tutto.
- dovresti fare più attenzione. So che le ragazze hanno molto a cuore il proprio viso - aveva detto in risposta quel moccioso con una voce ancora da bambino ma i pensieri di una persona più matura.
Il biondo sembrò diventare rosso di rabbia. Con un calcio fece volare via i pezzi dei puzzle lontano dell'albino, il quale non si era mosso neanche di una virgola. Le tessere erano andate ad infrangersi contro il rosso, finendogli addirittura sullo schermo della console. Il bambino aveva storto il viso in una smorfia ed aveva gettato via il videogioco per osservare la scena che si presentava di fronte a lui.
I bambini si erano radunati intorno ai due, puntando i loro occhi sopresi prima sulla figura del nuovo arrivato e poi su quella del piccolo di quattro anni che stringeva tra le mani un pezzo del puzzle ora lontano.
- Che cosa hai detto?!? - ringhiò il biondo scoccando all'albino la più feroce delle sue occhiate, manifestando quanto odio solo con quella frase si era attirato su di sè.
Il giovane invece non capiva cosa avesse detto di tanto sbagliato da farlo arrabbiare così tanto. Poi capì . Fu come un lampo a ciel sereno e dentro di sè, in una parte remota della sua anima, il suo errore lo divertitì tantissimo. Aveva confuso il novizio per una fanciulla, mentre questi era un maschio.
Matt era rimasto particolarmente divertito di tutta la faccenda e si era alzato pigramente dal suo posto per avvicinarsi con pochi passi al circolo di bambini, restandone però leggermente isolato in modo da non mischiarsi con loro. Aveva poi seguito l'esclamazione del biondo ed aveva studiato la faccia irata che si era dipinta sul suo volto. Gli venne allora in mente di fare una cosa che avrebbe reso il gioco ancora più intrigante. Certo, non era da lui immischiarsi in cose che non lo coinvolgessero direttamente, ma questo nuovo arrivato lo aveva colpito. Si era avvicinato ancora di più al gruppo tanto da poter parlare e farsi così sentire da tutti.
- Ma allora se scambi maschi per femmine, quanto puoi essere davvero intelligente? - aveva esclamato con tono derisorio il rosso guardando negli occhi l'albino. 
Il biondo aveva sogghignato tronfio guardando con sfida il nemico che si era fatto.
- Già, non sembri molto sveglio, nano bianco... - aveva rincarato la dose il giovane, per poi oltrepassare con fare superiore il bambino e continuare come se niente fosse successo.
Oh, ma era tutto il contrario. Quel primo ed immaturo incotro tra i due segnerà successivamente le loro stesse esistenze, ma non divaghiamo troppo.Matt però non era rimasto indietro, aveva anzi seguito con estrema curiosità quel biondino che aveva dimostrato un carattere tanto forte quanto permaloso. Era davvero interessato in quel personaggio davvero misterioso, ed anche chi l'aveva accompagnato sembrava davvero particolare.
Forse quel bambino destava più interesse in Matt che i videogiochi che amava tanto.
  
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