Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: FuRa14    17/12/2013    2 recensioni
SPOILER! sul terzo film Madoka Magica: the Rebellion Story
Evitate di leggere se non volete anticiparvi nulla.
" I suoi occhi percorrono la scia di debole luce che sta lentamente rendendo visibile il corpo accanto a sé, rendendoli sempre più ansiosi ad ogni centimetro di carne nuda tra la spalla e il collo che viene svelato.
Si sofferma per un poco su quel contrasto creato da una ciocca di capelli blu sulla chiara carnagione e, perdutasi troppo in quella contemplazione, al momento di riprendere la timida e lenta scoperta del corpo accanto a lei guidata dalla luce, si trova inaspettatamente di fronte due rotondi e perfetti oceani che la stanno amorevolmente fissando."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Kyoko/Sayaka
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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~  Spes Ultima Dea  ~

Apre e gli occhi e sbatte le palpebre più volte, cercando di prendere coscienza di sé e di ciò che la circonda.
Tutto sembra buio e amorfo, ma Kyoko sa di avere gli occhi sbarrati e attenti, alla ricerca di qualcosa di distinguibile in tutta quell'oscurità.
Sa di essere sdraiata su una qualche superficie, né morbida né particolarmente dura; tutto intorno a lei, nonostante non riesca a percepire quasi niente, sembra essere tristemente neutro e informe.
Vorrebbe provare ad alzarsi, ma teme di perdere l'unica sicurezza che per ora ha, ovvero la confortante sensazione di avere una superficie su cui appoggiare che, non si sa mai, potrebbe crollare e frantumarsi da un momento all'altro al minimo variare di peso.
Trova però il coraggio di muovere la testa, voltandosi prima da una parte e poi dall'altra, alla ricerca di un insignificante barlume, una fiammella di speranza e vita, che testimoni che lei non è l'unica cosa ad essere lì oltre a tutta l'oscurità.
Non ci sono né odori né suoni e, pur sforzandosi con tutta se stessa, non riesce a percepire la benché minima cosa che possa essere oggetto dei suoi sensi.
Le uniche sue certezze sono la consapevolezza di essere se stessa, sveglia e cosciente, forse pure viva, anche se la cosa non è così scontata; sa di essere immersa nel nulla, ma, riguardo ciò, il pensiero che più la preoccupa è la colpevolezza di essere lei stessa un qualcosa di determinato nel nulla: teme di non dover essere lì.

"Un posto triste... e solitario, vero?"

Volta di scatto la testa verso sinistra, alla ricerca dell'origine di quei suoni che aveva sentito, simili a parole umane: teme sia la sua immaginazione.

"... un posto senza suono."

No, non può essersi sbagliata un'altra volta. Ma questa consapevolezza le fa un male assurdo, perché è incapace di capire e dare un senso logico a tutto ciò.
" No. Io ti sento."

Kyoko percepisce una flebile luce provenire dall'alto, timida e velata, come abbia l'intenzione di svelare a poco a poco la verità.
Volge ancora un'altra volta cautamente lo sguardo verso l'alto, attratta da quella misera e sottile luminosità, che assapora chiudendo appena gli occhi.
Tepore.
Sussulta.

"Sono proprio qui."

Sgrana gli occhi, distogliendosi dall'estasiata ammirazione di quel barlume, colpita non dalla voce, ma dalla sensazione che la sua mano, ancora immersa nella penombra, sta percependo.
La sente: è stretta in un'altra.
La timida luce si rende partecipe dell'attenzione di Kyoko, schiarendo la parte del corpo che stava insistentemente cercando di scorgere: non si stava sbagliando.

"Sono proprio qui."
La voce si ripete, con la medesima intonazione di prima; ma Kyoko sa che chi ha pronunciato tali parole sta ora sorridendo.

Illuminato in modo soffuso, ora riesce anche a scorgere il suo polso; ora un poco del suo avambraccio, ora fino al gomito.
Ma tutto ciò è speculare: vede due braccia, ma uno solo le appartiene.


