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Autore: Millolollo    01/12/2013    0 recensioni
[The Battle for Wesnoth]
Un ragazzo ed i suoi amici, mentre passano il tempo a casa di uno di loro, intrattenendosi con alcuni manufatti storici, si ritrovano attaccati da alcuni terroristi, armati di una spada e un fucile da assalto.
Dopo averli sconfitti fuggiranno dalla casa in cui si trovano, armati come meglio possono e si renderanno conto che questi terroristi, insieme a delle creature mostruose di enormi dimensioni, hano preso il controllo della città, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti.
Riunitisi quindi, con alcuni loro conoscenti, cercheranno di far fronte alla tremenda situazione in cui si ritrovano.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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-Premessa: Questa parte della storia, nonostante sia segnalata in quanto capitolo, è il suo prologo.
La storia riguarda i personaggi del videogioco a cui è ispirata proiettati nel mondo reale, ma tali personaggi verranno introdotti in seguito.
La storia è tratta dai ricordi di un sogno, che in seguito ho sviluppato.
La storia ha come protagonisti me e persone realmente esistenti. Non verranno tuttavia forniti dati alcuni su queste persone, riguardanti l'anno di nascita, il cognome, l'etnia o qualsiasi dato che possa permettere al lettore di rintracciarlo.
Nel caso dovessi ricevere una segnalazione riguardo al riconoscersi di una persona all'interno di questa storia, provvederò a modificare la storia in modo da ovviare al problema.
Detto questo auguro a tutti buona lettura, e spero che "Diario di un Capitano" possa piacervi.

Capitolo 1: come tutto ebbe inizio.

Poche settimane prima era uscito il nuovo videogioco della serie di Assassin's Creed.
Quel giorno eravamo andati da Nicolò per provarlo.
A dire il vero non eravamo mai stati grandi fan della saga, ma questo gioco sembrava promettere bene.
Ci sbagliavamo.
Dopo pochi minuti davanti al televisore ci eravamo già annoiati...
Nicolò, però, essendo fan della saga aveva già comprato tutti gli oggetti necessari alla realizzazione di un cosplay dei protagonisti.
L'oggetto più bello di tutti era di sicuro il fucile tipico delle guardie inglesi del gioco.
Era davvero bello.
Lungo circa un metro e venti, con il caricamento a stoppino, e l'innesco a pietra focaia. E una baionetta vicino alla punta per completare il tutto. Nico continuava a dire che il tutto era vero, ma suo padre non avrebbe mai speso tanti soldi per un semplice cosplay.
Decise allora di caricarlo e farcelo provare sul suo terrazzo. Doveva proprio tenerci alla nostra opinione riguardo quel fucile. Se era un vero fucile e suo padre glie lo aveva lasciato comprare doveva essere incredibilmente importante per lui.
Il fucile si rivelò vero, e tutti quanti rimanemmo stupiti dalla sua qualità costruttiva e dalla sua precisione, non ottenibili nell'Inghilterra del 1700.
Ben presto si fece tardi, e iniziammo ad avere fame.
Così ordinammo delle pizze.
Quando però aprimmo la porta, il ragazzo delle consegne crollò davanti a noi, sanguinante.
Iniziammo a sentire degli spari rimbombare per tutte le strade circostanti.
Poi nella strada del palazzo in cui eravamo.
Poi nel portone.
Ed infine li vedemmo arrivare.
Erano tutti vestiti di nero.
Avevano dei fucili, e una spada nella cintura.
Ci chiudemmo in casa, ma a poco servì.
Dopo un po' tre di loro, sparando alla porta, erano entrati.
Ma non eravamo stupidi.
Appena irruppero Nicolò era davanti a loro, e, con il fucile carico, sparò alla testa del primo, uccidendolo.
Poi si nascose.
I terroristi sembravano meravigliati. Forse non si aspettavano una resistenza.
Appena corsero per prenderlo, infuriati, spuntammo alle loro spalle da delle stanze adiacenti al corridoio, e li prendemmo da dietro con i coltelli che utilizzavamo per le pizze.
Per nostra fortuna la madre di Nico è un'ottima cuoca, ed ha sempre gli strumenti migliori per la cucina.
Quando uscimmo era buio...
C'era sangue ovunque, e nessuno in giro. Tutto il chiasso che avevamo sentito prima si era trasformato in desolazione.
La cosa più inquietante era l'assenza di corpi.
Con tutti quegli spari qualcuno doveva pur'essere morto, ma niente.
  
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