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Autore: Lola_91    19/12/2013    0 recensioni
Giulia è un ragazza adolescente e spesso si trova tra tornadi di emozioni che nemmeno lei sapeva che esistessero! sola e senza una vera e propria famiglia vive la sua estate sotto l'ombra della cugina, bella e voluta da tutti. si trasferisce a Londra per raggiungere il padre. lì conosce Niall che da subito non saprà che si tratta del famoso cantante. personaggi famosi cercheranno di metterle i bastoni nelle ruote e di impedire che questo amore cresca ma amiche impensabili la aiuteranno a rivivere il suo amore con la certezza che durerà per sempre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 14 Mentre mi sveglio sento gocce di sudore che mi corrono da tutte le parti e tastando il letto mi accorgo che è inzuppato. Cavoli. Quasi non credo che a settembre io sudi ancora così tanto! Mi tiro giù dal letto a fatica cercando di dimenticare tutto quello che è successo la sera prima. Mi sento un po’ euforica. Forse perché domani inizia la scuola e so che da domani la mia vita avrà solo un unico pensiero! Me lo meritavo. Forse le vacanze mi hanno sciupato di più di quanto abbiano fatto nove mesi di duro lavoro sui libri! Mi verso un po’ di latte dal frigo nella tazza ed esco sul terrazzo che si affaccia sul lago. Mi è mancato il lago. Il mio lago. Un posto di pace e tranquillità. Si, direi proprio che dopo le ultime settimane, ho capito che io non sono un tipo metropolitano. Sono una semplice e tranquilla che non ama stare nella confusione. Si questo sono io, una calma e tranquilla. Allo stesso modo il mio stomaco non lo pensa allo stesso modo. Mi dirigo verso la credenza che oggi Pamela mi riempirà di sfiziose schifezze che mi fanno impazzire. Afferro una brioche di quelle confezionate e che sicuramente non consigliano in una dieta, e mi siedo allo stesso posto di prima con la mia tazza. Mentre mangio e osservo il lago mi chiedo se mia cugina abbia mai pensato se tante cose costose e raffinate facciano davvero la sua felicità. Ieri sera l’ho vista un po’ impaurita mentre cercava di ballare con qualcuno, persino con un nerd! Sto pensando che i suoi genitori non le fanno mancare nulla ma sicuramente le fanno mancare affetto e amore che lei ricerca nei loro soldi e nei negozi dove una borsa può arrivare a costare 500€. Mi sa che ritiene le commesse le sue migliori amiche. Ieri sera non ho visto nemmeno le sue due leccapiedi quindi suppongo che abbia litigato con loro o che quelle due galline si siano finalmente tolte le fette di polenta dagli occhi e abbiano capito che a Vanessa non gliene frega niente di loro. Che tristezza. Driiiiiiiiiiiiiiin!! Il suono familiare del telefono interrompe le mie riflessioni sulla possibile felicità di mia cugina. Adesso capisco che sono pensieri cretini… -pronto?- Dall’altro capo del telefono sento una voce inglese per cui mi cimento in quella lingua quando capisco chi è… -ciao sono Perrie..- -Perrie!! Come stai?- -va bene e anche con la band e tutto va alla grande…- -mi sembri giù…sei sicura che vada tutto bene?- -si si! Tranquilla! Tu hai fatto buon viaggio?- -si, tutto a posto!- -scusa se non ti ho chiamata ieri ma pensavo che volessi riposare…- -ah, non ti preoccupare! Sto bene! ieri sera son pure andata a una festa sulla spiaggia!- -davvero? Ti sei divertita?- -si dai…- -Giulia…- -ok, sono uscita con un tipo ma non è andata come speravo…- -che vuoi dire?- E qui gli racconto tutta la solfa di Marco che è uno stronzo e tutto il resto che mi fa ribrezzo solo parlarne… -che stronzo!!- urla Perrie che non ha perso la sua grinta –Niall non lo avrebbe mai fatto!- -a proposito come sta?