Fu
una giornata pesante e carica di lavoro, fuori pioveva e il vento
fischiava rumorosamente contro le finestre. Arrivarono le temperature
invernali come desiderava, eppure non era contenta. Uscendo
dall'usciò si abbottonò la parka di cotone, si
accertò che il cellulare e il portaafogli si trovassero
nelle sacche e si alzò il cappuccio.
"Non
ci voleva..." sussurrava la ragazza, sbuffando mentre si
guardava intorno.
"Maria,
tutto bene? Non hai l'ombrello?" sussultò mentre era
occupata a pensare cosa cucinare la sera stessa e dove fare
la spesa ritornando da lavoro. La voce che sorvolò sui suoi
pensiero fu quella di un suo collega di lavoro, lavorava in un negozio
di abbigliamento e il suo collega era il primo con cui aveva allacciato
un rapporto d'amicizia al negozio.
"Sisi
tutto bene, non ho l'ombrello e stavo pensando di far spiovere ma devo
far la spesa quindi magari inizio ad andare altrimenti si fa troppo
tardi... a domani Marco. Ciao" abbozzò un gran bel
sorriso e si avviò sotto la piogga verso la piazza.
Le
strade di Firenze la sera, quando tramonta il sole erano davvero molto
illuminate la sera e fra le strade sembrava che ci fosse il sole.
Attraversava
le strade piene zeppe di negozi con vetrine super allestite e belle,
alcune già addobbate per il periodo natalizio, si
avvicinò al supermercato e mentre era occupata a rispondere
ad alcuni messaggi mandati dalla madre notò folla
all'entrata del supermercato, accompagnati da alcuni gridi e i commessi
erano davvero agitati. Nel frattempo si accostarono alcune volanti
della polizia e quando era così assopita a cercar di capire
cosa stesse succedendo, un uomo incappucciato si allontanò
freneticamente dalla folla, seguito dai poliziotti intenti nel
catturarlo. Inutile dire che Maria rimase lì imbambolata ad
ammirare la scena con le mani nelle sacche e intontita. Si vide
avvicinarsi così di fretta il mal vivente che non
capì nulla e nel giro di due secondi svenne dal panico,
alcune forze armate seguirono il tipo e altre si fermarono in cerchio
intorno a lei.
"Cosa
è successo?"Prese conoscenza
dopo cinque minuti e si alzò "Mi spiace di aver
creato tutto questo trambusto, sto bene davvero! Mi
spiace!"detto ciò nel giro di poco
si allontanarono tutti.
Un
po' scossa si allontanò, un poliziotto mi chiese se voleva
un passaggio verso casa ma Natalia sorrise, uno di quei sorrisi
isterici e finti che chiunque fa quand'è nervoso. E
rifiutò.Riprese il suo cammino verso casa, la tappa verso il
supermercato era ormai inoltrata, si fermò sotto un
farò alla suoneria del cellulare.
"Mamma?
Non ti ho risposto più, è successo un casino ma
sto bene. Tranquilla, sisi! Buonanotte, anche io.."
riattaccò e mentre si accingeva a riporre il cellulare nella
sacca controllò l'ora.
"Sono
le 7:00... mi sa che mi preparò uno di quei risotti
già pronti..."
"Mi
scusi, signorina..." parlò una voce alle sue spalle,
le si gelò il sangue nelle vene e non osava girarsi.
"Si?"
Tentennò dalla paura e si girò lentamente, mentre
il cuore le batteva a mille.
Vide
un uomo, avrà avuto i suoi 25 anni, alto e con le spalle
large. I capelli tirati all'indietro e gli occhi azzurri. Indossava un
impermeabile nero e una sciarpa a quadri neri e rossi ormai bagnata
dalla pioggia, la fissava dritto negli occhi, aveva uno sguardo
penetrante. Uno di quegli sguardi che ti scrutano l'anima,
incredibilmente profondo.
Rimase
a guardarlo a sua volta, capii che non era qualcuno di cui aver paura,
il suo sguardo in un certo modo l'aveva rassicurata che andasse tutto
bene. Si sistemò la sciarpa ad anello grigio e
tossì.
"Mi
scusi...posso esserle utile?" dice lei con un solo fiato. L'uomo
continuò a guardarla ancora per pochi secondi
finchè non cacciò il distintivo.
" Detective Will, piacere. Devo farle qualche
domanda."ribattè l'uomo mostrando per pochi secondi
il distintivo dorato.
Maria
si spaventò, era sicura di non aver fatto nulla e aveva la
coscienza pulita, nella vita l'unica cosa che ha rubato era una
coccarda. Alzò il sopracciglio.
"Per
cosa?"
"Per l'accaduto di prima, posso ben pensare che il suo mancamento sia stato fatto di proposito per far scappare un complice, mi capisce? Venga con me"
"Ma che stronzata! Io non ho nulla da nascondere quindi avrà poco tempo da perdere con me" disse incrociando le braccia, intanto lui si apprestava ad aprire la portiera della macchina, entò e si strofinò le mani dal freddo.
"Per l'accaduto di prima, posso ben pensare che il suo mancamento sia stato fatto di proposito per far scappare un complice, mi capisce? Venga con me"
"Ma che stronzata! Io non ho nulla da nascondere quindi avrà poco tempo da perdere con me" disse incrociando le braccia, intanto lui si apprestava ad aprire la portiera della macchina, entò e si strofinò le mani dal freddo.
