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Autore: Conny Guitar    15/12/2013    0 recensioni
Doveva essere una bella vacanza. Ed invece si trasformerà in una vera prova per Chiara, la protagonista. Chi è Ombra, la misteriosa nuova vicina di casa? E cosa significano i ricordi che Chiara credeva di aver dimenticato?
Un passato difficile che non vuole andarsene, un presente in cui nulla è come sembra ed un futuro incerto. Ma la realtà a volte può sul serio sembrare un film?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spensi la televisione ed accesi il computer. Non sapevo esattamente a cosa potesse servire quello che stavo per fare, probabilmente era fine a se stesso, però avevo bisogno di certezze, di rimettere in ordine le uniche cose che sapevo con sicurezza. Aprii Office Word e, servendomi di Facebook e di ciò che ricordavo, iniziai a scrivere:

"Ombra Lara Puccini, nata a Firenze il 3 marzo 1992. Nel '96 si trasferisce a Roma, nel 2000 a Bologna, nel 2004 a Trieste, nel 2008 a Brindisi e nel 2012 a Cuneo. Poi si trasferisce, da sola, a Riva Ligure, l'11 aprile 2013. Strane conversazioni telefoniche con la madre. Nell'ultima parla di "superpoteri", riferendosi forse al fatto che mi ha infuso una specie di strano calore, inumano, una figata. L'ho già incontrata all'età di 8 anni, era venuta a vedere la mia scuola, ma poi è andata a stare a Bologna. Da ragazzina deve aver avuto dei problemi, connessi con i continui trasferimenti. è una satanista. è una figa stratosferica."

Rilessi il tutto, ritrovandomi al punto di partenza. Oh, perfetto, questo risolverà tutto, sicuro! Come se a scrivere dove ha vissuto e quando l'hai incontrata la prima volta possa servirti a diventare Sherlock Holmes! Direi più Shelrock Homes, si chiamava così quello di Focus Junior che se non arrivava il vero Holmes si faceva fregare. Ma pensa e dammi ascolto, una volta tanto! Dover ammettere, una volta tanto, che la popria coscienza ha ragione è difficile. Ci litigavo da anni, avevo sempre fatto ciò che volevo ed ora vai a dire: -Sì, ha ragione-. Mi sarei fatta torturare, piuttosto. Però, effettivamente, quello che avevo scritto non aveva senso. Insomma, mi ero messa a catalogare i suoi trasferimenti, basta. Forse uno psicologo funzionerebbe. "Stai insinuando che sono matta?" Non ho detto manicomio, ho detto psicologo. Sono due cose diverse. "Molte grazie!" Anche la gente normale va dallo psicologo. Chi ha subito un trauma, chi ha perso qualcuno... "Dici che sono una traumatizzata che adesso vede diavoli e fantasmi dappertutto?" Mah, dopotutto il cervello è una grande invenzione. E poiché tutti, più o meno, ne abbiamo uno, è soltanto inutile e dannoso arrivare a conclusioni.
Mi chiedi se mi fossi bevuta la parte del mio cervello che controllava la coscienza. Adesso non bastavano tutte le conversazioni enigmatiche di Ombra con me e con sua madre, adesso anche Coscienza doveva partire con i discorsi alla Dostoevskij. Miseria ladra.
Pensare che Ombra potesse avere dei superpoteri nel senso lato del termine era anche fattibile per una persona come me. "Ergo, la magia esiste e tu, Coscienza, non ti intromettere". Se qualcuno mi avesse sentita, credo che mi avrebbero davvero rinchiusa. Oddio, ce n'è di gente che crede alla magia, però proprio andare a dirlo di persone in particolare...
