—the clouds. ☁
«Neh, Hiroto-san, un giorno voglio andare in quel posto dove fanno le nuvole!» esclamò un Masaki di appena otto anni, guardando fuori dalla finestra.
«Quella è... una fabbrica.» disse il rosso, avvicinandosi al bambino che aveva gli occhi illuminati.
«Dunque quella è una fabbrica che crea le nuvole?» chiese il bambino, letteralmente appiccicato alla finestra, sorridendo.
«E perché dovresti pensare che quella fabbrica produce le nuvole?»
«Oh, ma è ovvio! Insomma, da quei tubi escono delle nuvole, quelle bianche. Le ho viste ieri e anche il giorno prima!»
«Capisco. Non è un posto bello, devi sapere.» disse andandosene, lasciando il bambino da solo nella sua fantasia, pensando come fosse bello andare su una di quelle fabbriche e saltare sulle nuvole, per poi volare via magari.
Gli si mozzò il fiato quando vide una piccola nuvoletta uscire ancora da quegli strani tubi; ma non ci pensò, e continuò a fissarla. Sospirò, e ripensò ai bei momenti passati con la sua mamma, ed era lei che gli aveva detto che le nuvolette erano create in quei posti strani, e forse alcune erano fatte anche di zucchero filato.
«Non dovresti dirgli cosa fanno le fabbriche, invece di fargli credere che queste creano nuvole?»
«Nagumo, è meglio far sentire ai bambini quel che si vogliono sentire dire. Fin quando la bugia è minuscola non accade nulla.»
Haruya abbracciò Hiroto, e si ricordò che dopotutto anche a loro erano raccontate parecchie bugie, per non essere feriti, alla fine. Così sorrise, e gli diede un piccolo bacio.
«Quella è... una fabbrica.» disse il rosso, avvicinandosi al bambino che aveva gli occhi illuminati.
«Dunque quella è una fabbrica che crea le nuvole?» chiese il bambino, letteralmente appiccicato alla finestra, sorridendo.
«E perché dovresti pensare che quella fabbrica produce le nuvole?»
«Oh, ma è ovvio! Insomma, da quei tubi escono delle nuvole, quelle bianche. Le ho viste ieri e anche il giorno prima!»
«Capisco. Non è un posto bello, devi sapere.» disse andandosene, lasciando il bambino da solo nella sua fantasia, pensando come fosse bello andare su una di quelle fabbriche e saltare sulle nuvole, per poi volare via magari.
Gli si mozzò il fiato quando vide una piccola nuvoletta uscire ancora da quegli strani tubi; ma non ci pensò, e continuò a fissarla. Sospirò, e ripensò ai bei momenti passati con la sua mamma, ed era lei che gli aveva detto che le nuvolette erano create in quei posti strani, e forse alcune erano fatte anche di zucchero filato.
«Non dovresti dirgli cosa fanno le fabbriche, invece di fargli credere che queste creano nuvole?»
«Nagumo, è meglio far sentire ai bambini quel che si vogliono sentire dire. Fin quando la bugia è minuscola non accade nulla.»
Haruya abbracciò Hiroto, e si ricordò che dopotutto anche a loro erano raccontate parecchie bugie, per non essere feriti, alla fine. Così sorrise, e gli diede un piccolo bacio.
mari corner. ♥
ho scritto uno schifo, beeeeene :"D ma tanto lo scrivo io--
allora, qualche giorno fa stavo con i miei due fratelli - ne ho tre lol - nella zona industriale della mia città, dove ci sta un deposito-negozio di mobili, e praticamente sono andata con il mio fratellone di venticinque anni e quello di cinque anni - che mio padre si scocciava di guardare e ha affidato a me- lì.
e nulla. in pratica ci stava lì vicino una fabbrica, da dove usciva ovviamente del fumo, e il mio fratellino ha detto appunto questa cosa "che belle le nuvole che fanno lì", o qualcosa del genere, lol, e io ho sorriso come una cretina mezzora senza motivo-
e nulla, è stato il mio marmocchio (♥) a farmi venire questa idea che poi ho trasformato in schifo. ♥
ah, se vi va entrate qui, a vedere questa fic che ho messo ieri, lol:: utopia
mi serve gente che voglia partecipare, e nel caso qualcuno di voi vuole farlo scegliete i personaggi che vi vanno e recensite dicendo i loro nomi c:
mari c: