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Autore: Benio Hanamura    25/11/2013    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
All'inizio dell'ultimo volume del manga di Haikara-san ga toru/Mademoiselle Anne Benio scopre che Tosei ha chiesto di cancellare l'ipoteca sul castello Ijuin dalla banca di suo padre e che sua madre gli ha posto come condizione che abbandoni la carriera giornalistica a cui tiene tanto per diventare direttore di banca secondo la tradizione della famiglia Aoe. Ovviamente Benio non può accettare che Tosei faccia un sacrificio così grande solo per amor suo, così prende una drastica decisione che sconvolgerà anche il suo futuro, per poter almeno essergli di conforto e ripagarlo in qualche modo: gli annuncia che lo sposerà e gli resterà sempre accanto, proprio come Shinobu ha deciso di restare con Larissa... Ma andrà proprio così? Si può davvero imparare ad amare? Benio e Shinobu soffocheranno dunque i loro veri sentimenti in nome della gratitudine? Chi ha letto il manga sa come sono andate le cose, ma voi siete rimasti davvero soddisfatti dalla conclusione della Yamato?
Io abbastanza, tranne che per qualcosina... Questa fanfiction è una mia versione alternativa del finale del mio manga preferito, in cui ho cercato appunto di modificare ciò che non mi convinceva del tutto...
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   Poco dopo Ranmaru e Sonoko risalirono e tornarono dagli altri, lei si sentiva molto meglio e non solo per l’effetto benefico dell’acqua fredda… Fortunatamente Muso, molto amico di Ranmaru ma comunque molto geloso della sorellina, non notò l’imbarazzo che lei inevitabilmente provava nel guardarlo ed attribuì il suo rossore solo al fatto che aveva pianto per la cugina, e del resto una volta raggiunti gli altri lei sentì nuovamente un groppo alla gola. La situazione era un po’ più tranquilla, si aspettavano notizie da coloro che stavano più a ridosso dei focolai di incendio per poter eventualmente tornare indietro cosicché ciascuno potesse constatare cosa fosse rimasto della propria casa e conoscere notizie dei propri cari; i feriti erano stati curati alla men peggio, altri vagavano a casaccio per combattere un poco l’ansia, altri semplicemente erano stanchi e riposavano.
   Dopo un po’ anche il maggiore Hanamura si riunì al gruppo, mentre tornava indietro gli avevano impedito di riavvicinarsi alla Chiesa ed i soldati lo avevano indirizzato verso il fiume.
“Mi spiace così tanto, maggiore! Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il capo…” gli disse Ushigoro. Come stonavano tutte quelle lacrime sul viso di un omone come lui! Eppure chi aveva imparato a conoscerlo sapeva bene che quel portantino dall’apparenza tanto feroce e pericolosa in realtà era un uomo molto buono e sensibile e voleva davvero tanto bene a Benio.
“Non so cosa dire, io… non ho potuto salvare la donna che amo, e poi…” intervenne Tosei, che anche se non piangeva calde lacrime appariva estremamente disperato “… anche a voi avevo giurato che l’avrei protetta, che l’avrei resa felice, ed invece…” teneva il capo chino, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
“Non è colpa vostra… e tu Tosei, che avresti potuto fare più di quello che ti ho visto fare? Per poco non ci hai rimesso la vita, ma così almeno tu sei vivo! Ne sono felice, sul serio…”
“Non so come ringraziarvi di queste parole, maggiore. Benio era l’unica donna che avessi mai amato e non credo che potrò più amare nessun’altra in tutta la mia vita!” gli rispose commosso Tosei, riuscendo finalmente ad alzare la testa.
