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Autore: Scarl_Bloom 94    02/12/2013    6 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE.
Fëawen è la figlia minore di Re Elrond. E' una mezzelfa, ma all'inizio della storia ancora non lo sa, sa solo che in lei c'è qualcosa di diverso rispetto agli altri elfi. Desiderosa di fare mille avventure e combattere contro nemici pericolosi, farà di tutto per entrare a far parte della Compagnia. L'incontro con un giovane principe elfo però cambierà la sua vita e le farà capire cosa significa amare.
Tratto dal 1 capitolo...
Durante la caduta rimasi con gli occhi chiusi. All’improvviso però invece di sentire sotto di me la terra, sentì delle braccia possenti tenermi. Aprì piano piano gli occhi, mi ero messa un po’ di paura, lo dovevo ammettere.
"Cosa vedono i miei occhi… Una dolce fanciulla che dal cielo è caduta fra le mie braccia"
Disse l’elfo biondo che mi teneva in braccio.
Appena incontrai i suoi occhi blu, non riuscì a proferire parola. Notai che un piccolo sorrisetto aveva preso forma sulle sue labbra. Era bello, maledettamente bello.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 33 –   Il Ritorno del Re


                                                                                                                                                                                                   
In quel mondo di tenebre non riuscivo a trovare più via d’uscita. Non facevo che ripetermi se ero morta, ma purtroppo tutte quelle mie domande non potevano avere alcuna risposta. Vagavo in quell’oscurità agghiacciante mentre la disperazione di non poter più rivedere Legolas mi avvolse completamente.  Poi sentì una voce in lontananza. Non riuscivo a capire bene le sue parole.
 
<< Fëawen !  >> sentì chiamarmi ripetutamente.
 

Anche se arrivo ad abbracciare la luna, anche se arrivo a toccare il sole, non riuscirò a vedere brillare più nessuna stella  e osserverò il cielo prendere il tuo colore.
 Non restare da sola sotto questa pioggia, non lasciarti andare, devi essere forte adesso, per resistere alle delusioni e tenendo aperti sia mente che anima, ricorda  : Io sarò sempre lì con te.

 

 
<< Svegliati,
Fëawen , apri gli occhi >> sentì dire di nuovo.
 
Finalmente potevo uscire fuori da quel mondo fatto solo di ombre. Mi sforzai ad aprire i miei occhi, quel poco che bastava per rivedere ancora la luce del sole. Vidi una figura chinata su di me. La mia vista era ancora appannata, non riuscivo a capire chi fosse.
 
<< Finalmente, ci hai fatto preoccupare parecchio, principessa >> Era Gandalf, e sorrideva.
 
Riuscì a mettere a fuoco ciò che si presentava davanti a me. Il vecchio mago era vivo e ancora sorridente. Quello stava a significare che avevamo vinto, che finalmente il male era stato sconfitto. Sorrisi improvvisamente.  Quando poi ricordai Legolas che moriva fra le mie braccia i miei occhi si riempirono di lacrime.
 
<< è morto?! >> domandai disperata allo stregone.
 
<< non lo so >> ricevetti come risposta da parte sua << purtroppo credo proprio che il Principe abbia lasciato questo mondo. >>
 
<< cosa significa? >> smisi di piangere per concentrarmi su quello che aveva da dirmi Gandalf.
 
<< Gli Elfi di Bosco Atro sono arrivati, al finir della battaglia, per prendere il proprio Principe >> mi informò lo stregone << non ti so dire se fosse già morto, ma le sue condizioni erano davvero gravi, non credo vi era per lui possibilità di salvezza. >>
 
<< Quindi, è morto? >> dissi stringendo i pugni e trattenendo con tutta me stessa le lacrime << Tutto quello che abbiamo passato, tutto il dolore, tutta la sofferenza, è stata inutile??! Il mio amore per lui, il suo amore per me, tutto inutile?! >>
 
<< Calmati, piccola, non disperare >> mi tranquillizzò Gandalf abbracciandomi forte a se  << niente è stato vano, il vostro amore vivrà in eterno. >>
 
<< io non posso vivere senza di lui !  >> urlai stringendo lo stregone a me << non ce la faccio, non ne ho la forza! >>
 
<< Devi farti coraggio >> proseguì Gandalf << fallo per quella piccola creatura che porti in grembo. >>
 
Era morto fra le mie braccia, non ero riuscita a salvarlo. Ma perché  non ero morta assieme a lui? Non sarei riuscita ad andare avanti, a dimenticare, a provare a ricominciare d’accapo. Vivere una vita eterna, senza di lui al mio fianco, non era possibile. Chiesi a Gandalf di lasciarmi un momento da sola, avevo bisogno di piangere il mio dolore in segreto. Il mago dopo un momento di esitazione acconsentì e lasciò la mia stanza. Inutile dire che scoppiai in un pianto disperato. Nulla poteva placare il mio dolore, nulla. Dovevo farmi forza per nostro figlio, ma dove potevo trovarla quella forza?
 

