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Autore: Sghisa    28/11/2013    1 recensioni
La storia inizia dove finisce "Sulle tracce del passato". Duncan è stato arrestato. Perché? Come farà Veronica a tirarlo fuori di prigione? Ma soprattutto, riuscirà Veronica a sopravvivere in quel di Neptune?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lilly Kane, Logan Echolls, Un po' tutti, Veronica Mars, Wallace Fennel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: La storia comincia dove finisce "Sulle tracce del passato". Prima dell'uscita del film, questa sarebbe stata una Future Fic, ma ora fa parte della categoria What if?

Sono passati dieci anni dal diploma, dieci anni che hanno portato i nostri protagonisti lontano. C'è chi è cresciuto, come Dick Casablancas, felicemente sposato con Cindy Mac MacKenzie e padre d due bambini. O come Eli Navarro, che ora lavora come paramedico sulle ambulanze, fidanzato con Parker Lee, ex compagna di università di Veronica e Mac. C'è chi ha viaggiato a lungo per tornare, come Jackie Cook, che si è trasferita a Neptune dopo dieci anni assieme ai suoi due bambini per stare vicino a Wallace Fennell.

E poi c'è chi è andato lontano da Neptune. Se Logan fa l'attore a L.A., Veronica è diventata P.I. sempre nella stessa città.

"Sulle tracce del passato" vede Veronica e i suoi amici collaborare per riportare Duncan Kane e la piccola Lilly in America. Ci riescono, non senza la necessaria dose di spargimenti di sangue e tragedie. Nel momento in cui tutto sembra essersi risolto per il meglio, Duncan viene arrestato. L'accusa pendeva sulla sua testa da dieci anni: l'innocenza di Aaron Echolls lo rende il sospettato principale per l'omicidio di sua sorella, Lilly Kane.

Nessuno dei personaggi mi appartiene, e non voglio fare torto a Rob Thomas utilizzando il mondo da lui creato.

 

Cambiamenti

 

"Sono a casa!"

La voce profonda di Logan Echolls echeggiò per le stanze che componevano il bell'appartamento che aveva trasformato nella propria dimora. Il giovane uomo attese qualche secondo, poi sospirò e chiuse la porta d'ingresso. Fuori la luce iniziava a scemare, cedendo il passo al buio.

Logan appoggiò la valigia sulla sedia più vicina e si avviò verso la cucina. Passando attraverso il salotto, dove c'erano un divano un tavolo e il mobile per la televisione, accese tutte le luci. Scavalcò un borsone sportivo prima di raggiungere un orsacchiotto di pezza abbandonato per terra. Lo raccolse e lo ripose nello scatolone che conteneva altri giocattoli. Poi calciò di lato il borsone blu elettrico che riportava la dicitura "Neptune pink soccer", mentre lo apriva e tirava fuori calzini sporchi, magliette sudate e scarpe infangate. La sera precedente aveva piovuto.

Il tutto finì in lavatrice assieme ad altri capi di vestiario abbandonati lungo il corrimano della scala che saliva al piano di sopra, sulle sedie della cucina e lungo lo schienale del divano, ricoperto di riviste e giocattoli. Sono mancato solo due giorni, e sembra che sia esplosa una bomba in questa casa pensò il giovane uomo mentre caricava il programma veloce con fare esperto. Negli ultimi mesi si era dovuto adattare a molte novità, come fare la lavatrice, pensare ad una cena che non fosse composta da hamburger e patatine fritte - il nutrizionista l'aveva sconsigliato, soprattutto in quella fase -, e chissà quante altre piccole azioni che non aveva mai pensato avrebbero potuto appartenere alla sua routine.

Mentre metteva i piatti sporchi accumulati nel lavandino in lavastoviglie, allungò una mano verso il frigorifero e lo aprì. Possibile che le donne di questa casa non sappiano cucinare, si domandò sconcertato il giovane mentre scansionava i ripiani del frigorifero, desolatamente vuoto. Fare la spesa, un altro punto da aggiungere alla lista delle cose da fare nel pomeriggio. Mentre afferrava un sandwich al tonno, l'occhio gli cadde sull'orologio. Sono le cinque di giovedì, la settimana sta quasi per finire… stava pensando il giovane. Poi qualcosa fermò il corso dei suoi pensieri. Le cinque di giovedì… le cinque di giovedì… oh maledizione!

