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Autore: SognatriceAdOcchiAperti    06/12/2013    8 recensioni
Che succederebbe se arrivasse una ragazza quasi sedicenne nell' isola che non c' è?
E se questa ragazza a differenza di tutte le altre non può andare via perché ha perso la memoria?
Leggete e scoprite insieme alla fantasia e il coraggio, il vero significato: dell' amicizia del coraggio del vero significato di essere bambini e cosa significa essere una mamma.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Maledetto Peter Pan, andava tutto alla meraviglia la stavo per riprendere... Quando che fa Spugna quell'insulsa mosca? -Emh..- Tentò di rispondere Spugna.  
- Quando, per colpa tua, Spugna, arriva volando con quell'insulsa fata dei miei stivali... E indovina che fa? Salva quella ragazzina. O ma non credere Spugna che io mi arrendo! Capitano Uncino, non si arrende mai!- Dissi furibondo. 
Per la seconda volta quella ragazza era sfuggita al mio uncino e mai nessuna donzella era scappata sotto il mio uncino mai.
E invece quella lì, non solo, riesce a fuggire, ma pure si fa aiutare da quel marmocchio volante.
- Su via Capitano, vi farete la prossima volta, ora invece per rilassarsi un po' chiederò al cuoco di prepararle qualcosa di buono.  E durante l'attesa, vi farò un buon massaggio. Ora capitano stendetevi.- 
E così Spugna mi mise sdraiato nel mio letto e iniziò a massaggiarmi.
- Sapete Capitano mi sono parse di sentire delle voci nella ciurma. Ho sentito dire dal cannoniere, che lui ha sentito dal  mozzo, che il mozzo ha sentito dal cuoco e il cuoco ha sentito dal nostromo... Che Erika non sa volare o meglio ha detto che l'ha vista dal cannocchiale che lei aveva paura di volare. E mi ha pure aggiunto che dalla fifa scalciava Piter Pan perché voleva scendere.- 
- Che cosa hai detto Spugna? La ragazza ha paura di volare?-  Dissi io alzandomi all'improvviso.
  - Sì esatto Capitano. Incredibile una ragazza che ha paura di volare. Una cosa sconcertante! Pure quella Jane non sapeva volare ma non aveva paura... Incredibile!-    Disse Spugna con le mani nei fianchi e i gomiti davanti alla sua pancia.
- Una ragazza che ha paura di volare al tal punto di picchiare il mostriciattolo per costringerlo a scendere... Sai Spugna credo che questo era il tassello mancante che mi serviva per compilare il puzzle della mia vendetta su Peter Pan. Ma prima dovrò attuare qualche ricerca...
- O ma questa è una notizia fenomenale vado a rapire la ragazza?- Disse Spugna correndo subito all'uscita. Ma lo presi per la camicia con il mio uncino.
- No non ancora, l'asciamo pure che si diverta con quei marmocchi, così quando attuerò il mio piano di vendetta sarà molto più persuasivo.-  dissi io sfregandomi quel tanto odioso uncino. 
Finalmente potevo attuare il mio vero piano e questa volta niente sarebbe andato storto nemmeno se si presentasse quel mostro.


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- Sei sicura di stare bene?-  Chiesi io ancora preoccupato. 
Caspita molte ragazze e ragazzi erano arrivati all'isola che non c'è, ma mai nessuno aveva   avuto paura di volare. Sì certo, spesso era successo che qualcuno non riusciva a volare, ma poi credeva alla magia e alla polvere di fata e puff.  Ecco che volavano. 
- Sì non ti preoccupare...  Mi sento benissimo.-  Disse Erika ancora con il viso sudato.
-D'accordo non insisto. Comunque sarà meglio muoverci, fra poco farà buio e dobbiamo arrivare prima che faccia buio all'albero dell'impiccato.-
- Albero dell'impiccato? E che cos'è?-  Chiese Erika dubbiosa.
- È la nostra casa e dovremmo fare molta strada dato che non voglio ricevere altri pugni e calci da te.- - Nostra?- Disse Erika.
- Certo cara mammina, non dirmi che sei così smemorata da non ricordare il nostro accordo? Allora lasci che ti rinfreschi la memoria. Tu hai promesso, mamma, che se io ti avessi salvata tu saresti diventata, la mamma, sia mia che dei bimbi sperduti.-
- No tranquillo me lo ricordo, almeno quello.- Disse Erika diventando subito triste. Stavo per chiederle di spiegarmi cosa intendesse quel “almeno quello”  ma non feci il tempo che Erika cambiò subito argomento.
- Comunque che tipi sono questi bimbi sperduti?-
- O vedrai sono uno spasso ti piaceranno... O che testa! mi sono dimenticato! Trilli potresti farmi quel favore?- Dissi io facendo l'occhiolino a trilli facendo attenzione che Erika non lo vedesse.
- Allora come d'accordo ok?-  Dissi a Trilli e così lei volò via. 
- Dove va?- Chiese Erika.
- O tranquilla lo vedrai molto presto. - Dissi io tentando di essere il più enigmatico possibile.
- Comunque in marcia ci aspetta una lunga camminata.-  Dissi io e così iniziammo a avviarci alla nostra dimora.

