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Autore: Sephirah    03/05/2008    8 recensioni
Sono passati alcuni mesi dalla scomparsa della principessa, e a Clef è stato dato il compito di aiutare i Cavalieri Magici da lei chiamati su Sephiro. E' pronto a combattere per tener fede alla promessa fatta ad Emeraude, ma a convivere con tre cavalieri adolescenti non è molto preparato...
Di ritorno con la seconda fase, ecco a voi una storiella dai toni più leggeri della precedente e con un po' di humor che non guasta mai, la mia rivisitazione della prima serie a fumetti di Rayearth.
N.B.: AGGIORNATA FINALMENTEEE!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clef
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rayearth - revolution'
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Cap1 In molti hanno tramandato e distorto la storia di quell’incredibile evento, ma in questi miei ultimi giorni io conservo la memoria di ciò che vidi con occhi più giovani: il cielo si squarciò, e sanguinò di una forte luce che tutti ci accecò, e gridò tutto il dolore del nostro mondo.
 
                                                                  Irus – libro della rivoluzione vol.1
 
 
CAPITOLO PRIMO: LA GRANDE LUCE NEL CIELO E LA CADUTA LIBERA
 
Nella vita ci sono solo due cose che non si fanno mai attendere abbastanza: una è la morte, l’altra la sveglia.
Ed era proprio la sveglia che Umi Ryuzaki stava maledicendo dalle spire contorte del suo letto. Ma quella, impietosa, continuava ad urlare dall’alto del comodino, e alla fine la ragazza dovette arrendersi: si alzò a sedere e spense l’aggeggio infernale.
Dopo anni di scuola era diventata una routine automatica. Si cambiò, si lavò e si infilò la divisa senza praticamente accorgersene, con l’espressione inebetita di chi è costretto a svegliarsi troppo presto. E per qualche astruso motivo era di nuovo, come sempre, maledettamente in ritardo. Scese al piano di sotto, in cucina, e prese al volo la sua colazione dal piatto, un piccolo toast che non avrebbe finito, e fece un gesto con la mano salutando i genitori con poco entusiasmo.
La madre si alzò dalla sua postazione a capotavola.
“Non ti siedi nemmeno, scusa?”
Umi scosse la testa.
“Perché? Sei di fretta” chiese il padre, scostando il giornale dal viso.
La ragazza si tolse il toast dalla bocca, e parlò masticando.
“Sì, ho la gita”
“E dove andate?”
Umi ingoiò il boccone. “Tokyo Tower”
 
Clef si soffermò su ogni singolo centimetro della sua stanza, con cura e attenzione, salutando quel luogo così poco importante che era stato casa.
Probabilmente non l’avrebbe rivista per molto tempo, abbastanza da dimenticarla. La guardò ancora una volta, seduto sul letto, vestito con abiti inconsueti. Con lo sguardo cercò anche il piccolo fagotto di vestiti, poggiato malamente su una sedia, abiti più sfarzosi che a lui non piacevano e che era solito portare in un tempo molto lontano. Ora indossava pantaloni di pelle consunta e una camicia spiegazzata, e aveva dei rinforzi metallici sulle ginocchia e le spalle. Sorrise amaramente. Non era più tempo di abiti da cerimonia. Ora lo aspettava una guerra.
La principessa aveva detto alla foresta degli spiriti.
Ma prima, un’ultima cosa.
 
Umi andava a scuola in macchina, perché era più comodo e veloce. In molti lo facevano, tra gli alunni della sua scuola. La ragazza scese barcollando dalla vettura e si diresse, sempre con passo malfermo, verso il cancello d’entrata. Poi si districò per i corridoi per arrivare alla sua classe, si sedette al banco dopo aver pazientemente salutato i compagni di classe, e attese pazientemente che il professore cominciasse a fare l’appello. Che noia. Dopodiché, in un raschiare di sedie, si alzarono per dirigersi verso il pulmino delle gite.
 
