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Autore: Kooskia    23/11/2013    0 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13 - Sangue sull’Aspromonte

I fuochi ardevano, illuminando la spiaggia di luce e donando alle divise scarlatte dei Garibaldini una luminescenza particolare. Non che tutti gli uomini lì riuniti indossassero uniformi, e molti di coloro i quali indossavano il cremisi del Nizzardo esibivano tracce di logorio nei loro vestiti.
Vecchi veterani e nuovi giovani volontari si erano ammassati, attirati dalle parole profetiche di uomo che aveva forgiato il destino dell’Italia ma che giunto alla fine del suo scopo, sembrava essere stato dimenticato quale un vecchio relitto onorevole destinato a stare nel molo più prestigioso del porto ma senza poter spiegare le vele ancora una volta.
Vindex osservava gli uomini attorno al fuoco: alcuni di essi ancora trasalivano quando il drago si avvicinava loro, mentre altri oramai si comportavano con maggior naturalezza.
Il drago stese per bene il lungo collo sulla sabbia ancora calda seguendo con curiosità le voci e le movenze del gruppo di uomini dinanzi a lui.
Tre Garibaldini stavano inscenando un piccolo siparietto: secondo Vindex non avevano alcuna speranza di essere anche solo paragonati agli attori dei teatri di Torino per bravura, ciononostante sapevano suscitare l’ilarità generale tra gli altri Garibaldini seduto o sdraiati in circolo attorno al fuoco.
Un paio di ufficiali, la cui divisa rossa si contraddistingueva dalle altre poiché ancora immacolata, si erano avvicinati e pur restando in piedi anche loro ridevano visto che il tema dello spettacolino vergeva sulle ingerenze della Francia.
All’improvviso però uno dei teatranti che si era scostati dagli altri due, fece di nuovo la sua comparsa inscenando un nuovo personaggio e sfoggiando un paio di grandi baffoni finti (che altro non erano se non un folto ramoscello di pino marittimo).
Anche il grande Vindex lasciò sfuggire un mugugno di ilarità poiché il Garibaldino stava impersonando niente meno che Francesco Crispi: colui che era stato in mezzo ai garibaldini (anche se sarebbe più corretto dire dietro di essi), ora si era fatto largamente notare per la sua assenza sostituita dal suo ingresso ufficiale nella carriera politica nel nord.
Crispi non ne uscì bene dalla rappresentazione, risultando alquanto pomposo.
-… pomposo e forse qualcos’altro in più.-
Le risate di tutti vennero però interrotte dalle parole irate e imperiose di uno dei due ufficiali.
-Come vi permettete di mancar di rispetto a Crispi?- disse uno.
-Ma lo sapete cos’ha fatto per l’Unità d’Italiana?- rincarò il secondo.
Fu in quel momento che una voce inaspettata si levò dal circolo dei Garibaldini seduti. L’aspetto dell’uomo attirò la curiosità di Vindex: la sua voce era calda e velata di vibrante giovinezza eppure i lunghi capelli erano ingrigiti, segno che il Garibaldino era stato segnato dall’incedere del tempo.
Egli non portava la divisa rossa ma un abito bruno, segno del suo essere un volontario unitosi di recente.
-Crispi è a Torino! In quel parlamento dove si fanno solo discorsi inutili. Mentre loro stanno per spingere un cannone fino a Roma!.
-Come ti permetti!? Come ti chiami tu?- chiese uno degli ufficiali con tono inquisitorio.
Tale domanda suscitò soltanto una nuova reazione di rivolta nel combattente dai capelli d’argento.
-Come sarebbe “come mi chiamo”. Non si può parlare liberamente nemmeno qua?-
Prima che l’ufficiale potesse replicare, da un Garibaldino seguito dopo alcuni istanti da un secondo e poi da tanti altri ancora, si levò un canto di sfida.
“Quando all'appello di Garibaldi
tutti i suoi figli suoi figli baldi
daranno uniti fuoco alla mina
camicia rossa garibaldina
daranno uniti fuoco alla mina
camicia rossa garibaldina.”