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Era un ora buona che camminavamo e ormai ero stanca, un po' mi dispiaceva per Piter ma l'idea di rivivere quell'incubo non mi attirava per niente. 
Mentre ci dirigevamo a quella che sarebbe diventata la mia nuova casa dolce casa, sia io che Peter ne aprofittammo per parlare e conoscerci meglio. Così venni a sapere che non ero la prima a ritrovarsi in quell'isola ma che come me, ne erano arrivate molte, ma poi che se ne erano andate, beate loro! Io invece non potevo andarmene, non mi ricordavo nulla e per di più mi ero trovata coinvolta a diventare una mamma di tanti bambini sperduti.
Scoprii  anche che nell'isola non c'erano solo Peter e quei maschilisti puzzolenti pirati il quale ho avuto il “bellissimo privilegio” di conoscerli. Ma che era anche abitata da Sirene, Indiani e cannibali. Insomma mi ero trovata in una bella situazione.
Camminammo per un'altra ora quando in lontananza vidi un grosso albero dove era appeso a un ramo una corda con un cappio. 
- Benvenuta nella tua nuova casa mamma.- Mi disse piter tutto felice.
- Grazie...- mi guardai intorno per vedere meglio l'esterno di quell'albero ma non feci in tempo che subito iniziai a vedere tutto nero.
- Ma che? Ehi Piter si può sapere cosa mi hai fatto?-
- Niente ti ho solo bendato gli occhi!-   Rispose ridendo.
- Non è divertente! Dai levami la bandana su.-  Dissi io tentando ti toccarlo per dargli un bel  pugno. Ma invano a quanto pare il furbone prevedendo la mia mossa si era vibrato in aria.
-Peter per favore toglimi la benda.-  Provai a toglierla io ma mi ritrovai con le mani legate.
- Peter per favore.- Tentai di dirglielo ma niente intanto lui cominciava a prendermi in giro e io con il suono della sua voce tentavo di raggiungerlo per dargli almeno una bella capocciata.
- Ehi talpina dove vai? Sei sorda sono qui!-
- Quando lo individuai gli corsi dietro ma Peter si vibrò in aria e io mi ritrovai a scivolare in una cosa che doveva essere un tronco quando mi fermai mi ritrovai seduta in qualcosa di soffice.
- Ecco ora tu puoi aprire gli occhi.- Disse Peter.
- Quando Peter mi slegò e mi tolse la benda mi ritrovai con Peter che mi teneva nella mano destra la corda e la bandana con dietro a lui 6 bambini che mi guardavano tutti eccitati.
Stavo per dirgliene 4 ma non feci in tempo.
-Ben venuta a l'isola che non c'è mamma!- Gridarono i sei bambini.
- Io sono Leporello.-  Disse un bambino vestito da Coniglio.
- Io Svicolo-  Disse un bambino vestito da volpe.
- E io Orsetto.- Disse un bambino vestito da Orso.
- E invece noi siamo I gemelli.- dissero due bambini che si assomigliavano come due gocce d'acqua vestiti da Furetti.
- E lui è Trottolo.- Disse Orsetto indicando un bambino vestito da puzzola. 
-P...Ppiacre io sono Erika.- Dissi io sorridendo.
- O avanti Erika non devi essere così agitata.- Mi rassicurò Peter.
- Mamma ti va di giocare ad acchiapparella?- Disse Leporello già saltellando sul posto.
- Macché mamma invece giochiamo a Nascondino?- Dissero i gemelli.
- No io invece voglio giocare a battaglia con i cuscini.-  Disse orsetto. - Sì come se la mamma gli importasse.- Disse Svicolo.
- Macché la mamma gli piace di più il nostro gioco.- Dissero i gemelli.
- No vuole giocare con il mio- Disse Leporello.
- No il mio.-  Disse orsetto.
E così quei bambini iniziarono a litigare e a darsene di santa ragione. Ero allarmata guardai Piter con la speranza che mi potesse dare una mano ma invece cosa vidi? Peter seduto su una poltrona di pelliccia che guardava divertito la scena. Così presi fiato e parlai.
- Zittiiiii. Smettetela di litigare. Non ne vale la pena. Allora a quanto pare tutti voi volete fare giochi diversi, ma questo non si può fare altrimenti scoppierebbe un'altra lite... Quindi... Faremo in una solo volta tutti i giochi insieme vi va?-
-  sìììì- gridarono i bimbi sperduti.
- Benissimo allora le regole sono molto semplici. Allora la base è quella del nascondino, ma con la differenza che quando si viene scoperti e bisogna correre per fare tana, se chi fa il cercatore vi tocca si è eliminati. I Cuscini invece serviranno per impedire al Cercatore di toccare chi si nasconde. La tana sarà questo letto. Ci si può nascondere solo all'interno dell'albero. E Peter conterà fino a 100.-  Dissi io soddisfatta del mio gioco e dando ad ognuno un cuscino.
- Scusa perché io?- Disse Peter
- Perché non mi hai aiutato prima.- Dissi io facendo la linguaccia.
- Uffi va bene... 1, 2, 3, 4,-  Disse Peter iniziando a contare mi voltai per dire ai bimbi sperduti di nascondersi ma già erano scomparsi.
Restavo solo io e Trilli che mi guardava tutta rossa in viso. - Forza Trilli dai nascondiamoci!- E dopo che la fata mi fece una bella pernacchia se ne andò. Che antipatica ma che le avevo fatto di male da ricevere da lei un simile trattamento?

