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Autore: Ambros    24/11/2013    3 recensioni
-Darren vaga con lo sguardo tra le lenzuola, e si chiede come sia cambiato tutto così in fretta da quei primi tempi.
Era tutto perfetto.
Solo Darren e Chris.
Darren, Chris e la loro felicità. La loro sciocca felicità, che sembrava invincibile.
E ora è solo un mucchietto di ricordi buttati da qualche parte tra il rimpianto e la malinconia.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa fa questa pazza di notte a pubblicare OS CrissColfer?
Bella domanda.
Diciamo che è stata una settimana un po' così, e si sa ... Se la vita ti dà dell'angst, scrivici una FF!
Quindi eccomi qua, una OS sulle parole di Six degrees of Separation, dei The Script.
Spero vi piaccia :)

 

Six degrees of separation.

-First: you think the worst is a broken heart.

Darren ricorda ogni cosa.
E questa è la parte peggiore, lo sa.
Che quegli occhi azzurri ormai sono marchiati a fuoco nella sua mente.
E ogni parola, ogni singola parola, gli è entrata nell’anima lentamente e dolorosamente, come una lama. E ora bruciano, tutte quelle parole. Perché non sapeva, non aveva capito che tutto era destinato a finire.
Non aveva capito di non avere più tempo.
Non aveva capito che gli stava scivolando tutto dalle mani come sabbia troppo fine.
Non aveva capito.
Ora può solo stringere tra i denti quei respiri spezzati, che non sembrano neanche suoi, sperare che non gli vengano portati via anche quelli.
Ma è difficile.
Troppo difficile, quando hai davanti agli occhi una sola scena.

Darren sapeva che qualcosa non andava.
Era da qualche giorno che Chris lo guardava diversamente.
Non come se fossero estranei – non avrebbe mai potuto-, ma come se non si conoscessero a fondo.
Come se fra loro si fosse creato un divario insormontabile. Era come parlare attraverso un vetro. È trasparente, magari non lo vedi neanche; ma c’è, e tanto basta a distorcere le immagini, i suoni. Le emozioni.
Ma Darren voleva raggiungerlo, davvero, perché odiava quel vetro. Voleva toccarlo, voleva consolarlo. Voleva essere lì per lui. Perché lo amava. E veder soffrire qualcuno che ami senza poter fare niente è come avere una lama che affonda lentamente nella carne, inesorabile e implacabile.
Ma Chris non l’aveva lasciato entrare. Gli aveva proibito qualsiasi accesso.
E ora Darren era lì, con i pugni stretti, ad urlare da dietro quel vetro.
Sapeva quello che stava succedendo. Lo sapeva, ma non voleva accettarlo.
Per questo il respiro gli si impigliava dolorosamente nella gola, facendolo singhiozzare. Come un bambino, aveva sempre detto Chris. Darren piangeva come un bambino. Non silenziosamente come gli adulti.
Ma Chris aveva anche detto che sarebbe stato sempre lì ad asciugarle, quelle lacrime.
Perché allora non si avvicinava? Perché se ne stava in piedi, lontano da lui, avvolto nel ghiaccio? Perché non manteneva la sua promessa? Perché lo stava facendo affogare?
“Non possiamo andare avanti così, Dare.”
Non poteva farlo nel suo salotto.
Così l’avrebbe ricordato per sempre.
Non poteva farlo. Non poteva.
“Cosa vuoi dire?” In quel momento pensò che Chris non sarebbe nemmeno stato capace di sentirlo, quel mormorio confuso e spezzato.
Ma era così che si sentiva lui.
Confuso e spezzato.
“Lo sai cosa voglio dire.” E Chris non poteva parlargli con quella dolcezza.
Non poteva, l’avrebbe ucciso così.
“No, non lo so. Ti prego, sta andando tutto così bene, siamo felici …”
E Chris lo guardò, con quei suoi occhi capaci di distruggerlo, di mandarlo in pezzi. “Non sta andando bene, Dare. Doverci nascondere, pensare di dover aspettare la fine delle riprese … Sono altri due anni, Dare. Meritiamo entrambi qualcosa di più.”
“No.” Lo stava lasciando.
Lo stava lasciando, e l’unica voce che stava urlando dentro di lui continuava a ripetere solo questo. NO.
“No, ti prego. Non c’è niente che sia
più di te …”
E Chris non poteva piangere.
Lo sapeva che così faceva piangere anche lui. Gliel’aveva detto.
“Dare …” Anche a lui sembrò mancare il respiro, e Darren avrebbe solo voluto avvicinarsi, prenderlo tra le braccia come aveva fatto un milione di volte, farlo sentire al sicuro “Non possiamo. Non funziona.”
“Chris, ti prego … Non ci nasconderemo più, te lo giuro, ma per favore, non …”
Come faceva a non capire che lui era l’unica cosa che funzionava nella sua vita?
Ma Chris stava scuotendo il capo. “Basta. Io … Devi andare avanti, Darren.”
E non fu tanto per ciò che disse.
Fu il modo in cui lo disse.
Darren sapeva che quegli occhi erano in grado di ferire, di essere freddi, indifferenti. L’aveva visto molte volte.
Ma Chris non aveva mai usato quello sguardo con lui, non ne era mai stato capace.
Eppure ora stava succedendo. E quello sguardo faceva male. Faceva troppo male.
Non riusciva nemmeno a parlare. Le parole gli si incastravano nella gola, e sapevano di lacrime.
“Per favore …” Fu solo un soffio.
“No, Dare. Dobbiamo andare avanti. Così ci facciamo solo del male.” Chris deglutì.
Darren voleva solo cadere a pezzi.
Ma come avrebbe fatto, se Chris non fosse stato lì a rimetterlo insieme?
Così cadde a pezzi l’unica cosa che non poteva controllare.
Era sempre stato convinto che l’espressione “cuore spezzato” fosse solo una metafora.
Ora sapeva che non era così.
Perché era sicuro che non ci fosse più niente nel suo petto, se non dei minuscoli brandelli di quello che era stato.
Per la prima volta, capì cosa significasse avere il cuore spezzato.
Era un dolore al di là del tempo, che si intensificava ad ogni respiro.
Perché ogni respiro non era pieno del suo profumo.


