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Autore: Emide    23/11/2013    36 recensioni
Edmund, giovane promessa del nuovo assetto geo-politico, è forte, aitante e pronto a farsi strada per difendere quelli che sono i suoi ideali più profondi. Non è però a conoscenza di molti fattori che si celano tra i meandri oscuri del suo passato. Fattori che sradicheranno ogni sua certezza, perfino la più piccola e impalpabile. Edmund: ariano, nazista, giovane promessa di un mondo che non promette più ormai da tempo.
[Distopia che parte dalla fine della Seconda Guerra Mondiale]
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RODION


 
Epitome
 

  1 Maggio 1945

 
 
Il secondo conflitto mondiale è ormai giunto alla fine. 
Molti critici americani, durante i loro ultimi giorni di carriera, hanno trascritto le cause di quella sconfitta così inaspettata, sottolineando e istigando i popoli di qualunque nazione, specie o razza, a ribellarsi con ogni mezzo, dinanzi le barbarie naziste, che da lì a pochi giorni avrebbero dominato, come già da tempo pattuito da Adolf Hitler, gran parte del globo terreste. 
Si riteneva che la Wilhelm Gustloff, celebre nave contenente diecimila soldati tedeschi, il cui nome originale era proprio quello del Fuhrer nazista, una volta scampata all’assalto del sottomarino sovietico S-23, avvenuto il 30 gennaio 1945 nel Mar Baltico, sia giunta in aiuto della propria patria, durante l’attacco diretto dei Russi a Berlino, capovolgendo quella situazione disperata, in una ripresa ferma e stabile del dominio indiscusso Nazista.
Altri studiosi, ritengono opportuno sostenere l’ipotesi, che quei soldati, apparsi come delle luci fatue in un cimitero abbandonato, non fossero altro che la personificazione dello stesso Hitler ormai giunto allo stremo delle sue forze; creati per resistere a quella guerra che aveva accolto più morti che vincitori lungo il suo cammino, nati per ribaltare le sorti di nazioni intere, riducendo tutto ad un pugno di cenere.
Grazie a quei giorni di vittoria, che la Germania si era guadagnata mettendo con le spalle al muro le armate rosse, gli scienziati tedeschi ebbero il tempo necessario per dar vita a nuove, sofisticate e terrificanti armi di distruzione di massa, tra le quali l'innovativo ordigno denominato il "Crepuscolo degli Dei", convincendo l’America e la vicina Inghilterra, a ritirarsi per non cadere anch’esse sotto il dominio del Fuhrer.
I felici anni liberali erano ormai giunti al loro termine per la gran parte delle nazioni, e per altrettante sarebbero ben presto finiti, lasciando nei cuori di tutti il macigno indissolubile della sconfitta e di un dolore che avrebbe straziato e reso schiavi popoli interi.
Dopo lo sterminio totale degli Ebrei, gli zingari e i portatori di handicap, avvenuto nei vari campi di concentramento, in funzione dal 1933, i primi a cadere sotto la tagliente sciabola nazista furono gli Slavi. 
Polacchi, Russi, Bielorussi e tutte quelle popolazioni che da tempo il Fuhrer aveva ritenuto inferiori rispetto alla sua tanto esaltata “razza” ariana, vennero sottoposti a leggi tanto crudeli quanto inflessibili che li vedevano solo ed unicamente come schiavi della patria.
Pronti a morire per un solo schiocco di dita, o a ricevere torture fisiche e psicologiche nel caso venissero infrante le leggi, che pendevano sopra le loro teste come cappi pronti a soffocarli definitivamente, questi popoli, dopo l’uccisione di Stalin e di tutte le altre cariche rilevanti del governo territoriale, persero pian piano quell’umanità che in passato li aveva inorgogliti e condotti sul campo di battaglia, fieri e impettiti per raggiungere quell’ ideale comune che li faceva sentire un unico grande popolo. 
Ora neanche una madre sarebbe stata in grado di riconoscere il proprio bambino, in mezzo a quel misto di fanghiglia e dolore. Ora, dopo svariate e cruente rivolte, avvenute senza alcun successo, sembrava essere giunta l’apocalisse, in quelle steppe bianche e candide d’inverno e verdi e lucenti d’estate. Ora che i territori erano divisi in tanti piccoli Reich, neanche il bagliore di perla della luna appariva privo di sbarre e catene. Il grigiore dell’impotenza, la quale come una ragnatela intessuta minuziosamente, imprigionava le sue sfortunate prede, sembrava soffocare uomini, donne, vecchi e bambini in un abbraccio, una stretta mortale.
Gli Slavi, come in passato gli ebrei, erano costretti a portare, come segno riconoscitivo, una catenina magnetica al collo, rappresentante non più il martello e la falce come mostrava la bandiera originale dell’URSS, bensì un’unica falce unta e ingrigita che simboleggiava proprio il loro esser divenuti, solo ed unicamente, schiavi della terra e di chi dall’ alto la governava con il pugno di ferro: la Germania.
Questi popoli erano sottoposti a una censura spietata, a lavorare forzatamente e a sudare fino a strapparsi le membra, solo per guadagnare un misero tozzo di pane. Morivano, rinforzando, con i loro lavori, l’apparato militare ed industriale tedesco; agognando quel momento per ogni giorno e per ogni istante, si lasciavano trasportare da quella corrente ormai secca, depositata dentro le loro vene emaciate; energia che la vita, o meglio la sofferenza, si stava portando, avidamente, via con sé.
Hitler in poco tempo avrebbe conquistato quello che da anni definiva il suo spazio vitale, riuscendo in quell’impresa che a tutti appariva come una distopia, la quale aveva fatto fremere e insorgere nazioni intere.
Erano finiti i tanto faticati giorni di guerra, così com’erano conclusi, quegli spensierati attimi di pace.








  Nota: Quest'opera sta per essere pubblicata dalla Delrai Edizioni. Grazie a chi, come me, non ha mai smesso di crederci.
 
 
   
 
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