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Autore: Sa_MiLow    04/12/2013    0 recensioni
-Allison!! Pronto, Al!! Corri, ti prego, non so più che diavolo fare!! Lui è nei casini e non vuole che nessuno lo raggiunga...ho chiamato te perchè non so dove sbattere la testa- la voce agitata e frenetica della mia migliore amica mi fece bloccare in mezzo al marciapiede, era l'ora di uscita dagli uffici e la strada era molto affollata. Il cuore prese a martellare e la gente che mi sfrecciava introno divenne una massa confusa di forme e colori. Riuscivo solo a pensare a cosa avesse combinato questa volta.
Genere: Drammatico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Allison!! Pronto, Al!! Corri, ti prego, non so più che diavolo fare!! Lui è nei casini e non vuole che nessuno lo raggiunga...ho chiamato te perchè non so dove sbattere la testa- la voce agitata e frenetica della mia migliore amica mi fece bloccare in mezzo al marciapiede, era l'ora di uscita dagli uffici e la strada era molto affollata. Il cuore prese a martellare e la gente che mi sfrecciava introno divenne una massa confusa di forme e colori. Riuscivo solo a pensare a cosa avesse combinato questa volta.
-é con G...- riuscii solo a dire quelle poche parole strozzate dalla rabbia misto pianto
-Si, è di nuovo uno straccio... finirà male quel ragazzo se continua così...sembra essere peggio del solito, non sappiamo più che fare e lui è a pezzi col suo amico...corri ti prego!! Non voglio che qualcuno ci rimetta la pelle per 'sti motivi del cazzo! - scossi la testa. Fanculo.
-Arrivo.- Corsi a perdifiato da quella che era per me la persona migliore di questo mondo e dal suo disastro di migliore amico.

 

DUE ANNI PRIMA

 

