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Autore: Hope_James    14/12/2013    0 recensioni
Questa storia l'ho scritta durante un momento no della mia vita, quindi è ispirata a fatti veri e non, il cui protagonista è il bel Lee(Come sempre ultimamente)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lee Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola Stella Senza Cielo!
La mia vita stava andando a rotoli, io non ero più io ma solo un corpo che camminava. Avevo una madre con problemi che non riuscivo a sostenere e comprendere soprattutto perchè non avevamo mai avuto un vero rapporto, lei mi vedeva soltanto come una possibile "serva"(cosa che io non avrei mai accettato ovviamente)un peso, qualcosa di cui liberarsi.
Io d'altro canto non avevo più una ragione per alzarmi al mattino con un sorriso anzi, ogni giorno mi alzavo perchè dovevo, perchè non avevo scelta,non avevo un lavoro,non ero considerata da mia madre perchè per lei ero solo un'estranea, non avevo più voglia e gioia di vivere, ormai ero morta dentro, ero depressa?SI!
Ancora una volta avevo discusso con lei, sempre per le stesse stupidaggini, aspettai che uscisse di casa, poi mi avvicinai allo stereo presi il mio cd preferito e misi la musica a tutto volume. A quel punto scoppiai in lacrime disperata, esausta, satura, non ce la facevo più, ogni giorno stavo peggio,ogni giorno era un'agonia, ed anche il mio corpo non ne poteva più.
Spensi la musica, misi il cellulare in tasca, recuperai velocemente le mie cose ed uscì da quella casa senza una meta precisa, avevo solo voglia di camminare niente di più.
Camminai parecchio senza sapere bene dove mi trovassi, a dire il vero non mi importava, ormai nulla aveva più senso per me, persino io non avevo più senso.
Entrai nel primo bar che mi capitò a tiro, ordinai una cioccolata calda e mi sedetti ad un tavolo, presi il cellulare e mi collegai su twitter.
-ecco la sua cioccolata..-
-grazie..-risposi cordiale senza guardarlo in faccia.
Sorseggiando la mia cioccolata girovagai un pò su twitter, alla fine non sapevo bene ne come ne perchè mi uscì questo tweet:
"L'esistenza umana è davvero strana a volte,
la vita ti porta a renderti conto che forse non sei così forte come credevi,
e ti porta al totale abbandono e perdizione di te stessa,
infine si muore dentro lasciando così solo un corpo che vaga senz'anima!"
Stavo continuando a sorseggiare la mia cioccolata calda quando vidi un tweet di risposta, incuriosita cliccai e ne rimasi totalmente sorpresa.
@LeeRyanMusic: a volte si può morire dentro, ma se circondati dalle persone giuste e di un pò di buona volontà si può ridare a quel corpo smarrito l'anima perduta!
"può darsi, ma a che scopo se non si ha più nulla per cui lottare?"
@LeeRyanMusic: c'è sempre una ragione per cui lottare, bisogna scavare a fondo dentro se stessi!
Ancora non mi capacitavo che uno dei miei idoli avesse letto il mio tweet e mi avesse risposto.(anche se probabilmente mi avrà presa per una psicopatica con manie di suicidio)
Continuai ancora un pò quel dibattito con lui, poi pagai la mia cioccolata e tornai in quella che consideravo una prigione più che una casa.
Entrai salutando freddamente, senza considerarla più di tanto andai al pc e mi misi online, chattai un pò con qualche amica, controllando qualche nuova offerta di lavoro ma nulla.
-te ne devi andare da qui, sei solo un'inutile peso..-sbottò mia madre facendo irruzione in camera da letto.
-ma se non mi volevi perchè cazzo mi hai messa al mondo?-sbottai furiosa.
-infatti me lo chiedo anch'io, avrei dovuto abortire..-fece acida.
-forse era meglio, almeno mi risparmiavi questo supplizio inutile..-risposi fredda.
Iniziò ad urlare cose insensate, decisi di ignorarla se no sarebbe finita male e avevo sprecato già troppo tempo per lei che non lo meritava.
Improvvisamente sentì qualcosa frantumarsi per terra, inizialmente non ci feci tanto caso fin quando sentì il mio cellulare con la suoneria degli sms.
Mi alzai e andai a vedere cos'era successo, a terra vidi una delle mie tazze rotte, nello specifico quella che mi aveva portato mio padre dall'Olanda.
Non ci vidi più dalla rabbia presi tutte le sue cose ed iniziai a buttarle per terra e romperle, tutto ciò che era suo veniva distrutto dalla mia ira implacabile, poi recuperai le cose più importanti e prima di uscire le dissi:
-dimenticati della mia esistenza, io per te sono morta, in quanto alle mie cose, passerà mio padre a prenderle..-
Non avevo un soldo in tasca, non avevo un posto dove andare ma non m'importava assolutamente nulla, in quel momento mi sentivo solo un'inutile ed enorme peso.
Girovagai per le strade della mia città senza una meta precisa, avevo solo bisogno di camminare e nient'altro.
Avevo spento il telefono sia per non scaricare la batteria che per non sentire nessuno, volevo starmene per conto mio.
Attraversai la strada senza guardare, anche se mi avessero presa di petto non m'importava anzi ne ero quasi felice, almeno smettevo di soffrire.
Il mattino seguente dopo aver dormito in strada m'incontrai con i miei genitori, ma tra me e lei scoppiò l'inferno, mio padre dovette dividerci ed io le sputai tutta la verità in faccia.
Improvvisamente il mio corpo ebbe un malore, così preoccupato mio padre mi portò in ospedale, i dottori mi visitarono dicendogli che forse era meglio mandarmi in una clinica, non avevo nulla di grave, solo una forte depressione che si sarebbe potuta trasformare in qualcosa di aggressivo.