-What’s gonna kill you is the second part.

Ma Darren non sapeva che la parte più difficile non era ancora arrivata.
Mentre rimaneva lì, a fissarlo, sperando che Chris gli dicesse che era tutto uno scherzo, non lo sapeva; non credeva che ci potesse essere qualcosa di peggio del dolore che lo colpiva ogni volta che respirava.
Ma se ne rese conto molto presto.
Perché dopo qualche secondo di incertezza, Chris si girò.
Si girò, e uscì.
E Darren non ebbe più nessuna ragione per rimanere in piedi.
La porta si chiuse dolcemente, eppure gli sembrò che fosse stata sbattuta con violenza.
Quel rumore rimbombò cupo nell’appartamento, gli si impresse nella mente.
E si lasciò semplicemente cadere a pezzi.
Perché niente, niente poteva impedirglielo, adesso.
Aveva rovinato tutto.
Aveva distrutto la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
Gli aveva fatto del male, l’aveva nascosto. Come se si fosse vergognato di lui.
Lui, il ragazzo dalla mentalità aperta.
Aveva fatto del male ad una delle poche cose che era riuscito ad amare davvero.
E si rese conto che, in fondo, un cuore spezzato non era davvero una gran cosa.
Non quando tutto, dentro di te, minaccia di cadere a pezzi trascinandoti con sé.
Non quando non hai la forza per fare niente, nemmeno per alzarti dal pavimento su cui sei raggomitolato, se non provare dolore.
Provare dolore non costa fatica. Darren lo imparò quel pomeriggio di Novembre, con la pioggia che picchiettava indolente contro la finestra.
Provare dolore ti consuma il cuore. Ma non costa fatica.
Se ne rese conto.
E si rese conto che la cosa peggiore era stata vederlo andare via. E non avere nessun diritto di trattenerlo.
Non avrebbe mai più avuto quel diritto.
Non avrebbe più potuto toccarlo, baciarlo, parlargli, scherzarci.
Era cambiato tutto.
E lui non aveva nemmeno avuto voce in capitolo.
Darren lo realizzò quel giorno.
Che un cuore spezzato può far male.
Ma vederlo andar via l’aveva lacerato dentro.
Perché era vivo solo con Chris. Solo per Chris.
E adesso faceva freddo.

