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Autore: magic mellah    24/11/2013    6 recensioni
{ giallo | accenno natsurika | one-shot }
perché insomma, la maggior parte della gente, come Natsumi, desidera rimanere bambino, immagino c:
ci si becca dentro, magari. ♥
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Dalla finestra rotta entrava il vento, che costrinse la rossa a coprirsi con quella coperta leggera che aveva; se solo avrebbe potuto, si sarebbe vestita molto più pesante. Ma lei era una prostituta, e da tale doveva vestirsi come la maggior parte di esse: stivali, minigonna, e un reggiseno, massimo un top se faceva veramente tanto freddo.
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«Sai Rika... io adoro Peter pan e Alice in wonderland. Mi sembra te lo avessi detto quando c’eravamo incontrate, no? Insomma, Peter pan tre anni fa, quando ero nel fiore dei quattordici anni lo amavo, perché rappresentava tutto ciò che volevo essere. Uno spirito libero, e che non voleva mai più crescere, ma voleva rimanere sempre piccola, come uno dei bambini sperduti. E Alice in wonderland era un altro ideale su cui credere, perché lei era bella, perfetta, con i suoi capelli biondi e occhi azzurri, magra, tutto ciò che noi ragazze vorremmo essere. Io per questo la amavo, perché io ci vedevo lei in me.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nelly/Natsumi, Suzette/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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»but, my dear, this is not wonderland.
 


Sul viso di Natsumi si dipinse un sorriso, e in quella stanza spoglia, di tre metri quadrati, prese i due libri che aveva sotto il letto, e soffiò la superficie di entrambi, poiché era molto impolverata.
Dalla finestra rotta entrava il vento, che costrinse la rossa a coprirsi con quella coperta leggera che aveva; se solo avrebbe potuto, si sarebbe vestita molto più pesante. Ma lei era una prostituta, e da tale doveva vestirsi come la maggior parte di esse: stivali, minigonna, e un reggiseno, massimo un top se faceva veramente tanto freddo.
Rika Urabe che condivideva la camera con lei entrò, stupendosi di vedere la ragazza in camera, alle quattro di mattina, per giunta, siccome di solito rincasava intorno alle sette di mattina, visto che era molto richiesta. La ragazza dalla pelle color cappuccino invece si permetteva anche di fare preferenze, accettando solo le persone che lei riteneva decenti, mentre la signorina Raimon non obbiettava mai.
«Non sei andata a lavoro, stasera?» chiese quella, poggiandosi sul letto che condivideva con la rossa.
«No, non mi andava.» perché, alla fin fine, anche il loro era un lavoro. Non era il più dignitoso, non era il migliore, quello di cui ci si poteva vantare di farlo, ma era pur sempre un lavoro.
La Urabe ricordò come aveva conosciuto Natsumi, che era scappata da casa, scocciatasi dalla solita monotonia e dalla ricchezza in cui viveva, perché lei era uno spirito libero, come Peter pan, che lei adorava, e voleva scappare, come Alice del paese delle meraviglie, che per miracolo era riuscita a scappare di casa, per andare in un posto migliore.
La ragazza dai capelli azzurri non era ben accettata in quel bordello, perché era la ragazza più pungente che ci fosse lì dentro, ma sembrava che con Natsumi fosse la persona più dolce del mondo, perché la rossa con il suo quasi menefreghismo e con la sua infantilità la faceva ridere di cuore, come non accadeva da qualche tempo.
«Sai Rika... io adoro Peter pan e Alice in wonderland. Mi sembra te lo avessi detto quando c’eravamo incontrate, no? Insomma, Peter pan tre anni fa, quando ero nel fiore dei quattordici anni lo amavo, perché rappresentava tutto ciò che volevo essere. Uno spirito libero, e che non voleva mai più crescere, ma voleva rimanere sempre piccola, come uno dei bambini sperduti. E Alice in wonderland era un altro ideale su cui credere, perché lei era bella, perfetta, con i suoi capelli biondi e occhi azzurri, magra, tutto ciò che noi ragazze vorremmo essere. Io per questo la amavo, perché io ci vedevo lei in me.» 
Natsumi aprì i due libri che aveva in mano, e ogni secondo cambiava lentamente pagina, e le accarezzava, quasi fosse una persona. Alla fine per lei i libri erano più importanti delle persone, perché dopotutto quelli erano stati i suoi compagni d’infanzia e adolescenza.


La sera seguente Rika e Natsumi erano su una stradina, ovviamente a fare quello che dovevano fare, e la rossa aveva anche i due libri in mano, che stranamente la turchina non riuscì a spiegarsi del perché li aveva portati.
«Rika, ho un brutto presentimento...» disse, vedendo arrivare una macchina, che si era fermata, dove i vetri erano oscurati.
«Vado io.» esclamò Urabe, vedendo che la sua amica tremava; non riusciva a spiegarsi se era per il freddo, o per altri motivi.
«No, vado io. Ti prego, prenditi cura di loro.» gli porse i libri, ed entrò nella macchina, con la persona al volante che non riusciva a vedere chiaramente a causa del buio, e che sembrava averla quasi minacciata, visto che prima che entrasse aveva suonato ripetutamente il clacson.
"Good bye, Ricchan" la salutò mentalmente, guardando la persona che era al volante; pianse. 


Natsumi Raimon non si vide per giorni, e fu in quel momento che tutti la diedero per dispersa.
Il corpo di una ragazza è stato rinvenuto nel bosco vicino alla città di Osaka, e a quanto pare era una ragazza scomparsa tre anni prima, di cui il padre aveva denunciato la scomparsa, e che sembrava data sempre per morta. Vestita nei panni di prostituta, per qualche motivo, e si cerca il colpevole di quest’omicidio, che può essere anche un suicidio a causa di una pistola rinvenuta accanto a lei.
Rika lesse tutto, lentamente, la centesima volta, sul quel giornale ormai mezzo rovinato, mezzo strappato a causa delle unghie della turchese, e mezzo rovinato a causa di tutte le lacrime che ci aveva versato sopra. 



mari corner. 
sssalve a voi, guys c: oddio, non sapete che sforzo immenso ho fatto per scrivere questa fic, visto che ho distutto il mouse e quello del computer portatile funziona così e così -wtf- non funziona bene, ecco. :3 allora, in pratica in questa fic idiota, Natsumi scappa di casa e incontra Rika, che è già una prostituta, asd. la considera come una sorella e forse più, ma non riesce a spiegarsi alcuni suoi comportamenti, come la sua ossessione per i libri, o queste cose così- insomma, Natsumi aveva incominciato a non andare a lavorare anche per questo presentimento brutto, che lei sapeva già cosa era... e niente c:
in pratica è quasi un finale aperto: o lei è stata uccisa da qualcuno, e sapeva da giorni che sarebbe accaduto, oppure lei dopo essere stata con il suo cliente, si è uccisa, stanca di quella vita. perché insomma, lei voleva fuggire ma non si era mai immaginata quella vita c: e per questo il titolo si chiama così, ahah- 
ok, dopo questo avete capito che non riesco a non scrivere cose strambe e brutte- dunque, ehm, fuggo. ciao bella gente. ciao. vi amo. ciao.

meli c:
   
 
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