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Autore: Shin83    16/12/2013    2 recensioni
E' quasi Natale a casa Anderson Smythe.
E mentre Robbie e Blaine sono fuori, Violet e Sebastian decidono di far loro una sorpresa.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale, Pinguatto. ♥



Natale era nell’aria.
Un tappeto bianco ricopriva il giardino di casa Anderson Smythe, così come quello dei loro vicini.
La loro villetta era addobbata a festa sia dentro che fuori.
Luci e decorazioni troneggiavano sulla facciata, sistemati da Sebastian dopo tutta una serie di lamentele da parte sua e preghiere da parte dei figli. Ma quella era diventata una consuetudine tanto quanto il Natale stesso.
 
Ogni anno, ormai da qualche tempo, la prima domenica di dicembre succedeva sistematicamente la stessa cosa: Blaine andava in garage a disseppellire le decorazioni e l’albero, rigorosamente sintetico, chiedendo a Sebastian di attaccare le luci sul tetto e sulla ringhiera del porticato; lui si rifiutava così da innescare la terribile litania figliale che implorava il padre di sistemare le lucine, così che Babbo Natale potesse trovare più facilmente la loro casa; Sebastian, infine, non era in grado di resistere al piagnisteo della prole, con l’aggravante dei puppy eyes di Violet, così si ritrovava, suo malgrado, appeso ad una scala traballante sorretta a fatica da Blaine per far contenti i suoi figli. E suo marito, ovviamente.
Come anche decorare l’albero era un’altra operazione tutt’altro che semplice dagli Anderson Smythe, ognuno dei quattro aveva da dire la sua sulla sistemazione di ogni singola pallina o su dove andasse messa una determinata decorazione, se per casa o alle finestre.
L’allegra famigliola, alla fine della giornata, era sempre stremata, più di quanto lo fosse in una normale piena di impegni, lavoro, scuola e quant’altro.
 
*****
 
Anche quell’anno la tradizione si era ripetuta e Sebastian aveva rischiato l’osso del collo per l’ennesima volta. E avevano litigato sul posizionamento del vischio: una fazione lo voleva sullo stipite della porta della cucina, un’altra fazione voleva appenderlo al centro del salotto, che venisse giù direttamente dal soffitto.
Vinse il partito della cucina.
 
Era un tranquillo sabato pomeriggio, la frenesia per l’acquisto dei regali non aveva ancora invaso la casa, anche perché si riducevano sempre all’ultimo. Almeno quelli conclamati, quelli che avrebbe portato Babbo Natale erano un caso a parte.
Sebastian era riuscito a sbolognare a Blaine l’infausto compito di accompagnare Robbie ad una festicciola organizzata da un suo compagnetto dell’asilo. Una di quelle dove le mamme annoiate e scollacciate ci provavano spudoratamente, nonostante conoscessero il loro disinteresse nei confronti del genere femminile, o quanto meno di determinate sue sfaccettature, e non mancavano di ficcare il naso nei loro affari e in quelli di mezza Westerville.
Blaine era sicuramente più diplomatico del marito in queste circostanze e si era fatto convincere con una promessa a luci rosse e un’induzione al senso di colpa grande come l’albero di Natale del Rockfeller Center, per avergli fatto rischiare la vita anche quell’anno per un paio di lucine natalizie sul tetto.
 
