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Autore: Rin_Chan64    08/12/2013    3 recensioni
{[Songfic senza testo][Spool of Thread Puppet Show][Morte][Omicidio]}
"La musica poi finì.
Stop.
Silenzio.
La musica ripartì."
Genere: Drammatico, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ellen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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ATTENZIONE:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Fummy; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Si consiglia di leggere questa fanfiction ascoltando la canzone della music box di The Witch'House "Spool of Thread Puppet Show", solo per dare un tocco di atmosfera in più, oppure immaginarsela.
Questa storia racconta di quando Ellen uccide i suoi genitori, quindi potrebbe contenere contenuti forti.
Mi auguro che vi piaccia! Buona lettura.

 
La scatola musicale n°12

Le tremavano terribilmente le mani. Era l'unico movimento che aveva fatto in tutto il giorno, per il resto non aveva mosso un muscolo.
E la musica continuava. Da quando era partita non riusciva a far smettere le sue mani di tremare.
Era chiaramente la scatola musicale n°12, quella che tutte le sere la faceva impazzire.
Pensava ancora a quell'orribile ballo spensierato ma lento sulle note di quella scatola musicale un po' vecchiotta, ma che ancora funziona bene.
Sudava e continuava a fissare davanti a lei, fissava la scheggia di legno sulla porta che aveva scovato giorni prima; quella che fissava da tutto il giorno. Era l'unico divertimento che si poteva immaginare, restando sempre rinchiusa in quella stanza.
La musica continuava con toni soporiferi e tristi, poi si fermava, e poi continuava, si fermava, e continuava, si fermava, e continuava, si fermava, e continuava.
Ormai le sembrava di vedere due schegge sulla porta che ballavano lentamente.
La testa le cascò sulle spalle e ci mise un po' per rimetterla al suo posto senza aiutarsi con le mani. Ma questi lei li chiamava progressi.
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La musica ripartì.
Sempre le stesse note. Le note che continuavano a suonare solo in persenza della carta n°12.
In quel momento, lei avrebbe voluto strappare definitivamente quella carta da quell'apparecchio infernale e far cessare la musica. Voleva morire senza pensare che nel mentre qualcuno si stava divertendo.
Morire... Ormai si era arresa.
Si ricordò del giorno prima, quando aveva urlato: "Prendimi e fa di me tutto ciò che vuoi!" e si rese conto che quella sua azione era stata alquanto ridicola.
Poi si immaginò cantando quelle parole sulle note della musica della scatola, poi accasciandosi a terra e morire dolcemente, come una candelina che si spegne, senza accorgersi di nulla.
Cominciò a piangere senza un motivo ben preciso.
Si aspettava quel momento cruciale venire in ogni attimo della sua triste vita, ma aveva paura di quel momento.
Sapeva di doverlo fare, ora o più tardi, ma non voleva morire.
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La musica ripartì.
Si guardò dietro, e pensò che la sua pagina di diario sarebbe stata bellissima se ci avesse scritto quello che pensava da diversi giorni.
....
Sì. Bellissima. Avrebbe fatto trasalire chiunque fosse arrivato, se qualcuno arriverà, ma sarebbe stata bellissima; come questa canzone, bella ma orrenda.
Guardò un po' più a sinistra del diario e il suo sguardo incontrò un comune arnese. Uno che suo padre le aveva insegnato a usare.
Si ricordò che i suoi genitori entrarono urlando in camera sua. Suo padre indietreggiava, e sua madre lo minacciava con il dito; come se la loro figlia non ci fosse.
Suo padre arrivò allora contro la scrivania dove era poggiato il diario; e si sentì costretto a togliersi quell'arnese di tasca e utilizzarlo contro sua moglie, la quale cominciò a indietreggiare disperata.
Aveva imparato molto da quella volta. Prendere velocemente, mirare con la punta e... Presumibilmente colpire. Beh, non aveva visto tutta la scena.
Capì che era l'unica cosa da fare se qualcuno ti da sempre torto. Era l'unico modo di farsi valere.
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La musica ripartì.
La stava facendo impazzire e le girava in testa anche quando finiva.
I suoi genitori credevano che questo la avrebbe fatta dormire. Dormire. Dormire. Dormire.
Si chiedeva perchè loro non si addormentavano, ed era preoccupata, quindi decise di prendere l'arnese e intervenire.
Prese l'arnese e se lo portò davanti alla faccia.
Bello, luccicante, affilato, intatto, vecchiotto, soporiferosoporiferosoporiferosoporiferosoporifero.
Lei pensò, mentre strofinava il suo dito indice contro la lama, che sarebbe stato ancora più bello con qualcosa di rosso sopra. Qualche bella decorazione in più.
La musica stava sempre continuando con le stesse note.
La bambina si portò le mani in testa e disse a bassa voce:-Bastabastabastabastabastabasta!
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La musica ripartì.
Lei decise allora di mettere un piedino fuori dal letto, tastando con attenzione il pavimento, poi mandò giù anche l'altro e piano piano si alzò, con molta difficoltà.
Tremando avanzò verso la porta. Già non aveva più forze.
La musica, come sempre proveniva dal piano più in basso. Il n°4.
Continuò a camminare con le gambe e le mani tremanti, tenendo a stento l'arnese, e quasi ruzzolando giù per le scale.
Percorse il corridoio restando vicino al muro e la musica si faceva sempre più vicina, anche se non coprendo il rumore del ticchettio dell'orologio.
Si avvicinò alla porta e restò ad ascoltare.
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La musica ripartì.
Ellen entrò con la testa bassa e la frangia che le copriva parzialmente gli occhi, che fissavano il suo obbiettivo danzante.
Ellen continuò a camminare piano ed alzò il coltello velocemente. Un inquietante sorriso comparì sulla sua faccetta.
Mirò dritto con la punta alle sue vittime e pensò a cosa avrebbe scritto nel suo diario.
Camminò con passi svelti verso di loro e poi...
Sul suo coltello comparvero delle bellissime decorazioni rosse, bastava impegnarsi.
Anche i suoi vestitii e le sue mani furono in parte coperte da belle decorazioni che scorrevano qui e lì.
Mancava un'ultima cosa da fare prima di perdere le forze.
Ellen riuscì a strappare la carta della regina dalla scatola musicale n°12.
La musica poi finì.

 

Stop.

 


Silenzio.

 

 

La risata di Ellen cominciò a risuonare nella stanza al posto della musica.

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