“Lo so, Tosei. Sei un bravissimo ragazzo, mi sarebbe davvero piaciuto averti come genero, davvero… come il figlio che non ho mai avuto…”
   Il maggiore Hanamura gli sorrise malinconicamente, poi si racchiuse in un doloroso silenzio. La sua separazione della sua adorata figlia pareva dunque definitiva, non avrebbe nemmeno potuto rivederla ogni tanto, non poteva accettarlo! Tuttavia un soldato come lui non avrebbe dovuto cedere tanto facilmente come gli altri al dolore, cercò di limitarsi ad un sospiro per farsi un po’ di forza; ciò nonostante una lacrima gli uscì, e lui prontamente la bloccò con un dito, dicendo che con tutto quel fumo che c’era nell’okiya di Kikiji doveva essersi irritato gli occhi. Gli altri non lo contraddissero, rispettando il suo disperato tentativo di apparire forte, ma appena lui si fu asciugato gli occhi e li riaprì non poté crederci: “BENIO!!! Bambina mia…” Tosei, che si trovava di fronte a lui inizialmente s’impressionò, temette che il dolore avesse fatto un bruttissimo scherzo a quel genitore tanto amorevole, ma voltandosi dovette dargli ragione: Benio stava proprio andando verso di loro, e con lei, anche se zoppicante tanto da doversi appoggiare a lei, c’era Shinobu!
   Presto tutti si accorsero di loro, che avanzavano un po’ a fatica, e Shingo fu il primo a raggiungerli, così prese Shinobu in braccio ed accompagnatolo da un tale che essendo medico si stava occupando dei feriti, lo aiutò a mettersi comodo, mentre Benio poté finalmente riabbracciare prima il padre e poi tutti i suoi cari.
“Come sta?” chiese poi lei, ignorando le insistenti domande di tutti su come fossero usciti vivi da quella trappola di fiamme, rivolta al dottore.
“L’osso sembra sano…” sentenziò lui dopo averlo visitato “… dato che ha così tanto dolore potrebbe essere incrinato, non ne sono certo… In ogni caso meno male che gli è stata disincastrata subito la gamba, altrimenti avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori che non voglio nemmeno prospettarvi… E comunque gli serve un periodo di assoluto riposo, poi però grazie a questo starà benissimo!”
“Oh, è meraviglioso, dottore, non so come ringraziarla!” commentò Benio, e d’impulso abbracciò quell’uomo e subito dopo Shinobu “Shinobu, amore mio, ce l’abbiamo fatta, non posso crederci!!! Si ricompose subito però quando si accorse di Tosei, ed incrociando il suo sguardo si vergognò terribilmente, sentendosi in colpa.
Ma lui la rassicurò, sorridendo: “Non preoccuparti, ho compreso benissimo la situazione, anzi, per la verità l’ho sempre compresa: l’unico uomo che ami è il capitano Ijuin, non hai mai smesso di amarlo e probabilmente non avresti smesso nemmeno dopo il nostro matrimonio. Ed ora che lui è finalmente tornato da te non puoi certo lasciarlo per un senso di riconoscenza verso di me, sarebbe un errore simile a quello che lui stava per fare sposando la duchessa, con la differenza che io non sono malato, perciò non devi provare compassione per me…”
“Ma non ti sposo per compassione, Tosei! Tu mi hai sempre aiutata da quando lavoro con te, da quando mi hai accettata nonostante fossi una donna! Ed è grazie a te se casa Ijuin non è stata sequestrata dalla banca, e poi…”
“Non dire sciocchezze, Benio!!! Va bene, forse oltre alla riconoscenza per me provi anche dell’affetto, ma l’amore è tutt’altra cosa e dopotutto entrambi meritiamo qualcosa di meglio nella vita. Io ce la farò a voltare pagina, vedrai! E comunque avverrà di certo da quando inizierò di nuovo a lavorare… Troverò un’altra donna di cui innamorarmi e che magari mi ricambierà, altrimenti sarà il lavoro a tenermi occupato!”
Benio era commossa da quell’uomo che stimava così tanto: “Non so come ringraziarti, Tosei! Non sono molti quelli come te, un altro mi avrebbe fatto pressione per mantenere il mio impegno, mentre tu… sei eccezionale e non è detto che col tempo non ti avrei amato sul serio, sai?”
“Ma che dici davanti al tuo fidanzato?” la schernì con dolcezza Tosei “Guarda che se ti mollasse potrei sempre tornare all’attacco, anche se… assurdo, stai piangendo di nuovo! Pensavo che fossi una ragazza forte ed invece hai le lacrime in tasca come tutte le donne, lo sai che le frignone non mi piacciono, vuoi aiutarmi a cancellare il mio amore per te?” e le offrì un fazzoletto che lei subito accettò.
