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Autore: Pervinca95    17/12/2013    12 recensioni
Avete presente "La guerra dei mondi" di Steven Spielberg? Ecco, immaginate qualcosa di vagamente simile in cui i protagonisti, però, sono due ragazzi del liceo e il cui unico sentimento capace di accomunarli è l'odio reciproco: David Trent e Sarah Anderson.
Il primo è il tipico bello e dannato, arrogante fino al punto giusto e indisponente oltre i limiti dell'immaginazione.
La seconda è una ragazza come tante, determinata e testarda, che non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa da nessuno; al contempo, però, è anche sensibile e dolce, un'inguaribile romantica.
*REVISIONE E CORREZIONE IN CORSO- POSSIBILI AGGIUNTE*
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Dal capitolo tredici:
Con la mano libera mi afferra il polso e lo stringe.- Sarei comunque in grado di fermarti in tempo, quindi la tua minaccia non mi sfiora nemmeno di striscio-
Sollevo un sopracciglio scettica.- Non è vero, non ce la faresti- replico convinta.
- Vuoi scommettere?-
- Ci sto-
- Ok, allora, se io vinco...- Fa una pausa e guarda il soffitto in fase meditativa, dopo poco riporta lo sguardo su di me, ma una strana luce illumina i suoi occhi.- Se io vinco tu dovrai spogliarti-
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Ritorno "a casa"










TJ mi guarda col suo enorme occhio mentre io non riesco a smettere di piangere. 
Avanza verso di me ed appoggia la sua testa su un mio ginocchio. Strofina il suo corpo alla mia gamba e gli sorrido intenerita.
È impressionante come stia cercando di consolarmi e di come si renda conto delle cose.

- Grazie TJ- sussurro tra un singhiozzo e l'altro, accarezzandogli la testa.- Se non ci fossi nemmeno tu non so davvero cosa farei- confesso tristemente.

Il tentacolo mi guarda per qualche istante e poi avvicina la testa al mio viso, dove si strofina come in una carezza rassicurante.
Ridacchio e asciugo delle lacrime con un colpo di mano, poi lo abbraccio e lo cullo tra le mie braccia come se fosse un bambino che deve dormire.

- Ti voglio bene TJ- bisbiglio chiudendo gli occhi e appoggiando la testa allo scaffale dietro di me.

Fa un flebile verso e si abbandona nelle mie braccia. E per delle ore rimaniamo abbracciati, con me che piango silenziosamente e lui che m'infonde calore con il suo gesto.





È sera ormai. 
Mi sento esausta, stremata, sfinita. Mi fa male la testa, anzi, sta quasi per esplodermi e ho tutti i muscoli rattrappiti.
Sospiro e mi alzo da terra faticosamente.

- TJ dobbiamo andare a trovare un posto un po' più riparato di questo- dico guardandolo.

Muove la testa verso lo scaffale pieno di cibo e poi torna ad osservarmi.
Corrugo la fronte confusa e ripete lo stesso gesto fino a che non capisco cosa stia cercando di dirmi.

- Non ho fame- rispondo semplicemente.

Sbatte il suo enorme occhio e m'indica nuovamente lo scaffale. Sorrido e mi avvicino a prendere qualcosa da mangiare per portarmelo dietro.

- Non demordi eh?- commento prendendo a camminare.

Ogni corridoio che percorro e mi tornano alla mente i ricordi con Trent: la nostra litigata per la coscia di pollo, quando mi ha bendata e non voleva liberarmi, quando mi ha tirato tutti i capelli, quando mi ha salvata da quell'uomo, quando ci siamo abbracciati per la prima volta...

Sorrido istintivamente e mi fermo a guardare il punto in cui questa mattina stavamo lottando per quel pollo. Ci sono ancora le cartacce per terra e anche le forchettine che avevo preso.
Sembra passato così tanto tempo... eppure si tratta solo di poche ore fa. 
Forse perché appare tutto lontano quando si perde qualcosa...

- Sarah! Sarah! Dimmi che ci sei! Dimmi che sei qui, ti prego!- Una voce, un urlo, una persona che riconoscerei tra milioni.

Il mio cuore sussulta e sgrano gli occhi.
Forse sono io che immagino di sentire la sua voce, si si, sono io. Non c'è dubbio.
Non è possibile che io lo abbia sentito chiamarmi... no, sono sic...

- Sarah! Ti prego dimmi che sei qui!- Di nuovo un urlo.