La casa era immersa nella tranquillità, Sebastian era appisolato sul divano in tenuta casalinga con tuta e calzettoni di lana che avrebbero tenuto lontano chiunque, fatta eccezione per Blaine, naturalmente. Che li trovava estremamente intriganti, per usare parole sue.
La televisione mandava un noiosissimo quiz a premi, ma il volume dell’audio era talmente basso sì da essere ridotto ad un ronzio che conciliava il suo dormiveglia.
Violet stava in camera sua a svolgere diligentemente i suoi compiti a casa per la scuola. Le equivalenze erano molto importanti e lei si divertiva, a differenza dei suoi coetanei, a svolgere quegli esercizi.
Dopo circa un’ora a contare quanti metri avrebbe percorso Sarah dopo aver camminato per un chilometro e mezzo e problemi dello stesso tenore, la bambina aveva iniziato a sentire la mancanza del suo “papo del cuore” e decise di raggiungerlo al piano di sotto.
Il dormiveglia di Sebastian era passato ad uno stato di vero e proprio sonno catatonico: la casa così tranquilla era una rarità come un unicorno con la coda arcobaleno e il suo sistema nervoso ne aveva approfittato a mani basse.
Mentre scendeva dalle scale, Violet l’aveva sentito russare, o meglio, respirare in modo pesante, avrebbe detto lui. Quindi fece molto piano per non svegliarlo di soprassalto e le sue babbucce col faccione di Simba la aiutarono a non fare troppo rumore.
Gli lasciò un bacetto delicato sulla guancia, prima di inginocchiarsi accanto al bordo del divano ed accarezzarlo.
“Papo, ehi papo!”  Gli sussurrò impercettibilmente. “Papo, svegliati!”
Continuò ad accarezzarlo finché Sebastian non diede segni di vita: l’uomo stropicciò gli occhi e sbadigliò; trovandosi  la bimba davanti, fece un sorriso assonnato.
“Ehi cucciola!” Sbiascicò.
La bimba gli regalò un sorrisone e poi lui continuò: “Fatti i compiti?”
Lei annuì e aggiunse: “Mi è venuta un’idea. Facciamo una sorpresa a papino e Robbie?”
Sebastian si tirò su a sedere svogliatamente e prese la bambina per farla sedere sulle sue ginocchia.
Le accarezzava i boccoli, quando le chiese: “Che sorpresa? Dimmi un po’.”
“Facciamo la torta brownie! Piace tanto a tutti!” Annunciò, tutta entusiasta, guardando il padre con occhi speranzosi e un sorriso che riempì Sebastian di dolcezza.
“Ma cucciola, sai che io sono un disastro in cucina, specialmente coi dolci.” Le rispose parecchio sconsolato.
“Ti aiuto io, aiuto sempre papino Blaine! E poi so dove tiene la ricetta!” Sembrava proprio che la bimba non accettasse un rifiuto.
Sebastian si grattò la testa, pensandoci ancora un po’, ma non gli ci volle molto a cedere, guardando l’espressione implorante della figlia.
“D’accordo, d’accordo. Speriamo solo di non dar fuoco alla cucina.”
La bimba gli saltò al collo entusiasta, per sbaciucchiarlo tutto.
“Grazie, papà! Grazie!”
Saltò giù dal divano e corse squittendo di gioia in cucina.
Sebastian si prese ancora un momento per stiracchiarsi e spegnere la tv per raggiungere la figlia poco dopo.
 
Violet era in piedi su una sedia per raggiungere meglio l’angolo del mobile della cucina dove Blaine teneva i suoi quaderni delle ricette.
Pescò senza esitazione il quaderno giallino: Blaine ne aveva uno per ciascuna tipologia di ricetta: antipasti, primi, secondi, dolci, ognuno contrassegnato da un colore.
“Papà, la ricetta è qui!” Esclamò trionfante la bambina quando vide entrare il padre in cucina.
“Occhio a non cadere dalla sedia, cucciola. Dai vieni giù.”
La bimba obbedì, facendo attenzione a scendere dalla sedia, per poi rimetterla al suo posto.
Sebastian indossò un grembiule per evitare di pasticciarsi e prese anche quello della figlia, che ne aveva uno tutto suo per quando aiutava “Papino” a cucinare; Violet si avvicinò immediatamente a Sebastian, senza bisogno che il padre le dicesse di farselo legare.
Il quaderno era già aperto alla pagina della torta quando l’uomo si avvicinò per controllare gli ingredienti.
“Vediamo un po’ di cos’abbiamo bisogno…”
La figlia, che si era di nuovo arrampicata sulla sedia, stando in ginocchio, questa volta, leggeva ad alta voce: “Cioccolato fondente, uova, zucchero, burro e farina!”
“Dovremmo avere tutto, controllo se abbiamo il cioccolato.” Rispose Sebastian mentre apriva il frigo per prendere uova e burro.
“Abbiamo anche il cioccolato, papino lo compra sempre perché dice che “non si sa mai”.”
Sebastian rise e scosse la testa, mentre apriva le varie ante dei mobili per prendere il resto degli ingredienti e la bilancia per pesarli.
“Servono anche una teglia e due pentolini!” Continuò la bambina.
“Agli ordini, chef.”
Blaine lo teneva il più possibile lontano dai fornelli, per evitare che mandasse la casa a fuoco. Gli permetteva di farlo in casi estremamente eccezionali, ovvero quando lui stava talmente male da essere impossibilitato ad uscire dal letto.
Andò verso la credenza dove tenevano le stoviglie e aprendola si fece venire una piccola crisi di panico.
C’era pentolame di ogni tipo e di diversa misura, non sapeva assolutamente dove mettere le mani.
“Prendi la teglia media rettangolare. E i pentolini sono quelli con il manico che ci sono in basso a destra.”
Gli suggerì Violet che, come se nulla fosse, quasi prevedendo quella reazione di Sebastian, stava studiando la ricetta sul quaderno.
Lui si girò a guardarla basito, quella bambina non smetteva di stupirlo.
“Grazie.” Si limitò lui a rispondere e prese le stoviglie che gli aveva indicato.
 