“Signor Aoe…” intervenne Shinobu “Non so cosa dire per esprimervi la mia riconoscenza… ed in ogni caso non posso permettere che sacrifichiate anche la vostra carriera di giornalista per aiutare me, che vi ho portato via anche la moglie davanti all’altare… Io vi giuro sul mio onore che pagherò il nostro debito con la banca Aoe, ad ogni costo, dovessi impiegarci degli anni!”
“Non l’ho fatto per aiutare voi, lo sapete!” rispose Tosei “In ogni caso il modo migliore per ripagarmi è uno solo, cioè rendere Benio la donna più felice del mondo. Se dovessi scoprire che l’avete fatta soffrire ancora ve la farei pagare molto cara e ve la porterei via! Quanto alla mia carriera di giornalista non preoccupatevi: quando mi ha rivisto uscire vivo dalla Chiesa mia madre si è impegnata a lasciarmi continuare a svolgere la professione che amo, non le importava più che io facessi il suo burattino, l’importante era non avermi perso… Io sono certo che non l’abbia detto tanto per dire e se così non fosse… questa terribile catastrofe naturale mi ha fatto riflettere su quanto sia breve e legata ad un filo la nostra vita, perciò non posso permettere a nessuno di impormi di sprecarla in un’attività che non mi piace. Se lei insisterà ancora con la storia della banca andrò di nuovo via di casa, e lei non potrà farci nulla!”
“Splendido, Tosei, sono certa che riuscirai a rendere grande la tua casa editrice, ma ciò nonostante Shinobu ha ragione, ti ripagheremo, non accetto altre repliche!”
Tosei sconfitto sorrise: Benio era sempre quella ragazza forte e determinata di sempre, che gli aveva fatto conoscere l’amore, non c’era nulla da fare con lei. Chissà se davvero l’avrebbe dimenticata…
   Poco dopo giunse la notizia che si poteva accedere alla città, gli incendi erano domati, anche se vi erano macerie un po’ ovunque. Il primo pensiero di Shinobu e Benio, che nell’attesa avevano poi spiegato a tutti come erano riusciti a salvarsi, fu per i nonni Ijuin e Kisaragi, chissà se si erano salvati anche loro! E poi Larissa… già, c’era pure lei… Certo, erano ben lontani dall’augurarsi che quella catastrofe avesse provveduto a liberarli rapidamente dal loro terzo incomodo, ma sicuramente le avrebbero dovuto almeno delle spiegazioni…
   Così mentre gli altri si affrettarono alle loro case, per vedere cosa era rimasto e soprattutto per accertarsi delle condizioni dei propri cari, Shinobu e Benio si diressero verso il castello, e dato che lui non poteva camminare li accompagnò il fedele Ushigoro, che se lo caricò sulle spalle. Lo spettacolo che si presentò loro lungo la strada era davvero terribile: macerie ovunque, persone disperate, per la perdita di qualcuno che amavano, feriti… Tutti in città avrebbero dovuto ricominciare tutto daccapo, cercando per quanto possibile di riprendere in mano le proprie vite…
Quando poterono raggiungere il castello era ormai quasi sera. Era alquanto malridotto, con crepe qua e là, ma era in piedi.
“NONNO, NONNA, DOVE SIETE?”
“Giovin signore, allora state bene,meno male!!!” accorse subito Kisaragi, emozionatissima.
Ushigoro subito fece sedere Shinobu sul divano un po’ impolverato.
“Oh, Kisaragi, siete salva, sono così felice! Sì, sto abbastanza bene, mi sono solo ferito ad una gamba, ma niente di grave… Piuttosto, come stanno i nonni? E Larissa?”
“Sono tutti salvi” lo rassicurò Kisaragi “E’ stato un vero miracolo…”
“Shinobu, tesoro, grazie al cielo sei salvo!” la contessa apparve sulla porta, accanto al conte. “Ho avuto tanta paura di averti perduto davvero stavolta… e ci sei anche tu, Benio… ho temuto anche per te, lo sai!”