Vindex stesso levò alto il lungo collo, unendo la sua forte voce al coro ed imprimendo le parole con calore.
Il coro si interruppe solo un istante, al grido di un singolo volontario (subito seguito da grida di esultazione) che additò delle figure a cavallo appena giunte su di un colle.
-E’ lui- disse Vindex. – Garibaldi è arrivato.-
Il coro riprese con maggior vigore e Vindex non trattenne la sua voce nel cantare.
“ E tu ti svegliasti col sol d'aprile
e dimostravi che non sei vile
per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara.”

L’animo dei presenti ardeva con più forza degli stessi fuochi sulla spiaggia, e grida di “o Roma o Morte” proruppero tra la folla.


La luna piena illuminava il sentiero di fronte a Vindex rendendo più facile il cammino non solo al grande drago ma anche alla lunga colonna di volontari che marciava sulle aspre alture dell’Aspromonte.
Per un interessante caso, il peso massimo e il suo equipaggio erano stati assegnati allo stesso gruppo con cui aveva condiviso la notte sulla spiaggia qualche tempo prima.
Vindex portava sulla schiena solo il suo giovane capitano Pietro mentre il resto dell’equipaggio proseguiva a piedi visto che il drago era stato caricato di casse di viveri e munizioni.
Tempo fa egli se ne sarebbe risentito per essere trattato quasi come un mulo da soma, ma i tempi erano cambiati.
-Io sono qui perché così ho scelto. Non perché mi è stato ordinato… e lo stesso vale per tutti questi uomini.-
Non riusciva a vedere gli altri draghi del gruppo poiché essi erano stati sparpagliati lungo la colonna per adempiere al suo stesso compito.
Lo spirito del drago era alto così come quello di tutti gli altri volontari che non smettevano di intonare un canto dopo l’altro.
-Questo qui non lo conosco Pietro, tu sai le parole?.-
“E a Roma a Roma
ci sta un papa
che di soprannome
si chiama Pio Nono
lo butteremo giù dal trono
dei papa in Roma
non ne vogliamo più

Lo butteremo giù dal trono
dei papi in Roma
non ne vogliamo più

Prima in San Pietro
e poi in San Paolo
e le lor teste
vogliamo far saltar
e in piazza d'armi la ghigliottina
e le lor teste
vogliamo far saltar”

Vindex emise un ghigno al tono alquanto lugubre eppure gioioso della canzone.
-Che ne pensi, Pietro?- il suo giovane capitano era in effetti un po’ silenzioso.
-E’ interessante come parecchi Garibaldini siano cristiani convinti eppure cantino così allegramente tale canzone. In effetti… a pensarci su non è poi così tanto strano, il Papato dopotutto non è altro che uno dei tanti Regni che per secoli ha imperversato con tasse ed armate sul popolo italiano. –
Il peso massimo cercò di guardare dietro di sé, poiché Pietro persisteva nel suo silenzio.
-Cosa succede Pietro?- chiese il drago con espressione preoccupata.
-Mi… mi è sembrato di aver visto qualcosa muoversi laggiù.- disse il giovane con tono incerto.
Vindex sbuffò, pensando che si trattasse di lupi o di volpi. Dopotutto non vi erano nemici fino ai confini dello Stato Vaticano, le uniche forze in armi nella Calabria in quel momento erano le truppe del Regio Esercito e forse qualche banda di irriducibili borbonici alla macchia.
L’attenzione di Vindex venne interrotta poiché sembrava che il cannone che i volontari stavano trascinando davanti a lui si era bloccato.
Mentre i Garibaldini cercavano di smuoverlo, incominciò il crepitare dei fucili.
Uno dei volontari crollò a terra, Vindex ebbe appena il tempo di rendersi conto che era lo stesso che aveva interpretato Crispi sulla spiaggia, prima che altre fucilate risuonarono intorno a loro.
Vindex gettò uno sguardo agli uomini che stavano sparando dalle alture.
Il suo cuore venne bloccato da un fremito di gelo.
Non erano sbandati borbonici ancora in armi: ma soldati regolari che indossavano le divise dei Bersaglieri del regno.
Lui stesso si era battuto per proteggere tali uniformi in innumerevoli battaglie.