Trova il coraggio di muoverlo con delicatezza, curiosa di capire se ciò che sta vivendo è illusione o può percepirlo realmente.
Prova a stringere di più quella mano e a muovere le dita, ricevendo in cambio una carezza dall'altra sul palmo della propria.
Tenendo sempre il contatto, flette delicatamente il gomito, andando a toccare l'altro, pallido e vellutato.
Sente come una risatina sommessa provenire all'altezza della sua testa e Kyoko, di rimando, si ricompone irrigidendosi e, imbarazzata dalle sue tanto innocue quanto infantili azioni, si sente arrossire le guance.
Tanto è presa nel rimproverare se stessa per la sua stoltezza che non si accorge che la sua spalla, libera da vesti, illuminata ora in mezzo a quell'oscurità, è a contatto con la tiepida pelle di un'altra.
I suoi occhi percorrono la scia di debole luce che sta lentamente rendendo visibile il corpo accanto a sé, rendendoli sempre più ansiosi ad ogni centimetro di carne nuda tra la spalla e il collo che viene svelato.
Si sofferma per un poco su quel contrasto creato da una ciocca di capelli blu sulla chiara carnagione e, perdutasi troppo in quella contemplazione, al momento di riprendere la timida e lenta scoperta del corpo accanto a lei guidata dalla luce, si trova inaspettatamente di fronte due rotondi e perfetti oceani che la stanno amorevolmente fissando.
Non si aspetta quella visione, tanto che le sfugge un sospiro emozionato, seguito da un rinnovato rossore in volto, stavolta accompagnato anche dalla lucidità dei propri occhi.

"Qui non c'è Nagisa che ci disturbi."
L'altra accompagna questa frase con un confortante sorriso e, con grande delicatezza, si solleva dalla posizione supina in cui era, la medesima in cui si trova ancor adesso Kyoko.
La rossa per l'emozione non è riuscita a dire nulla, ma fattasi forza, dopo essersi specchiata in quelle iridi blu zaffiro, riesce ad articolare qualche parola biascicata ma priva di senso.
Sayaka, in ginocchio accanto a Kyoko, tenendole sempre la mano intrecciata tra le dita della sua, si posiziona adesso a cavallo sopra di lei, facendo attenzione di non pesare sul corpo dell'altra.
Scende lentamente verso il basso e, con l'indice della mano libera, va a toccare le labbra di Kyoko, intimandole a far silenzio.
"Non importa che tu dica niente, davvero. Lascia finire piuttosto me, che ho un discorso in sospeso..."

Kyoko è spaesata da tutte le emozioni che sta ora provando,  ma la sua naturale indole tendente allo scherzo e al gioco le permette di spezzare e attenuare l'imbarazzo e quel gigantesco flusso di impulsi che la sta investendo in questo momento, riuscendo a farfugliare qualcosa:
"P-parmigiano!"

Vede l'altra inizialmente rimanere confusa da quell'uscita; ma una delicata risata spunta fuori dalle sue labbra, andando ad armonizzarsi con quella di Kyoko.
Sayaka ritorna subito seria, quasi con sguardo ammonitore, e si china profondamente verso il volto di Kyoko, facendo toccare le loro fronti.
"Ti ci soffoco io con il Parmigiano se non mi prendi sul serio."
Non è arrabbiata, assolutamente. Quella battuta non le ha dato fastidio, ma è ben visibile come ci tenga a pronunciare le parole che sta per dire, che non vuole vengano fraintese o interferite.

Kyoko si zittisce e diventa seria, concentrata ora solo su Sayaka e le sue labbra, proprio come lei le aveva ordinato. 

