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Autore: LiLy La LoLLiNa 93    13/05/2008    3 recensioni
Un'intera estate è passata. Novità, cambiamenti...mai i problemi di Veronica non cambiano mai. Amore e Indagini sono come sempre la sua maggior preoccupazione, se questi poi si scontrano, le cose non vanno sul migliorare. Una FF ovviamente LoVe
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan Echolls, Veronica Mars
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flash Back

 

Erano le 21.00…Veronica sarebbe partita la mattina seguente, ma finite oramai le valige era lì seduta sul letto con il cellulare in mano; sul display un nome: Logan.

Era lì seduta da 10 minuti e non aveva ancora avuto il coraggio di chiamarlo quando finalmente premette quel fatidico tasto verde.

- Aola amici, qui Logan. Il messaggio ispiratore di oggi è “Quando sei stanco di Londra, sei stanco della vita” Dr Johnson, ricordatevelo quando sarete lì…- Veronica non riuscì a parlare per qualche secondo, poi finalmente prese parola

- Hej Logan…Sono…sono Veronica. Ti sto chiamando perché…perché domani parto, e volevo salutari e dato che non ho avuto occasione di vederti, bhè…te lo sto dicendo per telefono…Cazzo Logan, mi dispiace… ti prego fatti vedere domani, il mio aereo e alle 10.30, non vorrei partire senza averti prima parlato – Veronica spense la telefonata e si diede un pacca sulla fronte

“ Sono una vera cretina”

La mattina seguente Veronica era pronta per partire, ci volle poco perché il taxi arrivasse all’aeroporto, ma di lui nessuna traccia. Logan non era venuto, non se l’era sentita, non aveva voluto…con fatica mise le valige su quella che era la pedana per il controllo dei bagagli.

D’un tratto, poi, una voce…sentì il suo nome  urlato a squarciagola tra la folla.

“È venuto!! Non mi ha scordata!! Non mi odia!” Veronica si girò di scattò ma…nessuno, niente…Logan non si vedeva da nessuna parte.

“L’emozione di andare in Virginia fa brutti scherzi…non è venuto, era tutto un sogno”

La ragazza si voltò di nuovo verso la sua strada. Passarono pochi secondi che sentì nuovamente il suo nome, ma sta volta non si voltò.

“Quant’è stronza la mia immaginazione…”

 

Fine flash Back

 

Un’onda tirava l’altra…il surf era l’unico modo per non pensare a lei: Veronica.

Non la vedeva da un’intera estate, da quando quel giorno in aeroporto l’ha vista partire. Cavalcava perfettamente ogni onda, quando d’un tratto qualcosa lo distolse dalla sua concentrazione. Un miraggio, un’illusione, o forse realtà, comunque vada cascò dalla tavola.

Veronica sulla spiaggia d’altro canto, alla vista della caduta del ragazzo, non potette far altro che trattenere il respiro.

Logan, riemerso dall’acqua, guardò immediatamente a riva. No, nessun miraggio. Veronica era veramente lì sulla spiaggia ad osservarlo.

La ragazza notando che Logan si era accorto decisamente di lei, iniziò ad avviarsi verso la propria macchina.

Logan vedendo che Veronica stava scappando via, non potette far altro che uscire dall’acqua di corsa e iniziare a rincorrerla buttando a caso la tavola da qualche parte sulla sabbia.

- Veronica aspetta! – gridò il ragazzo, ma lei non aveva nessuna intenzione di fermarsi – Veronica!- urlò nuovamente il ragazzo, prima che finalmente riuscisse a bloccarla per un braccio

- Lasciami! – gridò Veronica

- Scordatelo…non ti vedo da un’intera estate e dobbiamo assolutamente parlare…-

- Di cosa Logan?? Di come io da brava cretina praticamente ti abbia supplicato di venire a quel maledetto aeroporto il giorno della mia partenza, almeno per provare a chiarirci, per provare a lasciare da parte tutti i nostri problemi, un chans per farti capire quello che io comunque vada provo per te, per poi cosa ricevere in cambio?? Niente…non sei venuto –

