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Autore: Ethasia    13/12/2013    0 recensioni
Da piccola ho sempre detestato il personaggio di Peter Pan. Adesso che sono più grande, il suo mondo, il suo modo di vivere mi hanno affascinata, al punto di desiderare di volare sull'Isola che non c'è. E mi sono domandata... cosa succederebbe se, dopo essersi lasciati a Londra, Wendy e Peter si ritrovassero, cresciuti e cambiati entrambi? Se l'Isola non fosse più il posto che i Darling avevano conosciuto da bambini? Così è nata la mia fanfiction.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbi Sperduti, Capitan Uncino, Peter Pan, Wendy Moira Angela Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wendy's.

Una volta riportata la principessina all'Accampamento, Peter è stato sentitamente ringraziato da Toro in Piedi. E dai sorrisi schifosamente zuccherosi della ragazza. Per non parlare della festa che, questa sera, verrà organizzata in suo onore, e a cui sono invitati tutti i Ragazzi.
E io, in tutto questo, mi domando: qualcuno si è accorto del mio contributo?
No, evidentemente no. Come ai vecchi tempi.
Ma c'è un altro dettaglio che mi sfugge. Forse piccolo e insignificante, ma a suo modo di un certo rilievo. Perché mai, fin'ora, ero riuscita a passare più di cinque minuti con Peter senza che lui aprisse bocca. O mi guardasse.
Onestamente, non so per quale delle due ragioni sentirmi più seccata. Faccio un respiro profondo.. 
..e sott'occhio mi capita il profilo di Peter. Dall'espressione, sembra più arrabbiato che soddisfatto come ci si aspetta che sia uno che ha appena compiuto l'ennesimo atto eroico. 
Va bene, adesso basta. Ora come ora, ce l'ho più con lui. 
- Tutto bene? - gli domando, fredda. Lui si limita ad annuire guardando fisso davanti a sé. Ancor più gelido di quanto sia stata io. - E allora com'è che non spiccichi parola? - sbotto. 
Peter sorride. Di un sorriso cupo, vagamante sarcastico. - Ti manca la mia voce, Darling? - Non c'è nemmeno una nota beffarda nel modo in cui scandisce il mio nome; è ghiaccio puro.
- No, Pan - rispondo. E io, per contro, mi sto scaldando sempre di più. - Non ti facevo capace di tacere per così tanto tempo, tutto qua.
Si stringe nelle spalle, indifferente. D'accordo, adesso gli do un pugno.
- Peter - sibilo, superandolo e costringendolo a fermarsi (e, suo malgrado, a guardarmi), - si può sapere cosa diavolo hai?
Adesso che mi guarda, avrei preferito che continuasse a non farlo: ha un'espressione talmente dura da indurmi quasi a fare qualche passo indietro. Quasi. - Non saprei. Forse il fatto che hai messo a rischio sia la mia che la tua vita? - risponde, spaventosamente sarcastico.
- Scusa? - esclamo, sentendo il sangue andare al cervello. - Stavo cercando di aiutare te!
- Dopo che ti avevo espressamente detto di non farlo - precisa.
- Ah, be', un ottimo motivo per rimanere ferma ad aspettare solo che la spada di Hook ti trafiggesse il ventre - ribatto, altrettanto sarcastica. - Eri nei guai, ed è inutile che tu te la prenda con me solo perché non vuoi ammetterlo.
- Me la stavo cavando alla grande - replica, punto sul vivo.
- Fammi il piacere, Peter - sbuffo.
- Dovevi restare dov'eri - prosegue arrabbiato. - Era l'unica cosa che ti ho chiesto di fare, ed era così semplice! E invece tu cosa fai? Ti metti a fare l'eroina!
Senti da che pulpito! - Io.. il motivo non era quello! - sbotto indignata. - Ero soltanto preoccupata!
- Lo ero anche io quando ti ho detto di stare al tuo posto, e sicuramente non per me!
