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Autore: Hitsuki    24/11/2013    3 recensioni
[Kagerou Days]
[ Kagerou Project l ShinAya; Shintaro/Ayano l Triste l Malinconico l Sentimentale l Angst l Psicologico? l Meno deprimente alla fine ]
Dal testo:
 «Oh, ma questa è diversa. Questa è speciale. E' fatta con una carta rosso scuro»
Shintaro mosse leggermente le labbra. Solo in quel momento si accorse che l'origami possedeva il medesimo colore della sciarpa di Ayano - sciarpa da cui lei non si separava mai. Che l'amica avesse una particolare predisposizione per quel colore?
«… E il rosso scuro è il colore degli eroi.»
 
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: vi consiglio di leggere questa fanfiction ascoltando Toumei Answer, Lost Time Memory, Ayano's Happiness Theory o Mozaik Role di GUMI, trovo che rendano bene l'idea. Oppure tutte e quattro. Che dire? Buona lettura e ci vediamo di sotto.


«Shintaro-san!». Una voce allegra e melodiosa si levò fra il brusio generale del "cambio dell'ora".
«Cosa c'è?» chiese lui, leggermente seccato. Nonostante la confusione del lasso di tempo a disposizione per parlare fosse per tutti una cosa "da afferrare al volo", secondo Shintaro era insopportabile. Lui se ne stava da solo, nell'angolino più remoto della classe, ad osservare fuori dalla finestra i vari cambi climatici e la natura in movimento.
La ragazza sporse una mano in direzione di Shintaro, chiusa a pugno.
«Tieni! ~»
«Fammi indovinare… è un origami?». Ayano non si accorse del palese sarcasmo del compagno di banco.
Schiuse la mano e da essa fece capolino una piccola gru piegata con la carta, un po' rovinata sulla punta delle ali. La cosa che lasciò perplesso l'altro fu la carta con cui era stata costruita la gru. Non era stata piegata, come ogni solito, con la solita verifica dal voto scadente e le correzioni in penna rossa, ma con una pregiata carta rosso scuro.
«Oh, ma questa è diversa. Questa è speciale. E' fatta con una carta rosso scuro».
Shintaro mosse leggermente le labbra. Solo in quel momento si accorse che l'origami possedeva il medesimo colore della sciarpa di Ayano - sciarpa da cui ella non si separava mai. Che l'amica avesse una particolare predisposizione per quel colore?  
«… E il rosso scuro è il colore degli eroi».

Shintaro spalancò le palpebre, le lacrime salate gli rigarono inaspettatamente il volto ancora assonnato. 
Si alzò dal letto, rabbrividendo al contatto con il pavimento gelido. Cercò le ciabatte; le trovò nascoste sotto il letto. Accese il computer e rispose meccanicamente al saluto allegro di Ene, indossò le cuffie e si immerse nel suo mondo parallelo. Aveva sognato, come in ogni estate afosa, quella giornata. Tentava di dimenticare quell'evento tanto malinconico e odorante di Morte, ma ancora non ne era incapace. Ogni notte, in quel giorno, i ricordi riaffioravano nella sua mente afflitta come casse di legno nel mare aperto. Le sue antiche memorie lo tormentavano in una cantilena di lacrime e tristezza. No. Shintaro non riusciva a distogliere i suoi pensieri da quell'estate afosa.
Si strappò violentemente le cuffie, chiuse bruscamente il computer e udì le frasi di disapprovazione della ragazza virtuale.
«Sta' zitta!» disse con le corde vocali allo stremo. Diede un pungo all'apparecchio elettronico e i mugolii cessarono dando spazio al silenzio più totale. L'atmosfera divenne pesante, e Shintaro si compiacque di ciò. Si recò nella parte destra della sua camera e osservò la mensola impolverata alla ricerca di qualcosa. Dopo qualche secondo scorse una piccola gru origami rosso scuro sgualcita e smunta nascosta dietro un vecchio videogioco per GameBoy. La prese delicatemente fra le mani e e poggiò dolcemente le labbra sulla carta.
«Ti amo, Ayano» mormorò in un soffio, come se l'anima dell'amica stesse riposando in pace all'interno dell'origami. Invece di certo in quel momento soffriva, come lui aveva sogni inquieti e ansie. Il rosso scuro portava solo disgrazie, tale al liquido vermiglio che macchiò le iridi vivaci di Ayano che piangevano in silenzio nell'oscurità del suo banco nell'aula ormai vuota - ora comprese perché lei era posizionata in ultima fila, per poter nascondersi nelle ombre della luce che filtrava dalle finestre. Poggiò la gru e decise di coricarsi nel letto: era troppo stanco per poter svegliarsi. Chiuse le palpebre, durante il suo sonno leggero gli incubi gli fecero compagnia come le gru spiccano il volo veloci e incalzanti - lo cullarono in una macabra ninnananna.
E invece la gru rosso scuro non riuscì a sbattere le ali, a seguire lo stormo e in particolare la gru nera evitando di cadere nell'Abisso dell'Oblio.