- Ti ho chiamato, volevo spiegarti, io ero lì…io c’ero a quel maledetto aeroporto…-

- Sì, come no…peccato che non t’abbia visto – disse con le lacrime agli occhi

- Ti ho chiamato, una, due, tre volte, ma…- Logan cercò di parlare, ma ovviamente Veronica non lo volle stare ad ascoltare

- Logan, lascia perdere, più volte mi sono guardata indietro con la speranza di vederti…tu non c’eri, questa è la storia, qui finisce la discussione – disse in fine la ragazza scostandosi dalla presa di Logan. Il ragazzo non ebbe più la forza di reagire. Avrebbe voluto dire tante cose, ma sapeva che ora come ora Veronica non glie l’avrebbe permesso.

 

Si asciugò le lacrime giusto prima di entrare in casa. Era passata giusto per prepararsi per la cena con Mac. Entrando non voleva che suo padre notasse i suoi occhini rossi pieni di lacrime, ma fortunatamente non servì fingere. Appena fu in casa notò che era vuota e avvicinandosi al bancone della cucina trovò un bigliettino.

 

“Sono imperdonabile…un importante caso mi terrà lontano a  casa almeno per qualche giorno…

Mi dispiace, Ti amo tanto. Tuo  papà”

 

Veronica sospirò e giunse in camera sua. Prima di iniziarsi a preparare per la cena, perse una mezz’oretta a svuotare le valige, poi si buttò sotto la doccia…

 

Alle ore 20.00 Veronica e Mac erano oramai a chiacchierare tranquillamente in uno dei tanti bei ristoranti di Neptune, e dopo essersi concentrate sull’emozionante estate di Veronica passata all’FBI, si concentrarono sulla bizzarra relazione tra Mac e Dick.

- Ti prego, tu adesso spiegami come è potuto succedere che tu e Dick avete iniziato a  stare insieme…- disse divertita Veronica

- Diciamo che abbiamo iniziato a esser veramente amici una notte di fine giugno quando tutti e due ci ritrovammo sulla spiaggia…abbiamo iniziato a bere e parlare, e ubriachi ci siamo addormentati abbracciati sulla spiaggia….- iniziò a raccontare Mac

- Uhuhuhu…- disse maliziosa Veronica

- Scema… comunque, dopo quella sera abbiamo iniziato a uscire fuori come amici, sai in giro per locali a ballare, alla suite a guardare film…e poi una sera di fine luglio sulla spiaggia, Dick mi stava facendo vedere come cavalca le onde quella mattina e prendendomi le braccia cercò di farmi capire i suoi movimenti…a un certo punto ci siamo ritrovati a fissarci negli occhi e abbiamo iniziato a baciarci e ti lascio immaginare il resto…- disse sorridente Mac

- Sulla spiaggia?? – chiese curiosa l’amica

- No, cioè….più o meno…nelle casette dei bagnini…- disse arrossendo Mac

- No, c’è….tu spiegami adesso cos’hai in comune con lui…- chiese perplessa Veronica

- Strano ma vero, molto più di quello che si potesse immaginare… -

- Se lo dici tu…- disse incerta.

- Adesso voglio sapere di te. L’hai più sentito?? – chiese seria Mac

- Di chi stai parlando?? Di Piz?? Bhè, certo, te l’avevo detto che siamo rimasti buoni ami…- iniziò a raccontare Veronica ma l’amica la bloccò

- Veronica, non fare l’ingenua…so benissimo che tu e Piz siete rimasti amici. Sto parlando di Logan- disse ancor più seria l’amica. Veronica si rattristì un attimo, poi iniziò a parlare.

