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Autore: Oceangirl    02/12/2013    3 recensioni
Dal testo:
Sentii improvvisamente le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla mia spalla, chiusi gli occhi istantaneamente mentre inclinavo leggermente la testa verso sinistra per dare a quelle labbra tutto lo spazio che serviva loro per provocarmi altri piccoli brividi come quello che mi aveva appena sorpresa.
-Oh, Sara...- Mormorai facendo accompagnare quel nome ad un sospiro e ad un brivido che mi fece tremare leggermente la voce.
-Cosa?!- Chiese Chris con tono sorpreso, alzando le labbra dal mio collo e cercando il mio sguardo attraverso lo specchio che avevamo davanti.
-Cosa?- Ripetei con voce stridula ed imbarazzata per essermi fatta beccare col le dita nella marmellata, spalancando immediatamente gli occhi ed agganciandoli al riflesso dello sguardo ancora confuso di mio marito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PoV Jessica
Quella sera dovevo essere perfetta: avevo iniziato a prepararmi nel primo pomeriggio con un bagno caldo rilassante e bagnoschiuma che rendeva la pelle morbida e profumata di rosa, irresistibile.
La parte difficile era venuta una volta finito il bagno: che vestito mettere? Come truccarmi? Che accessori usare? No, solitamente non prestavo troppa attenzione a tutte quelle cavolate ma, come già detto, quella sera avrei dovuto essere perfetta. Non accettabile, non carina.. Perfetta.
Scelsi il vestito: un abito chiaro, color crema, ero piuttosto soddisfatta. Mi sedetti davanti alla specchiera ed iniziai a sistemarmi i capelli con la piatra.
Sentii improvvisamente le sue labbra poggiarsi delicatamente sulla mia spalla, chiusi gli occhi istantaneamente mentre inclinavo leggermente la testa verso sinistra per dare a quelle labbra tutto lo spazio che serviva loro per provocarmi altri piccoli brividi come quello che mi aveva appena sorpresa.
Socchiusi leggermente le labbra ed altri leggeri sospiri ne uscirono mentre la mia mente iniziava il suo solito viaggio, le immagini delle solite fantasie mi si ripresentavano davanti una dietro l'altra, come se fosse stato un film.
Sentii il suo respiro solleticarmi leggermente il collo, mentre la punta della sua lingua disegnava invisibili linee di fuoco.
-Oh, Sara...- Mormorai facendo accompagnare quel nome ad un sospiro e ad un brivido che mi fece tremare leggermente la voce.
-Cosa?!- Chiese Chris con tono sorpreso, alzando le labbra dal mio collo e cercando il mio sguardo attraverso lo specchio che avevamo davanti.
-Cosa?- Ripetei con voce stridula ed imbarazzata per essermi fatta beccare col le dita nella marmellata, spalancando immediatamente gli occhi ed agganciandoli al riflesso dello sguardo ancora confuso di mio marito.
Non era raro accadesse, anzi ormai accadeva ogni volta che c'era un qualsiasi contatto tra me e Chris, ogni volta che chiudevo gli occhi: lui spariva e, magicamente, al suo posto appariva una donna dai capelli corvini e pelle olivastra, dai grandi e luminosi occhi castani, dalle labbra sensuali e dalle forme invitanti.. Devo ammetterlo. Ogni volta che chiudevo gli occhi, davanti a me appariva Sara Ramirez in tutta la sua bellezza e sensualità.
-Hai detto.. Sara?- Chiese Christopher voltando la testa verso di me per cercare proprio i miei occhi e non solo il loro riflesso: ricambiai il suo sguardo mentre cercavo una qualsiasi plausibile scusa per la quale avrei dovuto dire quel cavolo di nome in quel cavolo di momento.