Comunque iniziai a correre per nascondermi. L'albero dell'impiccato era molto grande vi erano innumerevoli stanze e soprattutto molti passaggi segreti e cavità di varie misure. Volevo trovarne uno mio ma purtroppo erano tutti occupati o da oggetti o da pellicce e dai bimbi sperduti che si erano nascosti.
Così decisi di trovare un luogo dove mi permettesse di nascondermi meglio.
E più in là  trovai quello che faceva per me.
Era una stanza molto insolita: era grande, spaziosa e piena di cavità libere e infondo alla  stanza vi erano delle scale.
Ma la cosa più strana era che sopra alla mia testa vi era il mare e l'acqua non cadeva ma restava sopra la mia testa. Nemmeno una goccia che cadeva. Niente era come se una barriera invisibile lo impedisse...  mi arrampicai su una radice dell'albero per toccare il soffitto non volevo crederci. Ma quando toccai con una mano l'acqua mi ricredetti. Era come quando tocchi l'acqua normalmente ma invece che l'acqua cade verso il basso qui saliva.
Era così strano... Ritrassi la mano ma non appena lo feci... Mi ritornò quel mal di testa per il dolore caddi dalla radice e atterrai sul pavimento di schiena. (Per fortuna non mi feci male perché il cucino che mi ero portata attui la caduta.)
Mi sentivo tutta dolorante la testa scoppiava volevo gridare, volevo chiedere aiuto, ma niente non ce la facevo.
Come l'altra volta sentii di nuovo quelle voci che mi chiamavano... Mi gridavano - Ragazza forza metticela tutta! Ancora uno sforzo! Dai nuota più forte!-  Mi guardavano preoccupati attaccati a una scialuppa gialla e rossa tutta di plastica.   - Non ce la faccio!- Gridavo mi dimenavo nell'acqua e la corrente mi trascinava lontano.
- Forza aggrappati a qual cosa e batti i piedi! Non mollare!- Mi incitavano quei uomini tentai di vedere il loro volto ma non ci riuscì, per quanto mi sforzassi erano tutti ricoperti da una nebbia, mi aggrappai alla prima cosa che mi era arrivata un tavolo di legno iniziai a battere i piedi ma non ce la facevo ero stanchissima. Sembrava che più io mi muovevo più mi stancavo. E dopo un po' mi ritrovai nel buio completo.
Mi dimenavo mi contorcevo per il dolore alla testa, quelle voci mi torturavano la testa mi sentivo malissimo. Poi sentii la voce di Peter che diceva. - 98, 99, 100. Vengo a cercarvi!-
Presi tutte le mie forze  e gridai – Peter sono qui aiutami!- E dopo aver detto ciò svenni con le lacrime agli occhi.

