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Autore: Ethasia    01/12/2013    0 recensioni
Da piccola ho sempre detestato il personaggio di Peter Pan. Adesso che sono più grande, il suo mondo, il suo modo di vivere mi hanno affascinata, al punto di desiderare di volare sull'Isola che non c'è. E mi sono domandata... cosa succederebbe se, dopo essersi lasciati a Londra, Wendy e Peter si ritrovassero, cresciuti e cambiati entrambi? Se l'Isola non fosse più il posto che i Darling avevano conosciuto da bambini? Così è nata la mia fanfiction.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbi Sperduti, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wendy's.

- Ahia!
Ahi!
- Matthew, il tuo culo si trova sulla mia faccia!
- E allora sposta la testa!
- Chiunque mi stia schiacciando - cerco di gridare col fiato mozzo - voli via subito!
- Non saprei, Wendy - risponde qualcuno vicino al mio viso. - Sto piuttosto comodo dove sono.
PAN! - urlo furiosa - Togliti di torno se non vuoi essere preso a pugni!
- Non penso proprio - replica con una mezza risata, adagiandosi ancora più comodamente sul mio povero corpo. Esattamente dove non dovrebbe mai stare.
- Okay, questa cosa sta diventando ridicola - borbotta Andrew, cercando di districarsi dalla massa di corpi aggrovigliati. Aspetta, forse era Quentin. No, no, credo fosse Andrew.. ah, dannati gemelli!
Ma almeno, chiunque fosse riesce a liberarsi. E dopo il meraviglioso suono dello spostamento dell'interruttore, la luce viene riaccesa. Peter è talmente vicino che riesco a sentire il profumo della sua pelle, e le punte dei nostri nasi quasi si sfiorano.
- Se non ti allontani entro quattro secondi - sibilo minacciosa, mentre rimane imbambolato - giuro che ti farò rimpiangere di non avermi lasciata a Londra.
Dev'esserci qualcosa nel mio sguardo di molto persuasivo, perché un microsecondo prima del tempo limite vola via con un balzo all'indietro che rischia di farlo cadere di nuovo. Finalmente sono libera di alzarmi. E soprattutto di respirare come si deve, ora che non ho più qualcosa come settanta chili di carne che mi comprimono i polmoni.. e non solo quelli.
- Mai più - borbotta Dave massaggiandosi le costole, - giuro, mai più nascondino al buio. Mai.
- Io dico che è stato divertente - mugugna invece Michael. Che, guarda caso, ha avuto la geniale idea di fare questo gioco per "spezzare la monotonia della routine". 
- Raccontalo al mio olfatto - geme Noah, disgustato. - Ho paura che non sarà mai più lo stesso, dopo oggi. 
- Oh, ma se non ho fatto niente - replica Matthew. La sua nonchalance, purtroppo, è molto poco credibile.
- La prossima volta possiamo provare con acchiappino al buio - sghignazza Andrew, pregustando l'idea.
- Se proprio ci tieni, esistono metodi più semplici per rompersi centosettanta ossa in un colpo solo.
- O magari lupo mangia ghiaccio - propone Quentin, con l'identico ghigno del fratello.
- Ti ghiaccerò io, ma per sempre - ribatte John, cupo. I suoi occhiali mostrano una lieve incrinatura. - E dire che li avevo fatti fare da poco - commenta triste, guardandoli.
- Ci sono - salta su Andrew in uno schiocco di dita, - la Caccia al Tesoro!
Sette paia di occhi si fissano su di lui, assassine.
- Era solo un'idea - specifica in tono innocente.
- Dovrebbero rinchiudervi - borbotta Matthew.
- Ah sì? - chiedono in coro i gemelli, sorridendo nello stesso, inquietante modo. Due secondi dopo si buttano a capofitto su Matthew.
- Ahia! Ahia! Smettetela, brutti procioni puzzolenti.. Ahi!
- L'unico degno di essere definito puzzolente qui sei tu, Matt - gli fa presente Noah, soddisfatto di essere stato vendicato, anche se involontariamente.
- Peeeeeeeeeeter! - urla Matthew, tentando invano di difendersi dalla scarica mista di solletico e pugni.
- Spiacente, amico - sorride Peter, prendendo comodamente posto su un'amaca per godersi la scena dall'alto, per la gioia dei gemelli.
- Bastardi.. ahahahahah!, schifosi doppiogiochisti e sleali.. ahahahahahahahahah..
- Peter! - esclama una voce, che però non è né quella di Matthew, né di nessun altro dei Ragazzi. Ci voltiamo simultaneamente verso l'entrata: da dietro la tenda spunta un indiano giovane, basso e piuttosto robusto.
- Snoki - esclama Peter, sorpreso, - che ci fai qui?
- Giglio.. Tigrato.. - risponde il ragazzo, col fiato corto. - E' sparita.. ormai.. da ore..
- Hook - deduce Peter, dando voce al mio intuito. Sembra più esasperato che preoccupato. - Ci penso io. Riferisci.
- Grazie.. Peter - sbuffa l'altro, sollevato, tornando indietro verso lo scivolo. Chissà come quanto gli ci vorrà per risalirlo senza volare.
Quando sparisce, per qualche secondo regna il silenzio. Poi Josh prende la parola. - Allora.. piano d'attacco?
- Piano? - ripete Peter. Alza le spalle. - Semplice: io vado, voi restate.
Di nuovo silenzio, ma stavolta incredulo. Fin quando esplodono le proteste. 
- Che storia è questa? - sbotta Noah.
- Peter, noi vogliamo venire! - si ribellano Quentin e Andrew.
- Non ce lo puoi impedire! - contenta John.
- Oh, sì che posso - replica Peter. - Andiamo, avrò affrontato quel Baccalà da solo decine di volte, volete che non me la sappia cavare? Senza offesa, ma sareste più d'intralcio che d'aiuto.
- E se l'ha portata alla Jolly Roger e tu devi combattere contro tutti i Pirati da solo? - domanda Dave, torvo. 
- Non l'ha fatto - taglia corto Peter.
Qualcuno apre la bocca, intenzionato a ribattere fino a farlo cedere, ma pare che nessuno trovi altro da dire. Così, anche se a malincuore e frustrati, si arrendono.
- Bravi - approva Peter, già avviandosi all'ingresso. - Tranquilli, troverò prima che abbiate trovato il modo di ammazzarvi a vicenda per la noia.
Lo osservo, mentre fa per attraversare la tenda e uscire. Io non ci sto a rimanere qui. E' la prima cosa eccitante che è accaduta dal nostro ritorno, e non rimarrò qui ad aspettare.
- Be' - esordisco alzandomi, - io vengo con te.
- Tu meno di tutti - risponde Peter, voltandosi a fulminarmi.
- Non essere maschilista - sbuffo.
- Magari fosse quello.
- Non vedo altri intralci.
- Io fin troppi.
- Peggio per te.
- No, peggio per te - ribatte deciso, - perché io vado da solo. A più tardi.
Ed esce, senza aggiungere altro. Rimango a fissare il punto esatto in cui è scomparso, furiosa.
- Bene - sbotto, rivolta a nessuno in particolare e seguendo la sua strada. - Bene! Se pensa di poter davvero darmi degli ordini.. a me.. si sbaglia di grosso, eccome..
- Ah, non farlo, Wendy - mi consiglia Dave, concitante.
- Si arrabbierà - aggiunge pigramente Noah.
- Fatti suoi - replico incurante. - Starà a vedere.. 
Ed esattamente come Peter poco fa, schizzo su per lo scivolo, determinata a seguirlo.


