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Autore: Dark_S97    08/12/2013    2 recensioni
Fanfiction su Johanna Mason. Perché in fondo siamo rimasti tutti colpiti da quel " There's no one left I love".
Dal testo:
Pensi a quanto gli opposti a volte possano essere così diversi da essere simili.
Non è il caso tuo delle tue coetanee: proprio non riesci a capirle. Passano il tempo a prendere erba e bucce di frutta per truccarsi, eppure sei sicura che anche loro abbiano perso qualcuno. Ti guardano dall'alto della loro superficialità, considerandoti una tipa strana, quella che prendono in giro nei momenti di noia o quando non sanno più di cosa parlare. Ma ciò non ti ferisce; perché ti dovrebbe importare dell'opinione di qualcuno così? Tu, che sei così forte e così diversa.
Sei sempre stata una tipa particolare, anche prima dei Giochi. A quei tempi avevi degli amici ed anche un ragazzo che ti faceva sentire bene. Poi se ne sono andati uno ad uno, forse perché non erano in grado di gestirti.
Forse l'unica persona la cui opinione ti importa è proprio Finnick.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti lavi il viso a lungo, lasciando che l'acqua fredda ci scorra sopra, come se potesse lavare anche le ferite nella tua anima, quelle che Capitol City ti ha lasciato. Già, perché non hai più nessuno. Capitol City ti ha portato via i tuoi cari, uno ad uno: i tuoi genitori sono morti in un "incidente" nei boschi e hai perso tuo fratello agli Hunger Games. Eri la sua mentore e non sei stata abbastanza brava per portarlo a casa. I tuoi cari se ne sono andati perché non volevi venderti, non volevi diventare un semplice strumento nelle mani di Capitol City. E' tutta colpa tua e lo sai bene, ma non puoi farci più niente oramai.
Dopo la morte di tuo fratello hai smesso di amare, finché non hai incontrato lui. Non sai di preciso cosa provi per Finnick, se è una semplice amicizia o è amore, perché tu l'amore non l'hai mai provato. E a cosa servirebbe far luce sui tuoi sentimenti se nei pensieri di Finnick c'è solo quella ragazza pazza del suo distretto? Non l'hai mai incontrata di persona, ma provi una specie di simpatia nei suoi confronti, perché lei, come te, ha perso qualcosa: nel suo caso se stessa.
Pensi a quanto gli opposti a volte possano essere così diversi da essere simili.
Non è il caso tuo delle tue coetanee: proprio non riesci a capirle. Passano il tempo a prendere erba e bucce di frutta per truccarsi, eppure sei sicura che anche loro abbiano perso qualcuno. Ti guardano dall'alto della loro superficialità, considerandoti una tipa strana, quella che prendono in giro nei momenti di noia o quando non sanno più di cosa parlare. Ma ciò non ti ferisce; perché ti dovrebbe importare dell'opinione di qualcuno così? Tu, che sei così forte e così diversa.
Sei sempre stata una tipa particolare, anche prima dei Giochi. A quei tempi avevi degli amici ed anche un ragazzo che ti faceva sentire bene. Poi se ne sono andati uno ad uno, forse perché non erano in grado di gestirti.
Forse l'unica persona la cui opinione ti importa è proprio Finnick.

