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Autore: _Marlee_    01/12/2013    1 recensioni
Non voglio mancare.
Cit. Arizona
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
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Se lei non fosse andata in Africa, se lei non mi avesse lasciato solo perchè non ero entusiasta all'idea di trasferirmi, se solo lei non fosse andata via senza neanche voltarsi indietro e se lei adesso non si fosse pentita e non fosse  tornata da me, in questo momento non mi troverei in questa situazione. Lo so, dovrei essere felice del fatto che adesso siamo felici insieme di nuovo, ma so che lei non ha mai voluto figli, cosa strana per un chirurgo pediatrico, ma l'ho accettato. Ma l'errore io ormai l'ho fatto, quando lei era in Africa io sono andata a letto con il mio migliore amico e lei lo sapeva, ma adesso ho scoperto le conseguenze, sono incinta, e ho due possibilità: o dire ad Arizona che aspetto un bambino e farmi lasciare oppure lasciarla senza darle troppe spiegazioni. Io la amo e questo rende difficili entrambe le scelte, lei è tutto quello che ho sempre desiderato, lei e una famiglia erano il mio sogno, ma a quanto pare non posso averle entrambe, la mia scelta fu sofferta, ma era l'unica cosa che potevo fare. La sera stessa le avevo dato buca all'appuntamento, so che si sarebbe arrabbiata, ma per non farla soffrire devo portarla ad odiarmi. E quello fu il primo passo verso una vita di sofferenza, ma ormai non potevo piu pensare solo a me stessa. 
Il giorno dopo a lavoro lei voleva delle spiegazioni "Non è mai successa una cosa del genere, stavi male? Potevi dirmelo sarei passata" queste sono le frasi che io non dovrei neanche sentire, che mi fanno sciogliere ogni singola volta "Si avevo un po di malessere e non volevo farti preoccupare" dissi io cercando di essere il piu carina possibile "Io mi sono preoccupata lo stesso perche non ho avuto notizie tue fino ad adesso, quindi non mi hai risparmiato niente" disse lei un po irritata "Senti scusami ancora, ma adesso ho un intervento, se riesco ci vediamo a pranzo" altra cosa che non è mio solito dire, perche facevo i salti mortali pur di stare con lei anche solo cinque minuti, lei non capi bene, anzi rimase stranita da questo mio comportamento. Questa storia andò avanti un paio di settimane, lei mi invitava e io inventavo scuse pur di non andarci, e questo mi stava uccidendo dentro, mi stava distruggendo. Una sera, poco dopo il mio ritorno a casa, suona il campanello: è lei. 
"Callie, mi stai prendendo in giro? Ti sei accorta che in realtà non ti piacciono le donne? Sei una di quelle finte lesbiche che si fanno una vacanza a LesboLand per poi tornare alla vecchia vita? Sei una di quelle che si fanno il giro delle donne chirurgo?" iniziò ad avere la voce quasi rotta dal pianto, le lacrime facevano brillare ancora di piu i suoi occhi azzurri e questa immagine mi invogliò a dirle tutta la verità, ma non potevo e quindi iniziai a mentire "Arizona, non lo so piu cosa voglio, non so piu cosa mi piace, sono sessualmente disturbata, non so se voglio un uomo o una donna al mio fianco, non so se voglio una mora o una bionda, non so se voglio te per il resto della vita" queste parole facevano schifo mentre le dicevo, ed ero consapevole che non le avrebbe dimenticate molto in fretta, ma era questo il mio obbiettivo, proteggerla da una cosa che l'avrebbe tenuta legata ad una vita che non voleva. In questo momento lei scoppiò a piangere, io mi facevo schifo da sola, la voglia di andare ad abbracciarla subito era tanta, la voglia di sentirla protetta tra le mie braccia era assurda, e la voglia di sentir smettere quelle lacrime era immensa "Adesso non vorrei sembrati scortese, ma averti qui mi confonde ancora di piu" lei mi guardò delusa, molto delusa, e triste, aveva quella tristezza negli occhi che avevo visto raramente. 
Brava Callie, adesso hai allontanato per sempre dalla tua vita la persona piu importante e per di piu adesso ti odia, ma so di averla salvata da una vita che non sarebbe stata la sua. 
Da quel momento decisi di trasferirmi, Los Angeles era il luogo ideale, la spiaggia, il clima, il mare e la natura, niente a che vedere con Seattle, mia figlia sarebbe nata li, raggiunsi Addison, la mia migliore amica, che mi aiutò con la ricerca della casa e con le visite. Arizona non si fece piu sentire, sono state tante le volte che scrivevo messaggi pieni di verità e amore, ma non ho mai avuto il coraggio di inviarli, era questo il mio problema, io scappo, quando una cosa si fa troppo complicata scappo, ecco il perche ho allontanato l'amore della mia vita, ecco perche ero a Los Angeles e ecco perche tutti quei messaggi mi hanno riempito la cartelle di BOZZE. 