Logan abbandonò il sandwich sul ripiano semivuoto del frigorifero e raggiunse in fretta il telefono. Compose il numero, ma niente… dopo tre squilli partì la segreteria telefonica. Maledizione Veronica, rispondi al telefono. Alla terza chiamata Logan desistette. E compose il numero d'emergenza.

 

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Keith Mars  non si aspettava più nulla dalla vita: gli aveva riservato fin troppe sorprese. Quando aveva conosciuto la sua futura moglie Lyanne aveva pensato che avrebbe potuto essere l'amore della sua vita. Ben presto si era reso conto che non poteva essere così. Alla donna era bastato incontrare sulle scale della scuola materna della loro figlioletta Veronica il ricco e affascinante Jake Kane per dimenticarsi in fretta delle promesse di matrimonio pronunciate solo pochi anni prima.

Keith Mars un tempo era sicuro che il suo lavoro come pubblico ufficiale e tutore della legge avrebbe seguito il corso naturale, e che avrebbe raggiunto la pensione comodamente seduto sulla poltrona di sceriffo. Al contrario ora stava aspettando il momento di ritirarsi dal mercato scomodamente acquattato sul sedile posteriore della sua macchina mentre pedinava un broker stranamente vicino alla piccola criminalità di Neptune. L'uomo era appena entrato al River Sticks, la sede operativa dei Fitz Patrik una famiglia di delinquenti di origine irlandese che gestiva il traffico di droga della città. Grazie alla connivenza del tutt'altro che incorruttibile sceriffo Winnie Van Lowe il potere di quei pericolosi criminali era cresciuto negli ultimi anni. Ma le vicine elezioni dello sceriffo stavano minando la sicurezza di Liam e fratelli, per questo stavano cercando di accumulare quanto più capitale possibile per una campagna elettorale con i fiocchi. Vinnie doveva restare al suo posto!

E così Mr. Morris, il broker col vizio del gioco pedinato da Keith era entrato a far parte della rete di finanziamento della campagna elettorale dello sceriffo. Peccato che i soldi estorti fossero della compagnia e non di Mr. Morris. Compagnia che voleva recuperare quanto gli apparteneva e liberarsi del traditore.

L'investigatore dalla lunga esperienza aveva raccolto abbastanza prove, gli serviva solo una registrazione ambientale decente,  ed era deciso a prendersela. "Allora, come se la sono cavata i cavalli questo fine settimana?" La voce sgraziata di Liam risuono metallica nelle cuffie di Keith. Dai che è la volta buona pensò l'ex sceriffo. Poi qualcosa si insinuo nella registrazione. Un ronzio ritmico e fastidioso. Ci mise un po'  a capire: il telefono delle emergenze. Quello che non doveva e non poteva mai essere spento. Keith lo estrasse rapidamente dalla tasca della giacca appoggiata allo schienale del sedile del passeggero. "Ragazzo mio, in cosa posso essersi utile?" Domando l'uomo al giovane all'altro capo del telefono. La voce di Logan Echolls era preoccupata e nervosa. "Keith... Se ne è dimenticata! Ti prego recupera Veronica. Io penso al resto: abbiamo solo mezz'ora!". Senza attendere risposta Logan chiuse la telefonata.

Maledizione Veronica penso l'ex sceriffo saltando sul sedile del guidatore e mettendo in moto.

 

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La stanza era silenziosa. La luce filtrava da sotto la porta, e i rumori ovattati che provenivano dall'esterno creavano la giusta atmosfera. Intrufolarsi nell'ufficio vuoto, accendere il computer con tutti i sensi all'erta… la parte più adrenalinica del suo mestiere, quella era la parte che le piaceva di più. L'emozione del non farsi beccare l'aveva sempre eccitata.

