“Mamma, sono tornata!”

“Scendo subito amore.”

Katniss si guardò intorno, soddisfatta, mentre suo marito le lasciava un bacio sulla punta della fronte. Il sole entrava lento dalle finestre, illuminando per metà la nuova culla appena montata. Gabriel, di otto anni, stava lì vicino, sorridendo, mentre ammirava il frutto del suo lavoro. Si diresse a passo veloce verso la porta, sventolando alcuni mazzi di tessuti e scivolando giù per il corrimano come faceva spesso.
Dalle scale si sentì un urlo indignato da parte di Lavinia, seguito dalle risate di Gabriel. Quando la ragazzina, di undici anni, salì in camera da letto dei genitori, Peeta le andò incontro, strofinandole la testolina coperta da capelli neri. Lei rivolse subito lo sguardo verso sua madre, incinta di qualche mese, che sorrideva. I suoi occhi azzurro cielo, così simili a quelli del padre, si illuminarono non appena videro la culla montata. Poi si avvicinò alla madre e l’abbracciò, piano, iniziando a chiacchierare voracemente mentre i tre scendevano le scale. Mentre Peeta, una volta arrivati in cucina, iniziò ad apparecchiare la tavola aiutato da Gabriel, Katniss e Lavinia si sedettero sul divano, scherzando.

“Ma’, lo sai che stiamo studiando la rivoluzione del 13?” annunciò lei, orgogliosa, mentre Katniss la guardava divertita.

“Mh? Ed è interessante?” chiese poi, non lasciando trasparire nessun sentimento se non la gioia.
Prima che potesse rispondere, Peeta le chiamò a tavola, e si sedettero, Katniss pensierosa, Gabriel e Lavinia che parlottavano tra loro. Dopo un paio di minuti passati a mangiare, Lavinia, con ancora i resti del primo al lato della bocca, parlò.

“Oggi è venuto anche un veterano a spiegarci delle cose” raccontò interessata, mentre Katniss annuiva. Poi Lavinia si girò verso la madre, curiosa. “Mamma, per caso conoscevi un soldato di nome Gale Hawthorne?”