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Autore: Beauty    08/12/2013    11 recensioni
Donne. Ragazze, perlopiù. Principesse e nobili. Tanti volti, tanti caratteri diversi fra loro.
Tante storie, tante favole differenti.
Ma il lieto fine esiste per davvero?
1. Maria Antonietta - La bella addormentata
2. Elisabetta di Baviera - Cenerentola
3. Mafalda di Savoia - Cappuccetto Rosso
4. Erzsébet Bàthory - Biancaneve
5. Anna Bolena - La bella e la bestia
6. Giuseppina Beauharnais - La sirenetta
7. Vittoria Hannover - La Regina delle Nevi
8. Alessandra Romanov - Il nano Tremotino
9. Olga Romanov - Il principe felice
10. Tatiana Romanov - Raperonzolo
11. Maria Romanov - Il brutto anatroccolo
12. Anastasia Romanov - I sei cigni
13. Carolina Matilde di Danimarca - La piccola fiammiferaia
14. Anna Neville - Biancarosa e Rosella
15. Elisabetta di York
16. Wallis Simpson
17. Anna di Clèves
18. Berengaria di Navarra
19. Sofia Paleologa
20. Ka'iulani Cleghorn
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore, Periodo Zarista
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Erzsébet Bàthory
 
Biancaneve
 
“Un anno dopo, il Re riprese moglie; sposò una bella donna, ma altrettanto arrogante e orgogliosa, la quale non poteva sopportare che un’altra donna la superasse in bellezza. Ella aveva uno specchio magico, e ogni mattina vi si specchiava, e diceva: «Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?». E lo specchio rispondeva: «Del tuo regno, regina, la più bella sei tu». E ciò la soddisfaceva, perché sapeva che lo specchio non mentiva”.

 
Nevica, fuori dal maniero. Ma la neve che ricopre quei tetti sotto cui hanno vissuto i vampiri della Romania non è bianca quanto la sua pelle.
E’ notte, al di là di quelle mura di pietra. Ma anche il buio più intenso non potrà mai offuscare l’ebano di cui sono fatti i suoi capelli.
Fa freddo, abbastanza per poter uccidere un servo – lascialo nudo sotto la neve invernale, e versagli acqua gelida addosso, così le ha insegnato suo marito –, e il gelo s’insinua senza pietà anche in quella dimora secolare, mortale e spietato come il Signore Inverno.
Ma Erzsébet non ha freddo. Perché il sangue con cui sta lavando la sua carne bianca come la neve, lo stesso che le gocciola dai capelli neri come l’ala dei corvi, ma che non sarà mai abbastanza rosso per poter offuscare le sue labbra, è un bagno dal sapore dolce e amaro. Ed è in grado di riscaldarla.
Prendi una gallina nera, e colpiscila con un bastone bianco, fino alla morte. Raccogli il sangue e cerca di imbrattare con esso un abito del tuo nemico…
E’ caldo e grumoso, ed Erzsébet gode quando lo sente scivolare lungo la sua gola, mentre il rosso del sangue si mischia a quello delle sue labbra – perfette, come lo è tutto in lei. E’ sola, nella sua stanza da bagno, ma all’esterno ode chiaramente delle urla che colmano il silenzio del maniero – grida di dolore miste a gemiti di piacere, un’orgia di sesso e sangue. Sorride, la contessa: Ferencz sarebbe orgoglioso di lei. Lui e la sua amata balia Ilona Joo sono stati i primi a iniziarla a quel piacere, il piacere che solo la stregoneria può darti – perché la magia ti permette tutto, anche di rendere sincere le lusinghe alla sua bellezza che lei ha imposto a chiunque la incontri.
La sua pergamena di amnio è ancora lì, accanto a lei. Un’eresia costruita dal sangue e dall’innocenza.
E il dio Isten punirà e truciderà i nemici del suo fedele seguace, scatenando contro di lui un esercito di novantanove gatti…
La stanza è piena di specchi: le serve sanno bene che la signora contessa non se ne separa mai. Ma quel riflesso perfetto della sua figura non è altro che un dono del suo dio protettore. Erzsébet sa che è così: ha quarantaquattro anni, ormai, suo marito Nàdasdy è morto da tre – ha sparso il sangue dalla gamba mutilata su lenzuola bianche, in una notte buia –, ma lei è ancora bella.
Capelli neri come la notte, pelle bianca come la neve, e labbra rosse – rosse come una mela intrisa di veleno, il frutto del peccato, rosse come la verginità degli stupri di suo fratello, come il sangue divenuto vino dei vampiri, quello stesso sangue delle puttane che lei adesca con la sua carrozza.
Non una ruga sul suo volto, non un’imperfezione: il sangue delle vergini e dei bambini è il prezzo della magia, il prezzo che le ha imposto il dio Isten.
E quel castello freddo è divenuto il suo altare, le donne e i fanciulli le sue vittime sacrificali. Urla, pianti, suppliche, torture e orge. Sangue di vergine per la sua bellezza.
Capelli neri come la notte, pelle bianca come la neve, e labbra rosse come il sangue.
Le grida cessano, ed Erzsébet sorride: la donna che ha osato essere bella quanto lei ora è morta, e presto lei si laverà nel suo sangue. Solleva lo specchio di fronte al suo volto: le labbra rosse e carnose sono sporche di liquido caldo e bollente.
Ma lei sarà sempre la più bella di tutti i reami.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Sì, allora…Ho scoperto che molti di voi aspettavano con ansia questo capitolo dedicato alla Contessa Sanguinaria – e, a questo proposito, praticamente tutti avete indovinato la favola che le sarebbe stata accostata ;) –, e spero davvero di non aver deluso le vostre aspettative. Vi assicuro che ho fatto del mio meglio, ma resta comunque il fatto che Erzsébet Bàthory è uno dei personaggi più complessi della storia e della criminologia, e non solo perché era una serial killer. L’intera sua famiglia era minata da gravi tare ereditarie e manifeste inclinazioni alla follia, nonché colma di membri che o erano stati accusati di stregoneria o erano adoratori del demonio o erano sadici o maniaci sessuali. Diciamo che lei era un insieme di autentica follia mista a credenze dell’epoca, influenze familiari e sociali e invasamento nella magia nera – praticamente un casino da mettere su carta, pensate che venerdì scorso il mio professore di criminologia ci ha detto chiaro e tondo: se volete provare ad analizzare gli omicidi della Bàthory fate pure, ma sappiate che si farebbe prima a buttarsi in un burrone. Più esplicativo di così :P.
Comunque, come vi ho detto, io ho cercato di centrare il più possibile i tratti centrali della sua personalità – ovvero un po’ squilibrata. I riferimenti alla favola di Biancaneve dovrebbero essere abbastanza chiari anche se, a onor del vero, più che Biancaneve Erzsébet Bàthory è la regina Grimilde. Ringrazio Autumn Wind, scrittriceaspirante, SognatriceAocchiAperti, Euridice100, Roxylilly, Princess Vanilla, Araba Stark, _Van_Ess_Koala_Tay_WoW, Jessica21, LadyAndromeda e Sylphs per aver recensito :).
Ciao a tutti, al prossimo capitolo con Anna Bolena (…che favola sarà? :P)
Un bacio,
Beauty
  
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