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Autore: Angelo_92    03/12/2013    2 recensioni
“ Ma loro sono bravi, loro volevano bene alla natura e la rispettavano, e quindi non avevano odio dentro di loro. Nel loro cuore c’era solamente amore e affetto, e quindi potevano vivere assieme agli animali e alla natura, vivendo felici in questa grande oasi stupenda. ”
Questo racconto spero faccia capire quanto male stiamo facendo a noi, agli animali, alle piante e alla natura. Dovremmo riflettere e metterci una mano sulla coscienza, chiedendoci se è giusto tutto quello che stiamo facendo, e se non stiamo sbagliando qualcosa.
Ringrazio anticipatamente chiunque legga o recensisca la storia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivincita della Natura

“ Vieni qui, figlio mio ” gli disse il padre, in piedi, allargando le braccia. Il bambino gli fece un sorriso, si avvicinò e si strinse a lui, circondando la vita del padre con le braccine in un abbraccio. Questo richiuse le braccia attorno al bambino, sorridendogli.
“ Vorrei raccontarti una storia.”, gli sussurrò il papà.
“ Certo, certo. Racconta, papà.” rispose il figlio, aumentando la stretta delle braccia.  
“ Aspetta, però, sediamoci, non ce la faccio a stare alzato ” commentò il padre, togliendo le braccia attorno al corpo del bambino. Il figlio levò le braccia, indietreggiò e il padre poté voltarsi e camminare fino a raggiungere il divano rosso cinque passi dietro. L’uomo vi sedette sopra e batté le mani sulle ginocchia. Il bambino guardò i gesti del padre, fece un ampio sorriso e con una corsa e si sedette sulle sue ginocchia. Il padre gli strinse le braccia intorno il petto.  
“ Voglio sentirla, raccontami, dai ”, commentò il bambino.
“ Certo. Allora, dunque, fammi pensare ”, disse il papà. Si mise una mano sul mento, poi la tolse e cominciò a dire:
“ Allora, siamo nel futuro, e nel mondo è appena scoppiata una grandissima guerra. Tutte le persone si sparavano tra di loro, si picchiavano, si ferivano, e morivano tante persone innocenti. In queste guerre non venivano risparmiati nemmeno gli animali, che morivano anche loro assieme agli uomini. Queste terribili guerre avvenivano in ogni parte del mondo, senza risparmiare nessuno, e facevano ogni giorno delle vere e proprie stragi, trasformando di fatto il pianeta in un insieme di rovine, con morti disseminati ovunque, alberi completamente tagliati e distrutti, intere regioni rase al suolo. L’uomo uccideva anche tanti animali senza alcun motivo, oppure gli faceva delle torture bruttissime. Nessuno, né uomini, né animali, né piante potevano vivere a lungo per il male che c’era sulla Terra, e chi viveva, pativa comunque sofferenze incredibili.  
Proprio durante queste guerre, in una montagna altissima e grandissima, desolata e piena di neve, in cui non vi abitava nessuna persona, un giorno, come dal nulla, comparì un piccolo serpente. Questo animaletto, con il passare del tempo, crebbe lentamente, nutrendosi dei rari fili di erba che trovava sulla montagna. Dopo aver raggiunto la grandezza di un metro, cominciò a nutrirsi di qualche raro insetto che trovava sulla montagna. Mangiati tutti gli insetti presenti nel luogo, non ebbe più di cosa nutrirsi.”
“ Aspetta papa! Ma il serpente è buono o cattivo? ” lo interruppe il figlioletto.
“ Lo capirai dopo, fammi continuare. ” gli rispose il padre, abbassando il capo fino ad arrivare accanto al viso del bambino, sfiorandogli col capo la guancia sinistra. Il papà lo guardò in viso, gli fece un sorriso, e il bambino gli rispose con un sorriso più ampio. Rialzò il capo e si rimise comodo. Continuò: 
“ Non sapendo più cosa mangiare, il serpente strisciò in tutte le zone della montagna, ma senza trovare nulla, diventando ogni giorno sempre più piccolo. Un giorno, però, quando era già diventato piccolo piccolo, come un lucertola, vide un uomo sulla cima della montagna. L’essere umano aveva tutto il corpo coperto da vestiti, e si vedevano solamente gli occhi e il naso. Aveva una corda legata al corpo e si teneva con le mani alle rocce ghiacciate della montagna, spingendosi così, con la forza delle muscolose braccia e gambe, sempre più in alto. L’animale si avvicinò, senza farsi notare da lui. Gli diede un morso sulla gamba, affondando i denti sulla coscia della gamba sinistra.”