-Non mi hai fatto finire!- Replicai per prendere tempo, fingendo un tono offeso degno di un Oscar, ero pur sempre un'attrice, no? -Io stavo dicendo.. hm.. 'Sarà una bellissima serata!', ecco.- Era una scusa tremenda, lo so, ma proprio non riuscivo a trovare altro per giustificare quella sottospecie di lapsus freudiano che da lì a poco avrebbe potuto rivelare tutto ciò che provavo per quella donna, ciò che mi provocava dentro ogni volta che le stavo accanto, ogni volta che Arizona doveva baciare Callie ed io sbagliavo apposta le battute subito dopo il bacio per sentire ancora il contatto con le sue labbra morbide e calde. E ancora. E ancora. E ancora, andando avanti così finchè la cosa non iniziava a diventare sospetta agli occhi di chi guardava, a tutte quelle persone che mai avrebbero potuto capire quanto quel piccolo ed innocente bacio riuscisse a far diventare una giornata mediocre addirittura meravigliosa.
A quel punto, puntualmente, sbagliava lei per poi abbracciarmi con una scusa qualsiasi e soffiarmi all'orecchio con voce incredibilmente dolce un "Me ne serviva un ultimo".
Chris sospirò portandosi una mano sul viso, strofinandosi subito dopo gli occhi. -Sì.. E' che ultimamente sono incredibilmente teso e paranoico, mi sembra di sentire il nome Sara ovunque mi giri- Mi spiegò senza togliersi la mano dal viso, anzi, aggiungendo anche l'altra con aria stanca.
Sospettava? Il cuore si fermò un attimo ed un mare di emozioni e sensazioni mi travolsero: se da una parte speravo proprio di non dover sgretolare la mia famiglia, dall'altra volevo lo sapesse, volevo urlarglielo e far esplodere con prepotenza tutto l'amore che ormai da troppo tempo sacrificavo dentro di me e che, giorno dopo giorno, stava diventando sempre più grande, sempre più potente, sempre più difficile da nascondere o reprimere.
-Sono quelle stupide fan fiction Capmirez che si trovano online, mi stanno facendo diventare pazzo!- Continuò dopo un attimo di pausa -So che sono solo cazzate, sono troppo geloso forse- Concluse per poi dedicarmi un sorriso teso.
Sospirai: potevo davvero continuare a mentirgli così? Potevo davvero far finta di essere completamente innamorata di lui? No. Non era giusto nei suoi confronti, in quelli di Sara e tanto meno nei miei. 
-Senti.. Chris...- Iniziai titubante dopo una manciata di secondi, non sapevo ancora come impostare il discorso: nella mia testa era tutto chiaro, limpido ma non riuscivo a convertire in parole quell'uragano di pensieri che si affollavano nella mia mente.
-Mamma!!- Luke interruppe quel momento entrando nella nostra stanza in tutta fretta, correndo in modo fin troppo entusiasta verso me e suo padre. Un piccolo, bellissimo, adorabile terremoto biondo, ecco cos'era. 
-LuLu! Non correre, potresti scivolare e farti male!- Chris sorrise a nostro figlio in modo affettuoso, sollevandolo di peso e prendendolo in braccio. -Cosa volevi dirci, campione?- Niente da dire: era davvero un ottimo padre. Ed un ottimo marito.. Il problema in tutta quella faccenda ero solo io.
-E' arrivata Nancy! E' arrivata Nancy!- Urlò ancora in preda all'entusiasmo e solo a quel punto sentimmo il campanello della porta suonare: ero così presa nei miei pensieri che non me n'ero nemmeno resa conto e sì, probabilmente era Nancy, la baby sitter. I bambini erano pazzi di lei e lei era bravissima nel gestirli: insomma, non era solo la loro preferita, ma anche la mia. Mi sentivo tranquilla quando c'era lei ad occuparsi di loro.
-Sai che facciamo, campione? Adesso andiamo ad aprire a Nancy e lasciamo che la mamma finisca di prepararsi per uscire- Disse uscendo dalla porta con ancora Luke tra le sue braccia.
Luke. Ecco un ottimo motivo per non dire niente a Chris. Ed Evie, un altro ottimo motivo. Ed il bimbo che ancora era nel mio grembo.. Un altro ottimo motivo ed anche il fatto di dover partecipare quella stessa sera alla festa di fidanzamento di Sara era un ottimo motivo. Improvvisamente, tutti i motivi per i quali non avevo detto nulla fino a quel momento ritornarono tutti insieme sulle mie spalle, appesantendole.
