A
radioactive,
e alla sua capacità
di
ruolare Birdie, questa
pazza donna. ♥
Nudo integrale.
In quel momento,
mentre le dita di quello strano essere – che mai avrebbe definito uomo in vita
sua – gli scivolarono piano sul petto fino all’ombelico, sentì l’impulso di
alzarsi e scappare, a costo di tornare in camera nudo come un verme – avrebbe
fatto qualsiasi cosa per sottrarsi a quelle sei mani che continuavano a
palparlo e tastarlo ovunque.
«Hai visto
queste magnifiche lentiggini!» commentò l’uomo dai capelli di un rosso acceso,
chiazzati qua e là da grosse macchie nere. «Sono adorabili!» aggiunse sfiorandogli
la punta del naso, «Non dobbiamo coprirle, vero?».
«Birdie ha detto di no, ma quei peli sulle gambe sono da far
sparire!» ribatté l’unica donna del gruppo, sistemandosi la strana acconciatura
verde e blu che portava in testa.
La frase fece
sbiancare Roel che – di scatto – si mise seduto,
fissando con sguardo truce Faril (l’unico di cui era
riuscito a memorizzare il nome) che, imperterrito, continuava a toccargli il
muscolo della coscia. «I peli no» disse categorico – non si sarebbe lasciato depilare
per nessuna ragione. Mai: nemmeno fra un milione di anni. Tanto meno da un
tizio con i capelli acconciati a forma di orecchie di gatto – non che gli altri
due fossero in condizioni migliori, s’intende.
«Oh, quante
storie!» borbottò la Capitolina, invitandolo a stendersi di nuovo. «Calix, fai tu!» ordinò prendendo poi delle pinzette,
iniziando a spulciare le sopracciglia bionde del ragazzo.
Ti insegnano ad uccidere per sopravvivere, ad
utilizzare le armi, e a costruire ripari, pensò. Dovrebbero insegnarti a sopportare questi strambi individui e le loro
torture.
Sentì una cosa
viscida e calda colargli sulla gamba, ma non aveva il coraggio di guardare, e nemmeno
di chiedersi che cosa diavolo fosse. «Strappo?» domandò retorica la voce dell’uomo
dai capelli rossi, poggiandogli una mano sullo stinco.
Roel avrebbe voluto rispondere di no – solo il termine “strappare” gli faceva venire i brividi, figuriamoci il gesto in sé
– , ma si concentrò sulla faccia di Ione, intenta a strappargli le sopracciglia.
Solo ora notò che quello che aveva in testa avrebbe dovuto essere un uccello, e
che i capelli, ritti in piedi, somigliavano alla coda di quest’ultimo.
Un pavone, una coccinella e un gatto, non poteva
capitarmi di meglio, si disse. Ma appena concluse il pensiero un dolore terribile lo fece
scattare di lato – con il serio rischio che le pinzette gli finissero in un
occhio, accecandolo.
Se sopravvivo a questo, pensò, posso sopportare di tutto.
◊ ◊ ◊
«Posso mettermi
l’accappatoio?» chiese, tentando di ignorare la sua immagine allo specchio
completamente nuda.
In due ore nel Centro Immagine lo avevano lavato almeno
tre volte, gli avevano tagliato i capelli, le unghie, la barba, unto almeno sei
o sette volte il corpo con qualcosa e, ovviamente, rimosso larga parte dei peli
che aveva. Insomma, avevano tagliuzzato tutto quello che gli era stato
possibile estirpare.
«Assolutamente
no, tesoro!» affermò Faril, poggiandogli entrambe le mani sulle spalle. «Sei
favoloso, Birdie ti adorerà» aggiunse rimirando il
riflesso nello specchio, sistemandosi i lunghi baffi da gatto che gli
spuntavano dalle guance prima di sparire assieme agli altri due, lasciando
finalmente al ragazzo un attimo di respiro che – per sua sfortuna – durò troppo
poco.
La porta si spalancò
in un secondo, lasciando apparire una figura di donna dai capelli verde scuro:
una cascata di glitter blu le decoravano l’occhio
sinistro, scendendo sul collo e il petto, fino a coprire – in modo seppur
velato – uno dei seni scoperti dall’aderente vestito di tulle che indossava.
Roel arrossì cercando di guardare altrove, di non fissarsi troppo su quella
parte discinta, ricordandosi mentalmente che non era il primo seno che vedeva
in vita sua e che – soprattutto – era nudo. Nudo davanti a una donna in parte
svestita.