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Avevo appena finito di contare quando sentii Erika che gridava chiedendomi aiuto.
Preoccupato volai nella direzione dove avevo sentito il grido. Intanto pure i bimbi sperduti erano anche loro corsi in suo soccorso. La trovai svenuta nell'uscita di emergenza, aveva il viso bagnato di lacrime e una mano bagnata. Subito la portammo nella sua camera ( avrei voluto fargliela vedere in circostanze migliori ma...). Intanto Svicolo era andato a prendere dei sali per farla rinvenire mentre io e Trilli insieme agli altri tentavamo di scuoterla per farla svegliare ma tutto inutile. Mi sentivo tristissimo e più volte persi i miei pensieri felici. Ma quando arrivò Svicolo con quei nauseabondi sali e Erika si risvegliò li recuperai tutti.
- Era ora che ti risvegliasi mamma.- Dissi io.
- Peter! Ho avuto un altro incubo! No cioè un ricordo... E era orribile e poi...- Disse Erika con la voce tutta tremante.
  - Su, su è tutto passato- La confortai abbracciandola.
- Però ora mi devi una bella spiegazione intesi?- 
- Sì è vero dai raccontaci la storia eravamo tutti preoccupati per te! Una storia ci renderebbe felici.- Dissero in coro i bimbi sperduti.
- E va bene ma... Prima dove mi trovo?- Disse Erika guardandosi tutta intorno.
- Beh è la tua stanza. Ho chiesto hai bimbi sperduti di farla per te... Ti piace?- Dissi io soddisfatto della camera.
Era spaziosa, aveva un bell'armadio interno con diversi vestiti che Giglio Tigrato mi aveva dato, e il letto fatto di pelliccia era molto morbido. Il tutto aveva diverse lanterne intorno alla stanza.
- Sì è bellissima grazie a tutti davvero.-  Rispose entusiasta Erika
- Bene allora dimmi chi sei? E come sei arrivata nell'isola?- Risposero i bimbi sperduti.
- Ecco in verità io non ricordo nulla solo il mio nome quindi vi posso raccontare dopo il mio arrivo va bene?-  Rispose Erika.
E così ci raccontò del suo risveglio sulla nave di uncino, di come aveva scoperto il suo piano e come era fuggita trovando un passaggio segreto nel diario che aveva pure rubato a uncino, insieme al suo uncino da cerimonia... Devo dire che la sua storia mi aveva fatto commuovere, persino Trilli si era addolcita nei confronti di Erika cosa molto rara.                              Così dopo che Erika finì mi avvicinai a lei e la abbracciai.
- Erika non ti scoraggiare, vedrai recupererai la memoria. Sai nell'isola, c'è un campo degli indiani e hanno un bravissimo sciamano, magari lui ti potrà aiutare a recuperare la memoria.- Le dissi io.
 - Tu... Tu dici ?- Rispose Erika speranzosa.
- Sì dopotutto mi devono un favore... Ma dobbiamo alzarci presto domani se vogliamo arrivarci, dato che hai paura di volare. -
- Ok ci stò. Ora però vorrei andare a dormire sai è stata una giornata piena per me...-
- Certo capisco allora buona notte!- Le dissi io.
- Buona notte mamma.- Risposero i bimbi sperduti.
- Notte.- Rispose dando un bacio sulla guancia ad ognuno di noi.
Poi si coricò si mise le coperte addosso e si addormentò.
Certo che quando dormiva era proprio bella la guardai un attimo era così rilassata  nemmeno  un cenno di incubo ne aveva passate tante questo era chiaro.
- Ho deciso. Trilli da domani la proteggerò e gli starò accanto in ogni momento-  e così spensi le lanterne e poi chiusi la porta facendo attenzione a non fare rumore.

 


Angolo autrice.
 Ave popolo Mss ritardataria ve saluta. Allora scusatemi chiedo venia fin dal profondo del vostro bellissimo cuoricino. Mi perdonate vero?  Spero di sì (altrimenti dovrò isolarmi e pagare una guardia del corpo). Allora come al solito vi dico questo...
1- Purtroppo non potrò aggiornare per un bel po. Per il orribile motivo che da questa settimana fino al 22 dicembre avrò tantissime verifiche e interrogazioni e siccome la sottoscritta non vuole assolutamente studiare più del dovuto a Natale... Mi devo mettere sotto con i libri.
2- Un grazie a tutte quelle stupende persone che leggono e RECENSIANO le mie storie. Vi voglio bene.

3- NON VI PREOCCUPATE IO NON MOLLO LA STORIA. Anzi la sottoscritta a più di 25 idee nella capozza pronte per essere scritte ma lo studio e altri impegni...
4- da questo capitolo in poi si ACCETTANO SCOMMESSE SUL PASSATO DI ERIKA E  SUL PIANO DI UNCINO. Il vincitore avrà un bel premio dalla sottoscritta. Ma le scommesse finiranno fino a un numero di capitoli che vi dirò in seguito dato che non so

  
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