Peter's.

Volo attraverso la vegetazione scura, veloce. Spero ancora che la pianti di cercare di seguirmi. Ma mi rendo conto che è molto più probabile che il sole smetta di sorgere ogni mattina, perciò alla fine mi blocco. Rabbioso. L'avevo avvertita.
- Falla finita di fare la ninja, Darling - sbotto. - Ti ho sentita un chilometro fa.
Dopo qualche secondo di titubanza la vedo spuntare da dietro un albero, imbarazzata e determinata al tempo stesso. Let's start.
- Non tornerò indietro - comincia.
- Eccome se lo farai - ribatto.
- Dovrei solo perché me lo dici tu? - domanda, scettica. Come se non le importasse assolutamente nulla di quello che penso. Un tempo non era così, lo ricordo bene. Sento una specie di puntura dalle parti del petto. La ignoro.
- No - ribatto, tentando di controllare la rabbia. - Perché rischi solamente di farti male e far perdere tempo a me per salvarti.
- Non ti ho certo chiesto di farlo - replica ostinata.
- Questo non cambia le cose - ribatto a denti stretti. Evito di aggiungere che la salverei comunque. Mi deriderebbe e basta.
- Andiamo, non dirmi che hai davvero paura che Hook possa farmi del male - dice, beffarda.
Le lancio un'occhiataccia, ma la sostituisco con un sorriso tirato. - Ho paura solo di non riuscire a farti innamorare se lui ti rapisce. E' vero che sono bravo, ma almeno il contatto visivo..
- Forse sei tu ad esserti già innamorato - mi interrompe senza darmi retta, lo sguardo penetrante. - Altrimenti, a che pro preoccuparsi così tanto?
Mi immobilizzo. Se voleva prendermi nell'orgoglio, c'è riuscita in pieno. Sì, eccolo: un sorriso. Soddisfatto, ironico, perfino un po' sadico. Sa di aver beccato il punto debole. 
- D'accordo - mormoro poi, in un tono quasi inesistente.
- Cosa? - domanda brusca.
- D'accordo - ripeto ad alta voce, cominciando a riprendermi. Sento i muscoli sciogliersi dalla tensione, i pugni mollare la presa. L'ombra di un'idea che prende forma nella mente. - Puoi venire con me.
Per un attimo, ne è stupita anche lei. - Davvero?
- Davvero - rispondo. - Andiamo.
Ricomincio a volare verso la destinazione più scontata, e la più probabile. Wendy si affretta ad affiancarmi. 
Sì, puoi venire. Però dovrai stare alle mie regole, Darling.
 




 
  
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