Un leggero fruscio mi fece voltare di scatto. Caccia un urlo, prima di accorgermi che era di nuovo il fantasma di Alessandro. Si mostrava in piena luce e faticai a guardarlo senza provare un moto di disgusto nei confronti di quell'ammasso di cervella e lamiere che aveva come testa. Certo che era messo proprio male, ora che lo vedevo bene notavo che era ancora peggio di come me l'aspettavo. Gli sorrisi, ben sapendo che non serviva, lui avrebbe letto il mio pensiero. Non sorrideva affatto, sembrava decisamente incazzato.
-Ma santa Madonna, cosa cazzo t'avevo detto?! Se ti dico di stare lontana da Ombra ci sarà un motivo, non lo faccio per sport. Non ti dico cazzate, vorrei che mi ascoltassi al posto di fare di testa tua come al solito: Ombra è nostra nemica! Non ti rendi neanche conto che si è appena lasciata scappare un'informazione vitale? Gli stramaledetti "superpoteri", pensaci! Quell'abbraccio... è uno dei suoi metodi per attirarti a lei, come una tela di un ragno. Ti attirerà finché tu non potrai più scappare, ed allora zan! la stoccata finale che ti ucciderà. Chiara, resta con me, non sei lesbica, seguimi!-
Rimasi un attimo in silenzio, troppe informazioni in un colpo solo, credo che si sentissero gli ingranaggi del mio cervello chiamati a lavorare, per una volta, come si deve. Rielaborai con sorprendente rapidità tutto ciò che mi aveva detto, arrivando sulla conclusione del suo discorso troppo violentemente. Impiegai un attimo a capire l'ultima frase.
-Ma... tu dici... seguirti dove? No, non dirmi, nella morte...-
-Scarabeo!-. Sorrisi, lo diceva sempre. -Chiara, è l'unico modo che hai per restare con me. Ormai sei troppo dentro a questa storia, il ricordo di me è macchiato. Se mi avessi ascoltato, non saremmo qui. Ma non è tutto perduto: seguimi! La mia morte ti ha fatta crescere, ti ha temprata: vuoi buttare tutto all'aria per la prima che passa? Non credo. Capisco che tu non riesca a ritrovarti in questa storia, perciò ti farò un breve riassunto sul conto di Ombra: lei è il Ragno, magia nera. Si comporta esattamente come l'animaletto: attira a sè le persone, specialmente coloro che hanno un forte ricordo di qualcuno, proprio come te, e "risucchia" questo ricordo, svuotandole di una parte dell'anima. Alla fine impazziscono, e possono diventare pericolose. Sono venuto qua apposta quando ho visto che eri incappata in un Ragno. Il satanismo dovrebbe essere un indizio, come quelle cose scritte al contrario. Scrive al contrario cosicché, quando qualcuno trova i suoi scritti, pensa "satanista, meglio lasciar perdere" e non vede il significato profondo delle parole, sono dei riti propiziatori per il suo scopo. Lo so che ti sembra un discorso sconclusionato e privo di senso, ma sai che non potrei mai mentirti. Ce l'eravamo giurato!!! I fantasmi, la magia nera, tutto questo esiste! Lo dici anche tu, che non c'è certezza-.
Di tutto ciò che avrei potuto dire, feci un'unica domanda: -Perché?-
-Perché? Perché tu sei mia. Ecco perché! Se non vieni con me, ti prenderò io di forza-.
-No! E sai il motivo? Perché è giusto che io mi rifaccia una vita, che compia le mie esperienze, che sbagli anche, ma sai che non potrei dimenticarti, insomma, tu hai avuto un ruolo importante nella mia vita e poi scusa se te lo faccio presente, ma io non ho voglia di morire. Mi manchi, è vero, ma non posso suicidarmi per questo!- dissi tutto d'un fiato, mentre iniziavo ad allontanarmi. Sapevo che scappare da un fantasma è inutile, ma la speranza è l'ultima a morire.
