Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Piccina91    30/11/2013    5 recensioni
Un cuore è destinato a legarsi con un altro cuore. Un'anima è destinata a legarsi con un'altra anima.
Nella vita tutti sogniamo un amore unico, che ci consuma, che ci fa piangere, che ci fa ridere, che ci fa VIVERE.
La vita di Elena verrà sconvolta dall'entrata in scena di Roberto, un ragazzo che a tutto pensa tranne che all'amore.
Il cuore della nostra protagonista è ferito dagli ultimi avvenimenti, riuscirà lui a guarirlo o lo calpesterà definitivamente?
Dal testo: Due persone che camminano ognuno per la propria strada che, a volte, si fermano insieme ad un punto. Ma la fermata non può durare per sempre, solo per qualche minuto. Poi ripartiamo verso due direzioni diverse senza sapere quale sarà la prossima volta in cui ci fermeremo insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HTML Online Editor Sample

Il sole ormai era sorto da alcune ore ma io ero ancora rannicchiata a letto. Mi stavo godendo al meglio gli ultimi giorni di libertà prima del rientro a scuola, prima di iniziare l’ultimo anno del liceo scientifico. Alzai la testa da sotto le coperte  e guardai l’orologio sul comodino. Purtroppo era arrivata l’ora di alzarsi e anche il mio stomaco era d’accordo. Andai in bagno e quasi svenni quando mi specchiai. Borse sotto gli occhi, capelli in disordine e aria da barbona. Mi buttai sotto la doccia e pochi minuti dopo ero già vestita e profumata. In cucina trovai mia sorella Lily intenta a prepararsi un panino. Era più piccola di due anni e non la sopportavo. Forse era più giusto dire che non ci sopportavamo a vicenda. La salutai con un cenno, che nemmeno ricambiò, e aprii il frigorifero in cerca di cibo. Trovai un po’ di pasta al sugo del giorno prima e la riscaldai. Dopo aver finito di mangiare, guardai un po’ di televisione e alle quattro in punto,come ogni giorno, mi recai al cimitero. Era una scelta inusuale per una ragazza di diciotto anni, ma quel posto per me era importante. Avanzai spedita e mi fermai di colpo quando arrivai alla tomba di mio padre. L’avevo perso pochi mesi prima  ma non a causa di un incidente e né per una malattia. Un bandito lo aveva ucciso durante una rapina. Mio padre era un maresciallo dei carabinieri ed era il mio eroe. Mi sedetti sul prato verde e accarezzai la foto sulla lapide. Una lacrima mi rigò il viso e la mia mente mi riportò a due mesi prima.

***

Ero sdraiata sul divano a mangiare gelato al cioccolato. Il caldo estivo mi stava facendo impazzire e il ventilatore mi dava poco sollievo. Ad un tratto il telefono cominciò a squillare.

<< Mamma, il telefono>> gridai

<<Rispondi tu, Elena>> rispose dal piano di sopra

Sbuffai sonoramente e andai a rispondere. Sicuramente era qualcuno che cercava di farmi cambiare gestore o che mi voleva fare un’offerta esclusiva. Li avrei mandati  a quel paese in ogni caso.

<<Pronto?>>

<<Parlo con la famiglia Turati?>> chiese un uomo

<<Si,esatto>>

<<Lei è la moglie del maresciallo?>>

<<No, sono la figlia ma dica pure a me>> dissi scocciata

<<Non so se posso dirlo a lei signorina>>

<<Senta ho diciotto anni, dica quello che deve dire e la faccia finita>> risposi arrabbiata

<<Suo padre è morto>>

Non risposi più, nonostante il collega di mio padre continuasse a chiamarmi al di là della cornetta. Mi accasciai a terra e urlai a squarciagola. Mia madre, terrorizzata dalle mie urla, si precipitò in cucina e mi chiese cosa fosse successo. Le passai il telefono senza dire una parola, mentre le lacrime scendevano come fiumi sul mio viso. Quando apprese anche lei la notizia, si unì al mio dolore e mi abbracciò piangendo.

***                                                                                                                                                                                    Rivivevo quella scena quasi ogni notte, nei miei incubi. Non avevo ancora superato la sua morte, anche se facevo sembrare tutt’altro. Se avessi ceduto io, chi avrebbe consolato mia madre nei momenti di sconforto? L’unica che era andata avanti era mia sorella. Negli ultimi tempi usciva spesso, rimanendo a casa solo per mangiare e per dormire. Come aveva fatto a tornare alla normalità? E perché io non c’ero riuscita? Mi asciugai gli occhi e ripresi ad ammirare la foto del mio eroe.

<<Papà, mi manchi>> sussurrai

So che non è normale, ma da quando era morto io continuavo a parlare con lui. Gli raccontavo la mia giornata, le mie preoccupazioni, lo mettevo al corrente di tutta la mia vita e solo così lo sentivo vicino.

<<Tra qualche giorno inizia la scuola, vorrei poterti abbracciare e sentirmi dire che tutto andrà bene. Questo è l’anno della maturità e non solo scolastica. Io avevo bisogno di te, papà>>

Sentii dei passi dietro di me e mi voltai spaventata. Sorrisi alla mia migliore amica.