- la mia voce si fa roca -eeehh…- sospira –Zayn non mi racconta motlo perché sa che poi te le verrei a dire certe cose per cui tanto non so, solo che non è molto felice e dopo la tua partenza è come se si fosse depresso ancora di più, ma non voglio farti sentire in colpa, Giulia, non è colpa tua!- -lo so, solo che mi dispiace, so che dovevo rimanere ma si tratta di vita o di morte nel vero senso della parola! Come facevo…- -Giulia! Te l’ho detto non è colpa tua! E poi vedrai che quando ne passerà un altro di ricco e famoso Demi non si ricorderà nemmeno il suo nome! È una che guarda i soldi e la popolarità! Hai visto che è successo con quello dei Jonas Brothers!- -già…- Dopo qualche pettegolezzo e rimprovero nei confronti di Demi attacco la cornetta e torno al mio latte con più di mille pensieri e rimorsi che mi frullano per la testa. Sto vagabondando per cartolibrerie in cerca del diario perfetto. Ne ho visti molti ma nessuno che mi attizza. Insomma io cercavo qualcosa di semplice e piccolo dato che sicuramente non scriverò una beata minchia ma ci sono le solite marche che ormai mi hanno fatto venire la muffa dalla noia! Mentre guardo per l’ennesima volta la pila di diari dentro un tabacchino mi capita tra le mani l’unico che non volevo vedere ma che sapevo mi sarebbe capitato sotto il naso. Il diario degli One Direction! Questa è pura cattiveria! Lo giro e lo rigiro tra le mani. Lo sfoglio e mi capitano davanti le foto dei cinque ragazzi che solo l’altro ieri ho abbracciato. Se penso che uno di loro era quasi il mio ragazzo! Niente da fare. Lo rimetto dove era e ne prendo uno arancio fluo. Il primo a caso. Non mi va di starci sopra fino a domani. Tra l’altro domani inizia la scuola per cui non posso proprio prenderlo in un altro momento. Pago ed esco con le farfalle che dallo stomaco sono passate all’intestino tante volte nello stomaco ci hanno svolazzato. Sto sempre peggio. Sono ritornata nella mia tana sul lago. Sono col mio PC sul tavolo della cucina. Su you tube mi sto guardando tutte le settimane di X Factor degli One Direction e uno a uno i video delle loro canzoni più celebri. Vedere Niall che si muove e che canta davanti allo schermo mi fa sorridere moltissimo, mi mette allegria. È bello persino attraverso un vetro in digitale. Mi manca ma non posso tornare indietro, è sempre quella la storia. Credo che sto diventando una…come si chiama? Directioner? Sto cenando con uova e bacon, tipica roba che in Inghilterra si mangia alla mattina. È buona ma meno male che qui non la si mangia per colazione! Suona il campanello… chi sarà? -Pamelaaaaa!!!- grido felice -pulcino!!!- Ci abbracciamo come due pazze, come due vecchie amiche che non si vedono da tanto tempo! Che bello essere a casa! -come sta il mio pulcino?- mi chiede -benissimo! Che bello che sei venuta a trovarmi!- -il tuo papà mi ha detto che devo badare a te! Io non ti lascio mica sola!- -aaahhh grazieee!!- -guarda! Ho la spesa!- Mentre Pamela sistema la spesa che ha fatto per la sottoscritta, io gli racconto della mia vacanza in Inghilterra. Sorvolo sul discorso One Direction raccontando che ho incontrato cinque amiche fantastiche e altre tre che sono davvero una forza. Tra me e me immagino i ragazzi travestiti da donna. Hahahahhaha che sballo che sarebbero! -pulcino ma non hai conosciuto ometti?- -ometti?- e faccio un sorriso innocente -si, ragazzi!- -ehm..no, nessuno!- e sorrido ancora innocente -io non credo a quello che dici! Ehehhehehe- Ma non mi serve dire altro che Pamela continua a sistemare la sua spesa poi va in bagno a prendere dalla cesta i panni sporchi. -grazie Pamela!- gli grido dalla cucina -di niente pulcino!