"Ho un rimpianto, Kyoko. E non riuscirò mai a liberarmene, perché, per quanto ci possa provare, mi perseguiterà all'infinito."
Chiude gli occhi, alla ricerca delle giuste parole, aggiustandosi dietro l'orecchio una ciocca di capelli che si è interposta tra lei e gli occhi vermigli. Loro la scrutano attenti, con un rispetto e una devozione inimmaginabili.
"Anche se riuscissi a parlarne, anche se riuscissi a superarlo, sarebbe solo una cosa momentanea, dato che non sono io che comando il tutto."
Fa scendere la sua mano lungo il proprio corpo, fino a scivolare sul pavimento e raggiungere quella di Kyoko che era rimasta tutto il tempo immobile e dimenticata nell'oscurità. Al contatto con quella di Sayaka viene investita da una debole luce e tutto il corpo della ragazza viene illuminato di un gentile chiarore, dove solo i suoi capelli e i suoi occhi osano contrastare il suo candore, distinguendosi per tinte cerulee.
Stringe entrambe le sue mani e, cercando di non imbarazzarsi per quei fuochi che la stanno fissando, prosegue.
"Io...Non so se il nostro rapporto è destinato, per quanto ci possiamo provare tutte le volte che vogliamo, a finire sempre..." abbassa gli occhi dal volto di Kyoko, per non farsi incrinare la voce dal pianto "...in disgrazia."
Al sentire quella parola Kyoko si sente ferita nel profondo del cuore e le sue labbra si socchiudono in preda all'angoscia e al disaccordo che anche la sua espressione, disegnata dalle sopracciglia, lascia trapelare.
"Forse, se mai avessi avuto l'occasione di poter cambiare qualcosa, avrei dovuto agire quando entrambe eravamo ancora in vita e non ero ancora divenuta una strega. E' vero, forse non avrei mai saputo quello che tu provi per me, ma sicuramente, se davvero un filo rosso unisce i nostri mignoli, avremmo vissuto un futuro tranquillo e forse gioioso."

"Non dire sciocchezze."

"Lasciami finire, ti prego. Io so già che Madoka ha fatto tutto il possibile ed è egoistico volere ancora di più. Ma è proprio questo che sono, Kyoko, un'egoista. Divenni strega perché frustata da quell'amaro sentimento, ma ora ho capito e ho fatto chiarezza con me stessa. Ti ho sempre osservata in tutto questo tempo e, più che ti guardavo, più che il trascorrere dell'eternità diveniva doloroso. Doloroso perché sento che è colpa mia se la sofferenza si è insinuata in noi ed è frustrante che non riesca a trovare una soluzione. Per noi due."

Per volontà di Kyoko, l'unione dei loro palmi si alza dirigendosi verso il volto di Sayaka, andando  ad asciugare una lacrima che stava per rigarle la guancia.

"Non mi perdonerò mai di averti abbandonata, ma vorrei riuscire ad avere un sogno che non sia un'illusione o il frutto della contorta mente di qualcuno: voglio che sia realtà, che sia magica come un sogno ma che non ci inganni. Ma se pensi che tutto quello che abbiamo vissuto fino ad ora, tutti quelli che sono stati i momenti belli e felici tra di noi, sia triste perché è un sogno... beh, a pensarci bene non è così diverso dall'attuale realtà dei fatti."
Sembra aver preso sicurezza in sé, cosicché si adagia dolcemente sul corpo di Kyoko, cercando di non gravare troppo su di lei, andando a nascondere la sua testa sulla spalla dell'altra, rivolgendo le proprie labbra vicino all'orecchio.
"Che sia sogno o realtà, Kyoko, tu rimani sempre la stessa per me. E lo stesso rimane il mio doloroso rimpianto di non esserti potuta stare vicina per tutto quel tempo. E per quanto te l'abbia detto che sia impossibile, perché andrebbe contro le leggi dell'universo... ti chiedo di non smettere di sperare, Kyoko. Non so quando, ma ci riuscirò: riuscirò a creare un nostro lieto fine, dove nessuna delle due proverà mai alcuna sofferenza. Lo so, sembrano parole campate per aria, ma io non voglio che tu pensi a questa come l'immaginazione o una finzione; per quanto possa essere sconvolgentemente magnifica e quindi strana per noi... è la realtà. Come lo è anche questo."
Scioglie la presa dalle mani di Kyoko che, spaventata da quel gesto, sta quasi per controbattere, già con le lacrime pronte a inondargli il viso. 
Ma le fredde e affusolate dita di Sayaka le voltano il viso verso la loro padrona.
"Con un semplice ed innocente sguardo accettiamo i nostri sentimenti confusi...Ti va?"

"I miei non sono confusi."

Sorride, Sayaka.
"Mi stavo correggendo." Fa una breve pausa, come per meditare se pronunciare o meno quelle parole, ma poi riprende, spostando i suoi occhi da quelli di Kyoko un poco più in basso "Anche sulla prima parte, però."