Troppo freddo.

-And the third, is when your world splits down the middle.

Darren lo sa che non dovrebbe farlo.
Lo sa che ripensarci gli fa solo male.
Lo sa che per andare avanti dovrebbe smetterla di tornare indietro.
Ma non può impedirselo.
Il passato è l’unico luogo in cui si senta al sicuro, felice. E l’unico posto in cui vorrebbe stare.
È diviso. Vive nel passato, si trascina nel presente.
Ma vorrebbe solo che Chris tornasse da lui. 

“Ti amo, Chris.”
“Non puoi dirmelo mentre stiamo facendo dei disastrosi biscotti al burro, Dare!”

“Posso e devo! Sei adorabile, coperto di farina da capo a piedi. Kurt non sarebbe fiero di te!”
“Allora è meglio che non sia qui. Soprattutto perché si arrabbierebbe parecchio se il suo Blaine baciasse qualcun altro, tu cosa dici?”
“Dico che vale la pena correre il rischio.”


Darren si accarezza piano le labbra, inconsciamente, appoggiato allo stipite della porta della cucina.
Non c’è nemmeno bisogno che si concentri per ricordare il suo sapore.
Chris sapeva di vaniglia, di dolce, di buono.
Chris sapeva del suo veleno preferito.

“Dare?”
“Mh?”
“Sei sveglio?”
“Mmh … Sì, diciamo di sì.”
“Ti senti … Bene?”
“Sì, certo. Perché me lo chiedi?”
“Non lo so. Pensavo che, magari …”
“Che avessi avuto dei ripensamenti?”
“ … Non ti biasimerei, se li avessi.”
“Chris. Innamorarmi di te è stata una delle cose migliori che io abbia mai fatto. E non ho bisogno di fuggire da quello che sono, lo sai. Mi piaci. Mi piace ogni cosa di te. E non mi pentirei mai di una cosa del genere.”
“Ti amo anch’io, Darren. Da morire.”


Darren vaga con lo sguardo tra le lenzuola, e si chiede come sia cambiato tutto così in fretta da quei primi tempi.
Era tutto perfetto.
Solo Darren e Chris.
Darren, Chris e la loro felicità. La loro sciocca felicità, che sembrava invincibile.
E ora è solo un mucchietto di ricordi buttati da qualche parte tra il rimpianto e la malinconia.


“Puoi scordartelo, Dare! Non guarderemo Anastasia per la sesta sera consecutiva!”
“Ma Chris! Ti sto pregando praticamente in ginocchio! Per favore, adoro il cagnolino!”
“E io adoro coccolarci sul letto guardando il Titanic.”
“No, non se ne parla! Niente film tragici. Lo sai che odio vederti piangere.”
“ … Ma è solo per un film.”
“Non mi interessa. Tu non devi piangere, punto e basta.”
“E va bene. Ma ti prego, basta Anastasia!”
“Ma c’è la nostra canzone, Chris!
E dai!
I’ll be there when the world stops turning
I’ll be there when the storm is through
In the end I wanna be standing
At the beginning with you …”

“Ah, e va bene. Hai vinto. Metti Anastasia.”

Darren si stringe le braccia attorno al busto, e pensa che darebbe qualsiasi cosa pur di poterci discutere ancora sul film da guardare la sera.
Ed è una nuova ondata di dolore quando si rende conto che non potrà più farlo.
Sta per cadere a pezzi un’altra volta, lo sente.
Ma non può.
Sono passati mesi, ormai.
Non può andare avanti così.
Deve rimettere insieme i pezzi.
Anche se fa male.