- Perché sei un idiota! Se avessi lasciato che ti aiutassi fin da subito..
- No.
- Allora finiscila con queste lamentele, perché mi sembra di non essere stata la prima ad agire d'istinto!
- Come sarebbe a dire?
- Sarebbe a dire che sei così maledettamente orgoglioso che hai dovuto precipitarti giù alla prima provocazione.
- Giusto, ma con la minuscola differenza che io potevo difendermi, ma le stessa cosa non si può dire di te.
- Io dubito seriamente che Hook alzerebbe la spada contro una ragazza.
- Questo è chiaro. Ha intenzioni ben peggiori di questa.
- Dovrebbe solo provarci..
- Ma ne sarebbe capace, Wendy! Hook non si ferma se non ottiene quel che vuole.. Devo ricordarti che, dopo anni, ancora non si è arreso con me?
- Sarebbe questo il problema? - esclamo incredula. Mi viene quasi da ridere. L'idea è perfettamente ridicola.
- No - risponde Peter, tornando ad un tono di voce normale. E, tuttavia, nuovamente freddo. - Non c'è alcun problema. Se tu sei la prima a non occuparti di te stessa, perché dovrei farlo io?
Bam. Come un pugno allo stomaco. Non ha capito niente. - Sei proprio un bambino, Pan. Non riesci a vedere neanche un centimetro più in là delle tue convinzioni! Però va bene, fa' come ti pare, continua pure ad essere arrabbiato. Non m'importa.
Volo via, diretta neanche so dove, lasciandolo da solo. Spero solo che ci sia rimasto male almeno quanto me.


Noah's. 

Ormai sono diversi minuti che Peter vaga su e giù per il Rifugio raccogliendo vestiti da terra, indossandoli e poi togliendoli di nuovo. O cercando di mettersi i capelli a posto per una buona volta. O spruzzandosi addosso litri di profumi diversi. Un po' come un'anima in pena molto vanitosa.
Le uniche cose che è stato in grado di dire quando è tornato sono state - Wendy è già qui? -, e quando la risposta è stata negativa, - Bene. Stasera c'è una festa all'Accampamento, vestitevi -. E da lì è cominciata la sua frenetica ricerca, senza darci neanche uno straccio di spiegazione. 
Ora, considerata la sua prima domanda, avevo semplicemente pensato che volesse soltanto rendersi un po' più presentabile per Wendy. Poi, però, mi è saltato all'occhio un dettaglio: una luce nei suoi occhi. Qualcosa che somiglia molto alla rabbia, o al risentimento. E questo, insieme al fatto che Wendy ancora non si sia fatta viva quando quei due avrebbero dovuto essere insieme, la dice lunga su cosa probabilmente è successo.
- Peter - sbotto alla fine, snervato da quel suo ininterrotto andirivieni, - si può sapere cosa diavolo stai combinando?
Lui si blocca a metà dell'atto di infilarsi un paio di pantaloni, lasciando così scoperte zone che noi tutti avremmo volentieri fatto a meno di vedere. - Mi sto preparando - risponde stranito. Come se fosse assolutamente l'ultima domanda che si era aspettato di sentirsi fare. O come se si fosse accorto solamente adesso di non essere solo.
- E perché - aggiunge Matthew, che è anche più irritato di me - ci stai mettendo così tanto?
Peter osserva entrambi per un attimo; sembra completamente stralunato. Poi riprende a infilarsi i jeans e comincia a borbottare frasi vagamente sconnesse: - ..gelosia.. crede di poter fare come le pare solo perché.. quindi sarei un bambino? Staremo a vedere..
Matt e io ci scambiamo un'occhiata, mentre quel disperato marcia verso la sua stanza.
- Per caso - grido, tentnado di sovrastare la confusione che sta creando solamente lui, - avete litigato?