Un secondo dopo lo sento correre velocemente da una parte all'altra, come impazzito.
Allora non sono uscita fuori di testa, non lo sto immaginando.

Mano a mano che realizzo la cosa sul mio volto si apre un sorriso radioso.

- D... David!- urlo stringendo le mani a pugno e guardando il lungo corridoio davanti a me, sperando che lui appaia da un momento all'altro.

I passi si fanno sempre più vicini fino a che non lo vedo spuntare nel corridoio nel quale mi trovo, proprio davanti a me.
Vicino, ma al contempo lontano.

Punta i suoi occhi nei miei e sorride col fiatone.
Faccio un passo avanti, ma lui mi precede, cominciando a camminare velocemente fino a che non mi piomba addosso per abbracciarmi.

Affondo la testa nel suo petto e lo stringo forte. Ed in quel preciso istante sento che quel vuoto che avevo dentro si sta lentamente riempiendo, fino a rimarginarsi completamente.

Non una sola parola esce dalle nostre bocche. Rimaniamo in silenzio per qualche minuto.
Ho ancora il cuore che batte all'impazzata e adesso sento persino le gambe molli.
Se non fossi stretta tra le sue braccia, a quest'ora, sarei già caduta al suolo come una pera cotta.

Si allontana leggermente per guardarmi in viso e mi sfiora una guancia col dorso della mano.- Hai pianto- nota percorrendo col pollice un percorso immaginario che parte da sotto il mio occhio sinistro.

Non rispondo e non faccio nessun segno per dirgli che ha ragione o torto, tanto sarebbe inutile. Che io abbia pianto è piuttosto evidente, probabilmente avrò gli occhi rossi e gonfi visto che li sento bruciare.

Si morde il labbro inferiore e punta lo sguardo alla sua destra, come se fosse in difficoltà, poi torna su di me e s'inumidisce le labbra.- Io... è inutile che ti chieda scusa, tanto sai meglio di me che la prossima volta che litigheremo per qualche assurdità ti farò stare male di nuovo, ma...- Fa un lungo sospiro e aumenta la pressione della sua mano sulla mia schiena.- Non lo faccio di proposito, non mi diverto a farti soffrire, anzi, è... in qualche modo deleterio. Solo che quando sono arrabbiato parlo a sproposito e dico cose che non penso. Sono stato uno stupido quando ti ho detto "condoglianze". Nell'esatto momento in cui ho terminato la frase mi sono sentito un vero imbecille, e se, nonostante ciò, non ho cercato di modificare la situazione è per colpa...-

- Dell'orgoglio- concludo al posto suo, sorridendo.- Ne so qualcosa- 

Sorride e mi lancia un'occhiata obliqua.- Però tutto questo è cominciato perché tu ti sei incavolata per qualcosa che non ho ben capito- 

Abbasso la testa e porto le mani sul suo petto.- Puoi immaginarlo invece, non è difficile- 

- Mi fa fatica, faremmo prima se me lo dicessi tu- fiata sui miei capelli.

Tengo lo sguardo puntato sulle mie dita, che giocano, e prendo un grande respiro.- Non sopporto quando... quando mi tratti come una delle tante che ti porti a letto. Anche prima lo hai fatto, quando mi hai presa in disparte ed hai detto che sarei ceduta dopo pochi secondi, in poche parole è come se tu mi avessi dato di una facile, e questo non lo sopporto, ho anch'io un orgoglio- 

- E anche molto smisurato- commenta sghignazzando.

Alzo la testa e sorrido.- Abbastanza- confermo ridacchiando.

Ci guardiamo per qualche istante, forse minuti, poi si fa serio e sospira.- Non ho mai pensato che tu sia una facile, anzi- Ride e mi stringe a sé.- Se devo essere sincero non mi è mai capitato di trovare una ragazza tanto testarda e con un carattere come il tuo. Quando faccio commenti come quello non c'è nessun doppio senso, lo dico semplicemente per stuzzicarti- confessa mostrando un sorriso sghembo.

- Stuzzicarmi?- domando stranita e confusa.

- Non sai quanto sia divertente farti arrabbiare- risponde sghignazzando.

- Dunque tu attenti al mio sistema nervoso cercando di farmi diventare pazza- constato divertita.

Fa una smorfia.- Più o meno- 

Rido e gli tiro un pugno sul petto.- Stupido- dico soltanto e flebilmente, poi appoggio la testa sul punto che ho appena colpito e inspiro profondamente.- Non mi abbandonare mai più- chiedo in una preghiera.