Una forte schitarrata ruppe la quiete pomeridiana di una palazzina pullulante di gente anziana situata in piena Brooklin.
Avevo un nuovo vicino ed, a quanto pareva, suonava la chitarra.
Guardai l'ora: le 3 del pomeriggio...il ragazzo avrebbe passato dei guai alla prossima assemblea, c'era l'obbligo di silenzio fino alle 4 (ora in cui la maggior parte degli inquilini finiva il sonnellino post pranzo). Sorrisi immaginando l'ipotetico ragazzo, si sapevo che era un ragazzo dal nome sul campanello, cercare di difendersi mentre i vecchietti inaciditi gli davano addosso. Poveraccio.
M'incuriosiva però, soprattutto dopo questa nuova scoperta. Amavo la musica, vivevo di musica. La musica era in ogni cosa che facevo, in ogni mio respiro. Lavoravo in una caffetteria poco lontano da casa, era una di quelle caffetterie alla moda con cupcakes decorati in tutti i modi possibili e immaginabili, caffè aromatizzato e ogni tipo di novità ipercalorica possibile. Odiavo quel lavoro ma non c'era di meglio e si deve pur campare. Passavo la settimana in attesa del venerdì e sabato, giorni in cui mi chiudevo nei vari pub e club di New York facendo il pieno di concerti di ogni genere...amavo il rock ma ancora di più il punk! Il ragazzo si mise a suonare...tesi l'orecchio...i Misfits! Amai quel ragazzo alla follia da quel momento. Mi sedetti sul divano in salotto ed ascoltai i suoi tentativi di coverizzare vari pezzi di quel gruppo. Avrei voluto andare a bussare alla sua porta ma ero troppo timida per farlo quindi mi limitai a star lì, sul mio divano, a fantasticare.
Credo di essermi addormentata perchè quando guardai l'ora erano già le 6 di sera ed alle 9 sarei dovuta andare con Julienne (che io chiamo Jul) a vedere i Social Distortion in un pub non molto lontano da noi. Cenai e mi preparai. Avevo degli orribili capelli quella sera, nonostante li avessi piastrati si ostinavano ad arricciarsi formando delle onde verso le punte che mi cadevano sulla schiena. Il fatto di averli tinti molte volte non aiutava i miei tentativi di domarli, il mio colore attuale era blu scuro che schiariva sulle punte. Guardai i tacchi ma optai per un paio di stivali da motociclista bassi...non ero molto alta ma neanche così bassa da mettere dei tacchi ad un concerto! Era primavera, non necessitava una giacca pesante così optai per una felpa pesante.
Quando uscii buttai un'occhiata alla porta affianco alla mia. Chissà chi si nascondeva dall'altra parte. Misi in borsa le chiavi e andai al locale. Jul mi aspettava all'entrata, tutta in tiro: era bellissima. Ho sempre avuto complessi d'inferiorità nei suoi confronti, è sempre stata la “gnocca” della situazione e io l'amica in disparte. Duri colpi per la mia autostima ma ora, alla veneranda età di 21 anni, ne ero uscita fortificata e fiduciosa.
Entrammo ed il locale era già strapieno. Andammo al bancone prima che diventasse troppo affollato ed ordinammo due drink.
-Oggi ho scoperto che il mio nuovo vicino suona la chitarra!- Jul s'illuminò, amava i chitarristi
-Dobbiamo assolutamente conoscerlo allora!!-
-Ma tu sei pazza, con che faccia gli busso!!? Poi non saprei che dirgli- lei sorrise comprensiva
-Ci pensiamo dopo, mi sa che cominciano- disse allungando il collo per vedere oltre le persone assiepate davanti al piccolo palco.
Le luci si abbassarono ed i cari vecchi Social Distortion infiammarono la sala con il loro ritmo e la loro sempreverde energia. Mi stupivano ogni volta di più! Presa da un momento di follia strinsi la mano di Jul e la trascinai in mezzo al pogo. Non so come ne uscii viva ma avevo l'adrenalina a mille e non smettevo di ridere. Mentre camminavo per raggiungere una zona libera andai a sbattere contro qualcuno.
-Scusa- urlai ridendo, alzai gli occhi da terra ed era un ragazzo alto più o meno come me, i capelli medio lunghi col ciuffo da un lato e un viso rotondo che faceva tenerezza. Mi sorrise e se ne andò.
-Gentile...io ti avrei mandata a fanculo!- urlò la mia amica per sovrastare la musica
-Perchè sei una merda!- risi per accentuare il mio tono scherzoso
-Mi so solo difendere mia cara- e si spostò i capelli con un colpo di polso deciso
-Piantala!!- ridemmo insieme e tornammo a seguire il concerto. Uscimmo dal locale che eravamo distrutte e non so come feci a tornare a casa, ringraziai che Jul aveva la macchina se no sarei arrivata a casa strisciando talmente ero a pezzi (tolto il fatto che usare i mezzi a quell'ora e in quel quartiere era da film horror). Entrai in casa e mi buttai a peso morto sul letto. Il giorno dopo sarei dovuta andare al lavoro e non ne avevo minimamente voglia.
La mattina dopo la sveglia suonò e le note di “Minority” dei Green Day riempirono la mia camera. La spensi e mi alzai malvolentieri, ero uno zombie. Mi misi la divisa, feci colazione e uscii di casa...quel giorno avrei lavorato dalle 10 del mattino alle 5 di pomeriggio, dopo sarei passata in posta a recuperare un pacco e poi di filata a casa a spalmarmi sul letto!
Alla caffetteria la giornata passò senza particolari eventi, al solito...prepara caffè, servi caffè, incarta due cupcake e via così. Alla posta ci fu la solita coda ma me la sbrigai in una mezz'ora abbondante: le mie cose ordinate su internet erano finalmente in mio possesso anche se erano piuttosto ingombranti. Arrivai a casa che non sentii più le braccia, trafficai un po' con le chiavi quando sentii
-ehy, ti serve una mano?- era una voce maschile ma non uno dei soliti vecchietti arrapati, era una voce giovane. Sommersa sotto i pacchi mi scostai.
-oh, gliene sarei immensamente grata!- mi aprì la porta
-prego!- mi disse ed entrai. Mi voltai per vedere chi fosse e mi sembrò il ragazzo a cui ero andata addosso la sera prima ma oggi portava un cappellino di simil lana da cui spuntavano alcuni ciuffetti di capelli. Che vergogna!! probabilmente era il nipote di qualcuno del palazzo.
-ehm...- l'ascensore era stranamente al piano terra -a che piano vai?-
-quarto- disse pigiando il bottone col numero del piano -tu?- sorrise
-oh, anche io- non dicemmo una parola durante il tragitto dell'ascensore. Era molto imbarazzante per me mentre lui sembrava quasi divertito. Quando le porte si aprirono vidi che andava verso la porta accanto la mia. Era lui il chitarrista sconosciuto! Mi avvicinai alla mia porta e trafficai un po' con le chiavi, volevo trovare il coraggio per parlargli ma lui stava già aprendo la sua serratura e io ero paralizzata dalla timidezza. Aprì la porta e fece per entrare ma si bloccò
-Mi fa piacere sapere che in questo palazzo non ci sono solo persone anziane, pensavo di essere l'unico sotto i 30 qui dentro!- sorrise e il suo sorriso illuminò i suoi occhi nocciola. Poi entrò senza neanche aspettare che formulassi una frase di senso compiuto. Almeno era simpatico. Entrai in casa, a quel punto erano già le 7 passate e dovevo mettere su qualcosa per cena. Posai i miei acquisti dove capitò e cercai qualcosa di commestibile.

  
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