- Non l’ho sentito per tutta l’estate e oggi l’ho incontrato sulla spiaggia –

- Oh mio Dio…e com’è andata?? –

- Come vuoi che sia andata?? Ci siamo urlati contro…io che l’accusavo e lui che provava a giustificarsi… Mi ha chiamato tutta l’estate , e non sai quante volte sono stata tentata di alzare quella maledetta cornetta, ma non c’è l’ho fatta – disse con gli occhi lucidi Veronica – e sai cos’è la cosa più assurda?? Che per tutta questa maledetta estate, ho pregato me stessa perché iniziassi a odiarlo, a odiarlo veramente, come quando era morta Lily, ma non ci sono riuscita e ho passato l’estate a pensarlo, mentre lui invece, tra una telefonata e l’altra se la spassava con qualche bella australiana…- concluse con rabbia. Mac la guardò perplessa e poi prese parola.

- Australiana??  Non pensavo c’è ne fossero qui in California… -

- Ma c che stai dicendo?? –

- Tu che stai dicendo….Logan ha passato l’intera estate qui a Neptune, con me e Dick possiamo dire…I ragazzi non sono andati in Australia-

- Ah no?? Come mai?? – chiese curiosa Veronica

- Non saprei…Dick è stato vago sul fatto. La volta che ne abbiam accennato l’argomento a solo commentato “L’amore ti fa perdere gli aerei” –

- Capisco…- disse tristemente Veronica. Ci fu qualche istante di silenzio, poi Mac, notando la tristezza dell’amica preferì cambiare tema

- Gelato per Dessert?-

 

Veronica, dopo la piacevole serata passata con l’amica si diresse verso la mezzanotte a casa. Quando finalmente arrivò alla porta del proprio appartamento, trovò però qualcuno d’inaspettato.

- Che ci fai qui? – chiese fredda la ragazza

- Dobbiamo parlare Veronica – disse serio Logan

- L’abbiamo già fatto, non credo che ci sia altro da dire…-

- No Veronica. Noi non abbiamo parlato. Tu hai parlato, anzi, per la precisione mi hai urlato contro senza darmi tempo di spiegare –

- Cosa ti aspettavi Logan? Che dopo quello che è successo, io, nel vederti corressi tra le tue braccia?? Bhè, mi dispiace, ma non andrà così –

- Veronica, ti ho provato a chiamare, ho provato a giustificarmi. Ti ho lasciato così tanti messaggi vocali…- disse tristemente Logan

- Già…telefonate a cui io non ho mai risposto e messaggi vocali che non ho mai ascoltato. Logan, ti ribadisco il concetto che ti dissi il giorno che picchiassti Piz. SEI FUORI DALA MIA VITA!! – disse con rabbia la ragazza e aprì la porta, ma prima che potesse entrare dentro al proprio appartamento, Logan la prese per un braccio e la trasse a se. Iniziò a baciarla con passione.Veronica inizialmente cercò di distaccarsi, poi si lasciò andare.

“No, no…non può finire così…no…”

Una lacrima rigò il viso di Veronica. La ragazza si staccò da Logan e gli tirò uno schiaffo. Rimasero gli fermi immobili per alcuni istanti. Veronica ferma con la mano alzata, e Logan, impassibile, fermo con la testa girata con cinque rosse dita disegnata sul volto. Veronica abbassò il braccio.

- Io… io… devo andare, scusa – disse velocemente e scappò in casa, chiudendo la porta dietro di se. Si appoggiò ad essa e scivolò sul pavimento. Si rannicchiò su se stessa e iniziò a piangere.

Logan nel frattempo era ancora lì fermo davanti alla sua porta. La fissava spaesato, ma dopo pochi  secondi si avvicinò ad essa.

- Veronica non è finta qui…io a te non ci rinuncio – gridò. Si girò e iniziò a scendere le scale. Una volta arrivato al suo Suv si toccò la guancia: Veronica era piccola, ma sapeva fare male, non solo moralmente. Il ragazzo fece una smorfia di dolore, poi però dirigendo il suo sguardo verso l’appartamento della ragazza sorrise.

- Comunque vada, ha ricambiato il bacio… -

 

  
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