“ Ahi!” esclamò il bambino, ridendo. Anche il padre si mise a ridere. Gli accarezzo il viso, e continuò:
“ L’uomo gridò per il dolore, ma l’animale non mollo la presa. Man mano che gridava, l’uomo diventava sempre più magro, fin quando, poverino, dell’uomo rimasero solamente i vestiti, la pelle e le ossa, la carne era stata assorbita dall’animale. Il serpente diventò così grande come prima, lungo circa un metro.”
“ Oh, poverino.”, commentò il bambino, arricciando il naso, corrugando la fronte, abbassando lo sguardo e sporgendo il labbro inferiore.
“ No dai, è solo una storia. Non è una cosa vera, fammi continuare, non ti preoccupare.” Gli spiegò il papà.
“ Va bene.”, rispose il bambino, e tornò sorridente.  
“ Il serpente si allontanò dallo scheletro e si fermò pochi metri vicino il morto. Sollevando la testa e parte del corpo, uscì la lingua biforcuta, aprì la bocca mostrando i denti aguzzi e rimase così immobile, facendo uno strano verso, come se stesse succhiando qualche cosa.
Sempre immobile in questa posizione, cominciò a crescere, a crescere, e rimanendo così fermo per intere settimane, crescendo sempre di più.
Sotto la montagna, dove stavano gli uomini, ogni giorno, oltre alle tante vittime della guerra, morivano sempre più persone in modo molto strano. Molte persone non morivano per la guerra, ma invece, come era successo allo scalatore, cadevano a terra e man mano scomparivano tutte le loro carni e rimanevano solo con i vestiti, pelle e ossa. Morivano, purtroppo, anche donne e bambini, anche gli animali, ed anche gli anziani.”
“ Ma poverini, ma perché il serpente è così cattivo?” chiese il bambino, spalancando gli occhi e guardando il papà negli occhi.
“ Beh, ecco, in realtà, non è poi così cattivo. Dopo lo capirai. Fammi raccontare. ”, rispose il papà.
“ Va bene.”, rispose il piccolo. 
“ Divenne lungo quasi quattro metri, e la gente moriva ogni giorno sempre di più, stava facendo una vera e propria strage. Gli uomini, terrorizzati da queste inspiegabili morti, si rivolsero ad alcuni eremiti che si trovavano sulle altre montagne, cioè a uomini che vivevano in maniera solitaria, senza nessun contatto con le altre persone, e si rivolsero a loro nella speranza di ottenere una risposta. Questi, che già avevano capito il perché di quelle morti, gli spiegarono quale fosse la causa della morte, cioè che un serpente in cima alla montagna più alta del mondo li stava uccidendo dall’alto. Gli spiegarono che l’animale si nutriva della cattiveria delle persone, e che la cattiveria delle persone arrivava anche fin lassù, e quindi da lì potevano assorbirla fino a fare morire gli uomini. Tutte le guerre che gli uomini stavano facendo, trasformavano l’anima degli uomini, rendendo queste anime delle vere e proprie fonti di odio e crudeltà. Questo odio era ormai l’energia vitale di ogni persona, e il serpente, nutrendosi proprio dell’odio degli uomini, toglieva tutte le energie alle persone, facendole morire in quel modo orribile.”
 “ Non mi piace questa storia! Non la voglio sentire! ” gridò il bambino, sbattendo i pugni sulle ginocchia del papà.
“ No dai, aspetta. E’ solo una favola. Dai, ascoltala, perfavore.”, gli rispose il papà.
“ No! ”, esclamò il bambino.
“ E dai. E se ti dico che poi la storia finisce bene? E’ una storia a lieto fine.”
“ Che significa a lieto fine? ”, chiese il bambino, guardando con gli occhi umidi il padre.  
“ Che alla fine finisce bene, che nella parte finale sarà molto bella e divertente.”
Il bambino stette in silenzio per alcuni secondi, poi, passandosi la manina negli occhi, fece un sorriso e rispose:
“ E va bene. Però se non finisce bene, mi arrabbio.”, rispose al papà.


“ Bene. Bravo. Allora, dicevo, che quindi gli eremiti gli spiegarono il perché di quelle brutte morti.
Gli uomini non gli credettero e fecero delle ricerche per capire la cause delle morti, mentre le guerre continuavano a uccidere tante persone, assieme alle vittime dell’animale.