Cinque anni dopo, non avrei mai voluto un futuro come questo, mia figlia ha quattro anni, soffre della sindrome dell'intestino corto e è in lista per un trapianto dal giorno in cui è nata, e in tutto questo tempo non abbiamo visto neanche un donatore, Sofia è l'amore della mia vita, lei è la mia principessa, lei è tutto quello che ho e che mi resta, per lei darei la vita. Il giorno del suo  quinto compleanno gli organizzai una festa, con le sue amichette e amichetti dell'asilo della clinica, Addison era riuscita a farmi lavorare alla sua clinica, un chirurgo ortopedico trova sempre un posto in cui lavorare. Quel pomeriggio, il mio appartamento era pieno di bambini, c'erano Rachel, Giorgia e Caroline che erano le tre gemelle di Cooper e Charlotte, poi c'erano Lucas il figlio di Violet e la piccola Stella, l'ultima arrivata, la figlia di Naomi. Passammo tutto il tempo tra balli, canti e giochi vari, poi ad un tratto squilla il telefono, Cooper abbassa il volume della musica e io rispondo "Parlo con Calliope Torres?" "Si sono io, mi dica." dissi io un po preoccupata "Ma non mi riconosci sono Miranda Bailey, ho una notiziona per te, sei pronta a prendere il primo volo per Seattle, abbiamo l'intestino per Sofia" da quel momento in poi iniziai a piangere, non sapevo cosa fare, la felicità arrivava alle stelle, adesso avevo la possibilità di festeggiare il sesto compleanno di Sofia "Dici sul serio? Non è uno scherzo? Grazie grazie, prendiamo il primo volo" riattaccai e tutti mi guardavano preoccupati, ma a me interessava di Sofia "Amore, andiamo ad aggiustare il pancino, vuoi? Vai a preparare le valige, porta tutto quello che vuoi" lei iniziò a ridere correndo verso la sua cameretta "Bimbe, andate a darle una mano" disse Charlotte rivolgendosi alle gemelle "Callie c'è l'intestino?" mi chiese stupita Violet "Si si, c'è l'intestino" dissi io entusiasta "La Bailey non si smentisce mai" ridacchiò Addison. 
Il mattino dopo, io e la mia principessa eravamo li al Seattle Grace, quel posto mi portò alla mente una quantità infinita di ricordi belli come il mio periodo di specializzazione, i miei interventi piu belli, le mie cazzate con Mark, ma anche cose brutte, il tradimento e la morte di George, la partenza di Erica, il tumore di Izzie, ma posso dire che l'insieme di questi ricordi e delle scelte che ho fatto mi hanno portato ad essere la persona che sono. 
Era inutile negarlo, Sofia aveva bisogno di lei, e per quanto volessi evitarlo, non potevo, aveva realmente bisogno di lei, la cercai per tutto l'ospedale, nel suo reparto, ma di Arizona Robbins non c'era traccia. 
Incrociai Miranda che prese Sofia e la portò nella sua camera, che aveva decorato apposta per lei, io continuai a cercarla, la vidi era alla macchinetta del caffè con Alex Karev, ormai diventato uno strutturato, appena mi vide sgranò gli occhi, non ci credeva, lo leggevo dalla sua faccia, mi avvicinai a lei "Dottoressa Robbins posso parlarle solo un momento?" lei esitò un momento e poi si avvicinò "Callie cosa ci fai tu qui?" disse lei stupita "Credimi se non avessi sul serio del tuo aiuto non sarei qui.." in quel momento arriva Sofia "Mamma mamma, guarda cosa mi ha regalato questa signora.." dice indicandomi Miranda e mostrandomi un orsacchiotto con la maglietta del Seattle Grace, la presi in braccio sorrisi a mia figlia e poi guardai Arizona, che aveva una faccia strana "Ho bisogno di te davvero questa volta" lei capi tutto, prese e studiò la cartella di Sofia e nel pomeriggio iniziarono a preparare mia figlia per l'intervento. Alle 16.00 entrò in sala operatoria, l'espianto lo effettuerà Mirando e il trapianto Arizona,io sarò in galleria, quando fu ora di chiudere, vidi un'agitazione generale, non capivo cosa stesse succedendo, poi vidi il monitor, la linea era piatta, completamente piatta, in quel momento realizzai che mia figlia non ce l'aveva fatta, accesi l'interfono e senti "Ora del decesso.." "No no no, questa bambina non può morire, non lei, non la figlia di Callie, caricate a 200" disse Arizona continuando a dare le scosse a quel piccolo corpicino "Guai a chi smette" continuò la dottoressa bionda e in poco tempo risentì quel rumore bellissimo che indicava che il suo cuore aveva ripreso a battere. Dovevo al mia vita a quella donna, dovevo la mia vita alla dottoressa che non si era data per vinta, dovevo la mia ha lottato per non far morire Sofia. 