Entrò
e partì, durante il percorso per andare al distretto, le
fece alcune domande inerenti all'accaduto. Le rispose normalmente,
ovviamente non era un complice quindi le fece poche domande. Fermandosi
davanti alla questura, fermò la macchina e rimase un secondo
prima di scendere a passarsi la mano ad accarezzarsi il mento a
passarla fra i capelli e dopo uno sbuffo uscì.
"Mi
segua per favore" intanto le porge un ombrello, dopo che svenne
si dimenticò di prenderlo e quindi si era bagnata un bel po'.
Dopo
mezz'ora nella questura nella sala d'attesa a giocare con il cellulare
e controllare il profilo facebook uscì il
detective da una stanza e si appoggiò all'uscio della porta,
con una mano nella tasca e dei fogli in mano.
"Maria
Di Caprio, 22 anni.... frequenti l'università da come
vedo." disse con un tono più tranquillo mentre
leggeva.
"Si
sono io, e lavoro anche." rispose la ragazza mentre si
strofinava le mani dal freddo.
"Si,
a un negozio di abbigliamento vicino a piazza dell'indipendenza,
c'è scritto.." Le passò un
caffè caldo con delle buste di zucchero.
"Andrà
bene, la ringrazio." gli rispose gelida Maria,
soffiò sul bicchiere e lo guardò"
sono..innocente quindi no?"
Lui annuì e si ritoccò il mento con quel suo fare davvero molto affascinante.
Lui annuì e si ritoccò il mento con quel suo fare davvero molto affascinante.
"Ma
c'è un problema..." sussurrò guardandomi
di nuovo,
Bevve
il caffè e rimase lì a fissare il vuoto "Quindi...non tornerò a casa?"
"Sto
cercando un posto in cui farti stare..." sembrò quasi
preoccupato il detective a dire ciò, dopodichè si
allontanò rimanendo la ragazza nei suoi pensieri e su cosa
avrebbe mangiato e cosa avrebbe potuto mangiare. Dopo ben 40 minuti
l'uomo si rimette l'impermeabile, sembrava abbastanza iraidito. Si
fermò vicino a Maria e con un fare deciso la
guardò e le disse. "Vestiti, vieni a casa con
me" e si avviò verso l'uscita.
La
ragazza si rivestì di corsa e corse per stargli dietro.
Aggrottando la fronte e ansimando dalla corsa disse "Cosa
significa? A casa sua? Non c'è tipo una scorta o una
cella?"
"Ti
spiegherò tutto dopo."
In macchina nessuno dei due parlò, ne tantomeno lei che era molto confusa. Parcheggiò in un quartiere lì vicino, aprì la portiera per farla scendere e le fece strada fin dentro casa sua.
In macchina nessuno dei due parlò, ne tantomeno lei che era molto confusa. Parcheggiò in un quartiere lì vicino, aprì la portiera per farla scendere e le fece strada fin dentro casa sua.
L'arredamento
era molto basico e semplice, quando entravi vi era un salottino con un
divanetto, un tavolino e una televisione. Di lato si arrivava a un
corridoio dove alla fine c'era la cucina, una cucina semplice e molto
luminosa. La stanza da letto è il bagno si affacciavano al
corridoio ornato di quadri d'epoca e qualche pianta scaldava
l'atmosfera rendendola più armoniosa.
"Che
carina..." disse Maria senza pensarci mentre era attenta a
fissare per bene tutto l'appartamento stando lì ferma sullo
zerbino. Il detective ormai, senza mai cambiare quell'espressione
cruccia gironzolava nervoso per casa, come se non sapesse che fare.
Maria scoppiò in una lieve risata che nascose fra le sue
mani infreddolite e lo seguiva con lo sguardo.Lui si girò di
scatto e la guardava imbarazzato.
"Non
c'è bisogno di agitarsi, la ringrazio per
l'ospitalità ma se sono di troppo posso andare a casa
mia..." intanto rise ancora e si tolse la sciarpa.
"non
è quello il problema, stavo preparando un secondo letto per
dopo, non hai mangiato giusto? Ti spiegherò tutto fra
poco..." mentre il detective era in camera da letto a preparare
un secondo letto, Maria andò spedita in cucina.
"Non
le dispiace se preparo qualcosa?"
Si
sentì solo un mugolio provenire dalla camera, lei lo prese
come un acconsenso e prese qualche uovo dal frigo e lo
preparò in una teglia antiaderente con un po' di prosciutto,
pepe e sale.
"Non
avevo capito che stessi per cucinare, l'avrei fatto io"disse il
ragazzo mettendo a posto il mio giubotto con la sciarpa fradicia in
bagno.
"Sono
qui per la sopravvivenza, vorrei aiutare chi mi tiene con se come un
piccolo animale abbandonato." Lui non rispose e
preparò solo un paio di bicchieri e delle posate per la cena.
"Sa
che voglio sapere tutto,vero?" Si appoggiò al
davanzale della cucina di fianco a me mentre mi guardava cucinare.
Annui e iniziò a parlare.
"Io
sono un detective e stavo cercando informazioni su quell'aggressore che
pare aver fatto alcune vittime, e quando sono accorso lì ho
notato te, credevo fossi un complice. Ma il capo della questura non
crede che tu possa essere il pericolo, ma io non la penso
così"spiegò mentre giocava con i pollici.
"Capito,
capito... e quando potrò tornare alla mia vita?"
"Vedremo...."
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