“Certo” intervenne il conte “Per noi sarai sempre come una nipote, non dimenticarlo mai… Anche se hai sposato quel giornalista per noi non è cambiato nulla nei tuoi confronti!” come sua moglie anche lui, nonostante fosse un samurai, non poteva nascondere la sua immensa  commozione.
“Anch’io vi voglio bene, nonno… Però… io non ho più sposato Tosei, sapete? La cerimonia è andata a monte ed ormai è stata annullata!”
I nonni rimasero sconcertati: “Come… annullata?” “Che cosa è successo, cara? Nulla di grave, spero!”
“Assolutamente no, non preoccupatevi, nonna… e solo che…” arrossì, come era molto raro da parte sua “… ho capito che stavo commettendo un grosso errore, ed anche Tosei ha capito… Insomma, ci si deve sposare solo con chi si ama davvero!” lo sguardo che rivolse a Shinobu, che contraccambiò prontamente, fu più eloquente di mille parole.
“Oh, ragazzi, ditemi che non sto sognando, vi prego!!!” disse la nonna, versando calde lacrime, ed abbracciò forte Benio “Vi auguro ogni felicità, mi avete fatto il regalo più bello che potessi ricevere, e non solo per via della promessa che ci scambiammo io ed il mio primo amore!!!”
Tuttavia, mentre la contessa si abbandonava alla felicità per la realizzazione del suo sogno più grande, il conte, più con i piedi per terra, si rivolse a Shinobu: “Anch’io sono molto felice, Shinobu, ma… come farai adesso con la duchessa Michailov?”
Shinobu trasalì, come pure Benio, che si liberò dall’abbraccio della nonna: “Le parlerò subito…” rispose “Larissa dovrà capire che non era affatto giusto che io rimanessi per sempre vincolato a lei come un marito senza amore… Non era giusto per me e per lei! Io non potrò mai sostituire Sasha, ed in realtà in questa situazione nemmeno Larissa è mai stata completamente felice. Io le vorrò sempre bene, avrò cura di lei ora che è malata… Sasha era il mio fratellastro ed io potrò amare Larissa come una sorella, niente di più!” e detto questo si avviò, sempre sostenuto da Ushigoro, nella stanza dove Kisaragi gli aveva detto che Larissa stava riposando.
   Appena sentì aprire la porta lei lo chiamò: “Shinobu, sei tu?”
Ushigoro lo aiutò a sedersi al suo capezzale, quindi uscì subito, lasciandoli soli.
 “Sì, Larissa… Grazie al cielo sei salva…”
Lei si incupì: “Sì, sono salva, per quanto mi permette la mia malattia… Forse sarebbe stato meglio se fossi morta… Meglio per tutti!”
“Non dire così!!! la rimproverò Shinobu “Come potrei desiderare la tua morte, me lo dici? Tu hai fatto tanto per me, mi hai salvato la vita, e comunque… Ti voglio bene!”
“Hai ragione, scusami per questo sfogo…” Larissa sorrise amaramente: “Mi vuoi bene, certo… ma quella che ami è sempre Benio! Dimmi la verità… Lei è qui con te, vero?”
“Larissa?!?” esitò “Sì, è qui con me e…” ammise, mortificato.
“… Ed hai deciso di sposarla, vero? L’ho capito subito dove ti precipitavi stamattina, sai? E non solo perché in questi giorni sei sempre stato molto strano e distaccato… Ricordi quando è venuto il tuo amico attore a trovarti? Beh, mentre risalivo in camera, dopo aver preso la medicina io… io vi ho sentiti parlare…”
“Hai origliato?”