"Non riesci a reggerlo, vero?" ti ha chiesto il sex-symbol di Panem sedendosi di fronte a te, un sorriso triste sulla faccia. Era il primo anno in cui facevi da mentore ed i tuoi tributi erano appena morti. Sedevi al tavolo del bar del Centro di Controllo con un caffè ormai diventato freddo, fissando il vuoto, domandandoti ossessivamente perché avessi perso qualcun altro.
"A te cosa importa?" hai ribadito alzandoti di scatto.
"So come ti senti e..."
"Non farmi la paternale!" l'hai interrotto.
"D'accordo, parliamo di altro, ti va di fare un giro?"
"Solo perché non ho niente di meglio da fare!" hai risposto con aria sostenuta. In realtà eri contenta di aver trovato una distrazione. Forse sarebbe riuscita a non farti impazzire...
"Dove andiamo?" ti ha chiesto il ragazzo.
"Che ne dici di un posto normale?" Hai guardato fuori dall'ampia finestra che dava sulla strada con disgusto, disprezzando tutto: dalle assurde pettinature dei passanti alla loro sete di sangue, la stessa che ha portato via tuo fratello e tanti altri.
"Sarà difficile trovarne uno" ha sogghignato Finnick "Ma conosco un posto che gli si avvicina."
Avete camminato a lungo, siete entrati in un parco semideserto e siete saliti su un albero. Un banale e comunissimo albero, eppure le sue fronde vi hanno dato una specie di senso di protezione.
"Vuoi una zolletta?" ti ha domandato Finnick col tono seducente che hai sentito tante volte, tirando fuori dalle tasche una decina di zollette di zucchero.
"Mi hai portata qui per offrirmi una zolletta!?" sei scoppiata a ridere. Non ricordavi nemmeno l'ultima volta che l'hai fatto.
"Aiutano ad addolcire la vita, non credi?"
"Certo... Ma aiutano anche a morire di diabete!" Hai ribattuto cercando di indossare nuovamente la maschera di indifferenza. Eppure guardando gli occhi verde mare di Finnick Odair, le onde che gli ricevano morbide sulla testa, il suo fisico scolpito e il suo sorriso smagliante hai provato una strana sensazione... Il tuo istinto ti chiedeva disperatamente di fidarti e di tornare ad amare, di nuovo... Ma non volevi saperne. Perché vivere in modo vuoto è meglio che farlo nel dolore e i rapporti rendono le persone fragili. L'hai imparato a tue spese.
"Sempre meglio che morire nell'arena." Ha commentato Finnick. Negli occhi di entrambi è passato un lampo. Lo hai scrutato cercando di capire se provasse quel tuo stesso senso di devastazione. Ed è stato lì che hai scorto delle macchie color porpora sul suo collo, non del tutto celate dal colletto della camicia.
"Notti brave a Capitol City?" Hai domandato, certa che solo gli abitanti di quella città potessero fare qualcosa di tanto perverso.
Finnick si è irrigidito appena ed ha risposto in un sussurro: "È parecchio redditizio, sai Johanna? Conosco i segreti di tutta Capitol City." E poi in un tono più serio: "Non è assurdo che ci siamo appena incontrati eppure sappiamo molte cose l'uno dell'altra?"
"Tu non sai niente." Hai ringhiato, sentendoti paragonata ad un belloccio senza cervello.
"So che tuo fratello è morto durante gli Hunger Games... E siccome non ti ho mai vista in un periodo che non fosse quello dei giochi a Capitol City, deduco che tu non abbia nessuno." Il suo sguardo non era pieno di pietà come quello degli abitanti del tuo distretto quando passi per le strade. Al contrario, era come se stesse parlando di un argomento banale come la colazione di ieri mattina.
"Ed io so che non mi guardi come si fa con un cane bastonato. E che vai a letto con gente che odio. Probabilmente per salvare la pelle a qualcuno." Hai detto cercando di assumere lo stesso atteggiamento imparziale.
Collegando le ultime frasi una consapevolezza è sorta in te: Finnick Odair faceva quello che tu non hai avuto il coraggio di fare.
"Adesso sei tu che mi osservi in maniera compassionevole."
"Non..." hai mormorato.
"Lo so. Che ne diresti di parlare d'altro che non sia gente morta o gente che viene a letto con me?" Ha proposto con la solita naturalezza.
Siete rimasti altre due ore su quell'albero a parlare del più e del meno. Quando è calato il buio siete tornati al Centro di Controllo e giunto il momento di salutarvi, Finnick ha poggiato le labbra sulle tue. È stato come sentire il mare nascosto sotto strati di gusti siliconati.
"Capisci quello che ti stai perdendo?" Ti ha chiesto. Se n'è andato lasciandoti in bocca il sapore del mare.



Ma hai continuato a tenere lontani tutti in modo che Capitol City non potesse averti in pugno e non ti avrà neppure stavolta. È stato annunciato che i Tributi verranno scelti tra i vincitori in vita e tu sei l'unica vincitrice femmina del tuo Distretto. Tornerai nell'arena. Cosa provi? Rabbia, disprezzo, disgusto... Ma anche speranza. Perché sei sicura che in un modo o nell'altro questa ribellione ti donerà la libertà. Sei ancora terrorizzata dagli incubi e dai ricordi dell'Arena che ti tormentano, ma sei forte e supererai questa sfida. Dopotutto sei una vincitrice. Sei una guerriera, in parte lo eri anche allora. Gli anni di solitudine ti hanno fortificata dandoti una corazza inespugnabile. Adesso sei pronta come non mai a combattere per vendicare ciò che è stato tolto a te e a tanti altri. Non ti farai piegare come quella ragazzina chiamata Katniss Everdeen. L'hai osservata a lungo durante il Tour della Vittoria. L'hai guardata fare il loro gioco in maniera disgustata mentre indossava vestiti talmente belli che sembravano essere stati fatti in un mondo utopico. D'altra parte le invidi il fatto che, anche grazie alla sua intelligenza sia riuscita a salvare coloro che ama.
Sei stata tu ad ideare gran parte di quel piano aspettando quella scintilla. Hai subito capito che quello era il momento buono per attuarlo e l'hai subito proposto a Finnick che ha accettato immediatamente.
Passerai i giorni che mancano alla Mietitura nutrendoti del miglior cibo; non ti servirà allenarti con l'ascia perché l'hai già fatto abbastanza. Non vuoi certo che sia uno di quegli spocchiosi Favoriti che tanto ti fanno schifo ad ucciderti, né tantomeno uno dei sotterfugi degli Strateghi. Vuoi resistere almeno fino a quando non vedrai il corpo di Snow senza vita. Un cadavere che presto diventerà polvere bruciato dalla fiamma della rivoluzione. Per questo devi assicurarti che la Ghiandaia Imitatrice resti viva, ma non combatterai solo per lei. No, tu lo farai per coloro che sono morti a causa di Snow, per le cicatrici che i Giochi hanno lasciato su di te e sugli altri vincitori, per la sofferenza che prova Finnick essendo costretto a stare lontano da Annie e soprattutto per il sorriso spento di tuo fratello.



Angolo dell'autrice.
Ciao a tutti! Fatemi sapere che ne pensate lasciandomi recensioni. È una fanfiction a cui tengo molto, ci lavoro da più di due mesi! Non è venuta come mi aspettavo e scriverla non è stato facile, vista la complicatezza del personaggio. Spero di essere riuscita a rendere bene il personaggio dopotutto.
Aspetto la vostra opinione.
Dark_S97
   
 
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