- Litigato? Figuriamoci! - sbotta Peter, riapparendo con i capelli più spettinati che mai. - Lei è solo un'incosciente.. e poi osa dire a me.. ma me la pagherà..
- Pet - lo richiamo in tono ragionevole, cercando di non inalare l'asfissiante scia di profumo che si lascia dietro ad ogni passo, - non pensi che forse, col senno di poi, sarebbe molto più produttivo parlarl..
- No, Noah - ringhia, sbucando fuori dallo scollo di una maglietta. - Più le parli e meno ti ascolta, cerchi di farle capire i tuoi punti di vista e ti ignora o t'insulta.. Non è il momento di parlare, ma di agire!
- Ma - obietto - farla ingelosire non è una vendetta molto sensata.
- A meno che lei non ti piacc..
Non - ruggisce - dirlo. Non pensarlo neppure, Matthew, o ti ritroverai la testa staccata dal corpo in meno di un microsecondo!
- Ricevuto - risponde lui, trattenendo una risata. - Però datti una calmata, amico.
- Io sono calmissimo - ribatte Peter. - Si può sapere perché non siete ancora pronti? Dobbiamo andare! - abbaia, facendo sobbalzare tutti. Che coerenza, questo ragazzo.
- Noi siamo pronti - gli fa notare John, torvo. Peter apre la bocca (certamente pronto a sbraitare ancora un po'), ma evidentemente non trova niente da dire. - Be', allora muovetevi - mugugna.
Gli altri non se lo fanno ripetere: filano tutti verso l'uscita, poco vogliosi di restare dieci secondi di più nella stessa stanza di questo matto.
Matto che, invece di andar loro dietro, rimane a guardare accigliato me e Matthew, ancora stravaccati sul divano e decisamente poco impressionati dalle sue scenate.
- Pensate di riuscire ad alzare i culi prima di domattina? - domanda minaccioso.
- Va' pure - risponde pigramente Matthew. - Ti raggiungiamo tra poco.
Resta ancora a fissarci. - Ho bisogno di voi.
- Venti minuti da solo non ti uccideranno, Pet - gli faccio presente sorridendo. - E comunque, non credo che Wend..
- D'accordo, a dopo - sbotta prima ancora che riesca a finire di dire il suo nome, e vola via ad una velocità impressionante. Io e Matthew ci guardiamo di nuovo, ghignando.
- Sbaglio o il nostro amico è leggermente cotto? - ridacchia Matt.
- Come una pera - confermo divertito.
Lui fa per aggiungere qualcos'altro, ma le parole gli vengono portate via da un'improvvisa folata di vento. Per un attimo temo quasi sia Peter, che per un cambio d'idea è venuto a portarci via di peso, ma poi mi rendo conto che quella enorme massa di capelli è troppo lunga per appartenergli. Wendy si guarda attorno rapidamente come in cerca di qualcosa - o qualcuno -, fin quando individua noi due. La salutiamo con due pigri cenni della testa.
- E' qui? - chiede senza preamboli; sembra furiosa.
Inutile chiedere a chi si riferisca.
- Nah - risponde Matthew, annoiato.
- Bene - sbotta lei. E l'agitazione che ci aveva dato tregua per qualche breve minuto torna tra noi.
- Non di nuovo.. - borbotta Matt, esasperato.
- Wendy, almeno tu saresti tanto gentile da spiegarci cosa accidenti avete combinato? - le domando, ma inutilmente: lei non ascolta.
- Impulsiva io, eh? Solo perché cercavo di salvargli il culo.. e pensa anche di potermi dare degli ordini! maledizione, lo ucciderò..
- Anime gemelle - mormora Matt.
- Vuoi ripetere? - lo minaccia Wendy, piombandogli davanti in mezzo secondo. L'effetto potrebbe essere terrificante, se non fosse per il fatto che ha trascurato di mettersi un paio di pantaloni. Il che sembra attirare la piena attenzione di Matthew.
- Niente - risponde, atterrito, cercando di guardarla negli occhi. Soffoco una risata.