Posa la testa sulla mia e mi stringe.- Te lo prometto- afferma serio e convinto.

- Anche se... è stata colpa mia stavolta- ammetto tornando a guardarlo e sorridendo.

- Concordo pienamente- dice mostrando il suo solito ghigno da sbruffone.- Adesso dovremmo andare, prima che faccia buio-

Annuisco e tiro fuori la benda dalla tasca dei pantaloni. Me la prende dalle mani e si mette dietro a me per legarmela delicatamente.
Poi mi afferra il polso e si arresta. Non sento nessun movimento intorno a me.
L'unica cosa che percepisco è la sua mano stretta attorno al mio polso.

All'improvviso fa scivolare lentamente e con una delicatezza disarmante la sua mano, fino a  farla atterrare sulla mia.
La stringo e, non so per quale motivo, mi spunta un sorriso che non riesco a nascondere.
Intreccia le sue dita con le mie e comincia a camminare verso l'uscita.

Come mai sento il mio cuore battere come un forsennato? Prima non mi faceva questo effetto tenere la sua mano... non capisco perché adesso quel pazzo di un muscolo debba cominciare a pulsare ancora più velocemente.
Chissà se anche il cuore di David ha accelerato... aspetta, ma perché mi faccio queste domande? 

Ad un certo punto si ferma ed il corso dei miei pensieri viene interrotto bruscamente.

- Siamo arrivati?- domando curiosa.

- Basta, non ce la faccio più- dice facendo dei veloci passi verso di me. E non ho il tempo di chiedere a cosa si riferisca che mi ritrovo con la sua bocca sulla mia.
Porto repentinamente le mani sul suo viso mentre le sue vanno a sollevarmi la maglietta e a sfiorarmi al di sotto, con delicatezza ma al contempo bramosia.
La sua lingua s'introduce famelicamente nella mia bocca e sento una scarica attraversarmi per intero, dalla punta dei capelli fino alle unghie dei piedi.
Mi avvicino ancora di più e gli alzo leggermente la maglia per poter sentire la sua pelle sotto i polpastrelli.
Il suo corpo viene percosso da un brivido e immediatamente la sua bocca si fa più esigente e vogliosa.

Mi allontano per prendere fiato, tolgo la benda e apro gli occhi per guardare la sua espressione, ma non mi dà il tempo per riprendermi che porta la bocca sul mio collo e comincia a baciare e lambire ogni anfratto di pelle libera.
Rilascio un flebile gemito e le sue labbra risalgono velocemente sino alle mie per impegnarle in un nuovo bacio. Lascio scorrere le mani sulla sua pelle e mi fermo non appena arrivo agli occhi di Venere, quelle due fossette che ha sopra il sedere.
Libera un mugolio sulla mia bocca e mi fa fare qualche passo fino ad attaccarmi con la schiena al muro; poi allontana la sua bocca per riprendere fiato, si lecca le labbra e mi guarda intensamente.

Gli rendo lo stesso sguardo e allontano, lentamente, le mani dal suo corpo. 
Non so cosa mi sia preso all'improvviso... tutta questa voglia di toccarlo e... fare anche di peggio se proprio devo essere sincera.

- Mi piace baciarti- confessa tenendo lo sguardo puntato sulla mia bocca, poi ride e accarezza delicatamente la mia pelle sotto la maglietta.- Se Brad sapesse quello che ho fatto mi castrerebbe e riempirebbe di botte- 

Corrugo la fronte confusa e storco la testa di lato.- Bradly Thomson?- domando stranita.

Annuisce e fa una smorfia.- Gli piaci da un po' di tempo- 

- Avevo sentito girare questa voce, ma ho sempre creduto fosse un tuo scherzo- ammetto sorridendo.

Ghigna e fa un sorriso sghembo.- No, questa cosa di Brad è vera- Fa spallucce e roteare gli occhi.- Mi diceva sempre di lasciarti in pace e non darti fastidio- Ritorna a guardarmi e schiocca la lingua.- Ma la tentazione è sempre stata troppa, quindi non lo ascoltavo- 

- Avresti dovuto invece, almeno una cosa giusta l'ha detta- commento ridendo e sferrandogli un leggero pugno sulla spalla.

Ride e mi afferra prontamente la mano non appena sono lì lì per ritirarla. Osserva le mie dita e comincia a giocarci ammaliato.
Seguo i suoi movimenti mentre il mio povero cuore ha ricominciato a battere furioso e impazzito.