Qualche giorno dopo..
Era trascorso qualche giorno da quando scambiai qualche tweet con quella ragazza e strano ma vero, mi sentivo in dovere di aiutarla e proteggerla.
Contattai un'amica comune e le chiesi sue notizie, quello che mi disse mi spiazzò del tutto. Mi feci dare l'indirizzo, presi il primo volo e la raggiunsi, volevo sapere come stava e soprattutto in che condizioni era.
Arrivato a destinazione attesi in sala d'aspetto il mio turno, ed improvvisamente la vidi, di una bellezza semplice, genuina e disarmante al tempo stesso, gli occhi pieni di dolore, la sua camminata lenta per via della flebo che aveva attaccata al braccio.
Mi avvicinai quasi con timore, timore di renderla ancora più fragile da potersi spezzare, la presi sottobraccio e le sorrisi.
-come stai?-domandai stupidamente, vidi il suo volto aprirsi in un enorme sorriso per quella domanda.
-diciamo che potrei stare meglio..-rispose con voce debole.
Andammo a sederci in giardino anche se faceva freddo, a lei non importava assolutamente nulla, restammo poco in giardino poi tornammo dentro, ci sedemmo in uno dei divanetti e chiacchierammo di tutto, conoscendoci meglio.

La visita di Lee mi aveva sorpresa e resa felice allo stesso momento, non me lo aspettavo proprio, dopo tutto avevamo parlato poco.
Parlandoci scoprì una persona davvero dolcissima e solare, un pò fuori di testa come me, pieno di vita e positività.
Da quel giorno veniva a trovarmi un giorno si ed uno no, mi telefonava ogni giorno, era diventato mio amico, era sempre premuroso che mi chiedevo cos'avessi fatto per meritarmi quel meraviglioso angelo.

Era l'ultima sera alla Clinica, ero andata a letto abbastanza presto, ero sempre stanca e provata, ma quella sera lo ero ancora di più e non sapevo bene perchè.
Improvvisamente mi svegliai in preda al panico, preda degli incubi, vidi un dottore con un'enorme siringa che mi spaventai ancora di più, cercavo di dimenarmi ma senza riuscirci, mi fecero l'iniezione e poi andarono via, così aspettai un pò, poi in preda al panico andai a chiamare Lee per farmi venire a prendere, sapevo che era in città ed io non volevo rimanere in quel posto un istante di più. Pochi minuti dopo io avevo tutto pronto, lui era li, mi aiutò con i bagagli e mi fece salire in auto, come poggiai la testa sul sedile mi addormentai.
Il mattino seguente non ricordavo più nulla, mi ritrovai in una camera d'albergo, accanto a me Lee dormiva tranquillo, sorrisi a quella visione.
Ancora una volta mi aveva dimostrato che potevo farcela, che nonostante tutto una via d'uscita era possibile, e che anche se io non avevo fiducia in me stessa lui ne aveva e tanta, proprio come una piccola stella senza cielo, perchè il vero cielo era lui con la sua musica e la sua dolcezza, che ancora una volta mi era stata vicina senza chiedere nulla in cambio.
FINE!
   
 
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