- Lo spero per te - mugugna lei, riprendendo a rovistare in giro.
Voglio riprovarci. - Wendy - la chiamo, - non credi che dovresti mostrarti più matura e provare a passarci sopra..?
- No! - sbotta senza neanche voltarsi, intenta a passarsi la matita sugli occhi. - Vuole fare l'infantile? Perfetto, non sarò io a comportarmi meglio.. dio, se l'è cercata..
Io e Matthew ci scambiamo un'altra occhiata, ora senza più sorridere.
- Allora, si può sapere cosa state aspettando? - chiede Wendy, piazzandosi davanti a noi. Per fortuna che non sono nei panni di Peter, perché al suo posto non saprei come fare a non guardare Wendy: elegante e, soprattutto, bellissima. E sprigiona una tale furia che ne rimarrebbe intimidito anche un lupo mannaro. Povero Pan.
- Niente - risponde Matt, sbattendo le palpebre. - Usciamo subito.
- Vi aspetto fuori - conclude lei, prima di volare via. Starò diventando paranoico, ma più che una semplice affermazione suonava come una minaccia.
- Senti - sbotta Matthew quando è sicuro che Wendy non lo possa più sentire, - quella ragazza non mi è particolarmente simpatica, e perciò faccio tanta fatica a capire Peter.. però ammettiamo che da un punto di vista puramente fisico lui possa essere compreso. Ma lei! Come è possibile che le piaccia quella testa di rapa?
- Lo so - convengo, passandomi distrattamente una mano tra i rasta. - Ma insomma, l'hai tu prima: anime gemelle.
- Oh, per favore, io non ero serio - replica Matt, sprezzante. - Dio, tutto questo è assurdo.
- Considera il lato positivo - cerco di sdrammatizzare. - Finché non se ne renderanno conto la cosa sarà molto divertente, davvero.. Ma te li immagini se dovessero guardarsi dentro e capire cosa provano?
Matthew apre la bocca per ribattere a bruciapelo, ma le parole non escono. Per qualche istante resta a riflettere. Poi rabbrividisce. - Il cielo non voglia. Speriamo che vada avanti così abbastanza a lungo.
Annuisco, ma in realtà non la penso proprio così: più continuano e peggio staranno. E pensare che siamo solo all'inizio.
Rimaniamo in silenzio per un po'.
Poi ricordo a Matt: - Sai che uno di noi due dovrà stare dietro a lei, vero?
Ci scambiamo uno sguardo atterrito. Poi in coro esclamiamo: - Io prendo Peter!
- Io sono il suo migliore amico - dice subito Matthew.
- Perché io cosa sarei, scusa? - ribatto torvo.
- Ma io sono il comandante in seconda!
- E io sono il più intelligente!
- Ma io sono più bello.
- E sei anche più simile a Wendy - replico con un sorrisetto. Matt si congela. - Dài, per quanto ti possa essere antipatica, so che muori dalla voglia di farci quattro chiacchiere da quando è arrivata qui. 
Matthew serra le labbra, come per impedirsi di cominciare ad insultarmi con i peggiori epiteti che ha in repertorio. Poi sbotta: - Oh, va bene! Ma sappi che te la farò pagare, brutto infame d'un roditore.
- La prossima volta - lo rassicuro - li affibbiamo a Andrew e Quentin.





mi rincòn.
bof. ho dei dubbi. cioè, nella mia testa questo capitolo è come lo volevo, ma non so. mi sa che a occhi esterni può apparire confusionario, sconnesso da tutto il resto.. insomma, poco comprensibile, diciamo. scusate, ma reduce come sono da due settimane di studio matto e disperatissimo nel senso letterale dell'espressione, mi sa che non mi esprimo tanto bene. spero di riprendermi con un po' di atmosfera natalizia c:
come sempre, aspetto opinioni di chi legge :) goodnight, xx. 
  
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