- Questo anello?- domanda curioso.- Hai un ragazzo?- 

Punta i suoi occhi nei miei e attende una risposta mostrandosi indifferente.

- Mi è stato regalato...-

- Dal tuo ragazzo?- insiste con un tono di voce leggermente diverso, quasi... ansioso?

- No- rispondo velocemente, come se fosse ovvio.- Me lo ha regalato mia nonna quando ero più piccola- Punto gli occhi sull'anello e sorrido.- Lo aveva fatto mio zio quando aveva diciotto anni, poco dopo è morto e da allora mia nonna lo ha sempre conservato- 

- Sembra una fede- nota sfiorandolo.

- Sì, è molto simile. Solo che questa è molto più sottile e non la porto all'anulare, ma al dito medio- gli faccio presente sorridendo.

- Perché al medio?- domanda incuriosito e portando i suoi occhi nei miei.

Faccio spallucce.- Perché all'anulare mi stava largo- 

- E?- 

- E... e perché il dito medio è come se spartisse la mano in parti uguali, cioè, ti restano due dita da una parte e due dall'altra. Mi piaceva la cosa che, anche se non l'ho mai conosciuto, mio zio fosse al centro della mia vita come l'anello è al centro della mia mano, in un certo senso che fosse parte integrante di me- spiego scrollando le spalle e sorridendo al cerchietto dorato intorno al mio dito.

Rimane in silenzio ed alzo la testa per guardarlo. 
Ha gli occhi puntati su di me come se stesse cercando di leggermi e scavare nella mia anima; poi sposta lo sguardo sull'anello e sorride.

- Sei complessa. Io non sarei mai riuscito a dare un significato simile a qualcosa, tutto ciò che faccio non so nemmeno perché lo faccio, non ha un valore di per sé- 

- Se fosse qualcosa d'importante e a cui tieni immensamente gli daresti un significato. Per quanto tu sia borioso, indisponente, odioso, maleducato, arrogante e presuntuoso alla fine sei pur sempre un essere umano- 

- Grazie per avermelo riconosciuto eh- commenta ridacchiando.

Rido e sposto un ciuffo dagli occhi.- Anche se a volte la parte animale prende il sopravvento su quella umana- 

- Stai parlando di te?- insinua sghignazzando.

- No quando parlo di me lo capisci immediatamente perché uso la parola "splendida"- ribatto con fare altezzoso.

Ride e solleva un sopracciglio scettico.- Preferisco non commentare- 

Gli tiro qualche pacca sulla spalla e sospiro.- Ti capisco, del resto difronte alla perfezione cosa vuoi dire? Ma tranquillo, è una fase che hanno passati tutti quelli che si sono presentati al mio cospetto, dopo un po' passa- lo rassicuro con finta drammaticità.

- Adesso mi sento molto meglio, grazie maestà- risponde ridendo.

- Non c'è di che, sono sempre disponibile ad aiutare qualche fanciullo ignorante- Scoppio a ridere e gli passo la benda per farmela nuovamente mettere.




Dopo poco giungiamo al rifugio e, non appena metto piede dentro, Bim mi viene incontro e mi abbraccia ridendo.- Bentornata a casa principessa. Ho fatto un po' di pulizie nel frattempo, spero sia tutto di tuo gradimento. Ah, e attenta a non urtare quel vaso di cristallo, vale un occhio della testa- conviene scuotendo la testa ed indicando qualcosa d'invisibile ai miei occhi.

- Ah, ci starò attenta allora- asserisco annuendo convulsamente.

Mi tira una pacca sulla testa e si volta fischiettando per poi sedersi sul divano e... leggere una rivista? 
Strabuzzo gli occhi e guardo meglio. Sì è proprio un giornale, deve averlo preso al supermercato.

David sospira dietro di me e si avvicina al tinello per prendersi una sigaretta.
L'osservo accigliata e gli strappo il pacchetto di mano, prima che possa compiere il misfatto.

- Dovresti smetterla- dico allontanando la mano.

Solleva un sopracciglio e mi guarda come se fossi impazzita.- Non prendo ordini- ribatte allungando il braccio per prendere possesso delle sue sigarette.

- Non era un ordine infatti, solo un consiglio- Porto il pacchetto dietro la schiena e sorrido sorniona. 

- Bene, ci penserò. Ora dammi le sigarette- taglia corto porgendomi una mano.