Il drago fece alcuni passi indietro.
-Pietro tieni giù la testa! Presto ! Qualcuno mi levi di dosso queste casse… non posso combattere così!.-
Alcuni uomini del suo equipaggio accorsero ai suoi fianchi e si apprestarono a tagliare le corde che reggevano il carico.
Allo stesso tempo, alcuni Garibaldini risposero al fuoco, solo per venire interrotti da un ufficiale dalla divisa scarlatta.
-Fermi! Il Generale ci ha detto che non bisogna rispondere al fuoco italiano!-
Le fucilate dall’alto dell’altura però non si interruppero e quando finalmente l’equipaggio di Vindex aveva liberato il drago dal suo carico, il colpo sparato da una cannonata esplose non lontano da lui.
-Anche… anche i cannoni… - disse Pietro
In mezzo al trambusto, si levò forte e decisa la voce del volontario dai capelli grigi che si era levato di fronte agli ufficiali quella notte sulla spiaggia.
-Via presto! o i bersaglieri ci ammazzano tutti!-
A quelle parole la colonna si frantumò disperdendosi nella macchia ai lati del sentiero e fornendo un bersaglio meno facile agli attaccanti.
Ma lo stesso non poté dirsi per un drago della stazza di Vindex e almeno tre differenti colpi andarono a segno: due sulla spalla sinistra ed una sulla membrana alare, essi fecero emettere un ruggito di dolore al drago.
-Ti hanno colpito?- chiese con ansia il giovane Pietro.
-Non è niente di grave, avessi avuto con me le mie protezioni però… -
-Va bene ma resta a terra! Se ci leviamo in volo saremo un facile bersaglio… loro sono più in alto di noi.- disse il suo capitano e il drago annuì il suo consenso.
Alcuni istanti più tardi egli avvistò un gruppetto di Garibaldini che comprendeva un ufficiale ed anche il volontario dai capelli grigi.
-Facciamoli salire presto! Pensi di poter portare un po’ dei nostri nella rete ventrale?-
-Sì ma non troppi- rispose il drago, mentre altre pallottole volarono alte sopra le loro teste.
Quando li raggiunsero, Vindex rimase ancora una volta frustrato dal riluttante timore esibito dall’ufficiale e da alcuni di quegli uomini nel salire su di lui: curiosamente però il veterano dai capelli grigi non sembrò affatto timoroso e i suoi occhi scintillarono un istante per l’emozione.
L’ufficiale cercò di far sentire la sua voce dalla rete ventrale.
-D… dobbiamo cercare di raggrupparci, l’intera colonna si sarà sparpagliata e dobbiamo capire quali sono i nostri ordini. Ancora non posso crederci… il Regio Esercito contro di noi…. come è possibile che… –
Le sue parole vennero interrotte da un ruggito di rabbia e dolore.
Dal lato destro del pendio emersero le figure di due draghi avvinghiati in una lotta furiosa.
-Anche le Forze Aeree!- disse Pietro con stupore, mentre Vindex decise di lasciarsi alle spalle la cautela e si slanciò in avanti, cercando di tenere collo e testa il più bassi possibile.
Alcuni colpi crepitarono attorno a lui, un'altra pallottola gli si conficcò nella coda mentre il grido di uno degli uomini del suo equipaggio ne indicò la morte.
Anche i volontari che erano saliti nella rete cercarono di rispondere al fuoco benché la loro posizione non fosse la migliore per sparare né il passo affrettato del drago rendesse facile la mira.
Vindex si interruppe solo di fronte alla scena, rendendosi conto di essere giunto tardi.
Il suo grande cugino Cruentum lo affrontava con espressione trionfante, mantenendo la zampa destra sul collo di un drago ai suoi piedi.