Alzai lo sguardo verso lo specchio: non sapevo nemmeno perchè mi dannavo tanto a prepararmi e ad essere perfetta per una donna che comunque non sarebbe mai stata mia.. Cosa diavolo mi aspettavo? Che vedendomi vestita e truccata di tutto punto decidesse di non sposarsi e, anzi, di scappare con me? Patetica. Mi sentivo decisamente patetica.





 
PoV Sara
Discorsi privi di significato, vestiti da sera lunghi e scuri per le donne, smoking per gli uomini, raffinati stuzzichini senza alcun sapore, un'infinità di camerieri con vassoi pieni di calici di champagne e musica soft a riempire il largo e candido ambiente: no, quel party non era esattamente quello che io definivo "festa" o divertimento; una vera festa era piena di musica allegra per ballare sui tavoli, cibo gustoso, amici con cui ridere davvero, birra e vestiti comodi. 
Invece no, ero fasciata in un vestito nero, lucido e aderente che mi lasciava le spalle scoperte, i capelli corvini ero stata costretta a raccoglierli in un chignon all'altezza della nuca, visto che a quanto pareva era più "elegante". Ero in costante tensione mentre parlavo con un invitato o l'altro, mostrando con un sorriso forzato l'anello che portavo all'anulare sinistro lasciando sempre la schiena ben dritta, nemmeno mi avessero infilato una scopa nel.. Insomma, sì, avete capito.
-E' bellissimo, tesoro- Commentò in preda ad un immotivato entusiasmo una tizia dal raffinato portamento e dai grigi capelli raccolti, anche lei, in uno chignon basso, però. 
Forzai l'ennesimo sorriso della serata in risposta alla donna -Le piace, quindi..- Dissi le uniche parole che mi vennero in mente in quel momento, mentre tiravo rapidamente indietro la mano sinistra, fino a quel momento prigioniera delle dita di quella donna. Mi sentivo un pesce fuori dall'acqua in quell'ambiente, al contrario di Ryan: lui sembrava essere perfettamente a suo agio in una situazione così nuova per entrambi. Lo invidiai un po' in quel momento, mentre rideva e ringraziava l'ennesimo uomo per l'ennesima congratulazione per il fottuto futuro matrimonio.
-Sembri così felice, Sara.. Hai perfino gli occhi che ti luccinano!- Un tono sognante, proveniente da una voce femmminile, mi fece voltare: vidi una ragazza dai capelli castani, carina.. non la conoscevo. Ma quante fottute persone che non conoscevo c'erano a quel party? I pazzi li conosceva tutti Ryan? 
-Ah sì? E' così evidente?- Dissi, evitando accuratamente di informarla che il luccichio degli occhi non era dovuto alla felicità, anche perchè in me era completamente assente, ma bensì erano lacrime trattenute per via delle scarpe troppo alte e troppo scomode. 
La verità, forse, era che non era l'ambiente ad essere sbagliato, non erano quelle persone ad essere troppo invadenti o fuori luogo, loro facevano semplicemente ciò che chiunque farebbe ad una festa di fidanzamento, ero io ad essere nel luogo sbagliato, con i vestiti sbagliati e, soprattutto, con la persona sbagliata; "Jessica" continuava a ripetere ininterrottamente una voce nella mia testa "Tu dovresti, vorresti essere qui con Jessica". Sì, JCap, la mia Jess.. Quei morbidi capelli biondi nei quali adoravo affondarci le dita durante le scene, quegli occhi azzurri luccicanti, la sua risata che riusciva ad illuminare una stanza buia: nella sua risata risiedeva il sole caldo e luminoso.. E quel sorriso adorabile e dolce, quanto lo amavo! E quanto ne ero gelosa! 
La prima volta che mi sorrise, presentandosi, son certa che il cuore mancò di un battito per la dolcezza e la perfezione di quelle labbra incurvate all'insù, per quelle fossette adorabilmente attraenti e per la luce che aveva illuminato i suoi occhi in quel momento.. Sì, lei sorrideva con gli occhi e non c'è niente di più magico di una persona che non si limita ad incurvare le labbra; ne ero completamente incantata, ogni volta che sorrideva non potevo fare a meno che fissarla e, quando questo sorriso era rivolto ad un'altra persona fan o collega che fosse, mi sentivo corrodere dentro e sistematicamente mi veniva da urlare: "Ehi! Quello è il MIO sorriso!" anche se, effettivamente, non era mio, quelle erano le labbra di Christopher, quelle labbra che lui poteva baciare, mordere, succhiare ogni volta che voleva e non solo quando era scritto su uno stupido copione. Stupido, fottuto fortunato Chris.