Come quando era al liceo e sgattaiolava silenziosamente nell'ufficio di Clemmons. Trovare la password non era un problema, perché era banalmente scritta sotto la cambrettatrice. Tuttiuguali, nessuna fantasia commentò la giovane donna ripensansando ai suoi 17 anni. Ma è possibile che nessuno sappia ricordarsi una password a memoria? O nasconderla in un posto decente? Tanto meglio per me… pensò la bionda mentre digitava il codice d'accesso che lo sceriffo aveva nascosto sotto il fermacarte. Le sue dita veloci ed esperte composero silenziosamente la frase "I'm the best", e così fu dentro. Dentro il computer dello sceriffo, libero accesso a tutti i dati, tutti i fascicoli, anche quelli secretati. Aprì la cartella "Cases", poi quella "Murder", e infine "Closed" e cercò sotto la "K". Infine lo trovò. "Kane L.". Inserì la pennetta nell'uscita USB e iniziò a copiare i file. Poi tornò indietro. "Murder", "Open" e cercò la "E"… Eccola qua! Esultò silenziosamente tra sé e sé. Copia, Incolla… il processo era lungo. Le cartelle contenevano fotografie, video, documenti, scansioni, testimonianze. Un sacco di materiale. 30%… dai maledetta macchina dell'anteguerra, sbrigati, intimò al vecchio computer che non ne voleva sapere di fare in fretta.

Fuori, nella sala principale dell'ufficio dello sceriffo le voci si fecero più alte. "Buon pomeriggio capo", esclamò Saks. Maledizione, doveva stare fuori ancora un paio d'ore… pensò Veronica, mentre fissava lo schermo, sperando che la copia dei file si velocizzasse. Niente da fare… 79%. La voce di Vinnie era vicina, molto vicina. "Saks, io non ci sono per nessuno, chiaro? Devo fare un paio di telefonate e a meno che non accada una catastrofe, il dipartimento è in mano tua".

85%… la maniglia si abbassò. Sono fregata, pensò la giovane donna, mano sulla pennetta, pronta a nascondere le prove delle sue azioni. Poi all'improvviso una voce familiare proruppe nell'androne. "Vinnie, dobbiamo parlare!". Suo padre, la sua salvezza.

Il computer comunicò che il salvataggio dei file era riuscito. Rapida Veronica chiuse tutte le finestre e mandò il computer in stand by. Poi sgusciò fuori dalla finestra, che richiuse prontamente alle sue spalle proprio mentre la porta si apriva, e lo sceriffo accendeva la luce. "Cosa vuoi Keith?"

"Lo sai benissimo cosa voglio" lo apostrofò scontroso l'investigatore "Sto aspettando da settimane la ricompensa per aver recuperato quel fuggiasco a pochi metri dal confine. Cosa deve fare un povero investigatore per guadagnarsi la pagnotta?". Quella era solo una scusa, era andato alla centrale per intercettare sua figlia e riportarla con i piedi per terra. Mancavano solo 10 minuti all'arrivo di quella fastidiosissima donna, e Veronica non si vedeva ancora. "Keith, sei stato sceriffo anche tu… sai che finché la contea non mi dà il via libera, i fondi sono bloccati…" si giustificò distrattamente lo sceriffo accendendo il computer. "Beh, vedi di velocizzare la procedura. Almeno questo lo puoi fare…" rispose Keith. "Farò il possibile, ma ora lasciami in pace. Già mi tocca vedere quella spina nel fianco di tua figlia tutti i benedetti giorni… A proposito, dove è?". Si alzò e andò alla porta. Si appoggiò allo stipite e urlò: "Mars!"

"Si capo?", fece capolino Veronica dalla stanza degli interrogatori. "Quanto manca alla fine del tuo turno? Papino è venuto a prenderti…". Veronica restò interdetta… non aveva la più pallida idea di che ore fossero.

"A dire il vero il tuo turno, tesoro, è finito tre ore fa. Possiamo andare a casa? Abbiamo un appuntamento tra pochi minuti" intervenne Keith, facendo alla figlia segno che era ora di andare.

Cavoli, pensò l'agente Veronica Mars mordendosi il labbro inferiore, mi sono completamente dimenticata dell'assistente sociale.

 

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"Lo so papà, lo so" esclamò Veronica, mentre seduta sul sedile posteriore faceva la contorsionista cercando di togliersi la divisa del dipartimento. Una camicetta bianca e un paio di jeans lisi erano il cambio d'abito che suo padre aveva recuperato dal vecchio appartamento che un tempo divideva con la figlia. "Non ho detto nulla, tesoro." Rispose lui con fare canzonatorio.

