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Autore: Tadako    01/12/2013    3 recensioni
episodio 78.
Ve la ricordate, la malattia di Nami? quello spiacevole inconveniente che costrinse la ciurma a ritardare l'arrivo ad Alabasta.
Quella sera la navigatrice si era svegliata sudata e un pò intontita dalla febbre, guardando la sua ciurma e sorridendo. Ma cos'era successo nel resto della notte?
Piccola One Shot Runami dedicata alle preoccupazioni e i pensieri dei nostri protagonisti, con un finale dolce e un pò tra le righe, tanto per non renderlo troppo sdolcinato :3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO NAMI ERA MALATA
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Gli occhi chiusi in un sonno senza sogni, la bocca scossa dai leggeri ansimi che lasciava passare.
Nami aprì improvvisamente gli occhi, come svegliata da un brutto sogno. Il buio della stanza era rotto soltanto dalla bianca luce che filtrava dall’oblò, proveniente dalla grande luna piena.
Il dolore alla testa le bloccava il respiro, mentre il resto del corpo era immerso in un bagno di sudore. la febbre non le dava tregua.
Si mise seduta, prendendo un grosso respiro e provando a massaggiarsi gli occhi con i polpastrelli, sentendoli stanchi e tesi. Indossava una morbida maglia bianca a righine blu, provvista di maniche lunghe ed una leggera scollatura che lasciava intravedere i seni, accompagnata da un paio di pantaloni lunghi e intonati. I piedi nudi. Doveva essere stata una nottata piuttosto movimentata, perché ricordava che la sera prima aveva indossato un paio di pesanti calzini di lana…
Si voltò piano verso il resto della cabina, osservando i membri della ciurma che dormivano tranquilli su degli improvvisati giacigli. Chopper russava beato sua pancia di Usopp, che a sua volta teneva la testa poggiata su quella di Rufy; Sanji si era appostato su un tavolino un legno scuro, le braccia dietro la nuca per rimpiazzare un cuscino ed una gamba piegata. Infine c'era Bibi, che accucciata su un fianco sfruttava il piccolo divanetto rosso. Tutta la ciurma era rimasta nella cabina assieme a lei, preoccupati per la sua salute. Eccetto Zoro, a cui quella notte toccava la vedetta.
Accennò un sorriso, pensando che non sarebbe mai stata abbastanza grata alla sua ciurma. Infondo, cosa aveva fatto lei per meritarseli? Quei compagni, tanto folli quanto premurosi, a cui si era legata per uno strano scherzo del destino.  
Provò a ripensare giorno prima, rievocando poche scene sbiadite e confuse.
Ricordava l’improvviso dolore alle tempie che aveva sentito quel pomeriggio, il freddo pavimento che aveva sentito una volta caduta a terra, e la morbida spalla di Bibi, quando la ragazza l’aveva tirata su preoccupata. Poi c’era quella sensazione fresca, di una mano che le si appoggiava sulla fronte. Quella di Rufy, che per qualche istante era riuscito ad assumere una posa seria, inflessibile, il volto oscurato dal cappello. A Nami era sfuggito un lieve sospiro di sorpresa, totalmente impreparata a quel gesto; poi il viso del capitano tornò normale, mentre soffiava sulla mano come ad intende che la fronte della navigatrice era fin troppo calda.
 A tutto questo erano seguite lunghe ore di un sonno senza sogni.
Per un po’ aveva cercato di nascondere quel lancinante pulsare proveniente dalla testa, sia alla sua ciurma che a se stessa, poi la situazione era peggiorata e adesso si ritrovava sul suo letto quasi totalmente stordita, senza più alcuna speranza di poter mascherare quelle piccole gocce di sudore che le imperlavano la fronte, o quel leggero rossore sulle guance in completo contrasto col viso sbiancato, o le palpebre scure e pesanti.
Quella situazione la preoccupava terribilmente. Non tanto per il suo stato di salute, quanto per la sua amica Bibi. Ora la ragazza si ritrovava a dover scegliere tra il suo regno e lei stessa. Si sentiva in colpa, orribilmente in colpa.
Poi la stanchezza si impossessò dei suoi pensieri, facendola ricadere in un profondo e insaziabile sonno.
 