Le labbra di Sayaka si incontrano dolcemente con quelle dell'altra, colte di sorpresa e impacciate dall'emozione.
I suoi pollici, poggiati sul volto della rossa, ne accarezzano i lineamenti degli zigomi.
Si distacca per un breve momento, per dare modo a Kyoko di fare ordine e riprendersi; ma l'ha sottovalutata: aspetta da troppo tempo questo momento e il suo tentennamento iniziale è stato solamente perché colta impreparata.
È proprio Kyoko a riprendere il bacio, tirando la blu a sé, andando ad intrecciare le sue dita tra i capelli di lei.
Sayaka si solleva dalla posizione sdraiata in cui è, adagiandosi come era precedentemente, a cavallo dell'altra, poggiando le ginocchia a terra.
Inarca la schiena e le spalle, godendo di quei contatti divenuti ora umidi ed approfonditi, tirandosi lentamente su dai gomiti sui quali poggia il suo peso, per scaricarlo, da una posizione più alta e dominante, sui palmi delle sue mani.
Kyoko di conseguenza si solleva dal pavimento, tenendo sempre le mani tra i capelli dell'altra, per andarne a carezzare le orecchie.
Stanca di dover sforzare i propri muscoli addominali in quella posizione, la rossa decide di ribaltare la situazione e di far sdraiare Sayaka, sottomettendola con il proprio corpo incorniciato, fino a metà della schiena, da lunghi e lucenti capelli rossi.
Lo spazio intorno a loro non era cambiato, in quanto sempre spaventosamente scuro e impenetrabile. Ma il calore dei loro corpi, illuminati adesso in tutta la loro forma dalla candida e chiara luce, lo aveva reso più accogliente e interessante, solo per il fatto che, se visto dall'alto, se ne poteva apprezzare la danza passionale di due figure bianche immerse in un nero oceano.
Non avevano infatti i loro costumi da maghe, bensì delle leggere tuniche bianche lunghe fin sopra le ginocchia, caratterizzate da un effetto bagnato che le faceva perfettamente aderire ai loro corpi, evidenziandone le modeste forme. 

Si allontana di pochi millimetri dal volto dell'altra, per riprendere fiato.
"Non sai per quanto tempo ho sognato questo momento."

"Non è un sogno. O meglio, lo è, ma allo stesso tempo è anche realtà."
E detto ciò, con un deciso colpo di reni si mette a sedere e, scoprendo la spalla della sua compagna dai rossi capelli e dalla leggera veste, le bacia castamente dalla metà di essa fino alla clavicola, per poi morderla di fianco al collo.

"Ah-ahia, Sayaka, fa male!"

Allontana lentamente la sua testa dal corpo di Kyoko, alzando poi gli occhi e rivolgendole uno sguardo seducente.
"Scusami, non volevo. Però senti? È tutto vero."

"Non ti volevi scusare, ci hai goduto a farlo."
Kyoko inarca le labbra all'ingiù, fingendosi offesa da quelle che le sembrano false scuse.

"Ok, è vero. Ci ho goduto."