Clef si accostò alla piccola lapide, a gambe incrociate. Erano passati solo due anni, ma le lettere incise sulla pietra erano già sbiadite. Il ragazzo cambiò i fiori davanti al monumento. Piccoli fiori bianchi, appena colti.
Rimase lì immobile, ad ascoltare il silenzio che si porta dietro la morte nei cimiteri, leggendo e rileggendo quelle lettere sbiadite così importanti.
Io non l’ho mai fatto.
Non ha senso.
Avevo giurato di non farlo mai.
Parlare con i morti è una cosa stupida.
“Mi manchi”
E anche cambiare quei fiori era una cosa stupida.
Clef intrecciò le dita in grembo e prese a fissarsi le mani. Un vento freddo e leggero prese ad accarezzargli i capelli.
“Ormai guardare questa tomba è diventato normale, ma a pensarci bene è strano. Io sono qui, e anche tu sei qui. Ci separa un metro di terra. Siamo vicinissimi. Ma io…”
Sospirò.
“…Non posso raggiungerti. Qualunque cosa io possa dire o fare, ovunque io vada per cercarti, io non posso”
Si passò una mano sugli occhi, poi la fece scivolare tra i capelli.
“Devo fare una cosa, e mi prenderà molto tempo. Quindi per un po’ non potrò portarti i fiori. Ma appena torno vengo qui”
C’erano solo il vento, l’erba, la tomba ed il silenzio. In quanti istanti quel silenzio lo aveva accompagnato.
“E se non torno, forse sarà meglio, forse potremo raggiungerci. Anche se io non credo a queste idiozie”
La guardò un’ultima volta, poi si alzò, andandosene. Non si voltò.
Parlare con i morti è una cosa stupida.
 
“Nessuno nega che dall’ultimo piano della Tokyo Tower ci sia una bella vista, ma chissenefrega!”
Umi si girò verso la sua compagna, facendo sussultare la lunga chioma corvina, e riprese a lamentarsi.
“Ci sono tante altre cose molto più interessanti che potevamo andare a vedere, invece di star qui. Uffa!”
L’altra ragazza annuì distrattamente, poi si sollevò sulla punta dei piedi per sbirciare la coda della fila.
“Che succede?” domandò Umi.
“Non lo so. Crdo che una ragazzina delle elementari sia andata a sbattere contro una delle nostre compagne e l’abbia fatta cadere”
“Fa vedere”
In quell’istante, così breve, Umi incrociò gli occhi di un viso sconosciuto, una ragazza dalla chioma rosso fuoco, e anche altri occhi ignoti, smeraldi, intrecciò. L’istante più breve.
E poi solo la luce che inondava furente l’aria, in un rombo di tuono, e dal suono indistinto si levo la chiamata, ultimo appello disperato.
Vi prego…
 
Ci fu una grande luce nel cielo, che dilaniò le tenebre del crepuscolo. Come segnale era piuttosto evidente, pensò Clef arricciando il naso.
Se ne sarebbero accorti anche loro, accidenti.
Devo sbrigarmi.
 
Precipitare nel vuoto è una sensazione davvero sgradevole, come se il cuore e lo stomaco risalissero in gola, e Umi gridò senza un briciolo di contegno tutto il suo terrore quando si accorse di star cadendo dal cielo. Anche urlare con il vento in faccia è spiacevole, con l’aria che ti gonfia le guance, ma ancor peggio è schiantarsi sulla schiena possente e piumata di un qualche animale. Prima di risollevare il viso dall’ammasso di piume candide la ragazza tirò giù qualche santo, ma il vento di portò via le sue bestemmie.
 
Erano salvi, tutti e tre, li aveva sentiti chiaramente cadere sulla schiena del grifone. Avrebbe voluto voltarsi per controllare meglio, ma adesso non poteva. C’era qualcuno, e si stava avvicinando. Doveva nasconderli.
 
Nonostante fosse molto occupata a tenersi ancorata alle piume Umi riuscì a notare altre tre persone assieme a lei. Due le stavano accanto,  sembravano nelle sue stesse condizioni, la terza invece stava seduta composta in groppa all’animale, come se lo cavalcasse.
Ad un tratto la bestia sussultò sotto di lei e si lanciò in picchiata. E di nuovo, Umi prese ad urlare senza ritegno.
 
A lungo i fiori non ci furono più, su quella tomba silente. Ma io sono certo che lei gli fosse accanto, sempre, tormentandolo per la loro colpa. Chi mai lo avrebbe liberato?
 
                                                                     -Sarus, frammento-
 
Umi cadde di sedere, dopo essere scivolata dalla groppa dell’animale. Anche le altre ragazze si precipitarono a terra, terrorizzate. Come biasimarle, in fondo?
La ragazza si rialzò e si sistemò la gonna, dopo aver tirato qualche altro accidente alla bestia che aveva di fronte. Poi la guardò meglio, e la voce le morì in gola.
“E tu che diavolo sei..?”
Una delle ragazze che le erano accanto, quella bionda, le rispose un po’ scombussolata, inforcando gli occhiali sul naso.
“Si direbbe… un grifone”
“Ah-ah… e il fatto che i grifoni non esistano suppongo sia per te un… dettaglio trascurabile, no?”
“Beh…” la ragazza barcollò, malferma sulle gambe. “Non credo che sia questa la cosa più importante di cui preoccuparci adesso”
Umi risollevò lo sguardo verso l’animale, e vide che sulla sua groppa c’era ancora movimento.
 
