Will si sveglia. Il sole non è ancora sorto. Il suo sguardo saetta verso il polso -riflesso condizionato. Ventisei ore.

Si possono fare molte cose in un giorno.

C’è tempo per una doccia, ad ogni modo. Lascia dormire Sylvia.

Quando esce dal bagno, Sylvia è seduta con le ginocchia strette al petto, lo sguardo fisso alla finestra. È l’alba: il grigio perla del cielo si sta facendo via via più chiaro.

Will le si avvicina e le dà un bacio sulla guancia.

‘Fra una settimana compio novantasei anni.’, lo informa lei senza smettere di guardare il cielo.

‘Venticinque.’, la corregge lui con un sorriso.

Lei non sorride di rimando.

‘È arrivato il nostro tempo, Will.’

Lui non risponde. Lei si alza in piedi e s appoggia allo stipite della finestra. Parigi è splendida a quell’ora del giorno. Il panorama non è eccelso nella piccola stanza pulciosa dell’albergo da due minuti, ma c’è qualcosa di particolare nell’aria. C’è fresco. C’è calma. È l’unica ora del giorno in cui sembra di avere tutta la giornata davanti… Tutto il tempo del mondo.

‘Voglio andare sulla Torre.’, dice Sylvia. ‘Voglio stringere il polso di un passante, tenermi cinque minuti per salire, guardare Parigi dall’alto e andarmene senza rimpianti.’

‘Nessuno prenderebbe il tuo tempo, non in un quartiere così. Non hanno bisogno di rubare tempo agli altri da quelle parti, lo sai.’

‘Allora salgo e mi sparo un colpo.’

‘Che fretta c’è?’

‘È arrivato il momento.’

‘C’è ancora molto che possiamo fare.’

Lei incrocia il suo sguardo.

‘Tu non ci credi più.’, dice. ‘Non credi più che essere immortale sia contro natura.’

‘Tutto il tempo che abbiamo ce lo siamo guadagnato. Ce lo meritiamo, Sylvia. E non siamo certo milionari.’

‘Non è questo il punto. Abbiamo più di cent’anni, Will.’

‘Sylvia…’

‘Non posso costringerti a fare niente, ma io ho preso la mia decisione. Che fai, mi segui? O vuoi scoprire che effetto fa avere tutto il tempo del mondo e non sapere che farne? Tu non hai mai saputo cosa significa. Io sì. Allora, Will?’

Will sospira.