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Autore: yingsu    17/12/2013    7 recensioni
«When the moon fell in love with the sun, all was golden in the sky. All was golden when the day met the night».
«Ely, è ora di andare a dormire!» affermò suo padre, allargando le braccia per invitarla a farsi prendere in braccio.
La bambina arricciò il naso stringendosi nell’abbraccio di quell’uomo ancora così giovane, con i suoi capelli spettinati e un accenno di barba ad ornargli le gote pallide. «Mi racconti una storia? Per favore, papy…» pigolò la piccola, strofinando la guancia contro la sua spalla – le piaceva il profumo di suo papà, sapeva di graffite e di qualcos’altro a cui non sapeva dare un nome.

▪ | Elea and Daddy | DISTRETTO 5 | alle paperine de "Il Forno[Hunger Games EFPfanfic]" ♡ |
▪ PREQUEL de "I'm frozen to the bones".
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alle mie paperelle de

Il Forno [HG EFPfanfic].

 

 

Quando la luna s’innamorò del sole.

 

 

 

 

«When the moon fell in love with the sun
All was golden in the sky
All was golden when the day met the night»

 

| middle of summer |

 

 

 

 

Elea sbadigliò sfregandosi gli occhi stanchi, abbagliati dalla luce del vecchio televisore. In onda davano solo il Tour della Vittoria del Vincitore di quell’anno: Klaus Wreisht del Distretto 6; trasporti. In realtà era riuscita a imparare il suo nome completo a memoria: Klaus Hector Ludvig Frantz Wreisht. Lo aveva ripetuto circa un centinaio di volte, portando sua madre sull’orlo della disperazione – ma lei era fatta così, le piaceva ricordarsi le cose, esaminarle e catalogarle nella sua testa. Ogni volta che le telecamere inquadravano il viso del ragazzo si ritrovava a pensare a quanto fosse triste la sua espressione, afflitta da un qualcosa che lei – dal basso dei suoi nove anni – non riusciva a spiegarsi. Forse era innamorato, sua madre diceva sempre che l’amore faceva strani effetti sulle persone, ma non ne era sicura. La televisione si spense all’improvviso, lasciandola davanti ad uno schermo nero e vuoto. Niente più Klaus Hector Ludvig Frantz Wreisht.

«Ely, è ora di andare a dormire!» affermò suo padre, allargando le braccia per invitarla a farsi prendere in braccio.

La bambina arricciò il naso stringendosi nell’abbraccio di quell’uomo ancora così giovane, con i suoi capelli spettinati e un accenno di barba ad ornargli le gote pallide. «Mi racconti una storia? Per favore, papy…» pigolò la piccola, strofinando la guancia contro la sua spalla – le piaceva il profumo di suo papà, sapeva di graffite e di qualcos’altro a cui non sapeva dare un nome.

Lo avrebbe sposato, da grande. Lo avrebbe sposato perché lui era il papà migliore di tutti.

L’uomo annuì ridacchiando, accarezzando le ciocche candide della figlia, di quel dono speciale che era stato riservato solo a lui, perché nessun’altra bambina nel Distretto 5 era come lei, e questo rendeva la sua Elea unica, unica fra tutti gli altri. Quando era nata temevano che non sarebbe sopravvissuta: la luce del sole le faceva del male, la feriva ed inceneriva come la calura estiva brucia i fiori più fragili, ma era arrivata fino a lì, aveva nove anni e poco importava se era diversa, se le persone parlavano male di lei, di lui e sua moglie. «Stasera ti racconto la storia del Sole che s’innamorò della Luna, ti piace?» domandò posando la piccola sul materasso, coprendola con le lenzuola. «Una vecchia leggenda narra di una giovane, innamorata di un bellissimo ragazzo. I due riuscivano a intravedersi solo per qualche secondo, ma mai abbastanza perché potessero conoscersi e riconoscersi. Così, una sera, la ragazza pensò di immergere le mani nella cenere e di lasciare un’impronta sulla schiena del suo amante» raccontò, fermandosi per controllare se la bambina si fosse addormentata. Ma appena la sua voce smise di cullarla, la ragazzina aprì gli occhioni chiari. «E poi… ?» mormorò con la voce assonnata, rigirandosi fra le coperte.

«Il mattino seguente, con terrore, la ragazza scoprì i segni di cenere sulla schiena di suo fratello. Da quel giorno lei, il Sole, fugge via, e lui – la Luna – la insegue incessantemente. Ogni qualvolta riesce a raggiungerla è un’eclissi. E così sarà per sempre…» concluse con un sorriso, notando che la figlia oramai si era addormentata. Si chinò piano su di lei stampandole un piccolissimo bacio sulla fronte, sussurrandole «Buonanotte mia piccola luna, buonanotte».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sole e la luna si abbracciano, e anche se il loro legame non durerà che pochi istanti, sarà abbastanza perché il loro amore continui a crescere almeno fino a che potranno stare di nuovo insieme ancora una volta, probabilmente più vecchi di venti o trent’anni.
E’ durante l’eclissi che il sole e la luna possono stare insieme. Non sapremo mai le parole che si sono sussurrati l’un l’altra. Non dobbiamo mai scordare che questi rari momenti accadono soltanto poche volte nell’arco di una vita e sono unici.

 

Sergio Bambarén

 

|IL SOLE E LA COMETA|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA;

 

Eccoci qui, come promesso dopo la vittoria di questa cosina nel gioco del gruppo.

Non è nulla di impegnativo, non sono riuscita a fare di meglio fra lo studio e l’assenza di nicotina.

Volevo solo dire che, per chi non lo conoscesse, Klaus è un OC di Ivola che potete trovare qui: Blur.

Mentre Elea è un mio OC che trovate qui: I’m frozen to the bones. 73rd Hunger Games.

Per chi li conoscesse ogni riferimento a London e Ben è davvero puramente casuale, ci ho pensato dopo.~

Mentre la leggenda è una storia cinese, e lancio un grido a radioactive che potrà facilmente riscontrare un po’ (tanto) di JemxShakira in tutto questo, eh-eh. ~ È casuale, ovviamente. Mento: è tutto così Jakira.

Insomma, Elea è sempre lei, anche da bambina. E non ho davvero nulla da dire a riguardo, quindi vi lascio sperando che vi sia piaciuta e che io non vi abbia deluse.

Tenete dentro le code, paperine.

 

~yingsu.

 

   
 
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