-And fourth, you’re gonna think that you fixed yourself.

Darren torna a vivere.
O meglio, ci prova.
Si ripete che è la cosa migliore, che piangersi addosso non serve a niente.
E ce la fa.
Per un po’, ce la fa a mentire. Persino a se stesso.
E si ripete che tanto l’ha dimenticato, che va bene così.
Ma non va bene così. Non l’ha dimenticato.
Gli basta rivederlo. Le riprese sono finite, quindi non lo incontra più tutti i giorni sul set.
Ma vede le sue interviste.
I twitt che gli mandano.
Le foto.
Dio, gli sembra che ci siano sue foto ovunque.
E non può, non può continuare a guardare quegli occhi. Quegli occhi sono la sua rovina.
Ma non lo ammette.
Non a se stesso.
Va tutto bene.
L’ha dimenticato.

Dicono che il tempo guarisca tutte le ferite.
Che prima o poi passa tutto, perché in fondo siamo esseri umani, dimentichiamo in fretta.
Mentono.
Non dimentichiamo mai abbastanza in fretta.
A volte non dimentichiamo affatto, perché di certe cose non ti puoi dimenticare. Ti lasciano tutto il tempo di soffrire, di crogiolarti nel dolore finché non arrivi allo stremo. Arrivi al punto di rottura, prima o poi. E non c'è molto che tu possa fare.
Puoi spezzarti. Ed è la cosa più semplice. Ti pieghi sotto il peso della vita, perché vivere è difficile, ed essere sempre forte non è possibile.
Puoi ribellarti. Ma ci vuole forza, e molti non ce l'hanno. Almeno, so che io non ce l'ho. È la cosa più difficile. Alcuni continuano ad affondare. Sapete come si formano le supernove? Sono stelle particolarmente massicce, la cui temperatura è così elevata da arrivare a provocare la reazione che dà luogo ad elementi pesanti come il ferro; una stella normale si fermerebbe qui, ma non la nostra. La nostra stella diventa sempre più calda, si aggrappa all'ultima speranza che ha di sopravvivere, fino a che non esplode: diventa una supernova. È quello che succede a chi continua ad affondare. Affonda, affonda, finché non esplode. Ma l'esplosione è catastrofica.
Poi ci sono quelli che si rimettono in sesto piano, lentamente, cercano di tornare alla vita. Li riconosci subito, sono timorosi, tengono gli occhi piantati sulla strada, perché hanno imparato che uno sguardo può far male.
Non ci sono altre possibilità.
E io ho scelto l’ultima. Non potevo continuare ad affondare, no? Non posso esplodere. Non ancora. Ma faceva troppo male per ribellarsi. E non sempre abbiamo la possibilità di spezzarci. A volte tutto e tutti pretendono da noi una forza che, per quanto sembri impossibile da trovare, dobbiamo tirare fuori. Perché c’è, nel profondo. Lo so. Solo che trovarla è difficile.
Non posso continuare a precipitare, ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa.
Fino a poco tempo fa quel qualcosa sarebbe stato lui, ma non devo pensarci. È cambiato tutto, giusto?
Sì, è cambiato tutto.
È successo davvero.
Potrei dire di non ricordare il preciso istante in cui tutto è cambiato. Ma mentirei. Lo ricordo esattamente, perché non ci dimentichiamo mai dei momenti importanti.
Mentono.
Ti ricordi di ogni cosa.
Come se la tua testa ti stesse prendendo in giro, come se lo facesse apposta, come se non ti fosse concesso di dimenticare.
Allora giochiamo secondo queste regole.
Rimettiamo insieme i pezzi.
Ricordiamo.
Ricordiamo tutti i momenti belli, perché ci sono stati.
Tutte le volte in cui mi ha fatto sorridere.
Tutte le volte in cui mi ha fatto sentire giusto -perché non mi sono mai sentito giusto, a questo mondo, e ora che so cosa significa fa dannatamente male.
Tutte le volte che mi ha fatto fare qualcosa di folle, che da solo non avrei mai avuto il coraggio di fare.
Tutte le volte che, semplicemente, lui c'è stato.
Perché adesso mi sembra impossibile trovare un ricordo in cui non compaiano i suoi occhi e il suo sorriso.
Ma anche tutte le volte in cui mi ha fatto stare male -perché lo ha fatto, che lo volesse oppure no.
Tutte le volte in cui non mi sono sentito all'altezza.
Tutte le volte in cui mi sono ritrovato a dubitare.
E la volta in cui ha mandato in frantumi il mio mondo. Perché c'è stata, e io la ricordo bene. Mesi fa.
Ridicolo come io non riesca ad aggiustare un cuore infranto, no?
Quindi eccomi qui. Sono pronto.
Ad andare avanti.
O quantomeno a muovermi, in qualsiasi direzione.
Ma è questo che hai detto anche tu, no?
“Devi andare avanti, Darren.”
Come se fossi un ragazzino con una sciocca cotta adolescenziale.
Ma va bene.
“Devi andare avanti, Darren.”
D’accordo Chris.
Vado avanti.
Perché nei tuoi occhi non c’era più niente, e mi sono sentito uno sciocco per averci creduto davvero.
Io ci credevo in noi, te lo ricordi? Ero l’unico?
Perché fa così male pensare che la risposta sia sì?
Ma va bene così.
“Devi andare avanti, Darren.”
Vado avanti, Chris.
In fondo sei l’unico che può curarmi, no? Perché ancora non sono andato avanti. Non sono ancora pronto a lasciarti andare.
E tu sei sempre stato la mia cura. La mia cura e il mio veleno.
Che sciocco, eh?
Ma non ha importanza, non lo saprai mai.
Coraggio Chris, aiutami.
Rimettiamo insieme i pezzi.
Ricordiamo.
“Devi andare avanti, Darren.”
Andiamo avanti, Chris.