E dopo il bagliore del fulmine, il buio della notte profonda, non c’è mai abbastanza quiete. Troppo vedere, troppo soffrire, troppo sapere.  Quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po’ per andare avanti.
E dopo che cerchi di superare quel dolore, puoi solo chiudere gli occhi e continuare per la tua strada con le cicatrici che la vita ti lascia, ma ogni cicatrice è vita, ogni ferita è stata prima un attimo di pura felicità.



 
Qualcuno bussò alla mia porta. Non avevo voglia di vedere nessuno, ma la persona che entrò nella mia stanza, mi avrebbe portato conforto. Era Arwen, mia sorella. Per fortuna lei era guarita, con la sconfitta del male era tornata forte e allegra come un tempo. Mi alzai dal letto e corsi verso di lei con le lacrime che scendevano all’impazzata. L’abbracciai forte e con grande stupore sentì Arwen piangere assieme a me un dolore comune.
 
<< mi dispiace, sorella cara >> mi disse ricambiando l’abbraccio << non doveva finire così. >>
 
<< si è messo davanti, Arwen >> singhiozzai << quella spada stava per colpire me, non lui, e quello stupido Elfo si è intromesso! >>
 
<< basta, non fare così, non farti ancora di più del male !  >> mi strinse ancora a se, piangendo anche lei disperata.
 
 

Quanto è triste il dolore che nel tormento non ha voce.
 

 
Mia sorella mi trascinò di forza fuori dalla mia stanza. Voleva portarmi non so dove, ma avevo ancora le lacrime che fuoriuscivano all’impazzata dai miei occhi. Non volevo assolutamente vedere nessuno. Camminavamo per un lungo corridoio e in lontananza sentì delle risate di gioia provenire in una stanza lì vicina. Quando arrivai sulla soglia della porta una luce mi sovrastò completamente. Rimasi accecata per qualche secondo, poi tutto fu così chiaro alla mia vista : Frodo era in un letto e tutti gli altri erano intorno a lui, felici più che mai. Aragorn si voltò verso di me lentamente. Appena mi vide il suo viso si riaccese d’improvviso. Giunse in un lampo da me e prendendomi in braccio mi abbracciò forte.
 
<< quanto ti voglio bene, sorella! >> disse raggiante.
 
Mi sforzai di sorridere con le lacrime agli occhi. Aragorn se ne accorse e il suo volto si incupì di nuovo.  Mise una mano sopra la mia testa e portò il mio viso al suo petto, stringendomi forte. Soffocò il suo dolore in gola, cercava di essere forte, ma aveva perso anche lui una persona importante, il suo migliore amico.  La felicità in quella stanza svanì improvvisamente. Sentì all’improvviso qualcuno abbracciarmi teneramente : era Gimli.
 
<< mi mancherà molto quell’Elfo insopportabile >> ammise  il Nano con le lacrime agli occhi.
 
 
 

Come affrontiamo il dolore dipende da noi. Il dolore: lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci. Il dolore... devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l'ha causato guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte. La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato, ma a volte il dolore ti afferra: quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace. Il dolore... devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell'altro. Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall'isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo.
 

 
Dopo qualche settimana, giunse il giorno dell’incoronazione di mio fratello, il Re di Gondor. Finalmente il Re ritornava nel suo Regno. La razza degli Uomini aveva ancora qualcuno in cui sperare. E quella missione tanto importante mi aveva fatto capire questo, che c’è sempre speranza, non bisogna mai perderla, perché in quel caso, sei finito.
Aragorn si meritava tutta la felicità del mondo. Avrebbe regnato, insieme ad Arwen, saggiamente.
 
Moltissime persone erano giunte per assistere all’incoronazione del Re. Io sarei stata lì, vicino a lui, a guardare il tutto orgogliosa.
 
<<  Ora arrivano i giorni del Re >> proclamò Gandalf appoggiando la corona sulla testa di Aragorn << possano essere benedetti. >>
 
Mio fratello si voltò verso tutti noi. Era molto agitato, forse ancora non si sentiva pronto a prendere quell’immensa responsabilità. Ma col tempo si sarebbe accorto che lui era l’unico che potesse farlo, soltanto lui aveva le qualità adatte per essere degno di quel titolo.
 
<<  Questo giorno non appartiene a un Uomo solo, ma a tutti >> disse a tutti noi  <<  insieme ricostruiamo questo mondo, da poter condividere nei giorni di pace. >>
 
Il Re chiuse gli occhi e dopo qualche secondo prese a cantare una canzone in Elfico.
 
Diceva :  “ Giungo dal Grande Mare della Terra di Mezzo. Sarà questa la mia dimora, e quella dei miei eredi, sino alla fine del mondo”.
 
Arwen arrivò al suo fianco. I due si guardarono l’uno negli occhi dell’altro. Erano ancora innamorati come il primo giorno. Si diedero un tenero dolce bacio e ne seguì l’applauso della folla. Notai da lontano che Faramir ed Eowyn si tenevano sorridenti per mano. Abbozzai un sorriso sulle labbra, ero felice per quella ragazza.
Tra la folla spuntò mio padre, Elrond. Fece un inchino ai due nuovi sovrani di Gondor. Era commosso, lo si vedeva benissimo. Mi fece una gran tenerezza.
 