Sapevo che lei provava le stesse cose, che in verità avrebbe desiderato essere al posto del mio fidanzato, così come io avrei voluto essere al posto di suo marito: non ne avevamo mai parlato, in verità, ci eravamo avvicinate gradualmente, giorno dopo giorno, ed i nostri sentimenti erano nati in modo così naturale che non avrei saputo dire quando, con esattezza, ho iniziato a provare qualcosa per lei; l'unica cosa di cui mi rendevo conto era che queste emozioni continuavano a crescere senza controllo per entrambe, travolgendoci ad ogni sguardo, facendoci venire la pelle d'oca ogni volta che ci sfioravamo per caso.. Sì, per caso. Mai avevo osato fare un passo in più verso di lei, mai mi sarei sognata di rovinare la sua vita perfetta, così approfittavo di Callie ed Arizona per prendere tutto ciò che potevo da lei, che fosse un piccolo bacio a stampo, un abbraccio più lungo del solito o, non mi vergogno a dirlo, una palpata in più alle sue dolci forme. Era tutto ciò che avevo, tutto ciò che potevamo permetterci di avere in quella situazione così assurda. 
A quel pensiero le lacrime che brillavano nei miei occhi iniziarono a bruciare e fui costretta a voltare lo sguardo prima verso il grande lampadario fatto da pietre brillanti, poi verso le pareti finestre che delimitavano la grande sala che Ryan aveva affittato per l'occasione e fu lì che la vidi: Jessica era lì, anche lei fasciata in un vestito chiaro che le arrivava fin sotto le ginocchia.. Era bellissima. Un angelo. 
Rimasi a fissarla per qualche secondo trattenendo il respiro prima di rendermi conto che anche lei mi stava seguendo con quello sguardo malinconico, chissà da quanto tempo era lì a guardarmi e soffrire vedendomi con l'anello al dito e il braccio di Ryan a cingermi la vita. Mi prese il panico: non potevo annunciare il mio fidanzamento, non potevo sposarmi se la donna che amavo davvero, se la mia vera anima gemella era lì a guardarmi, non ce l'avrei mai fatta.
Mi scusai con le persone intorno a me, che intanto continuavano a fare discorsi noiosi e senza significato, e con passo svelto mi diressi fuori, verso la serra presente nel giardino. Lì nessuno sarebbe entrato. Lì potevo nascondere il mio amore bello, colorato e profumato come un fiore, potevo nascondere me stessa.
Appena entrai fui assalita dal profumo di tutti quei fiori così diversi che quasi mi sentii mancare: feci ancora qualche metro, fino ad arrivare ad una sediolina un po' nascosta dalle piante e mi ci sedetti, lasciando finalmente scorrere le lacrime che trattenevo da tanto, troppo tempo.
-Sara.. Sei qui?- La sua musicale, inconfondibile voce mi fece sollevare la testa verso l'entrata della serra, lei era lì con lo sguardo preoccupato, mi cercava ma non risposi; non potevo farmi vedere così distrutta.. Ma quante cose non potevo fare? E perchè quelle che potevo fare erano proprio quelle di cui non m'importava assolutamente niente?
-Sara, ti ho vista entrare, lo so che sei qui.- Continuò, la sua voce era più vicina, le parole sembravano secche, ma il suo tono era ancora pieno di dolcezza. Ormai mi aveva trovata, tanto valeva uscire allo scoperto.
-Cosa c'è?- Chiesi, forse con più aggressività di quanta avrei voluto mettere. Mi raggiunse e si piegò davanti a me, fino ad essere all'altezza del mio viso e a quel punto sorrise, fece un bellissimo sorriso con quelle fossette che amavo e mi prese le mani.