Non si aspetta una conferma così esplicita, tanto che si stringe nelle spalle gettando imbarazzata lo sguardo di lato in basso, bofonchiando qualcosa di incomprensibile.
Sayaka allora, divertita da quel suo imbarazzo, si avvicina complice di esso all'orecchio di Kyoko, facendo quasi sfiorare del tutto i loro corpi, e le sussurra con voce bassa:
"... e scommetto pure tu."
L'effetto è quello desiderato, poiché Kyoko rialza di scatto lo sguardo e il viso, ritrovandosi Sayaka pronta a zittire ogni sua protesta con un lungo bacio.
Chiudono entrambe gli occhi e, senza accorgersene, i loro corpi si rilassano e i loro seni coperti dalla veste si strusciano per sbaglio.
Entrambe percepiscono questo contatto di cui apprezzano ogni singolo istante, sfogando i loro impulsi nelle loro bocche, dando vita a nuove forme di baci sconclusionati e confusi, dove l'unica cosa che li guida e dà loro un certo ordine è l'incontro bramoso delle loro lingue.
Seguono avidi morsi sul labbro inferiore e alcuni più dolci e delicati sotto il collo e lungo la giugulare, lasciando però ampie tracce di saliva.
Sayaka si è ormai appropriata del bacino di Kyoko, stringendolo tra le sue gambe incrociate intorno ad esso, anche se le mani dell'altra, fin'ora mai scese più giù del collo, iniziano a compiere un percorso che dai fianchi risale fino alle spalle per poi riscendere giù fino ai glutei.
Affonda la sua testa in quel mare di rosso, stringendosi forte alle sue spalle e baciandole dolcemente la fronte, per poi strusciare la sua guancia e il suo naso nei suoi capelli, nella disperata ricerca di quell'odore tanto amato, che però è quasi del tutto assente: è uno degli aspetti negativi di quello spazio oscuro, che attenua ogni cosa che è oggetto dei sensi.
Kyoko distende comodamente le gambe, ritrovandosi l'altra sedutale in grembo; respirano entrambe affannosamente, affaticate dalle forti emozioni che stravolgono l'interno del corpo e della mente di due amanti inesperte.
Si guardano complici e consapevoli di quel pizzico di pudore che hanno ancora in loro, che avrebbero ben presto spazzato via.
Sayaka appoggia le mani sulle cosce dell'altra, come per rassicurarla e cercare di condividere le confuse sensazioni che prova.
Si protende verso il suo volto e le ruba un ansimato bacio, allungando le mani verso l'interno della coscia, senza però mai azzardarsi oltre un certo limite; preferisce risalire sul suo corpo nudo sotto la veste candida, disegnando con i suoi palmi il tonico fondoschiena e i delicati fianchi.
L'altra, in risposta, le cinge la vita con le mani, percorrendola verso l'alto fin sotto le ascelle, titubante però nel proseguire intraprendentemente verso l'interno del suo petto o riscendere con innocenza. 
Senza volere, probabilmente perché sentitasi solleticare dalla blu sulla pancia, Kyoko fa come per abbassare le mani e chiuderle vicino a sé ma, visto lo spazio praticamente inesistenze tra i loro due corpi, finisce per sfiorare i seni di Sayaka.
Questa, divertita dal colore delle guance dell'altra che ormai è indistinguibile da quello dei capelli, spinge ancora più in avanti il suo petto, gettando la testa all'indietro e dirigendo le mani in basso ai glutei dell'altra per dar loro una bella palpata.
Un sospiro così tanto acuto da parere un gridolino, quasi di protesta, seguito da parole quasi soffocate:
" Sei sleale, Sayaka! "

"Non mi pare di dover seguire delle regole...".
È una chiara provocazione.

Allora le mette le mani sulle spalle e la spinge a terra, bloccandola con il suo corpo.
"Adesso chi è quella sleale?"

"Ovviamente sempre tu."

"Non direi. Mi stai mettendo a dura prova con quel vestito così calato sulla tua spalla destra."

Kyoko sbarra gli occhi e abbassa lo sguardo verso quella parte, completamente scoperta assieme a parte del suo petto.
Sente lo sguardo furbo di Sayaka cercare il suo, sperando in una nuova dolcissima espressione imbarazzata; ma la coglie in contropiede, stavolta appoggiando volontariamente le mani sui suoi seni, accarezzandoli e stringendoli con maliziosa delicatezza.
Pone fine ai suoi gemiti con un lungo bacio, disegnando con le labbra una linea fino al mento, per percorrere poi il collo e giungere infine sul suo petto.
La veste bianca, simile a un peplo con cui vestivano le fanciulle nell'antica Grecia, con l'unica differenza di essere più corto, è ampia a entrambe le ragazze, formando così un profondo scollo che, se allargato con le mani, può raggiungere la larghezza delle spalle e scivolarne giù, cosa che Kyoko non ha timore di provare.
Come dalla muta di un serpente, Sayaka ne esce fuori più bella che mai e Kyoko, calatale la veste fino ai fianchi, rimane per un attimo in una devota contemplazione di quel corpo così chiaro e perfetto.
La blu, imbarazzatasi per quegli occhi fissati sulle sue forme, con la pudicizia e il timore di un'ingenua e insicura adolescente, tenta di coprirsi con le mani, quasi con le lacrime agli occhi, tanta è la vergogna che prova per il suo corpo che, a quanto le sembra, Kyoko sembra non gradire.
"S-scusa... Mi dispiace... Non sono così bel-"

Viene quasi spaventata dalla violenza dettata dal gesto impacciato dell'altra, che le toglie le maledette mani che osano coprire tutto quel ben di dio, bloccandogliele contro il pavimento sotto la decisa presa delle sue.