Sangue colava dal muso del peso massimo e dai suoi artigli, per qualche istante Vindex temette che la sua vittima poteva essere stata Libertaria: si rese conto dopo alcuni istanti che invece si trattava di Incitatus, il cui capitano Napoletano aveva condiviso il piano di unirsi alla spedizione verso Roma.
-Stai tranquillo cugino, non ho ucciso quella tua amichetta… certo, non volerà per qualche mese, ma non avrei mica potuto uccidere una femmina destinata a deporre un mio uovo, non credi?- disse con un ghigno.
Vindex ritenne di odiare Cruentum come non era mai riuscito a fare prima d’ora.
Cercò di aprire bocca ma le parole gli vennero meno.
-Ti stai chiedendo perché ho ucciso questo qui?- e per calcare la mano premette con forza sul collo squarciato del peso medio.
-… perché era un traditore. Esattamente come lo sei tu, caro cugino, avete disobbedito ad un ordine del Re agendo di vostra iniziativa. Però credo che se tu ti arrenda adesso potrei risparmiare la tua vita e quella del tuo equipaggio. Tanto per informarti, abbiamo catturato anche quel ridicolo draghetto sardo: ha avuto la fortuna di trovarsi circondato dai Bersaglieri prima che lo trovassi io e ha preferito vivere piuttosto che lasciarsi ammazzare. Peccato… mi sarebbe piaciuto divertirmi un po’ anche con lui.-
Pietro parlò con calma al suo drago.
-Ascolta Vindex, è pieno di Bersaglieri tutto intorno a noi: se lo attacchiamo potrai anche ferire lui o il suo capitano ma verremo tutti uccisi. Credo… credo che sia meglio arrendersi.-
L’orgoglio di Vindex si scontrò per la prima volta contro tale possibilità. Poi guardo il suo equipaggio e gli uomini che portava nella rete ventrale e comprese qualcosa.
Le sue azioni avrebbero significato la morte anche di altre persone che riponevano in lui la loro fiducia.
Non poteva sacrificare anche le loro vite.
Quando i Bersaglieri arrestarono uno ad uno i Garibaldini, Vindex cercò con lo sguardo il volontario dai capelli grigi, una nube di dolore sembrava offuscare il suo volto benchè egli non sembrava avere ferite fisiche.
-Naturalmente… - continuò a parlare Cruentum, dopo che anche Pietro venne portato via sotto tiro.
-Come promesso non ucciderò nessun altro questa notte, ma tutti i Garibaldini che erano ufficialmente parte delle Forze del Regio Esercito, saranno passati per le armi dai Bersaglieri in quanto disertori: gli altri civili potranno andarsene e devono render onore alla magnanimità di Sua Maestà. Oh… ovviamente la pena capitale vale anche per tutto il tuo equipaggio, anche in questo caso dovresti render grazia alla generosità del Re poiché il tuo capitano verrà risparmiato e segregato. Tu invece te ne andrai dritto nei terreni di riproduzione, direi che ti andrà più che bene caro cugino, pensa che a me toccherà invece tornare in pieno servizio attivo.-
Vindex emise un singolo ruggito di dolore, provocando un improvvisa reazione in tutti i Bersaglieri attorno a lui: essi non spararono solo grazie ad un ordine di alcuni ufficiali che impedì loro di aprire il fuoco.


Note:
Questo capitolo è largamente ispirato ad un paio di scene del film “Noi Credevamo” del 2010. Possiamo dire che è praticamente un cross-over. Il personaggio dai capelli d’argento è ovviamente Domenico, interpretato dal grande attore Luigi Lo Cascio.
Per gli interessati ecco lo spezzone presente su youtube:

http://www.youtube.com/watch?v=FJhQS81waY4
  
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