-Per fortuna sei qui..- Disse sospirando -Stavo bluffando: non ti avevo vista entrare.- Concluse guardandomi negli occhi. Ridacchiai, la prima risata della giornata, lei riusciva perfino a farmi ridere perchè oltre ad essere bellissima, dolce, affettuosa e sexy era anche maledettamente buffa e simpatica. Perfetta, dannazione, era perfetta. E non era mia.
-Non voglio sposarmi.- Confessai singhiozzando, mentre le sue mani si spostavano sul mio volto per asciugarmi le lacrime con tocchi delicati e dolci, senza spostare lo sguardo dal mio: potevo leggerci malinconia, anche se faceva finta di niente. -Non ho mai voluto sposarmi.- Conclusi.
-Perchè gli hai detto di sì, allora?- Chiese curiosa, continuando ad accarezzarmi lentamente il volto.
-Eravamo a Parigi, sotto la Tour Eiffel e mi aveva riconosciuto chiunque!! Eravamo circondati da fans e fotografi.. Come diavolo potevo umiliarlo così?- Spiegai abbassando il volto per guardare il triste pavimento di cemento, lei portò le dita sotto al mio mento, rialzandomi il volto fino ad incontrare i suoi occhi.
-Sei sempre troppo buona, Sara.. Non pensi mai a te.- Disse con tutta la tenerezza e comprensione di cui era capace -Metti che in un futuro incontrerai qualcuno che ti farà battere seriamente il cuore che gli dirai? "No, mi spiace.. Mi son sposata per non umiliare un uomo che non amo?"- Mormorò: la sua voce sottile si stava crepando di tristezza solo pronunciandole quelle parole.
-Lo sai che quella persona l'ho già trovata.. Lo sai..- Risposi in un sussurro, combattendo la pazza voglia di annullare la distanza tra le nostre labbra. 
Lei annuì lentamente, portando il pollice ad accarezzarmi delicatamente il labbro inferiore -Lo so.. E tu sai che provo le stesse cose.- Mormorò senza riuscire a riparare quella crepa che la tristezza aveva creato nella sua voce.
Rimanemmo quasi immobili per svariati secondi, il suo pollice continuava a sfiorarmi le labbra, i miei occhi a guardare e desiderare le sue. 
-Sai, mi rendo conto solo adesso di una cosa..- Iniziò, senza però smettere nel suo gesto ed io non fiatai: non volevo smettesse, per niente al mondo. -Ho voglia di proteggerti dal mondo, di prenderti tra le mie braccia e proteggerti come una leonessa.. Non come proteggerei i miei figli, ma come dovrei voler proteggere Christopher.. Io ti amo, Sara. Ti amo profondamente, più di quanto avrei mai immaginato di poter fare.-
Alla fine l'aveva detto: ciò che entrambe tenevamo nascosto per anni, era finalmente uscito fuori e se da un lato quelle parole mi facevano venir voglia di urlare, cantare e saltare, dall'altra mi fecero sentire in colpa, mi spezzarono dentro. Mi alzai, allontanandomi da lei di alcuni passi, potevo sentire il suo sguardo addosso a me, potevo vedere i suoi denti stringere nervosamente le sue labbra: d'altronde, non è la reazione che si aspetta chi confessa determinate cose.
-Non dovresti.- Mormorai -Dovresti odiarmi con tutta te stessa, dovresti volermi far del male.- Sussurrai.
-Non potrei mai odiarti, non vorrei mai odiarti.. Come ti viene in mente una cosa del genere?-
-Dovresti. Perchè io ho rovinato la tua vita perfetta, perchè sono la dannata macchia che sporca la tua vita candida- Dissi con rabbia, scoppiando poi a piangere. -E mi odio per questo. Mi odio. Perchè tu sei la persona più importante per me, sei l'altra metà della mia anima, ti amo da impazzire e saperti spezzata in due mi fa male.- Confessai singhiozzando, non riuscendo a smettere di far scendere le lacrime calde lungo il mio volto.
Lei mi abbracciò con forza, mi strinse a se quanto più poteva, il suo respiro alterato mi fece capire che anche lei piangeva. La strinsi a me con la stessa forza.
