Ho perso me stessa per amore  

Ero in quella stanza e c'erano molte altre persone con me, ma in realtà era come se fossi sola. 

La gente mi parlava e io rispondevo distrattamente, con un sorriso di circostanza.
Mi adoperavo poi per dare una mano in cucina, ascoltando i tanti complimenti che mi venivano fatti 
"Che brava ragazza, sempre a dare una mano."  
Io, non sapendo cosa dire, rispondevo con un semplice:
"Per così poco? Non ho fatto nulla di che."
Era una frase  che dicevo spesso in occasioni come quella. Credo fosse per pigrizia o forse -più probabilmente- per il fatto che tutta quella ipocrisia mi stancava e non avevo nessuna voglia di combatterla.
Sembravano tutti divertirsi.  Chi parlava di politica, chi del più e del meno e chi rimproverava i bambini che giocando, urlavano e saltavano da una parte all'altra del grande salone.
Finito di servire la prima portata, mi sedetti su una sedia accanto alla finestra, osservando il cielo scuro della notte. Era un posto abbastanza lontano dal centro e quindi l'illuminazione esterna era fioca e lasciava spazio alla luce pallida -e ben più apprezzata- delle stelle. 
In quei momenti ripensavo a scene passate. Perché mi venivano in mente poi, proprio non lo so. 
So solo che avevo voglia di essere da un'altra parte, con un'altra persona.

Potevano esserci anche mille persone in quella stanza, con me, ma l'unico con cui non mi sarei mai sentita sola era lui. 

Mi alzai da lì, troppi pensieri mi attraversavano la mente e andai quindi verso l'esterno. 
Magari una sigaretta mi avrebbe calmata.
La portai alle labbra e la accesi. Il fumo si disperdeva nell'aria mentre la nicotina iniziava ad invadere il mio corpo.
Era una serata particolarmente fredda e avevo le mani ghiacciate.
Chiusi gli occhi, tenendoli serrati, un altro ricordo...
"Mh, déjà vu..." Sussurrai a bassa voce. 
Non c'era nessuno con me ma ero solita dirlo quando mi accadeva, come se dicendolo non sarebbe scappato dalla mia mente. 
Questa volta però, non sembrava solo un déjà vu. Sapevo bene che quella scena era realmente accaduta. Tenevo ancora gli occhi chiusi e l'immagine mi appariva lì, nitida nell'oscurità. 

Una mano calda mi carezzava il viso è una voce profonda mi sussurrava parole dolci. I capelli corvini scivolavano sul mio viso mentre due smeraldi mi fissavano, freddi ma nello stesso tempo curiosi. 

Sospirai rassegnata e riaprii gli occhi.
Sentivo un vuoto all'altezza del cuore e lo stomaco iniziava a farmi male. 
Quando sarebbe finito tutto questo inferno?
Volevo ricordare ma allo stesso tempo sapevo che ricordare significava morire, morire dentro. 
Alzai per l'ultima volta lo sguardo al cielo e guardai la luna che si stagliava fiera e maestosa nell'oscurità della notte.
Sarei mai riuscita a tornare quella che ero? Non potevo saperlo in quel momento ma speravo con tutta me stessa di poterlo ricordare. Sentivo come se un pezzo di me mi fosse stato tolto e  lo volevo, a qualsiasi costo.
Ancora un sospiro e poi rientrai, tornando a recitare la mia parte.

Ho perso me stessa per amore ma sono convinta, ora più che mai, che riuscirò a ritrovarmi.