Clef smontò dallo spirito animale, dopo essersi assicurato che i Cavalieri fossero scesi sani e salvi. Si risistemò i vestiti addosso e provò a riavviarsi i capelli, che il vento gli aveva chiuso a tendina sugli occhi. Con la vista finalmente libera, osservò per la prima volta i cavalieri.
 
Era rimasta colpita già dal curioso colore di capelli della persona che aveva di fonte, ma quando riuscì a scorgere i suoi occhi di un azzurro impossibile rimase senza fiato.
Sembrava avere più o meno la sua stessa età, con i lineamenti gentili ed aggraziati, forse anche u po’ femminili. Umi si dimenticò per un attimo della situazione in cui si trovava e lo scandagliò per bene, mentre lui osservava loro.
Era basso, un metro e settanta circa, ma sembrava avere un bel corpicino sotto  vestiti insoliti che indossava. Aveva le labbra sottili, l’espressione un po’ corrucciata. Ma i suoi occhi erano incredibili. Lui arricciò il naso, in un espressione un po’ buffa. Sembrava deluso.
 
Non poteva certo dire di essersi aspettato tre omoni più larghi che lunghi, con i pettorali gonfi e sudati; non si era aspettato niente, in verità. Ma tre ragazzine in gonnella, più che Cavalieri sembravano una presa in giro. Arricciò il naso.
“Siete sicure di essere proprio voi tre ad aver ricevuto la convocazione?”
Nessuna delle ragazze gli rispose, si limitarono a scambiarsi sguardi interrogativi.
“Non c’era nessun altro con voi?”
Scossero la testa tutte e tre”
Clef si passò una mano fra i capelli, un po’ spaesato, mentre anche loro tre lo fissavano altrettanto smarrite.
“ehm…scusa?” esordì poi quella con i capelli rossi. “Tu sai cos’è successo? Sai dove ci troviamo?”
“In effetti” si intromise la bionda “Questo posto non sembra affatto essere Tokyo”
“Sarà mica crollata la torre?” aggiunse la terza.
“No, ci siamo solo noi tre…”
“E come abbiamo fatto ad arrivare qui?”
“Non ne ho idea, che ne so io!”
“Ma è impossibile! Eravamo sulla Tokyo Tower!”
“Non possiamo esserci spostate così tanto…”
Le voci delle ragazze si accavallarono, e parvero non curarsi più di lui, così Clef ne approfittò per esibirsi in un’espressione disperata.
Sono proprio loro, accidenti.
“Ma che cavolo pretende da me Emraude?”
Le ragazze continuavano a bisticciare tra di loro, così lui tentò di richiamare la loro attenzione.
“Scusate se interrompo, ma si dà il caso che io possa darvi delle spiegazioni”
Le tre si voltarono, e cadde un silenzio improvviso.
“Il mio nome è Clef, e ho ricevuto l’incarico di farvi da guida. Voi siete state convocate dalla Principessa Emeraude per diventare i leggendari Cavalieri Magici che salveranno questo mondo”
Una delle tre ragazze, quella con i capelli neri, fece una risatina nervosa.
“Tralasciando il particolare che devi essere fatto come una pigna, che intendi con –mondo-? Dove siamo?”
“Un mondo parallelo al vostro” rispose Clef con un sorriso tiratissimo. Non aveva capito cosa gli avesse detto quella, ma suonava come un’offesa.
“Questo è Sephiro”
 
E giunsero i tre campioni, da un mondo lontano, e la guida designata venne loro incontro, e ancora una volta il destino di Sephiro fu inevitabile.
                                                     Irus – libro della Rivoluzione vol.1







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Ciao a tutti, sono tornata! Vi ho fatto aspettare tanto, scusatemi, ma la mia fantasia si era rinchiusa di nuovo nel ripostiglio delle scope e non voleva uscire (odio quando lo fa...). Che bello, è cominciata la seconda fase! Devo dire che sono un po' impanicata, perché ce l'ho meno chiara in mente della prima... ma non importa, adottero il metodo del -vediamo che viene fuori-! L'importante è che non manchi mai il vostro sostegno. Il rating è giallo per un linguagiò un po' sboccato da parte di Umi, che diventerà leggermente OOC, credo... diventerà il mio alter ego ^^. Spero di riuscire ad indagare più a fondo la psicologia dei personaggi e tappare qualche buco delle Clamp, se ne trovo (che fatica, nella prima fase! @_@). Spero di rivedere tutte le vecchie lettrici e magari anche qualche new entry ^^ un saluto da Seph!
p.s.: chi l'avrebbe mai detto che mi sarei affezionata a quello str!@#§ di Sarus? eheh...
  
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