"Grazie, non so come ringraziarti, ti sarò debitrice a vita, chiedimi qualsiasi cosa e io sono qui" dissi io senza rendermi conto che lei è stata la mia ragazza per molto tempo "Perche non mi hai mai detto che avevi una figlia?" ecco questa per esempio era una delle domande che non avevo preso in considerazione, ma adesso non serviva piu mentire, non ce l'avrei piu fatta, si, la mia vita insieme a Sofia era bellissima, ma mi mancava quella persona che mi preparava le ciambelle, che mi abbracciava la notte e che si metteva accoccolata a me per guardare American Bake Off "Arizona, credimi, la voglia di dirti tutto, la voglia di chiamarti e dirti tutta la verità, era tanta,  ti volevo nel mio piano, volevo che tu facessi parte del mio piano, volevo te vicino a me" dissi io tutto d'un fiato "Quindi hai mentito quando non eri sicura di essere una lesbica?" disse lei "Certo che ho mentito, chi sarebbe indeciso tra te e qualsiasi uomo, io avrei scelto te per un'infinità di motivi, io avrei scelto te sempre, ma.." dissi io cercando di spiegarle tutta la storia "Ma cosa Callie? Cinque anni, dico cinque anni, in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te, dov'eri, come stavi, se stavi bene o male, se eri felice, se avevi trovato una persona con il quale condividere la tua vita.." disse lei con le lacrime agli occhi, adesso niente mi tratteneva dall'abbracciarla "Arizona, io non sono mai stata felice, non sono mai stata bene, ne fisicamente ne psicologicamente, ero come un puzzle senza il pezzetto centrale, come fa ad essere bello e completo se gli manca la parte piu importante? Come facevo a trovare quel qualcuno che mi rendesse felice se sapevo benissimo che quel qualcuno era lontanissimo da me? Non ho mai smesso di amarti Arizona, non ho mai smesso e non smetterò mai, ma adesso le cose sono cambiate, ho una figlia" in quel momento arrivò Miranda avvisandomi che Sofia si era svegliata corsi da lei e sentivo Arizona dietro di me "Amore della mamma, come ti senti?", in quel momento arrivò Arizona con quel sorriso supermagico, guardò Sofia per un solo istante e prese la sua cartella "Allora signorina, come ci sentiamo? Mi fai vedere come sta il pancino? Soffri il solletico?" piu la guardavo mentre giocava con Sofia e piu mi convincevo che saremmo state una famiglia perfetta, ma poi mi resi conto che lei si comportava cosi perche era il suo lavoro, poi Sofia che era una bambina molto intelligente per la sua età chiese "Dottoressa Robbins, lei è quella signora che si chiama come una nave cattiva?" "Amore quante volte te lo devo dire, non è una nave cattiva?" "Mi chiamo come una grande nave, quelle buone, che si vedono nei cartoni animati" disse lei con quel sorriso perfetto "Allora è lei che stava con la mia mamma e adesso non state piu insieme perche a te non piacciono i bambini?" disse Sofia forse esagerando un po con le domande "Si sono io" disse lei dispiaciuta "Lo so che non ti piacciono i bambini, ma vorrei che la mia mamma non dormisse da sola tutte le sere e vorrei che sorridesse un po di piu, quindi puoi venire una sera a cena da noi, e io andrò da zia Miranda, promesso" disse lei con quell'aria ingenua, io guardai Arizona facendole capire che mi avrebbe fatto piacere "Non serve che tu vada da zia Miranda, se i bambini fossero tutti belli come te, ne vorrei il piu possibile, quindi non vedo l'ora di passare una serata con te e la tua mamma" uscì dalla stanza di Sofia e mia figlia mi incoraggiò a seguirla. 
"Arizona, non posso vivere senza di te, ma io adesso ho lei.." dissi io bloccandola per il braccio "Ti amo anche io Callie, sei l'amore della mia vita ma NON VOGLIO.. Ad ogni saggio di danza, ad ogni compleanno, ad ogni lezione di pianoforte, a qualsiasi cosa lei faccio IO NON VOGLIO MANCARE." 
  
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