Non so perché, uscendo, iniziai a correre verso lo stradone principale e non dall'altra parte, verso il mare e verso il centro del paese. Non so perché non riuscissi a rendermi conto di star correndo verso una strada perennemente trafficata. Non so perché stessi correndo. Forse c'entrava sempre quel discorso sulla speranza. Durante quella corsa all'impazzata, potei sbirciare attraverso il buco della serratura delle porte dell'inconscio. Esagerato? Allora pensavo che si fossero spalancate del tutto. Poi ho pensato che forse avevo solo sbirciato, non visto. Fa niente, è il meno in questa parte della mia storia.
Non è che stessi pensando, nel senso letterale del termine. La mia mente si era come annullata, credo. Io e la mia coscienza eravamo diventate un unico pensiero. O forse era lei ad aver preso il sopravvento. Ci ripensai con calma, dopo, quando tutto finì, e ci ripenso ancora oggi, giungendo alla conclusione che si trattasse del secondo caso. Il famoso lato oscuro che viene a bussare. Mi considero fortunata, sapete? Perché fui capace solo di fare del male a me stessa e non ad altri. Anche se il tizio della macchina si ruppe il braccio. Però penso che questa corsa sia stata necessaria. Nonostante tutto quello che abbia potuto dire la gente dopo. La mia mente sembrava più razionale, eppure non si rendeva conto che stava correndo verso il pericolo. Ero in una strada abbastanza trafficata, proprio nel mezzo, però le macchine mi passavano attraverso. O meglio, non avevo proprio corpo, c'erano solo i miei occhi ad un metro e sessanta d'altezza. Ero ad Ivrea. In quella strada c'ero già stata, nel senso che ci ero già stata ferma in piedi. Poi mi ricordai. E prima che formulassi bene il pensiero, un motorino arrivò a tutta velocità e si schiantò contro un tir polacco che stava arrivando nella direzione opposta. Ho proprio questo ricordo vivido, che il tir era polacco. Strano come la mente registra dettagli insignificanti, no? Il motorino si era accartocciato ed infilato sotto al tir, ed i soccorsi non tardarono ad arrivare. Ed, all'improvviso, vidi me stessa. Vidi me stessa a 16, con tutte le borchie ed il trucco nero addosso. Ero veramente orribile e ridicola. Io che venivo trattenuta di forza dalla polizia mentre cercavo di correre verso ciò che rimaneva di Alessandro, urlando che era colpa mia se era morto.
La scena cambiò. Ero in camera mia, sempre vedendo me stessa come fossi un'altra persona. Vedevo me stessa due anni dopo, con in mano il basso di Alessandro ed il suo plettro. Mi vidi mentre lo collegavo all'amplificatore e mi venne da piangere. Perché nella mia testa risuonava la sua voce. La sua voce da vivo, che mi diceva che per me ci sarebbe sempre stato, che avrebbe vegliato su di me e che mi avrebbe seguita in tutto quello che avrei fatto. Mi venne da piangere perché, quando me l'aveva detto, aveva degli occhi strani, occhi che non sono di un ragazzo di 16 anni. Gli occhi di un uomo che muore... Forse aveva sempre saputo che sarebbe morto giovane. Spesso, almeno, ne dava l'impressione. Ma mi venne ancor più da piangere per com'era ora quel fantasma che mi inseguiva. E poi, inesorabile, in pensiero avanzò nella mia testa: "Questa non è la voce del vero Alessandro... L'Ale che conoscevo io aveva un'altra voce". -Era tutto nella mia testa...- dissi ad alta voce. E mi girai. Ero arrivata allo stradone ed il fantasma mi fissava, ghignando. Non che la sua faccia fosse in condizioni di ghignare, ma mi sembrava che lo stesse facendo. Forse perché sei tu ad essertelo inventato. La Coscienza. Ma la sua voce risultava più dolce, non la solita vocetta fastidiosa e pignola. Forse perché sei tu ad essertelo inventato. Sorrisi al fantasma. E quello scomparve.
Buio.

The corner: e guingo con l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. Contenti che me ne vado? Magari vi capita l'epilogo come regalo di Natale *sorride sadica*
   
 
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