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Autore: __Cam__    01/12/2013    1 recensioni
È buffo come un semplice incontro causale possa stravolgere in questo modo una vita. È questo che stava provando Shinobu Takatsuki, ragazzo, studente e perdutamente innamorato di un uomo più grande di lui di ben diciassette anni. Yō Miyagi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shinobu Takatsuki, Yō Miyagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Ok, premetto che è da una vita che non scrivo qualcosa quindi potrei essere molto arruginita. In realtà sono più una lettrice che una scrittrice. Ho da poco finito di guardare questo anime semplicemente meraviglioso(sto leggendo il manga ora) e ovviamente mi è vanuta voglia di scrivere qualcosa. Spero che non ci siano errori, nel caso, mi dispiace. Può sembrare una copia della puntata ma ho aggiunto qualcosa di diverso, spero non sia noiosa.

***

Destiny

Ognuno di noi, ad un certo punto della nostra vita, si troverà davanti a delle scelte o decisioni difficili da prendere. Ci chiederemo se saremo veramente così sicuri e fiduciosi di noi stessi da buttarci a capofitto in qualcosa di rischioso e nuovo. Per un giovane ragazzo di 17 anni tutti questi pensieri non erano altro che una fonte di enorme confusione mentale.

È buffo come un semplice incontro causale possa stravolgere in questo modo una vita. È questo che stava provando Shinobu Takatsuki, ragazzo, studente e perdutamente innamorato di un uomo più grande di lui di ben diciassette anni. Yō Miyagi.

L’uomo in questione, oltre ad essere apparentemente etero, era anche l’ex marito della sorella maggiore del giovane. Shinobu si chiedeva spesso se il destino gli avesse voluto giocare un brutto scherzo ma che senso aveva dare la colpa a qualcosa di così astratto?

Non poteva altro che essere un’ingiustizia. Conoscere una persona capace di farti battere il cuore così forte per poi scoprire che presto si sarebbe sposato con una tua parente. Ma poi era arrivata al suo orecchio la grande notizia.
 
Miyagi e Risako avevano divorziato.

Per questa volta, aveva pensato Shinobu, il destino aveva fatto in modo di accontentarlo un po’, o almeno donargli qualche speranza.

Il giovane non aveva mai avuto una personalità socievole e allegra. Molti evitavano il suo sguardo per non essere contagiati della sua aura di negatività e perenne fastidio. Il ragazzo non sapeva comportarsi in modo differente e solo all’idea di dover cambiare se stesso per piacere a chi gli stava intorno gli faceva storcere il naso.

Per Shinobu la solitudine non era mai stata un problema, non aveva mai sentito il bisogno di avere al suo fianco una figura amica con cui potersi confidare. Preferiva tenersi tutto dentro e venire a patti con i suoi problemi da solo. Ormai però la solitudine non gli sembrava più un qualcosa di positivo. Desiderava avvicinarsi a quell’uomo, parlare con lui, confidarsi, baciarlo.
 
*

- Levati dai piedi ragazzino! Non ho tempo da perdere con te! -

Parole fredde, gelate, uscirono dalla bocca di Miyagi. Parole che Shinobu doveva sopportare ogni giorno da quando aveva deciso che il suo scopo sarebbe stato quello di farsi accettare ed amare da quell’uomo.

C’erano giorni in cui si chiedeva se ne valeva veramente la pena. Continuare a farsi riempire di cattiverie da una persona più grande di lui, che evidentemente non desiderava altro che liberarsi dal peso di un ragazzino che lo opprimeva e infastidiva. Il problema era che ormai non poteva più tornare sui suoi passi.

- Tu devi stare con me, è destino! Io ti amo! -

Per poco Miyagi non si strozzò con la sua saliva. Non aveva idea di cosa stava blaterando quel ragazzino. Una cosa era certa. Non gli piaceva per niente quella situazione e doveva assolutamente mettere in chiaro le cose. Quella storia stava iniziando veramente a disturbarlo.

Non era la prima volta che il suo ex-cognato si presentava alla sua porta con quella frase e il più grande non capiva cosa si aspettasse da lui.