-Fifth: you see them out with someone else.

Darren è inchiodato sul posto, il suo cuore straziato è sul pavimento davanti ai suoi piedi.
Chris l’ha appena calpestato senza nemmeno accorgersene.
Chris, che è lì con qualcun altro.
Chris, che è lì con un ragazzo.
Chris, che ha baciato quel ragazzo.
È bastato quello, e il cuore di Darren è andato di nuovo in pezzi.
Perché non va tutto bene, e lui non l’ha affatto dimenticato.
Si è solo illuso. Come sarebbe sopravvissuto, altrimenti?
Ma non può cadere a pezzi davanti a tutti.
Non si ferma nemmeno a dirlo a Joey; corre semplicemente nel bagno più vicino.
Afferra il lavandino con le mani, e si guarda nello specchio; quasi non si riconosce per l’aspetto stravolto che ha.
Prende un respiro profondo, cerca di calmarsi.
Si sciacqua le mani, cercando di concentrarsi su qualcos’altro.
In quel momento si apre la porta. E pensa sul serio che stavolta non ce la farà.
Chris spalanca gli occhi nel vederlo, e rimane fermo mentre la porta si chiude alle sue spalle.
“Darren” soffia “Ti senti bene?”
E Darren non può credere che gliel’abbia chiesto davvero.
Si limita a guardarlo, e lo sa che i suoi occhi sono lucidi per le lacrime.
“Ti prego, Dare, non …” Ma Chris non riesce a parlare. Si morde il labbro, cercando di non piangere, e stringe i pugni, perché non può abbracciarlo. E questo gli fa male.
“Cosa, Chris? ‘Non’ cosa?”
“Non piangere. Ti prego. Ti prego, non ora che non posso fare niente per farti stare meglio, non farmi questo …”
“Chris” Darren riesce solo a mormorare “Mi hai lasciato. Senza darmi nessuna possibilità di farti cambiare idea. Non mi hai mai risposto. E adesso sei qui con un ragazzo … E mi dici di non piangere?”
Ora sono gli occhi azzurri ad essere pieni di lacrime, e Darren sente ancora più dolore. Ovunque.
“Credevo di fare la cosa giusta” sussurra Chris, spezzato “Quella storia ci stava distruggendo, Dare. Non sapevo cosa fare, era troppo e … Non potevo essere così egoista, non potevo. E mi dispiace così tanto. E ha fatto così male …”
Darren lo fissa tra le lacrime, confuso. Non capisce.
Gli si avvicina quasi come se non potesse fare altro.
Lo abbraccia contro ogni buon senso, lo stringe a sé.
E in questo momento vorrebbe solo che il dolore non cessasse solo perché lo ha vicino, solo perché può sentire il suo profumo.
Vorrebbe mentire a se stesso ancora un po’.
Ma ormai non ha senso.