<< abbi cura di mia figlia, Elessar >> disse inchinandosi al cospetto del Re.
 
<< lo farò tutti i giorni della mia vita >> promise mio fratello.
 
Guardavo la scena che si presentava ai miei occhi con un pizzico di commozione. Stavo per rimettermi di nuovo a piangere. Perché il quadretto sarebbe stato al completo con la presenza di un’altra persona, ma purtroppo non era possibile. Abbassai lo sguardo triste e addolorata. Quella ferita me la sarei portata dietro per il resto della mia vita.
 
 

Tutti noi nascondiamo delle ferite che non vogliamo far toccare a nessuno

 
 
D’improvviso calò il silenzio. Io non me ne resi conto e continuai a tenere lo sguardo abbassato. Un gruppo di Elfi si fece largo fra la folla. Alzai lo sguardo stupita di quell’improvviso silenzio. Vidi delle figure avvicinarsi a noi. Erano Elfi, ma non conoscevo nessuno di loro. Io e mio fratello ci guardammo per qualche secondo. Beh, per fortuna quella che confusa non ero soltanto io.
D’un tratto il gruppo di Elfi si fece da parte. In mezzo a loro vi era qualcuno. Sgranai gli occhi ripetutamente. Poi intravidi quel sorriso inimitabile. Quei capelli dorati così sottili. Quegli occhi blu meravigliosi.
Il mio viso si illuminò, scoppiai a ridere e a piangere nello stesso tempo. Il mio corpo iniziò a muoversi inconsciamente verso di lui, verso il mio Elfo, verso Legolas. Gli saltai addosso piangendo disperatamente come una bambina.
 
<< Non piangere >> mi sentì dire da quella voce melodiosa  << adesso sono qui con te >> lo sentì ridere dolcemente.
 
Mi scostai per qualche secondo. Lo guardai dritto negli occhi mentre ancora continuavo a piagnucolare. E senza pensare, senza riflettere, feci restare tutti di stucco. Sferrai uno schiaffone in faccia all’Elfo che lo fece voltare involontariamente dall’altra parte.
 
<< E che sia l’ultima volta che mi fai disperare in questo modo!! E’ chiaro??! >> gli urlai contro continuando a piangere.
 
Legolas sorrise mentre si teneva dolorante la guancia. Stavo giusto per dirgli cosa diavolaccio avesse da ridere, ma me lo impedì. Mi chiuse la bocca con un dolce bacio e mi sciolsi come neve al sole. Tutti applaudirono felici.
Ero decisamente a disagio, ma fra le braccia del mio Principe avrei sopportato di tutto. Era di nuovo al mio fianco, non era possibile, non potevo ancora crederci.
 
<< Ho lottato contro la morte con tutto me stesso >> disse una volta staccatosi dalla mia bocca << non potevo rinunciare a te, al nostro amore, a nostro figlio >> continuò ridendo raggiante << Ti amo, mia piccola e testarda Mezzelfa. >>
 
<< Ti amo anch’io, stupido di un Principe ! >> ricambiai urlando e ridendo dalla gioia.
 
Aragorn si avvicinò a noi felice più che mai. Abbracciò il suo amico e una lacrima cadde lungo il suo viso. Mi si strinse il cuore davanti a quella scena. Io e Arwen ci guardammo sorridenti e commosse.
Dopo quel dolce e felice benvenuto vidimo in mezzo alla piazza i quattro piccoli Hobbit. Io,Legolas, Aragorn e Arwen, ci avvicinammo a loro. I piccoli erano in procinto di inchinarsi al cospetto del Re, ma quest’ultimo li fermò.
 
<< Amici miei >> disse loro << non inchinatevi a nessuno. >>
 
Re Elessar si inchinò davanti a loro e così facemmo tutti noi. Quei quattro piccoli e adorabili Hobbit avevano salvato la Terra di Mezzo, se noi eravamo lì, era soprattutto grazie a loro, grazie alla loro caparbietà, alla loro forza e purezza.

Tutto il popolo si era inchinato dinnanzi ai quattro Hobbit.

In quell’istante la mia mano scivolò in quella di Legolas. Lo guardai e nel momento in cui i nostri sguardi si incrociarono ricordai per un momento il nostro primo incontro, quando vidi e  mi innamorai di quegli occhi blu meravigliosi.

<< 
Fëawen  >> disse d'un tratto sorridendo << vuoi sposarmi? >>




Weilààà ! :D
Si lo ammetto, ho voluto farvi soffrire un po’ u.u
Ahhaha ma sono buona xD non amo i finali drammatici XD!
Comunque…. Vorrei ringraziare tutte voi per avermi fatto compagnia lungo il corso della storia :) Grazie di cuore!!!
 
E vi do appuntamento alla prossima volta e … all’ultimo capitolo!!
 
Dite la vostra, mi raccomando!!!! ^^
   
 
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