Alla fine, non riuscendo a trovare altre spiegazioni, si convinsero che l’unica spiegazione possibile era proprio quella degli eremiti. Alcuni uomini coraggiosi, quindi, scalarono la montagna per trovare questo animale, che ormai era così grande, da poter essere chiamato a tutti gli effetti mostro.
Solo pochissime persone arrivarono in quel luogo, e nessuno fu in grado di eliminarlo in nessun modo. Dopo, fecero ancora altri tentativi, ma tutti invano. Mentre il mostro cresceva sempre di più, nel giro di pochi anni, a causa anche delle morti causate dalle continue guerre, tutti gli uomini, escluso gli eremiti, morirono. Quei pochi eremiti continuarono a vivere per decenni, mentre, intanto, sulla Terra, con la morte degli altri esseri umani, tutto era cambiato. Adesso, quindi, sul pianeta Terra esistevano solo poche decine di persone, gli eremiti, mentre tutti gli altri esseri umani, circa sette miliardi, erano tutti morti.
Nel mondo nacquero tantissime nuove piante, tantissimi nuovi animali. Ci fu un mondo completamente diverso, in cui tutti gli animali, quindi anche leoni, tigri, elefanti, ippopotami, correvano allegramente in tutti i luoghi del mondo.
Gli eremiti si allontanarono dalle loro abitazioni solitarie e si unirono agli animali, ma senza mai incontrarsi tra di loro. Tutti assieme, animali, piante, funghi e quegli eremiti buoni ballavano e giocavano tra loro, vivendo assieme felici. Organizzavano feste, cantavano e ridevano, come non avevano mai fatto. Adesso, quindi, cessate le guerre e le sofferenze, tutti gli animali e quei pochi umani che esistevano, vivevano finalmente felici, tutti assieme e appassionatamente. La Natura stessa era soddisfatta perché finalmente vedeva che tutte le sue creature vivevano felicemente, in una armonia a dir poco perfetta.
In ogni luogo si potevano osservare piante che si intrecciavano tra loro, e attraverso i loro fiori di tanti colori diversi, creavano paesaggi stupendi, paesaggi che l’umanità non aveva mai visto.
“ Ah, bello, ora sono felici quindi!” esclamò il bambino.
“ Appunto. Il male era stato sconfitto grazie a quel serpente. Ora, hai visto che la storia è diventata bella? “ commento il padre.
“ Vero. Hai ragione. ” rispose il bambino, girandosi e abbracciando il papa.
“ Aspetta, e il mostro sulla montagna? Che fine ha fatto? ” gli chiese il bambino.
“ Ecco, il mostro non aveva più di cosa nutrirsi. L’odio degli uomini era scomparso, e sulla Terra c’era solo amore e felicità, gioia e allegria, e tutti gli animali coesistevano piacevolmente. Il mostro, quindi, finì così per morire di fame, scomparendo per sempre. Quel mostro, però, alla fine così cattivo non era stato, ma anzi, era stato la salvezza della natura, aveva liberato il mondo dall’unica specie, che con il suo odio, stava distruggendo tutto.”
“ Ma allora era una specie di eroe il mostro?”
“ Sì. Assolutamente sì.”, rispose il papà, sorridendo. 
“ E però, aspetta, ancora ci sono quelle persone, quelle che, come si chiamano, quelle che vivono da sole. “ replicò il bambino.
“ Gli eremiti?”
“ Ecco, sì, loro.” rispose il bambino.


“ Ma loro sono bravi, loro volevano bene alla natura e la rispettavano, e quindi non avevano odio dentro di loro. Nel loro cuore c’era solamente amore e affetto, e quindi potevano vivere assieme agli animali e alla natura, vivendo felici in questa grande oasi stupenda. ”
“ Ma perché gli eremiti non erano cattivi? E gli altri uomini sì?”
“ Perché non vivevano nella società, perché vivevano da soli. Non conoscevano il denaro, non conoscevano il possesso, non sapevano cosa voleva dire rubare, uccidere, ferire. Attorno a loro esisteva solamente la Natura, e dalla Natura imparavano a vivere in modo sano, buono e felice.”, rispose il papà.
“ Che bella questa storia! ” commentò il bambino.
Il papa gli sorrise e lo abbracciò, poi staccò la presa, guardò in alto, sospirò, e smise di sorridere. Arricciò il naso e socchiuse leggermente gli occhi.
“ Ma ora perché sei triste papà? ” chiese il bimbo.
“ Perché, vedi, purtroppo, questa è solo una storia inventata, non è la realtà.”, rispose al figlio. 
  
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