La Stilista gli
girò attorno lentamente esaminando ogni centimetro del suo corpo e, quando fu
dietro le sue spalle, si fermò di scatto, tirandogli una pacca sul sedere.
«Ma che caz–».
«Sei così
incredibilmente in forma!» affermò lei interrompendolo, continuando a
squadrarlo da testa a piedi. «Ti lascerei così, ma non posso!» aggiunse con
fare dispiaciuto, «È un vero peccato, sembri una statua: guardati!» commentò
passandogli l’indice sotto il mento, invitandolo ad alzare di poco il viso.
Roel si domandò perché nel giro di due ore ben quattro persone si erano prese
la libertà di tastarlo e toccarlo in zone così tanto personali, ma sapeva che
irritandosi e trattandoli in malo modo non avrebbe risolto nulla – si vede che sono tutti fuori di testa.
«Posso mettermi
l’accappatoio?» domandò di nuovo – avrebbe giurato di aver ripetuto quella
frase almeno un centinaio di volte – , ma al contrario dello Staff che almeno
si prendeva la briga di rispondere alle sue domande, Birdie
ignorò completamente la frase, continuando a vaneggiare.
«Parliamo del
tuo costume, fiorellino» disse con la
sua voce acuta, saggiandogli il muscolo del braccio. «Vedi, io avrei tanto
voluto dipingerti interamente di grigio e lasciarti come tua madre ti ha fatto»
sospirò facendo una pausa, sfiorandogli il petto con la punta dell’indice. «Ma il
mio socio, Wellor, fra l’altro davvero insopportabile
e senza un briciolo di buon gusto, mi ha espressamente proibito di lasciarti
nudo. Un vero peccato… saresti stato magnifico, Capitol City ti avrebbe adorato, ma no: io
dovevo sposare un tale idiota come Wellor» concluse –
finalmente – prendendo fiato.
Roel la guardò nel riverbero dello specchio, decisamente confuso e spaesato
dal discorso senza senso che aveva appena proferito. Due cose aveva capito: era
una fan del nudo che non sapeva tenere le mani al giusto posto, ed era sposata
con lo stilista di Thyra, un certo Wellor, che era un idiota. «Posso rimette–».
«Sei così un bel
fiore, e mi tocca farti indossare un
abito da guerriero…» borbottò accarezzandogli i
capelli, «ma almeno l’intero busto sarà scoperto, e anche le gambe!» trillò
felice, lasciando Roel basito e in preda alla
disperazione.
Qualsiasi cosa
sarebbe stata meglio dello sfilare nudo davanti a tutta Panem,
qualsiasi cosa sarebbe stata più piacevole delle mani di quella donna
logorroica e maniaca che continuavano a toccarlo.
Qualche ora dopo
era lì, davanti allo specchio, con indosso solo un misero paio di mutande di
cuoio e un drappo amaranto.
«M a g n i f i c
o» cinguettò Birdie, sistemandogli i capelli per la
ventesima volta.
Rettifico, si disse, qualsiasi cosa è meglio dello sfilare in mutande davanti a tutta Panem.
“Che cosa è una moda? Da un
punto di vista artistico, di solito è una forma di bruttezza talmente
intollerabile da doverla cambiare ogni sei mesi.
OSCAR WILD”
| Literary and Other Notes I |
• NdA;
Non ho nulla da dire, a parte il fatto che tutto ciò sarebbe dovuto
rientrare in I’m frozen to the bones,
ma dato che per mancanza di spazio non sono riuscita a mostrarvelo: eccolo qua.
È dedicato a radioactive
perché è stata lei a darmi l’idea con una sua interpretazione di Birdie degna di Oscar. ♥
Se non si fosse capito lei – Birdie, la
Stilista folle e fan del nudo – voleva vestirlo (si fa per dire) da statua. Lei
aveva collegato il Distretto 2 alla pietra e non ai Pacificatori, come molti
fanno, ma suo marito – e qui fate i complimenti a radioactive
per la scelta del nome – Wellor non ha voluto e ha
puntato sui guerrieri Spartani, sì.
L’epiteto fiorellino, o fiore, è un gioco di parole sul cognome
di Roel – appunto Flos – che è latino e significa Fiore. Anche questa geniale trovata è di radioactive, perché è lei che
tira fuori queste perle di nomignoli.
Ho finito. Spero di non avervi sconvolto troppo, e perdonate eventuali
errori, ma la mia beta non c’è e la Shot è dedicata a
lei, quindi non gliel’ho ancora fatta leggere. ~
Salut. ♥
~yingsu.