-Non sei una macchia, tu non sporchi niente.. Tu sei una chiazza del colore più bello e brillante di tutti che riesce a colorare la mia vita bianca, priva di emozioni.. Non è perfetta, la vita con TE sarebbe perfetta. Tu e i miei bambini, ecco la mia vita perfetta che non permetterei a nessuno di sporcare- Singhiozzò, nascondendo poi il suo viso nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla. 
Non riuscii a resistere più a lungo, mi staccai da quel'abbraccio e le sollevai il viso con le dita, andando a premere le labbra contro le sue in un bacio salato, che sapeva di lacrime, di amore, di disperazione.
Dopo un secondo di sorpresa, Jessica dischiuse le labbra permettendomi di approfondire quel bacio con più passione, mentre lei mi spingeva dolcemente contro un'asta in acciaio che aiutava a sostenere la serra e quel bacio continuava con sempre più foga e passione; le nostre mani non riuscivano a stare ferme, continuavano ad esplorare il corpo dell'altra come se fosse l'unica cosa da conoscere, da imparare a memoria per sopravvivere un minuto in più, forse davvero lo era.
Spostai le mie labbra sul suo collo e la sentii tremare sotto le mie mani.
-Sara...- Sospirò con le mani tra i miei capelli ormai slegati e liberi. 
-Ti amo, ti amo..- Mormorai tra un bacio e l'altro: il cuore mi stava esplodendo dalla felicità, quante volte avevo sognato di averla tra le mie braccia e, finalmente, quel sogno era diventato realtà.
-Signorina Ramirez, è qui?- Una voce proveniente dall'ingresso ci fece sussultare, ci guardammo impanicate. 
-Sì.. Sono qui!- Urlai quando sentii i passi di quello che doveva essere uno dei camerieri venire verso di noi. Eravamo nascoste dall'infinità di piante e fiori che vivevano in quella serra, ma ancora un paio di metri e ci avrebbe beccate in pieno. 
-Mi han detto di dirle di tornare dentro, il signor Debolt vuole annunciare il fidanzamento..- Ci disse fermandosi, per fortuna. -Io devo tornare al mio lavoro, signorina.. Vuole che l'accompagno dentro?- Chiese.
-No, tranquillo.. Sto ammirando il fiore più bello e profumato della serra.. Torno subito.- Annunciai, a quelle parole il cameriere uscì dalla serra e Jessica fece quel sorriso radioso, i suoi occhi si illuminarono.
Le stampai un ultimo bacio prima di staccarmi per rientrare in sala, ma lei mi prese prontamente il polso.
-Io.. Io non posso più farne a meno. Ho conosciuto un secondo di vera felicità, di vero colore, non posso rinunciarci così. So che abbiamo le nostre vite, so che non possiamo mandare tutto al diavolo.. Ma ti prego, parliamone ancora. Pensiamo ad una soluzione.- Mi pregò: nei suoi occhi la speranza mischiata alla paura di non poter riavere tutto quello. 
Mi riavvicinai e le sorrisi, togliendole una ciocca di capelli biondi dal viso. 
-Nemmeno io voglio rinunciarci ma dovremo stare attente.. Non dovremo mai farci vedere insieme, non dovremo mai far sospettare nulla a nessuno, eviteremo di stare nelle stesse foto pubbliche. Lo so che non è molto...- Dissi con un velo di tristezza: cosa non avrei dato per vivere tutto quello alla luce del sole, ma i suoi figli meritavano di avere una famiglia unita. 
-Non è molto.. Ma è tutto. Che mi importa che il mondo sappia, io voglio viverti! E se questo è l'unico modo di farlo, ci sacrificheremo e ci vivremo di nascosto.. Basta che saremo insieme, basta che continui a colorarmi la vita- La dolcezza nei suoi occhi e nelle sue parole mi fece mancare un battito, come quando l'avevo conosciuta. 
-Sara?-
-Sì?-
-Questo particolare.. Discorso, quello che è stato interrotto, lo finiremo, vero?- Disse maliziosa.
-Lo finiremo e ne faremo tanti altri.. Ho voglia di discutere a vita con te- Dissi con voce altrettanto maliziosa, prima di staccarmi e dirigermi verso il bagno per sistemarmi: quel disastro che avevo prima nel cuore, si era sposato sul viso ed aveva lasciato il cuore libero di respirare, di vivere.

   
 
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