Lei sbuffò mentre finiva di infilarsi i jeans e calzava le sue vecchie Convers. "Fino a questa mattina me ne sono ricordata, poi una cosa tira l'altra e me ne sono dimenticata… sai com'è…" tentò di giustificarsi lei. "Non ho detto nulla, tesoro, e non ho intenzione di dire nulla. Sei una donna adulta, ormai. Hai un lavoro e delle responsabilità. Sta a te ricordartene! E poi" continuò l'uomo, mentre Veronica passava sul sedile anteriore e si allacciava la cintura "penso che a casa ci sia qualcuno che si occuperà di tirarti le orecchie!" concluse l'uomo. Il ruolo del poliziotto cattivo non sarebbe toccato a lui questa volta.

 

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Keith accostò di fronte alla nuova casa di sua figlia, che rapidamente gli diede un bacio sulla guancia e si precipitò fuori dalla macchina. "Ho fatto la spesa per voi mentre Logan si occupava del resto. La trovi nel bagagliaio". "Sei il migliore!" esclamò lei indossando la giacca. "Chi è il tuo papà?!?" domandò lui. "Grazie!" esclamò lei, sbattendo la portiera e non lasciando al padre il tempo di rispondere. L'uomo sorrise mentre osservava la figlia aprire il bagagliaio e recuperare le buste della spesa. Quando la sua bambina aprì la porta di casa, partì. L'avrebbe chiamata più tardi per sapere come era andata.

 

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Si chiuse la porta dietro alle spalle e sospirò. Le luci erano tutte accese, e tre paia d'occhi le si puntarono addosso. "Signora Hoogan, buona sera!" esclamò Veronica, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi. "Signorina Mars…" rispose la donna, con poca enfasi. L'assistente sociale, la signora Hoogan, seguiva il caso di Logan e Veronica da oltre sei mesi, e ogni quattro settimane si presentava alla loro porta. Varcava la soglia e sviscerava ogni loro mossa. Orari, alimentazione, vestiario, motivazione, impegno… la loro privacy veniva messa a nudo. Era il prezzo che dovevano pagare per mantenere una promessa: quella di prendersi cura di Lilly mentre Duncan era in galera.

Dopo l'arresto avvenuto sul finire dell'estate precedente, i ben pagati avvocati della famiglia Kane erano intervenuti subito, ma nessuna cauzione per l'ex fuggiasco, il giudice era stato ferreo nella sua decisione. Rischio di fuga troppo alto. E così Duncan Kane da sei mesi viveva in un carcere di media sicurezza mentre i suoi avvocati cercavano di tirarlo fuori. Uno die punti su cui facevano leva era il delicato stato di salute del rampollo di casa Kane, ma per ora non avevano ottenuto nessun risultato.

Nel frattempo era partita una guerra per chi avrebbe dovuto prendersi cura della bambina. Celeste Kane da una parte, Jake e Lyanne dall'altra. E poi la signora Manning. Tutti volevano diventare i tutori legali della piccola, ed erano pronti a tutto. Ma la carta che Logan e Veronica avevano firmato poche ore dopo l'arresto di Duncan, faceva di loro due gli unici tutori della bambina.

Dal giorno in cui la piccola Lilly era stata loro affidata, la vita dei due giovani era profondamente cambiata. Avevano cercato una sistemazione decorosa e abbastanza vicina alla scuola. Veronica aveva dovuto abbandonare il lavoro a Los Angeles, chiudere l'ufficio e cercare un lavoro a Neptune. Perché? Così aveva stabilito il giudice. I parenti della bambina si trovavano tutti nella contea di Balboa, come il padre e gli assistenti sociali di riferimento. Veronica e Logan, se volevano occuparsi della bambina, dovevano trasferirsi a Neptune. Punto.

E così era stato. Veronica aveva lasciato al sua vita, il suo lavoro, la sua casa per prendersi cura della figlia di Duncan Kane.

 

Spazio autrice.

Eh sì, l'avevo detto e incredibilmente lo sto facendo. Sono in fase "Waiting the movie" e sto leggendo e rileggendo FF su Veronica Mars. Mi è venuta voglia di scrivere e continuare la storia da me iniziata nel lontano 2008.

Storia che mi sono accorta è piena di errori. Piccole sviste ma anche madornali sbagli. Chissà, magari la riprendo in mano e la sistemo!

By the way, buona lettura!

Sghisa

  
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