"Sayaka, non provare più a dire e fare cose stupide come queste, o rischio di diventare intrattabile."

La guarda con gli occhi lucidi di lacrime e stupore, sciogliendosi però alla vista di un sorriso a cui è conferita ancora più bellezza e sensualità dall'irregolare punta sporgente di uno dei suoi bianchissimi denti.
Continuano nel loro dolce e desiderato scambio di baci, carezze e sguardi, alternando momenti di tenerezza ad altri di animalesca brama e passione, fino a che Kyoko alza la testa in modo indisponente, irritata dai continui rumori che le stanno disturbando, non riuscendo a capire come in uno spazio così estraniato dal mondo e ovattato possano esserci frastuoni simili.
Lo sguardo della rossa, preoccupato e furioso dal non sapere cosa stia accadendo, va a contrastare in perfetta armonia con quello stoico e posato di Sayaka, in contemplazione del soffitto e delle pareti oscure che piano piano stanno prendendo colore e sulle quali si iniziano a distinguere forme concrete e regolari.

"Ma si può sapere che cavolo sta succedendo qua??!"

Non ce la fa ad alzarsi e brandire la sua lancia, o anche solamente a porsi altre domande, che Sayaka l'ha già stretta in un abbraccio saldo e serrato, da non riuscire nemmeno a farla muovere o protestare.
Appoggia la testa sulla sua spalla, avvicinando le labbra all'orecchio di Kyoko anche se, prima di iniziare a sussurrarle suoni e parole che le infondano tranquillità, osserva con occhio vigile il completo disfacimento dello spazio circostante e percepisce il loro precipitare nell'apparente vuoto.
Unite però in un abbraccio.
"Tranquilla, Kyoko" fa una breve pausa, perché, nonostante si sia calata nella parte della fredda sapiente, è emozionata dal sentire l'altra che affonda le dita nella sua carne, alla ricerca di un appiglio e di conforto, senza contare il suo petto nudo premere contro quello coperto dalla misera veste dell'altra "non siamo in pericolo. Diciamo che questo spazio appartato l'ho come creato io. O meglio, ti ci ho trascinato io. Ricordi la barriera che Homura ha creato e in cui abbiamo combattuto insieme a Mami e le altre fino a pochi minuti fa, sì? Penso che ormai Madoka sia riuscita a convincere e riportare Homura alla ragione e che quindi la barriera stia cessando di esistere."

"NO! Questo vuol dire che-"
Kyoko, con le pupille dilatate in uno sguardo angosciato e disperato, si è girata di scatto verso Sayaka, facendo incontrare le punte dei loro nasi.
Ma non riesce a finire la frase, tanto che le parole le sono morte in gola e non riesce a tirarle fuori, temendo che esse si possano avverare.
Riesce a continuare flebilmente, cercando di non lasciarsi interrompere dai singhiozzi che ogni tanto le spezzano le parole:
"Se tutta la barriera si rompe, se quest'illusione viene spazzata via insieme a tutto ciò che l'ha caratterizzata..." ha paura di proferire altre parole, temendo il loro realizzarsi "...e pure tu? Anche tu te ne andrai così!"

Sayaka con una mano le accarezza la testa da dietro, costringendo ad appoggiarla sulla sua spalla, impegnandosi a rasserenarla "Kyoko, come potrei abbandonarti ora che ti ho finalmente ritrovata? Ricordi che cosa ti ho detto qui? Che sto cercando un modo per creare un lieto fine per entrambe. Lo so, sembrano parole dette così tanto per dire, ma io non ho intenzione di perderti. Ti chiedo solo di pazientare un po'. D'altra parte, l'eternità è lunga, lo sai? E tu devi fidarti di me, perché prima di essa, sarò sicuramente riuscita a trovare un modo per farci recuperare tutto il tempo perduto. Non smettere mai di crederci, Kyoko. Ti ricordo che questa che abbiamo appena vissuto è tutta realtà e forse riuscirai ad averne ricordo al momento in cui ritornerai sulla Terra.
Ma anche nel caso te ne dimenticassi non temere, perché quando ci ricongiungeremo e lo sarà per l'eternità, tutto ti tornerà alla mente e i nostri sentimenti verranno finalmente fuori nella forma più pura e meravigliosa possibile."
Sente le braccia attorno a sé stringere ancora di più ma la sua presenza sta cominciando a sfumarsi.
"E' un arrivederci. Non ho una mente così brillante o poteri assoluti come una divinità e ciò non mi permette di trovare una soluzione subito ma per favore, credi in me."