<<Sei qui, ti ho cercato dappertutto>>

<<Sono sempre qui>> risposi facendole spazio

<< Buonasera signor Turati>> disse Federica sedendosi accanto a me

<<Non devi farlo, so che è da pazzi parlare con i morti>>

<<Non è da pazzi, io parlavo con mia nonna quando è morta>>

Federica era la mia migliore amica dalle medie. Era l’unica persona che riusciva a capirmi solo guardandomi negli occhi, l’unica che mi facesse ridere in questo periodo di merda, l’unica cosa positiva della mia vita.

<< Grazie >> le dissi semplicemente

<< Andrà tutto bene, affronteremo quest’anno nel migliore dei modi. E poi dobbiamo trovarti un fidanzato. Signor Turati, non crede che sia arrivata l’ora di sistemare sua figlia? E’ così bella >>

Scoppiai a ridere immaginando la faccia che avrebbe fatto mio padre. Lui era sempre stato geloso di me e mi aveva cresciuto in modo severo. Una volta gli avevo presentato il mio fidanzato, ormai ex. Lo aveva tartassato di domande ma poi mi aveva dato il permesso di vederlo. Il ragazzo in questione, dopo poche settimane, mi aveva lasciato in tronco senza nessuna spiegazione. Mio padre voleva ucciderlo!

<< Torniamo a casa, è quasi buio>> proposi

Baciai la foto di mio padre e presi sotto braccio la mia amica per tornare a casa. Lei abitava nella villa accanto alla mia, come se il destino avesse voluto la nostra amicizia. La salutai ed entrai in casa. Mia madre stava preparando la cena. Le baciai una guancia e mi incantai guardandola. Era una donna bellissima, una di quelle quarantenni che ne dimostrano trenta, con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Io, al contrario, avevo ereditato gli occhi castani di mio padre. Non le somigliavo molto, avevo solo il suo stesso colore di capelli.

<<Elena, cos’hai da guardare?>>

<<Niente, cosa prepari?>> domandai cambiando discorso

<<Pasta alla carbonara>>

Mia madre era sempre stata una brava cuoca, mio padre diceva che lei lo aveva preso per la gola.

<< E Lily quando arriva?>> chiesi

<< Non lo so, sono rientrata da poco dal lavoro e non ho trovato nessun biglietto>>

I biglietti sul frigo erano l’unico modo di comunicare di mia sorella. Nessuno osava parlarle direttamente da due mesi . Annuii e presi le posate dal cassetto per apparecchiare. Mia madre lavorava come segreteria di uno studio legale per mantenere la famiglia. Usciva di casa alle otto del mattino e rientrava alle sei circa. Non aveva mai lavorato prima che mio padre morisse ma adesso era lei a dover portare i soldi a casa visto che io e mia sorella andavamo ancora a scuola. Sentii sbattere la porta di casa, segno che era rientrata Lily.

<<Cazzo, si è messo a piovere>>

<< Ciao tesoro>> le rispose mia madre

<< Ciao>>  dissi io continuando ad apparecchiare

<<Che si mangia?>> chiese lei non rispondendo ai saluti

<< Pasta alla carbonara, la tua preferita>> esclamò mia madre sorridendo

<<Non è mai stata la mia preferita>> rispose lei acida

Mia madre abbassò lo sguardo mortificata. Lily la trattava così ogni santissimo giorno.

<<Sei una stronza, la mamma si sbatte per noi e tu la ripaghi così?>>

<<Mi è passata la fame, vado a dormire>> rispose lei fulminandomi con lo sguardo

Mia madre scolò la pasta e la unì al sugo. Portò i piatti a tavola e iniziammo a mangiare. Era sempre la stessa storia, o stavi zitta e incassavi le affermazioni di Lily oppure lei non ti degnava della sua presenza. Che poi, a me non cambiava nulla se c’era o non c’era. A me bastava stare con mia mamma.

<<Potevi trattenerti dall’insultarla>>

<<Mamma, lei fa sempre quello che le pare. Insulta me, insulta te ad ogni ora del giorno e della notte. Per una volta le rispondo e ho pure torto?>>

<<Sta soffrendo>>

<<Non è l’unica che soffre! Soffro anch’io e soffri anche tu. Basta metterla su un piedistallo>>

Restammo in silenzio per tutta la cena, poi l’aiutai a fare i piatti. Accesi il dvd per vedere un film  mentre lei andò a dormire. Lily scese in punta di piedi per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Non la degnai nemmeno di uno sguardo e continuai a guardare lo schermo. Non sarei andata da lei a scusarmi, non l’avrei messa sul piedistallo come mia madre. Se ci fosse stato mio padre, lei non si sarebbe comportata così.

Mi manchi, papà!

 

 

Ciao ragazzi!

Eccomi qui con una nuova storia. Ero seduta a rilassarmi sul divano e ho avuto questa ispirazione, così l'ho colta al volo. Quindi questo capitolo è un esperimento, se piace continuo.. se non piace cestino. Ho introdotto Elena, la protagonista, la migliore amica Federica, la sorella Lily e la madre. La loro vita è stata sconvolta da un lutto. Il padre è morto durante una rapina, mentre stava lavorando. Questo evento tragico ha ferito il cuore di Elena. Qualcuno lo guarirà?

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Piccina91