Mille gru[1] origami bianche si levarono in volo in un frullio d'ali.
Shintaro chiuse le braccia attorno al volto, con la maglia nera che continuava a muoversi sotto la guida del vento. Poi il silenzio. Quando aprì gli occhi smuovendo leggermente le palpebre, si accorse che le gru erano scomparse ed erano state sostituite da delle piume che lentamente si poggiavano sul pavimento gelido. Finalmente il fanciullo poté analizzare l'ambiente. Era un'ampia sala con un soffitto semisferico - non si poteva però scorgerne la fine - tinteggiante di verde smeraldo. Era una stanza chiusa, senza nessuna porta né finestra alcuna, ma era particolarmente illuminata. 
Solo una parte della sala, un angolino piccolo e angusto, era privo di luce. 
Shintaro camminò verso quella direzione. Il rumore dei passi rieccheggiava in tutta la stanza, provocando un eco profondo e forte. Alla fine, arrivato nell'angolo oscurato, scorse una figura femminile, dalla inconfondibile sciarpa rossa e i lunghi capelli castani a coprirle le spalle, voltata verso un punto ancor più vuoto e nero in modo che Shintaro non ne poteva scorgere il volto.
«Ayano!» gridò, con tutto il fiato che aveva in gola. Il rumore si espanse violentemente in tutta la sala in un unico coro, riempendola di rumore, ansia. Tensione. E la figura non rispose. Shintaro le accarezzò una guancia e la sentì fredda, umida. Non era lei. Lei non poteva piangere. Lei che gli dava sempre il sorriso per affrontare il domani. No…
Ayano divenne deforme. Ella rimase sempre in silenzio, senza dire nulla. Scoppiò in mille piume scarlatte, che si sovrapposero a quelle delle gru bianche. Nessuna pozza di sangue, né il corpo inerme della giovane giacevano al suolo. Solamente quelle piume, così disperate e impassibili che parevano anch'esse lontane come l'eco di Shintaro che gridava inutilmente il nome della fanciulla. Quando ebbe il fiato corto, comprese che nulla avrebbe riportato indietro l'amata, che le sue urla dal tono tremante non l'avrebbero mai destata dal suo sonno. Preferì inginocchiarsi pesantemente a terra, per poi sfiorare con la punta delle dita ciò che ormai rimaneva di Ayano e inumidirle di gocce amare.