"Ti prego stai qua e resta con me."

Un bacio sulla guancia. 
Kyoko ne rimane sorpresa e con un'espressione...contrariata. Non è certo quello il tipo di saluto che si aspetta quando innanzi a loro si sta per presentare un finale così drastico e amaro.
"Te l'ho detto, non è un addio. E non ho intenzione di fartelo sembrare tale."

L'ultima cosa che riesce a vedere è un sorriso e una macchia blu. Poi l'oblio.
*
 
Il vento sferza gentile le tenebre attorno a loro, adornate dai piccoli barlumi dei corpi celesti.
Mami si avvicina cautamente ad Homura posando sul corpo disteso la soul gem che un tempo brillava di tinte violacee.
Si guarda intorno, come per cercare ciò che ormai ha perduto, ma di cui è stata in compagnia fino a qualche istante fa.
Kyoko in modo simile, accovacciata sulle sue ginocchia, fissa l'orizzonte innanzi a lei, ponendo attenzione sul chiarore lunare che le illumina il viso. È proprio una debole luce, candida e timida, quella che sta ora percependo. Ma non è una sensazione nuova, perché è perfettamente consapevole che quella flebile luminosità era prima sua complice in un gioco di carezze e baci.
Nessuna lacrima le riga le guance, nessuna espressione le disegna il viso; ma, al contrario, la sua mente è sovvertita da ricordi fin troppo limpidi, che a quanto pare non hanno avuto la forza di scomparire.
Ha un chiodo fisso in testa perché, anche se l'uscita dalla barriera sembra un cambiamento di situazione e di tempo fin troppo articolato, meno di qualche minuto prima si è sentita lei stessa quasi elevata a divinità, al centro dell'universo e con il potere di comandarlo. E colei che le ha conferito queste sicurezze ed è stata la prova tangibile della felicità è ora scomparsa, come è giusto che sia. Ed è proprio quest'ultima frase che Kyoko non può mandare giù.
Piatto è il suo sguardo, come piatta è la sua voce:

"Allora se ne sono andate, non è vero? Sayaka e anche Bebe."
No, non riesce accettare che sia giusto tutto questo. È troppo triste.
Sa che anche Mami ha perso un pezzetto della sua esistenza in questo momento, ma non lo considera certo equiparabile al suo caso.
Nell'utopia della sua mente si sta immaginando un cielo sempre azzurro e, appena riapre gli occhi sulla realtà da quella contemplazione con sguardo assente e cieco, dentro di sé si agita una rabbia convulsa, perché non vorrebbe mai che la volta celeste apparisse nera e oscura al posto dell'altro amato colore.

"No."

Kyoko è concentrata sull'amaro silenzio che la circonda, sicura che la sua domanda retorica presupponga solamente un'ulteriore affermazione; invece Mami attira la sua attenzione con quella parola, perché proferita con sicurezza, senza esitazioni o dubbi, al contrario di tutti quei pensieri mai detti che si mescolano nella testa della rossa.
Automaticamente si guarda intorno, per poi voltarsi verso quella luce divenuta ora decisa come le parole di Mami.

"In questo momento stanno per venire a prenderla."

Vede un ulteriore sfavillio indistinto al centro di tutta quella luminosità e la sua voce trema dall'incredulità:
"Quella è Kaname Madoka?"