“SI’ HO ORIGLIATO, E ALLORA??? Lo so che è una brutta cosa, ma quando la sua compagnia teatrale si esibì nel castello del conte Tanukikoji Benio stava con loro, lui l’aveva inserita come comparsa solo per consentirle di entrare per avvicinare te: credi che l’abbia dimenticato? Così quando il signor Fujieda ti ha detto che doveva parlarti da solo, con quell’espressione così seria, ho intuito che dovesse parlarti di lei, ed infatti avevo ragione! Vi ho sentiti discutere, anche lui tiene molto a lei, Benio oltre ad essere sana ha tanti buoni amici, è davvero fortunata…”
“Larissa, io…”
“Non preoccuparti, va tutto bene, il signor Fujieda aveva ragione, come il signor Onijima, i tuoi nonni e tutti gli altri: è Benio la donna giusta per te, solo lei potrà renderti felice, e dopotutto tu ami lei! In questi giorni ho fatto di tutto per fare finta di niente, ma è stato inutile e comunque grazie al cielo tu hai fatto la cosa giusta in tempo, se davvero a causa mia tu avessi perso l’ultima possibilità di essere felice non me lo sarei mai perdonata! Beh, non che così sono innocente, certo… Ti ho salvato la vita, ma poi ti ho fatto tanto male… Ho cercato di farti prendere il posto di Sasha, facendoti credere di essere lui, e poi ho usato la mia malattia per tenerti legato a me… Mi vergogno profondamente, spero soltanto che prima o poi tu troverai la forza di perdonarmi! E dovrò scusarmi anche con Benio, anche a lei ho fatto tanto male… E’ una ragazza meravigliosa, non abbandonarla mai e ricordale sempre quanto la ami! Lo so che evidente, ma soprattutto per una donna non è mai scontato… Guarda Sasha e me, per esempio: anche se lui mi amava dal profondo del cuore io l’ho compreso solo troppo tardi…”   
Shinobu era commosso: “Larissa… certo che ti perdono, per me sarai sempre come una sorella, e sono certo che anche Benio la penserà così… Ti ringrazio per aver capito… Noi non ti abbandoneremo, avremo cura di te e tu… riguardandoti per bene migliorerai…”
“Ti ringrazio… ma non dire bugie, ti prego… non ne sei affatto capace, basta guardare i tuoi occhi per capire quello che pensi… Per me non c’è speranza… anche senza aver sentito il responso del dottore me ne rendo perfettamente conto dalle mie condizioni, che peggiorano di giorno in giorno…”
“Larissa, ti prego…”
“Devo dirti una cosa importante, ci avevo pensato già da tempo, ma stavolta non cambierò idea: appena mi sentirò più in forze me ne andrò in sanatorio, non voglio più pesare sulla tua famiglia già così piena di problemi, e poi… tu ora devi pensare solo a Benio, lo meriti!”
“Ancora con questa storia… Credevo che l’avessi abbandonata del tutto, non ne parlavi da tanto tempo… Mi dispiace, ma non te lo permetterò mai!”
“No, a me dispiace, perché non puoi impormi proprio niente! Non sono tua moglie, non faccio parte della tua famiglia! Ed io preferisco così… Non voglio più vivere con una copia vivente del mio Sasha, anche perché presto lo rivedrò davvero… e staremo insieme per sempre!”
   Shinobu insistette ancora con lei, ma non ci fu verso di dissuaderla. Qualche giorno dopo Larissa partì per un sanatorio che si trovava in un piccolo paese di campagna non troppo lontano da Tokyo, molto grazioso, tranquillo e pieno di aria pura. L’ideale per viverci i propri ultimi giorni. Circa due mesi dopo giunse dagli Ijuin una lettera dei gestori del sanatorio che annunciava che la sfortunata duchessa era morta, precisando che aveva un’espressione molto serena. Shinobu si sentì ovviamente molto triste, ma era certo che quella serenità fosse dovuta al fatto che nel momento in cui lei aveva chiuso gli occhi per sempre aveva trovato il suo Sasha che era venuto a prenderla…




Note dell'autrice:
Finalmente tutti i  nodi vengono al pettine, e Shinobu si è finalmente deciso al confronto con Larissa: benissimo, penserete, era ora! Ma certamente penserete anche che c’è troppa gente che piange in questa storia… Sì, in effetti piangono quasi tutti, ma la personalità dei personaggi originali è proprio questa, quasi tutti loro sono alquanto frignoni, Ushigoro compreso;  inoltre,come in originale, in occasione del terremoto una volta tanto piange anche Shinobu (io l’ho fatto piangere anche prima, ma ne aveva motivo, direi).
Comunque ci siamo, ormai manca solo l’epilogo e la storia sarà davvero finita. Arrivederci all’ultimo aggiornamento!^^
  
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