COME NELLE FAVOLE
 
 
Mary si svegliò con un raggio di sole che puntava dritto verso il suo viso.
Si stropicciò gli occhi e si rigirò tra le lenzuola, ricordando solo in quel momento che quello non era il suo letto e, cosa ancora più importante, non aveva dormito sola.
Francis, accanto a lei, dormiva ancora tranquillamente, con un dolce sorriso stampato sulle labbra.
Mary pensò che stesse sognando qualcosa di estremamente bello.
Ripensò a ciò che era successo poco prima. Ripensò al rischio che aveva corso, alla regina Catherine che aveva deciso di salvarla, alla paura che aveva provato vedendo Francis tornare da lei e rischiare di morire per salvarle la vita. E poi ripensò a Francis che le diceva di amarla, che la baciava dolcemente, che le diceva di fermarlo appena ne avesse sentito il bisogno. E ripensò a lei, che nonostante sapesse perfettamente cosa volesse dire per una ragazza perdere la propria virtù al di fuori del matrimonio, non l’aveva fermato.
Non era pentita, anche se sapeva che se le cose fossero andate male e lei non avesse sposato Francis, non avrebbe potuto sposare nessun altro. Non era pentita perché sapeva che l’unico uomo che avrebbe mai desiderato sposare era proprio il ragazzo che dormiva accanto a lei e al quale aveva donato la sua virtù.
Si voltò per guardarlo, rendendosi conto solo in quell’istante che si stava svegliando.
-Buongiorno, Francis- disse sorridendo.
Francis ricambiò il sorriso e allungò un braccio verso di lei, invitandola in un caldo abbraccio. Non appena Mary si sistemò tra le sue braccia, ricambiò il buongiorno.
-Hai dormito bene?- chiese poco dopo.
-Benissimo. Sembra che il tuo letto sia più comodo del mio. O forse, è solo la tua compagnia che mi fa stare meglio- disse Mary.
-Vostra Altezza, così mi fate arrossire- ironizzò Francis.
Mary scoppiò a ridere e Francis, guardandola mentre rideva tra le sue braccia, con le gote leggermente arrossate e le labbra gonfie per i baci della notte precedente, pensò di non aver mai visto nulla di così perfetto.
-Sei pentita di quello che è successo?- chiese qualche secondo dopo.
Mary smise di ridere. –No. Dovrei?-
-Bè, perdere la virtù per una ragazza rischia di essere una maledizione-.
-Solo perché nessun uomo vuole sposare una ragazza senza virtù. Ma io voglio sposare te, quindi il problema non si pone-.
Francis sospirò. –Mary, sai che non è così semplice come sembra. Finché non saremo marito e moglie ufficialmente, non ci sono sicurezze. I fidanzamenti possono essere sciolti da un momento all’altro-.
-Non mi interessa, Francis. Se non sposerò te, non intendo sposarmi affatto- disse Mary con convinzione.
-E vorresti lasciare il tuo popolo senza un re?-
-Basta una regina per governare un popolo. Non è necessario avere un marito che mi aiuti. A meno che, ovviamente, non si tratti di te. In quel caso, un marito sarebbe ben accetto-.
Francis sorrise e lasciò un bacio sulle labbra di Mary, pensando a quanto gli sarebbe piaciuto svegliarsi così ogni mattina per il resto della sua vita.
-Quindi è questo il tuo programma?- chiese dopo essersi allontanato leggermente da lei.
-Programma?-
-Sì. Insomma, tu sarai la mia regina, io sarò il tuo re e vivremo per sempre felici e contenti, come in una favola. È questo ciò che vuoi?-
Mary annuì. –Un ottimo piano, non credi?-
-Già. Un ottimo piano. E ti prometto che farò il possibile per fare in modo di renderti felice- disse Francis.
-Felice come nelle favole?-
-Come nelle favole. Promesso-.