Sorrido divertita e retrocedo di un passo.- Nervoso?- 

Ruota gli occhi e poi torna a guardarmi con un ghigno non troppo rassicurativo.- Vuoi davvero che lo prenda con la forza? Ci rimetteresti tu, quindi...- si avvicina a me con un passo lento e sensuale fino ad arrivare a prendere una ciocca dei miei capelli e giocarci.- Se hai un briciolo di amor proprio ti conviene arrenderti- 

Metto il pacchetto di sigarette nella tasca sul retro dei pantaloni, poi faccio un passo in avanti e mi alzo sulle punte appoggiando i palmi delle mani sul suo petto.- Io ce l'ho un po' di amor proprio, sei tu quello che non ne ha- fiato al suo orecchio, sorridendo soddisfatta.

- Sbaglio o sei tu quella che cerca di destabilizzarmi con la sua vicinanza?- domanda ridacchiando ed appoggiando le mani sui miei fianchi.

Lo guardo intontita e confusa.- In realtà no, quel genere di cose le fai solo tu- 

Ride e, con un piccolo scatto, mi avvicina ancora di più a sé, facendo cozzare i nostri corpi. Poi abbassa la testa e porta le sue labbra vicine al mio orecchio mentre io sento il cuore battere furioso.- Tanto non avrebbe nessun effetto, anche se tu ci provassi- 

Mi allontano e sollevo un sopracciglio.- Tolto il fatto che non ci proverei nemmeno a farti...-

- Perché sai di non riuscirci?- domanda sorridendo beffardo e interrompendomi.

Mi acciglio innervosita per l'interruzione non desiderata; se c'è una cosa che odio è essere interrotta quando parlo, mi manda in bestia.- No, semplicemente perché non vorrei mai avere quel tipo di effetto su di te- replico guardandolo male... molto, ma molto male.

- Quindi sei sicura che in realtà potresti se tu lo volessi?- chiede a mo' di sfida.

Scrollo le spalle e faccio una smorfia.- La cosa non m'interessa- 

- Quindi ti dai già per vinta- contrattacca sorridendo divertito.

- Non mi dò per vinta, solo che non...-

- Allora provaci- butta là il pazzo.- Vediamo se ne saresti davvero capace... o forse sai già di non poterci riuscire?- insinua con un tono di voce tra il divertito e il mellifluo.

Perché ho l'istinto di dargli fuoco, prendere le ceneri e passarci sopra con un tir? Ah sì, perché sta bellamente insinuando che io non sia abbastanza femminile da poter avere su di lui l'effetto che hanno le altre galline.

- Parliamoci chiaro Trent- comincio fulminandolo con lo sguardo.- Il sogno della mia vita non è farti alzare l'asta non appena mi avvicino, se permetti, avrei altre ambizioni più caste. Quindi puoi anche non tentare di farmi cadere nel tuo tranello solo per ottenere ciò che vuoi, soprattutto colpendomi nell'orgoglio. A differenza delle tue amichette ho un cervello, quindi questi giochetti non attaccano con me- concludo sorridendo soddisfatta.

Sghignazza divertito e fa un sorriso sghembo.- Estremamente acuta- nota annuendo.

- Estremamente scaltro- ribatto sorridendo.

Ci guardiamo per qualche istante, poi fa scorrere una mano sul mio sedere, palpando ben bene, come si addice ad un maniaco come lui.

Sorrido e stacco la sua mano dal mio sedere.- So che stai cercando di prendere le sigarette. Ritenta, sarai più fortunato- 

Ride e lancia un'occhiata a Bim seduto dietro di noi, poi fa spallucce e sogghigna. 
È incomprensibile questo figliolo, un vero enigma. Una ne fa e cento ne pensa.
Peccato che non riesca mai a capire cosa gli frulla per quella mente bacata e contorta.

- Ti propongo un affare- se ne esce fuori sghignazzando.

- Non so se voglio sentirlo, anche perché sicuramente è un affare per te e una tragedia per me- constato diffidente.

- Tu non vuoi che io adesso fumi, giusto?- domanda senza levarsi quel sorrisetto malefico dalla faccia.

- Sentiamo, cosa vuoi in cambio?- lo anticipo sospirando afflitta.

- Io non fumo se tu...- lascia la frase in sospeso e ghigna spudoratamente.- Se tu ti spogli davanti a me- 

Strabuzzo gli occhi e assumo un'espressione sconvolta, sbalordita, sconcertata, sorpresa, sbigottita e stupita. Che ha detto?! Forse ho sentito male, non è possibile che mi abbia chiesto di spogliarmi davanti a lui. È pazzo!

