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Autore: EscapeFromHell    19/12/2013    0 recensioni
Questa è la storia di Marco, un adolescente emarginato dalla società che, da un momento all'altro, si ritrova a stare con persone che lo capiscono davvero. Marco ha vissuto fino ad ora una vita complicata che l'ha portato a non fidarsi più di nessuno. Quando però si ritrova ad essere salvato da qualcuno, capisce che forse per lui c'è ancora uno spiraglio di vita, anche se fra i pazzi... Perchè del resto chi di noi non lo è?..
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sangue lo infastidiva più dello stesso proiettile piantato nella parte alta della clavicola destra,aveva nella mente le sequenze dello sparo: la Calibro 22 del suo professore che si puntava verso di lui,non era un errore,nessuno sbaglio, quel colpo era proprio diretto a lui. Ed ora eccolo lì:uno sfigato quattordicenne con un proiettile incassato nella spalla e una camicia piena zeppa di sangue. Si accasciò a un muro, le forze lo cominciarono ad abbandonare, lesse di fronte a lui in alto l'intestazione della strada "Vico dei Maiorani", non sapeva dove si trovava di preciso, sapeva solo di non essere lontano dal suo aggressore e questo gli incuteva più terrore di quanto già ne avesse. Controllò la sua ultima speranza, il Galaxy Next nella sua tasca era frantumato in pezzi, forse durante la caduta. Sapeva che sarebbe morto per l'emorragia, ma provò lo stesso ad alzarsi, niente da fare: le sue gambe non reggevano il suo peso, troppo sangue perso. Si distese allora e chiuse gli occhi ripensò a tutto quell'assurdo susseguirsi di avvenimenti, che aveva fatto di male per finire lì? Emise l'ultimo sospiro in attesa di divenire l'ennesima vittima innocente di errori, ma era davvero un errore?
Poi il buio totale
Si ritrovò su una dura branda, anonime lenzuola bianche, pulite, candide, disteso e il suo primo pensiero fu: "Cazzo,me lo aspettavo diverso l'inferno!". Si guardò intorno, oltre alla branda in quella piccola stanza c'erano solo dellle scarne mura rassomiglianti a quelle di antiche case abbandonate e non curate da troppo tempo e una porta di legno massiccio con sopra strane incisioni, forse era arabo, assomigliava tanto agli antichi geroglifici che aveva già visto a scuola forse... La maniglia si spostò e la porta si aprì. Da lì dentro uscì un uomo grosso, sulla quarantina, brizzolato, con due occhi verdi profondissimi, ma la cosa che saltava più all'occhio era la sua cicatrice,un enorme segno che partiva da dietro l'orecchio ed arrivava sotto l'occhio. Portava stampato il sorriso di un naufrago che scopre d'essere vivo ma su un'isola deserta.
"Ben svegliato compare" aveva la voce roca e graffiata di un accanito fumatore di Pall Mall, aveva lo sguardo fisso nei suoi occhi.
"Lei è, ehm.. il si..gnor Lucifero?" disse il ragazzino accorgendosi subito della domanda stupida e impertinente che gli aveva posto; certo che era lui, e chi se no?.
Quell'espressione che prima era un anonimo sorriso quasi strozzato ora era diventata una grossa e rumorosa risata. "No, bello mio. Il mio nome è Wolf,Claude Wolf; e tu non sei all'inferno, anche se questa baracca ci assomiglia molto. Sei a Forte Marmi, e sei con noi!".
"Ehm.. Piacere, il mio nome è Marco. Mi scusi la maleducazione, ma cosa ci faccio io qui? E come è possibile che sono ancora vivo?".
"Ti dirò tutto più tardi; ora riposa che quel proiettile ti è entrato molto infondo".
Il proiettile, la ferita, fino ad allora a Marco tutto quello era passato di mente. Possibile che non gli facesse male? Si tastò sotto la camicia ancora sporca, e sentì solo le bende elastiche. "Lei mi ha salvato?".
"Dammi del tu, sembro vecchio sì, ma più o meno siamo coetanei. Comunque no, non sono stato io,è stato il dottor Wilson. Ora dormi, a tutto questo penseremo più tardi,tanto ce n'è di tempo...". Il signor Wolf, o meglio, Claude aveva ragione; Marco aveva ancora bisogno di riposare. Si distese e chiuse gli occhi. In parte era sollevato: era vivo e vegeto; ma cosa lo aspettava? Pensava solo a quello e immaginava cosa sarebbe potuto succedere il giorno dopo. Sentì Claude chiudere la porta e da lì il sonno prese il sopravvento sulla sua fremitante curiosità
  
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