14/12/2013
8 recensioniDue urla. Di dolore, di agonia.
L'ha fatto.
Lei non é più quell'assassina.
E lei non si perdonerà mai per quello che ha appena fatto.
Il suo corpo schiacciato contro quello inerme di lui, e lei sa che non potrà mai, mai più dirgli che é antipatico.
E lei sa che ha appena ucciso di nuovo.
E lei sa che quella persona che giace nelle sue braccia é morta.
E lei sa che non sarà mai perdonata, non si perdonerà mai, non la perdoneranno mai.
Perché, non é una pietra Youmu che lei tiene tra le braccia, non é un nemico che lei tiene tra le braccia, ma é Akihito Kanbara. Perché, la persona tra le sue braccia era l'unica persona che l'aveva capita, che capiva cosa significa essere strani, diversi, essere essere odiati.
Strano che il suo passato torni a tormentarla. Strano che le persone che ha ucciso sono proprio quelle a cui teneva di più. Strano che sia stata lei ad ucciderle. Strano che non sia morta a causa dei suoi peccati. Strano, stranamente antipatico, infatti.
E lei lo odia. Odia il rumore della pioggia che cade insistente sui loro corpi. Lei odia il fatto che lui sia morto. Lei odia il fatto che la sua spada sia ancora dentro il corpo di lui. E lei odia il fatto che le sue mani siano per sempre macchiate dal sangue di quelli che lei ama.
Prima Yui Inami, la sua amica. Poi il suo...il suo... - lei non lo sa. Lo può etichettare come 'il ragazzo di cui si é innamorata'? Un amico? Il suo 'cosa'? Lo può etichettare come 'sua vittima', però, anche se lei quella parola la odia.
E lei naviga in questi pensieri intanto che sorregge il corpo senza vita di lui. Perché tutto ciò che desidera ora è sentire il calore del suo corpo, ancor auna volta.
E tutto ciò che lei desidera é che lui la abbracci forte e che la guardi, dicendo quant'é bella con quei occhiali.
Ma lei non avrà più l'occasione di sentire quelle dolcissime parole entrarle nell'anima.
E lei se lo godrà fino in fondo, il loro ultimo momento insieme.
Perché la pioggia non potrà mai lavare via il senso di colpa e il dolore, lei non potrà vivere più nemmeno un secondo, senza di lui.
L'ha fatto.
Lei non é più quell'assassina.
E lei non si perdonerà mai per quello che ha appena fatto.
Il suo corpo schiacciato contro quello inerme di lui, e lei sa che non potrà mai, mai più dirgli che é antipatico.
E lei sa che ha appena ucciso di nuovo.
E lei sa che quella persona che giace nelle sue braccia é morta.
E lei sa che non sarà mai perdonata, non si perdonerà mai, non la perdoneranno mai.
Perché, non é una pietra Youmu che lei tiene tra le braccia, non é un nemico che lei tiene tra le braccia, ma é Akihito Kanbara. Perché, la persona tra le sue braccia era l'unica persona che l'aveva capita, che capiva cosa significa essere strani, diversi, essere essere odiati.
Strano che il suo passato torni a tormentarla. Strano che le persone che ha ucciso sono proprio quelle a cui teneva di più. Strano che sia stata lei ad ucciderle. Strano che non sia morta a causa dei suoi peccati. Strano, stranamente antipatico, infatti.
E lei lo odia. Odia il rumore della pioggia che cade insistente sui loro corpi. Lei odia il fatto che lui sia morto. Lei odia il fatto che la sua spada sia ancora dentro il corpo di lui. E lei odia il fatto che le sue mani siano per sempre macchiate dal sangue di quelli che lei ama.
Prima Yui Inami, la sua amica. Poi il suo...il suo... - lei non lo sa. Lo può etichettare come 'il ragazzo di cui si é innamorata'? Un amico? Il suo 'cosa'? Lo può etichettare come 'sua vittima', però, anche se lei quella parola la odia.
E lei naviga in questi pensieri intanto che sorregge il corpo senza vita di lui. Perché tutto ciò che desidera ora è sentire il calore del suo corpo, ancor auna volta.
E tutto ciò che lei desidera é che lui la abbracci forte e che la guardi, dicendo quant'é bella con quei occhiali.
Ma lei non avrà più l'occasione di sentire quelle dolcissime parole entrarle nell'anima.
E lei se lo godrà fino in fondo, il loro ultimo momento insieme.
Perché la pioggia non potrà mai lavare via il senso di colpa e il dolore, lei non potrà vivere più nemmeno un secondo, senza di lui.