Annaspo per qualche secondo come una scema mentre lui se la ride bellamente sotto i baffi che non ha. 

- Stai scherzando vero?- domando con un filo di voce.

Scuote la testa e sghignazza.- No, assolutamente. Allora? Ci stai?- 

Afferro il pacchetto di sigarette dalla tasca e glielo metto in mano molto velocemente.- Strozzatici- dico soltanto, andando verso il divano e sprofondandoci.

Ride come un pazzoide e si porta le mani sulla pancia. 
Mi scappa un sorriso e sposto la mia attenzione su TJ che sta dormendo, credo, in un angolino della stanza. 

Mi alzo di nuovo e vado a sedermi accanto a lui. Apre il suo occhio e volta la testa verso di me. Poso una mano sul suo caldo corpo e comincio ad accarezzarlo dolcemente, facendo meno pressione possibile.

Ho come l'impressione che ci sia qualcosa che non va in TJ. Come se... sapesse di dover... non lo so, ma qualcosa di brutto. È una strana sensazione che non riesco a spiegarmi. Ogni volta che mi avvicino a lui la sento aumentare a dismisura e la tristezza diventa quasi incontrollabile.
So che lui sa. Ne ho la certezza, perché tutte le volte che mi guarda è come se cercasse di dirmelo. 
Non pensavo che sarei mai arrivata a dire una cosa simile, ma... credo che questi mostri, queste macchine assassine che ci hanno attaccato, abbiano dei sentimenti.
Il suo occhio è come se fosse velato da una sorta di tristezza e rassegnazione ogni volta che si posa su di me. Ma per cosa poi? Perché?
Sta cercando di dirmelo, di farmelo capire, ma... non arrivo mai a capo di nulla, e questa cosa è estremamente frustrante.
Frustrante perché, di punto in bianco, mi sono ritrovata a voler bene a questa creatura mostruosa. Se lo dicessi a David probabilmente sverrebbe e Bim si suiciderebbe dopo avermi dato di pazza.

- Bim?- lo chiamo, puntando lo sguardo su di lui.

- Si principessa?- domanda senza staccare gli occhi dal giornale.

Torno a guardare TJ e la mia mano che lo accarezza.- Tu per caso sai... qualche cosa sulle conseguenze di quelle lacrime che TJ produce?- 

Nella stanza cala il silenzio ed alzo lo sguardo su Bim. Mi sta guardando senza... una reale espressione, come se non mi vedesse sul serio. Sembra perso in un altro mondo.

- Non devi affezionarti a quel mostro- dice soltanto, con un tono di voce quasi inesistente.

- Perché? Perché dici questo?- domando confusa.- Hai già visto cosa ha fatto per noi, è buono, non ci tradirà- 

- Non lo dico per quello- replica amorfo.- Su quanto hai detto ti credo, devo ammettere che mi riesce difficile pensare una cosa simile, ma lui con voi è buono- 

- E allora perché? Sai qualcosa vero?- incalzo ansiosa.

Bim abbassa la testa e ritorna col naso nella rivista.- Non ti ci affezionare- ripete serio.- O ne rimarrai scottata per sempre- 

Scuoto la testa confusa e riabbasso la testa su TJ che mi sta guardando di nuovo in quel modo. Di nuovo triste.












Angolo dell'autrice:

Eccomi qua! XD
Come state carissime? Spero bene ;)
Anche questa volta sono riuscita ad aggiornare un po' prima del previsto \(^.^)/ che felicità!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia appagate dell'attesa. 
David è tornato! Non poteva lasciarla lì, nessuna di noi glielo avrebbe mai perdonato. Lo avremmo arrostito a fuoco lento e poi lanciato da un palazzo di cento pieni. Uahahahah >.<
Non so cosa dire... Lascio a voi la parola :) se avete qualche domanda siete sempre liberissime di farmele! Vi ringrazio immensamente per tutte le stupende recensioni che mi lasciate! */\* siete gentilissime! */\* 
Scusate se sono un po' indietro col rispondermi, ma non temete, tutte avrete una risposta ahahahah! Vi voglio davvero bene, anche se non vi conosco di persona >\\<
A presto!!! Aggiornerò... domenica se per voi va bene :) 
Un bacione enormeeee!!! GRAZIE!!!!

  
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