-And the sixth is when you admit you may have fucked up a little.

Tra le braccia di Darren, Chris capisce di aver sbagliato tutto.
Tra le braccia di Chris, Darren capisce di non aver lottato abbastanza.
Ma non hanno il tempo di realizzarlo pienamente.
La porta si spalanca dietro di loro, e si staccano velocemente.
Troppo velocemente.
I loro petti, non più a contatto, bruciano.
Ma Chris esce dal bagno velocemente, rosso in viso e con gli occhi ancora lucidi.


Bussa alla porta con urgenza, quasi violentemente.
È notte fonda, non realizza che presentarsi a casa sua potrebbe essere una pessima idea. Non gli interessa.
Continua a bussare finché la porta davanti a lui non si apre, rivelando un Darren assonnato e stravolto.
“Chris” soffia, spalancando gli occhi “Cosa ci fai qui?”
Chris non risponde, si limita ad entrare nell’appartamento che conosce come il palmo della sua mano.
Sta tremando, e non è solo per il freddo.
Si gira, cercando quegli occhi dorati che ama. “Mi dispiace” è l’unica cosa che riesca a mormorare “Mi dispiace” continua a ripetere, mentre Darren si avvicina a lui lentamente “Sono stato un idiota, Dare. Lo sapevo che mi amavi, ma ho avuto paura, per un attimo ho pensato che mi stessi nascondendo, e lo so, lo so che non è così. Ti ho visto ai SAG Awards, ed eri … Devastato. E mi ha fatto più male di quanto non lo abbiano fatto questi mesi senza di te, e te lo giuro; non c’è stato giorno in cui io non abbia rimpianto quella decisione così stupida, e io … Dio, Darren, ho rovinato tutto. Ho rovinato te, ho rovinato noi. E tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, e ti ho fatto del male, e mi dispiace …”
I singhiozzi si impadroniscono del petto di Chris, che non riesce più a parlare.
Darren è ad un passo da lui, gli occhi spalancati e lucidi.
“Non potrai mai rovinare noi, Chris” sussurra, mentre il petto gli si riempie di una sensazione che quasi non gli è più familiare: speranza “Noi staremo sempre insieme, no? Siamo Darren e Chris.”
“Come fai a non odiarmi?”
Darren lo costringe a sollevare il viso e incrociare il suo sguardo “Non potrei mai odiarti, Chris. Io … Io ti ho tenuto nascosto, e mi dispiace così tanto. Te lo giuro, non avrei mai voluto farlo, è solo che …”
Ma Chris lo stringe in un abbraccio mozzafiato; si aggrappa alle sue spalle, lo porta vicino a sé, e sospira di sollievo quando il corpo di Darren si incastra alla perfezione col suo. Come se non si fossero mai separati.
“Ti amo Darren. Dio, se ti amo. Ti amo così tanto …”
“Ti amo anch’io Chris.”






Okay ... E' sopravvissuto qualcuno?
Spero vivamente di sì.
L'angst non è proprio il mio genere -non s'era capito, eh?-, però spero che l'abbiate apprezzata lo stesso e che non mi detestiate troppo :)
Fatemi sapere, vi prego!
Alla prossima ^^

 
 
 
  
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