Si misero all’opera senza tanti intoppi, sbriciolarono il cioccolato assieme e Sebastian controllò il pentolino per lo scioglimento dei pezzetti con il burro.
Chiacchierarono allegramente mentre aspettavano che la consistenza del miscuglio raggiungesse la temperatura ideale, per questo era incaricata Violet, che di tanto in tanto immergeva il ditino per assicurarsi che non fosse ancora troppo caldo per aggiungere gli altri ingredienti.
Lui approfittò anche per domandarle cosa volesse chiedere a Babbo Natale, anche se sapeva benissimo che lei aveva smesso di crederci da almeno un annetto e fingeva solo perché Robbie non lo scoprisse.
Violet aveva espresso il desiderio di avere una copia in edizione speciale di Piccole Donne e anche il camper di Barbie non le sarebbe dispiaciuto.
“È buono papà!” Esclamò la bambina alla terza “prova dito”. “Possiamo metterci le altre cose.”
“Cosa ci va prima?”
“Dobbiamo mettere un uovo alla volta. Tu rompi e io giro, ok?”
“Va bene, capo!”
I due si scambiarono un sorriso divertito e procedettero in ordine, il padre dietro guida della figlia, riuscendo nell’impresa senza combinare troppi guai.
Anche lo scoglio di imburrare la teglia era stato superato in maniera egregia e i due si premiarono pulendo il pentolino e il cucchiaio dall’impasto rimasto, quella, in fondo, era la parte migliore di preparare la torta Brownies.
“Mi raccomando, puliamo tutto, altrimenti quando torna tuo padre sgrida a entrambi.” Consigliò Sebastian, una volta messa la torta a cuocere.
Violet diligentemente passò pentole e attrezzi sporchi al padre così da caricare la lavastoviglie e poi pulirono tutto, comprese le loro facce che si erano tinte di cioccolato.
Il timer del forno suonò proprio mentre loro avevano appena finito di asciugarsi mani e viso.
Tirarono fuori la teglia dal forno e la misero sul ripiano dell’isola a lasciar riposare.
“Che odorino papà! Speriamo che piaccia a papino e a Robbie.”
“E’ tutta opera tua, se dicono il contrario la loro calza per Natale resterà vuota.” Ridacchiò Sebastian che continuò: “Intanto che li aspettiamo, ci guardiamo un cartone?”
“La Sirenetta!” Urlò entusiasta Violet, Ariel era la sua preferita e avevano quasi consumato il dvd a furia di metterlo su.
 
*******
 
Proprio quando Ariel era andata a trovare Ursula per farle avere le gambe, un piccolo tornado investì il salotto.
Robbie e Blaine erano rientrati e il bambino si lanciò, con ancora il cappotto addosso, sul divano sul padre e la sorella.
Inutili i rimproveri di “Papino” che richiamavano il bambino per spogliarsi.
Sebastian riuscì a sfilargli cappottino, sciarpa, cappello e guanti mentre Violet gli faceva il solletico; Blaine li raggiunse di lì a poco, lasciando un bacio tra i capelli ad entrambi i casalinghi.
“Sento un buon odorino, cos’avete combinato in mia assenza?” Chiese divertito Blaine.
Il profumo di cioccolato aveva inondato la casa e sembrava quasi di trovarsi in una pasticceria.
Violet si alzò in piedi sul divano e iniziò a saltellare tutta entusiasta: “Io e papo abbiamo fatto una sorpresa per voi.”
Robbie non se lo fece ripetere due volte e corse in cucina a vedere di persona di cosa si trattasse.
Gli urletti di approvazione arrivarono ben presto: “Ne voglio un pezzo, ne voglio un pezzo!”
La sorella lo seguì a ruota e i due uomini si scambiarono uno sguardo divertito.
Li raggiunsero poco dopo cercando di mantenere la calma e curiosi entrambi di assaggiare il primo esperimento dolciario di Sebastian.
 
In fondo, a casa Anderson Smythe ogni giorno era Natale.

 
Questa è una piccola sciocchezza per fare gli auguri di Buon Natale alla mia betuzza e pinguatto preferita, Marti.

Tra i Fall Prompt delle Seblaine Sundays del gruppo Seblaine Events c'era "Pasticceria", io volevo troppo scriverci qualcosina, ma tempo, testa, distrazioni e quant'altro, non mi hanno permesso di farlo nei tempi stabiliti. Quindi ho pensato, "Perché non farci una storiellina da regalare alla Marti per Natale?"
Et voilà.

Ok, lo so che mancano 9 giorni a Natale, ma era pronta e io non ce la faccio ad aspettare di pubblicarla.

Grazie mille a Medea00 per il betaggio flash, <3 tanti cuoricioni per te!

 
  
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