- Non dire idiozie, sei solo un moccioso! Chi ti credi di essere? Torna a giocare con i tuoi amichetti nel parco! -

Una risata tagliente e crudele uscì dalle labbra si Miyagi e nello stesso momento Shinobu sentì un piccolo ‘crak’ provenire dal suo piccolo cuore, troppo pieno di amore.

Poteva farlo? Arrendersi.

- Ti amo… -

Una parola sussurrata ma che in quella situazione fu più chiara che mai. Nella stanza risuonò un sonoro schiocco e il giovane sentì un forte bruciore sulla sua guancia destra. L’aveva colpito.

- Mi sono veramente stancato! Io non provo niente per te, è chiaro?! -

Shinobu si lasciò strattonare fino all’uscita dell’appartamento senza dire una parola. Era arrivato forse il momento di arrendersi veramente. Non aveva speranze.

Calde lacrime iniziarono a percorrere le guance arrossate del giovane, i battiti del suo cuore rallentati, quasi come se per quel muscolo fosse difficile riuscire a svolgere bene il suo lavoro, per quanto era spezzato.

- Scusami. Non ti darò più fastidio. Scordati di me. -

Con queste ultime parole Shinobu iniziò a correre per lasciarsi alle spalle quel luogo dove aveva lasciato i pezzi del suo cuore ormai infranto.
 
*

L’appartamento di Miyagi, negli ultimi tempi, non era mai stato così silenzioso. Era strano tornare a casa e notare che nessun ragazzino lo stava seguendo. Continuava a ripetersi che era sollevato e che finalmente gli aveva fatto capire chi comandava. Quell’insolente doveva sbatterci la testa  prima di capirlo.

Sospirò rivolgendo il suo sguardo al soffitto bianco della sua camera, testa sul cuscino e tra le mani uno dei libri che più amava, letto e riletto, usato solo per cercare una distrazione.

Ma chi voleva prendere in giro, pensò l’uomo rigirandosi nel letto. Si sentiva stranamente vuoto e anche in colpa. Forse aveva esagerato, non doveva colpirlo. Ancora con quei pensieri sentì il suo cellulare squillare. Lo afferrò e rispose senza neanche guardare il mittente.

- Pronto, è Miyagi che parla. -

- Sono il Decano.. Miyagi, ti chiamo per chiederti una cosa, non è niente solo che sono preoccupato per mio figlio. -

L’uomo si mise subito sull’attenti. Il Decano era il padre di Shinobu e ascoltando il suo tono preoccupato non poteva altro che temere il peggio.

- Mi dica pure. -

- E’ per caso successo qualcosa tra lei e Shinobu? -

- Perchè mi chiede una cosa simile.. niente di che comunque. -

- Beh dal momento che Shinobu mi ha chiesto di porgerti le sue scuse, mi sono chiesto se avesse fatto qualcosa che l’ha infastidita. Quel ragazzo è uno stupido ribelle. Nel caso, chiedo scusa per averle creato problemi. -

- No, no. Nessun fastidio. -

Cosa diavolo stava succedendo? Perché Shinobu si stava scusando? Non era forse lui che l’aveva colpito?

- Deve essere stato un sollievo per te sapere che ha deciso di tonare in Australia per continuare gli studi così all’improvviso. -

L’uomo si sentì mancare. Cosa stava dicendo? Aveva capito bene?

- Cosa? Non lo sapevi? -

- Mi scusi, quando? -

La voce di Miyagi era veloce e si poteva cogliere benissimo una nota di nervosismo.

- Me l’ha detto ieri sera al telefono. -

- Mi scusi, no, intendevo.. quando partirà? -

- Ah.. oggi. -

No. Quello stupido!

- Mi scusi signore, devo andare. -

Con una scatto Miyagi si alzò dal letto e afferrando in fretta e furia le chiavi dell’auto, fece giusto in tempo a infilare le scarpe e chiudere la porta di botto che gia aveva iniziato a correre a perdifiato.

Quel moccioso credeva forse che poteva prendersi gioco di lui in questo modo?