- Dieci minuti dopo è già sull’uscio che mi da un bacio sulla fronte e mi raccomanda di fare la brava e di non aprire la porta agli sconosciuti. -e chiama me se hai bisogno!- -assolutamente si, grazie Pamela!- Quando chiudo la porta mi sento meglio, la visita di Pamela mi ha fatto bene. Mi ha detto che sarà qui due volte a settimana perché sa che io dovrò studiare e non vuole disturbarmi quando mi sto preparando per il mio futuro, che poi quale sia il mio futuro non lo so nemmeno io. Mi butto sotto la doccia e mentre mi lavo sento come se i miei problemi scendessero con l’acqua giù negli inferi della terra per non risalire mai più. Quando esco suona il telefono…accidenti, sono ricercata! -pronto?- -tesorooo!- -mamma?!?- -siii!! Sono la mamma!! Come stai amore?- -ehm…bene- -mi sembri un po’ giù tutto bene?- -si, tranquilla…- -senti so che sei andata in Inghilterra!! Com’è là? Ti sei divertita?- -si, è molto bello là…- -senti non posso stare molto al telefono, stasera devo uscire con Geoff, ha detto che mi porta in un ristorantino bellissimo! Tu che fai?- -ehm, sono a casa..- -non esci con le amiche o col moroso?- -no, mamma- -ah, ok! Senti segnati questo numero così se vuoi mi chiami! Ok?- Mentre mi detta una serie di mille numeri io faccio finta di segnarmeli e gli rispondo un bel “se” ogni volta che me ne detta un paio. -ok, ciao…- -ciao piccola mia!!- Quando riattacco ho ancora in mano la penna che scaravento per terra e la pesto fino a farla in briciole. Mi scendono le lacrime da tanta rabbia che ho in corpo e vorrei strozzarla. Ha mollato papà per andarsene in America e seguire il suo sogno di diventare un’artista, una che va in televisione, e ci aveva giurato che un giorno l’avremmo vista sul grande schermo ma noi sul nostro televisore non l’abbiamo mai vista. Quando lei è partita io avevo quattro anni e un anno dopo, cioè cinque, quando l’ho rivista per la prima volta non mi sembrava neanche lei. Aveva un mucchio di soldi che spendeva per roba formata e cose per sua figlia. Ma la figlia non ero io. Ben si, lei era incinta di una bambina che avrebbe chiamato Sofia, cui l’altra metà del DNA apparteneva a un americano DOC che puzzava di tabacco e che abitava in mezzo alle vacche e che aveva tutto l’aspetto di un cowboy del secolo scorso, camicia a quadri inclusa. Lei aveva detto semplicemente “mi dispiace ma la vita ha deciso per me”. Io che a cinque anni non sapevo come nascessero i bambini, credevo che una sorellina fosse la cosa più bella del mondo e non capivo che però quella sarebbe stata una sorella solo per metà. Il padre, infatti non era lo stesso. Quando tornammo in Italia papà mi aveva trovato la scusa che la mamma sarebbe tornata presto e che la sua sarebbe stata una vacanza molto lunga. All’età di sette anni mi resi conto che una vacanza non poteva durare due anni. Così mio padre mi crebbe e mi fece anche da mamma. Non cercò una nuova compagnia, no lui mi fece anche da madre. Io da quel momento non ho più rivisto mia madre. Neanche me la ricordo e se dovessi incrociarla per strada, non saprei nemmeno com’è fatta. Niente. Per questo ora che mi telefona dodici anni dopo, mi da sui nervi! Ma non ci voglio perdere la vita a cercarla e a vedere qual è la persona con la quale condivido mezzo DNA. Assolutamente no, non mi abbasso a certi livelli. Non ho bisogno di lei, sono cresciuta benissimo anche senza le sue stupide chiacchiere da madre. Sono già nel mio letto. Sono le undici di sera e la sveglia è impostata per domani mattina. Per quanto io possa sembrare forte ho anche io il mio punto debole e come dice Oscar Wilde, il lato forte di una persona è direttamente proporzionale al lato debole…
  
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