PROLOGO
Il
Heijō-jidai*
è un'epoca della storia del Giappone
che va da 710, (quando l’Imperatrice Gemmei ne fece la
capitale) al 784. Con il
passare dei secoli questa perla a sud del Giappone verrà
ribattezzata Nara.
La
capitale venne modellata ad imitazione della capitale cinese Chang'an.
In questo periodo, infatti, le classi
aristocratiche del
Paese imitavano gli usi e i costumi cinesi, e molti nobili adottarono
il buddhismo, mentre
la popolazione, prevalentemente rurale, rimaneva per lo più shintoista.
“che
rottura …” borbottò Temari Sabaku,
mentre si infilava il walkman
nelle orecchie. Si era decisamente stufata di sentire la voce stridula
dell’insegnante
di Storia.
Hidan il suo
compagno di banco le diede una leggera gomitata:
“Esci
con me dopo le lezioni?”
“Mi
spiace
ho già appuntamento con Sasori.”
Replicò lei rimettendosi ad ascoltare la
musica dal suo mp3 che teneva nel taschino della divisa.
All’improvviso
qualcuno le strappò le cuffie dalle orecchie e senza
pensarci due volte la
ragazza inviperita dal gesto, si voltò e sferrò
un potente pugno al viso della
persona che aveva osato interrompere il suo divertimento …
peccato che si
trattasse proprio dell’insegnante, un certo Ibiki che
afferrata la ragazza per
un braccio la condusse dalla Preside.
“Cosa
devo
fare con te? Sei alla seconda ammonizione, se non ti dai una regolata
sarò
costretta ad espellerti.” Le disse con cipiglio severo.
“Per
quel
che me ne frega.” Fu la risposta della bionda.
“Sabaku,
non
otterrai mai nulla con questo atteggiamento. Perché non ti
fai aiutare da tuo
fratello minore? Gaara è un ottimo studente e
disciplinato.” Aggiunse Shizune.
Temari
continuò a masticare la gomma rumorosamente, per nulla
impressionata dalle
parole della Preside. Lei non si faceva mettere i piedi in testa da
nessuno,
figuriamoci da quella vecchia strega, zitella per giunta.
“Visto
che
con te non funzionano altri metodi mi costringi a punirti. Per otto settimane dovrai
seguire il corso di
teatro con gli studenti del primo anno.”
Sentenziò appoggiando i
gomiti al tavolo ed incrociando le mani per nascondere il sorriso.
“Lei
non può
farmi questo!” gridò la studentessa inferocita.
“Stavano
cercando giusto …”
Shikamaru si
appiattì contro il muro.
“Non
potete
costringermi!” ringhiò guardando le facce dei
compagni che avevano assunto un’espressione
sadica.
“Starai
benissimo con questo vestito.” rise l’insegnante
facendo cenno ai ragazzi di
bloccarlo.
“Così
mi
rovino la reputazione e poi dove pensate di trovare un Romeo alto circa
come
me?” aggiunse nella speranza di riuscire ad evitare di
portare la parrucca con
la treccia.
“Non
temere,
Godaime pare abbia trovato il candidato giusto.”
Continuò imperterrita Anko.
“Io un
uomo
non lo bacio!” gridò divincolandosi dalla presa
ferrea di Kiba e rifugiandosi
nella buca del suggeritore.
Ibiki fece
salire sul palco una recalcitrante Temari.
“Lady
Tsunade mi ha detto che vi serviva un altro attore. Eccolo.”
Disse costringendola
a mettersi a sedere.
Anko
osservò
con attenzione la ragazza, sarebbe potuta passare per un uomo con
qualche
piccolo accorgimento e in quanto all’altezza era lievemente
più bassa di “Giulietta”.
“Falle
indossare il costume.” Ordinò ad
un’altra studentessa.
Si
chinò
nella buca del suggeritore: “Allora signor Nara è
di suo gradimento, Romeo?”
ironizzò la donna.
“Non
devo
baciarmi con un maschio, ma mi affibbiate quel demone biondo
… che seccatura.” Sbuffò
sporgendosi dal bordo per osservarla meglio.
Un brivido
percorse la schiena di Temari, quando due occhi neri come perle
incrociarono i
suoi per qualche secondo.
“Quella è Giulietta.” Sussurrò Tenten.
CHIEDO SCUSA, MA QUESTA STORIA MI STA FRULLANDO IN TESTA DA UN Pò ED HO SENTITO LA NECESSITA' DI SCRIVERE ALMENO L'INIZIO
SPERO VI PIACCIA.