Forse il destino stava giocando a lui un brutto scherzo. Da quando Shinobu non si era presentato più alla sua porta non c’era un momento della giornata nel quale il pensiero di quel ragazzo non facesse capolino nella sua mente. Era un ossessione. Cosa diavolo gli stava succedendo? Provava veramente qualcosa per quel ragazzino?

Superando ogni limite di velocità arrivò in fretta all’aeroporto. Venne travolto da un mare di gente chiassosa e lenta. Perché tutto era contro di lui? Come avrebbe fatto a trovare Shinobu? Erano questi i pensieri di Miyagi.

Un ragazzo seduto nella parte riservata ai viaggiatori catturò l’attenzione del più grande. Non poteva essere nessun’altro. Si avvicinò lentamente cercando di regolare il respiro affannato.

- Eccoti qui, moccioso. -

- Che cosa ci fai qui? -

La sua espressione sconvolta e spaventata fece provare una fitta al cuore dell’uomo. E se fosse arrabbiato con lui? Poteva pretendere il suo perdono?

- Non hai il diritto di partire così all’improvviso. -

Il ragazzo boccheggiò sconvolto. Gli occhi gli si inumidirono velocemente e lacrime inondarono i suoi occhi grigi-azzurri.

Il cuore di Shinobu batteva all’impazzata. Si avvicinò a Miyagi e afferrò la sua camicia, stringendola tra i pugni. Occhi bassi e il corpo scosso da singhiozzi sempre più forti e frequenti.

- Non puoi comportarti così! Cosa diavolo pretendi ora? Sei stato tu a dirmi che dovevo lasciarti in pace! Non lo vedi? Lo sto facendo, stupido! -

Miyagi non poteva credere ai suoi occhi. La disperazione nella voce di quel ragazzo, i suoi sentimenti repressi. Gli stava lasciando il suo spazio. Aveva sempre voluto quello, ma ormai il suo mondo era stato stravolto da quel piccolo uragano.

- Non so se ti amo. Ma sicuramente provo qualcosa per te. Non voglio che tu vada via. -

Vedere quegli occhi spalancati, puntati verso il più grande, non fecero altro che aumentare la voglia che aveva di sentirlo più vicino e proteggerlo. Fregandosene della gente che li stava guardando e giudicando, si avvicinò ancora di più a lui.

- Shinobu… -

Piccole goccioline caddero dagli occhi del ragazzo, bagnando il pavimento mentre continuava a fissarlo in attesa di qualcosa.
L’uomo sospirò e fece l’unica cosa che si sentiva di fare in quel momento.

Prese il mento di Shinobu tra il pollice e l’indice, alzandogli il volto segnato dalle lacrime. Doveva chiedere un’ultima cosa.

- Sai a cosa stai, stiamo, andando in contro? Ti rendi conto che non sarà facile? -

Gli occhi del giovane si immersero in quelli profondi della persona amata.

- Si. -

Un piccolo sussurro che scosse il cuore di Miyagi nel profondo. Rimase in silenzio a fissare quel ragazzo che lo guardava con quegli occhioni lucidi e le orecchie rosse. Come poteva non trovarlo semplicemente adorabile? Si guardò per un momento intorno per vedere se avevano attirato l’attenzione di qualche curioso ma fortunatamente tutti sembravano troppo occupati per curarsi di due persone nella sala d’aspetto.

- Vieni qui piccoletto..  -

Le loro labbra si incontrarono a metà strada. Shinobu pensava che anche loro fossero destinate ad essere unite. In fondo quella parola era stata principale nella loro storia.

Il Destino.

- Ora smetti di piangere però. Non posso farmi venere con un marmocchio. -

Shinobu lo guardò male e gli diede una botta sul petto, sbattendo anche un piede a terra.

- Non chiamarmi in questo modo! -

- Come vuoi piccoletto. -

Miyagi lo abbracciò stretto per poi ribaciare quel ragazzo che nel giro di qualche mese aveva stravolto e distrutto ogni certezza che aveva.

Shinobu era come un terrorista. Il suo terrorista.
 
Fine.
  
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