Il barlume si concretizza e una lunga e spianata strada per l'ascensione alla pace eterna si profila di fronte a loro, in direzione del corpo di Homura, disteso placidamente su una pietra.
La figura divina non è più evanescente, ma risplende davanti ai loro occhi in forma antropomorfa con tutta la sua grandiosità, seguita da scintillii di speranza e da un cocchio variopinto trainato da un elefante verde, un tempo appartenente a quella che fu la più temibile delle streghe.
Ma proprio su quello è presente ciò che Kyoko più di ogni altra cosa avrebbe voluto rivedere.
Per lei diviene tutto blu, i suoi occhi vedono solamente quei ciuffi color cielo in lontananza ignorando tutto il resto, con il terrore che questa visione sia destinata a scomparire presto ed a non ripresentarsi più chissà per quanto tempo.
Chiama con un filo di voce udibile solo nella sua testa il suo nome, ancora e ancora.
Sembra quasi una preghiera, un'implorazione al cielo e ai suoi colori più felici, per lasciarle il suo tesoro più prezioso; ma il suo cuore è già affranto al solo sapere che il tutto durerà ancora per poco e che presto verrà distrutta dal dolore dei suoi pensieri rivolti alla proprietaria di quella chioma azzurra che la vogliono qui, esattamente accanto a lei.
Chiude gli occhi in un'espressione di sofferenza, ma li riapre con una velocità incredibile, spaventata anche dal solo rischio di perdere un secondo di quella contemplazione.
Si sente accarezzare da una mano invisibile sulla guancia sinistra, una carezza che le sembra estremamente familiare; stringe gli occhi per cercare di riuscire a vedere in lontananza Sayaka immersa in tutta quella luce.
Ma lei è là, non sembra essersi mossa. Tuttavia incontra il suo pallido viso e il suo roseo sorriso, impreziosito dalla curva di complicità che le labbra assumono: Kyoko sa che non è una coincidenza.
'Kyoko fatti forza, io ti sto aspettando. Ma non compiere nulla di sconsiderato nel giungere da me, perché non c'è fretta: quando ci rincontreremo recupereremo tutto il tempo perduto. Fino a quel giorno tu resisti: fallo per noi.'
Le parole suonano nella sua mente, ma sa che non è la sua immaginazione a parlare: è proprio Sayaka.
Si sforza a sorriderle di rimando, stringendosi con una mano il vestito vicino al cuore, come in segno di promessa e rispetto.
Sta per risponderle con parole che simboleggiano la sua fiducia, la sua devozione e il suo amore, ma tutto viene spazzato via in poco tempo: lingue di oscura e tetra origine hanno intrappolato la divinità e il suo candore lucente viene lentamente strappato via, lasciando spazio alle più intense sfumature di nero.
Forse più niente si avvererà; la felicità è una distante utopia.
 
"Ce lo ha insegnato proprio lei: non smettere mai di sperare, Kyoko. Mai.”
 

SPAZIO AUTRICE
L'ultima parte è stata... una sofferenza, perchè ogni parola in più che scrivevo meno ne rimanevo soddisfatta, tanto che tuttora penso di aver rovinato tutto (sempre positivi della vita, eh).
Finalmente mi sono tolta lo sfizio di scrivere qualcosa su di loro e di pubblicarlo. E finalmente sottolinerei. 
Il titolo è la celebre frase latina "Spes ultima dea (est)" che significa letteralmente "la Speranza è l'ultima dea" e quindi l'ultima a morire. Mi è venuta l'idea di questo titolo pensando che Madokami viene come "uccisa" e che quindi l'unica divinità in cui credere che rimane è la Speranza. Ma anche Madokami è speranza. Quindi è un po' tutta una cavolata e un controsenso che spero perdonerete a una mente così poco creativa a cui non veniva in mente nessun altro titolo.
Ringrazio tanto Sayacchan per avermi supportata (e sopportata XD) durante la stesura di gran parte della ff, fornendomi anche tante altre idee per lavori futuri. Ehe. *sorriso maniaco* Grazie, grazie, grazie ancora <3
Nella sua semplicità avrei voluto che fosse stata anche un qualcosa simile a un incoraggiamento per Setsuka per la sua laurea ma purtroppo, avendo avuto problemi con NVU, ho ritardato e non ce l'ho fatta. Ma nulla mi vieta di dedicargliela comunque con tutte le congratulazioni e i complimenti del caso. Grandissima! :D
Ad ogni modo, grazie a tutti quelli che l'hanno letta e ancora di più a chi lascerà una recensione anche critica, perchè ne ho davvero bisogno per poter migliorare.
Se ci sono errori non esisate a segnalarli, visto che la mia vista continua a peggiorare magicamente di giorno in giorno.
FuRa14
  
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