«Ah!». Shintaro si ritrovò nel suo letto, imperlato di sudore e con il lenzuolo scivolato sul pavimento. Era stato tutto un sogno…? Pareva così reale, ai suoi occhi ancora spaventati e lucidi come delle biglie.
Si alzò. La sveglia indicava le quattro del pomeriggio di un'estate afosa. Si tolse il pigiama poggiandolo disordinatamente sul letto, indossò la sua giacca rossa e diede un saluto svogliato a Ene - lei si accorse delle occhiaie dell'altro sottolineate sotto le palpebre, ma preferì non farglielo notare.
Shintaro poggiò una mano sul pomello della porta, deciso a uscire. Ma no, non ci riusciva. Si tolse la giacca e la buttò a terra, rimanendo solo con la felpa nera. La sua camera da letto era un mondo parallelo, diviso da quello che stava fuori dalla sua stanza. La sua vita era impregnata di computer, apatia e… e…
 
Si sedette sul letto, si prese bruscamente la testa fra le mani scompigliando ancor più i capelli corvini e pianse. Pianse spontaneamente, rendendosi conto del suo stato pietoso, della sua pazzia, della mancanza delle parole di Ayano che fuoriuscivano dal suo cellulare con un tono piuttosto imbarazzato e amichevole. Gli mancava tutto di lei, i suoi origami, i suoi sorrisi, il profumo dei suoi capelli che ogni mattina gli impregnava le narici - tempo ormai dimenticato sotto mille scartoffie e verifiche accartocciate. No, non ci riusciva: perché mai doveva liberare il suo cuore rinchiuso in una gabbia di paura, quando non c'era nessuno là fuori che meritava di essere amato? Perché non poteva porre fine alla sua vita, ormai diventata un obbligo, una legge di Dio da seguire senza esitazioni? Deglutì saliva amara. Nulla, nulla, aveva senso.
Udì un rumore. Proveniva dalla mensola.
Si alzò di scatto e si accorse che la gru era poggiata a terra. Com'era possibile? La finestra era chiusa - si potrebbe osare dire che era serrata. Shintaro la prese delicatamente fra le mani e la osservò con curiostà. Un sospiro. Una carezza che pettinò i suoi capelli. Pareva che delle dita gli avessero asciugato le lacrime. Sembrava che l'anima della ragazza, nonostante l'istante frenetico, si fosse riconciliata a lui per un breve ma intenso attimo. 
No. Lui non doveva morire. Lui doveva spiccare il volo, in nome dell'amata, per vederla sorridere almeno un'ultima volta. Ayano lo accompagnava e lo osservava ovunque: semplicemente non aveva le forze necessarie per reagire. Le cicatrici che avevano tanto tagliato e frantumato il suo cuore dopo la morte della compagna si stavano ricucendo lentamente grazie ai mille aghi della speranza scarlatta. Prese di nuovo la giacca rossa e si avviò verso la porta - non prima di aver salutato con energia l'amica imprigionata nel computer e aver spalancato la finestra risentendo nuovamente dopo tanti anni l'odore fresco e libero degli alberi e il cinguettio melodioso degli uccellini. L'aprì. 
E così la gru nera divenne rossa, rossa scuro, e riacquisì il coraggio grazie all'amata. La sua anima fiorì, il suo cuore si schiuse liberandosi dalla sua eterna morsa di dolore, come un fiore primaverile che resiste nell'estate afosa.
Il rosso scuro è il colore degli eroi.
 

Nota:
[1] Esiste una bellissima leggende giapponese sulle gru origami: se mai riuscirai a costruirne mille, potrai esprimere un desiderio.

 

L'angolo della gru origami:
Buonsalve! ~ E' da tempo immemore che volevo iscrivermi su EFP, e finalmente - yay! - decido di farlo. Ho voluto prorompere con una storia a cui sono particolarmente affezionata, Red Crane. Spero non l'abbiate trovata troppo banale ;;; Inoltre voglio rendere sempre più famoso il KagePro e la mia OTP SHINAYA SHINAYA SHINAYA--- Ok, conteniamoci.
Mi sono impegnata moltissimo, spero che questa cosa possa trasparire dal testo. Volevo aggiungere che ci sono settordicimila riferimenti a Lost Time Memory e Toumei Answer, così tanti che alcuni li ho scritti inconsciamente lol.  Voglio sentire i vostri pareri riguardo a questa fanfiction, dato che sono davvero curiosa-! 
Bhé, me ne vado. *Fugge via*
Con affetto,
˜ Lady_Who_Hitsuki ♥ 

 

  
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