Perché a lei, perché proprio Nami doveva ammalarsi?
Rufy era seduto immobile su un piccolo sgabello di legno intento a fissarla, la testa invasa dai pensieri. Indosso portava la solita giacca rossa accompagnata dai pantaloni blu e le infradito, in testa il cappello giallo. La ragazza era distesa sul morbido letto di paglia, coperta con un pesante piumone azzurro chiaro e rinfrescata da un bagnato panno bianco sulla fronte.
 
-Nel peggiore dei casi, potrebbe trattarsi di una malattia incurabile...- aveva detto Bibi, e ora quella frase rimbombava nella sua mente come un eco.
C'era davvero quella possibilità, poteva veramente non riprendersi più? Questo dubbio era come una lama che lo dilaniava dall'interno, riempiendolo di frustrazione. Dopo tutto, un capitano ha la responsabilità di tutto ciò che accade ai suoi uomini, se fosse successo qualcosa a Nami la colpa sarebbe stata anche sua. Anzi, solo sua.
 Ma oltre a questo Nami era una sua amica, come avrebbe fatto a perdonarsi un fatto del genere?
Quando, qualche minuto prima, aveva aperto gli occhi, era ancora notte. Si era girato verso la navigatrice, notando che era messa in una posizione diversa da come l'aveva lasciata quella sera.
Doveva essersi svegliata per colpa del forte rumore che provocava il russare di Usopp, suppose, per poi riaddormentarsi subito dopo.
Il più delicatamente possibile, prese il panno bagnato sulla fronte della navigatrice, per poi riappoggiarglielo dopo averlo inumidito nell'acqua fresca.
Non doveva lasciarsi trasportare da quei tristi pensieri, non giovavano né a lui né a Nami. Doveva essere ottimista, qualità che dal trone lo aveva sempre caratterizzato...
Un fruscio ruppe il silenzio, facendolo voltare. Usopp si era girato di un fianco, facendo cadere la testa del povero dottore, ma entrambi continuavano a dormire profondamente. Restò qualche minuto ad osservare la sua ciurma, sorridendo.
Si rigirò verso la ragazza, spostandole una ciocca arancione per liberarle il viso.
-Hai visto Nami? Siamo tutti con te.- disse allegro, prima di sfoderare un altro sorriso a trentadue denti.
Poi il sonno si presentò improvvisamente agli occhi del capitano. Doveva riposare, doveva mettersi in forze per il giorno seguente, in cui lui e la sua ciurma avrebbero dovuto cercare un dottore per Nami. Si alzò piano dalla sedia, attento a provocare il meno rumore possibile, ma prima di appostarsi sul comodo braccio di Usopp, decise di lasciare un ultimo saluto alla navigatrice.
Nami quella mattina si sarebbe svegliata senza ricordi della tremenda notte trascorsa, solo una strana sensazione piuttosto piacevole ad invaderle il corpo.
Si sarebbe sfiorata le labbra, chiedendosi il perché di quell'emozione, poi avrebbe lasciato perdere attribuendola alla febbre.
Chissà se scoprirà mai la vera risposta a quella domanda, di cui solo Rufy conosceva la risposta.

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Ciauuu!
One Shot cortissima, lo so... ma in una notte non c'è molto da dire e avevo paura di riscrivere le stesse cose e risultare noiosa :/
Ho avuto la tentazione di far svegliare Nami e inserire una scena di dialogo che finiva con un bacio, ma poi non avrebbe coinciso con lo svolgersi della storia originale... insomma, volevo scrivere qualcosa di tenero che però risultasse credibile. 
Spero comunque che vi sia piaciuta, se avete voglia lasciatemi una recensione per farmi sapere che ne pensate.
un saluto e alla prossima! :D


TK:3
 
  
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