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Autore: Sapphire_    20/12/2013    1 recensioni
Mi ricordo tutto della nostra ultima conversazione.
Mi era sempre sembrata una ragazza sincera.
Una ragazza a cui si può leggere tutto in faccia.
E credo che un tempo lo fosse.
***
Piccola nonsense senza pretese.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bugiarda




Mi ricordo tutto della nostra ultima conversazione.
Mi era sempre sembrata una ragazza sincera.

Una ragazza a cui si può leggere tutto in faccia.
E credo che un tempo lo fosse.

 

«Salve dottore.»
«Salve a lei, signorina.»
«…»
«Ebbene, questa è la nostra ultima seduta, giusto?»
«Dice bene.»
«Che ne pensa?»
«Specifichi, dottore. Lo sa, le cosa vanno dette chiaramente.»
«Perdonami, la forza dell'abitudine. Ripeto: che ne pensa della fine di questo “ciclo”?»
«Dovrei essere felice, segna la fine di questo periodo della mia vita.»
«“Dovrei”, ma...?»
«Ma non lo so. Mi sento svuotata.»
«È normale, signorina. Ma mi dica, perché si sente svuotata?»
«Credo che una parte di me non voglia totalmente accettarlo. Che voglia rimanere l'eterna bambina che c'è nella mia testa.»
«Tutti vogliono rimanere un po' bambini.»
«Ma lei piange. ...la sento, sa. Nella mia testa. Mi dice “torna qui, torna qui!” e io...»
«Lei?»
«Io credo che un giorno cederò. È una strana consapevolezza che credo mi accompagnerà per tutta la vita e non mi abbandonerà mai.»
«Be', io sono sempre qui.»
«…»
«Suvvia, non pianga.»
«Mi conosce, dottore. Sono fin troppo sensibile.»
«Non è una cosa brutta, sa?»
«Sì, ma è logorante. La sensibilità... Acuisce ogni cosa. Felicità, tristezza, amore, odio, preoccupazione, ansia, disperazione. Arriva un punto in cui vuoi che smetta.»
«Quindi, considera la sensibilità una cosa negativa?»
«Non lo so. Ha lati negativi e positivi, come ogni cosa.»
«Che risposta preconfezionata. Non è da lei.»
«Ogni tanto ci vogliono questo tipo di risposte. Non se ne può avere una nuova e originale sempre a disposizione.»
«Giusto. Ma, ritornando al nostro discorso, anche se acuisce l'ansia, la disperazione, acuisce allo stesso modo la felicità e la gioia. No?»
«È diverso. La felicità e la gioia si sopportano, le altre no. Ti uccidono dentro e lentamente, senza tregua, come quando si pugnala alla pancia, ha presente? Il sangue sgorga lentamente, fino a farti morire agonizzando.»
«Crede sia meglio un colpo secco?»
«Decisamente. Niente dolore, niente di niente.»
«Lei ha paura del dolore? O ha paura della morte?»
«...della morte.»
«Perché ha esitato?»
«Perché ero indecisa. ...oh, non mi guardi così. Io dico la verità.»
«Lo so.»
«Perfetto.»
«Cosa ha intenzione di fare ora?»
«Be', ora sto parlando con lei. Dopo credo che andrò a farmi una passeggiata alla torre.»
«Sa cosa intendevo.»
«Mh.»
«E perché non mi risponde?»
«Perché non so cosa dirle. Insomma, non ne ho la più pallida idea di cosa farò dopo. Non mi interessa.»
«Non le interessa?»
«Sì insomma... C'è ancora tanto tempo per decidere, no?»
«Il tempo scorre e tutto divora.»
«La conosco già, mi spiace. Ma tanto, non m'importa. Ho tanto tempo. Non mi devo preoccupare di nulla,
tutto passerà.»
«Bene, è meglio che lei sia così ottimista. È bello anche che lei sia così luminosa oggi. Di lei mi piace che sia così trasparente. È facile capirla.»
«Be', le rendo il lavoro più semplice così, no? ...ride?»
«...non deve rendermi il lavoro più facile, capire è il mio compito.»
«Lo sa, mi piace aiutare le persone.»
«Come vuole, allora.»
«…»
«…»
«Finisce così, quindi?»
«Cosa intende?»
«Tutto questo... La mia ansia, le mie preoccupazioni, la mia rabbia. Finisce così, con l'ultima volta che il mio nome comparirà sulla sua agenda?»
«Come dovrebbe finire?»
«Non so. Sinceramente, non credevo che sarebbe tutto passato.»
«È così strano?»
«No, dico solo che... boh.»
«È piena di parole oggi eh?»
«Scusi.»
«Ah! Non dire quella parola, cosa avevamo concordato?»
«Niente più “scusa”. Lo so.»
«Brava.»
«…»
«…»
«Be', direi che non c'è più niente da dire, no?»
«Già.»
«È stato un piacere averla conosciuta, signorina. Spero di rivederla, seppur in altre circostanze.»
«Oh, ho una sensazione che mi dice che sarà molto prima di quanto si immagini.»
«Una sensazione? Quale? ...ehi, aspetti!»
«Arrivederci, dottore. Ci vediamo.»
«Non se ne vada, finisca di parlare! Ehi! EHI!»

 

La ricorderò per sempre quella scena.
Lei che scappava via, io che tentavo di riprenderla e la segretaria che mi ricordava l'appuntamento successivo.
Ricorderò per sempre i suoi capelli che ondeggiavano appena, il suo cappotto stretto al corpo, l'aria fragile.
E il tonfo della porta che si chiudeva.
Per sempre.








«Dottore, è arrivata una lettera per lei.
«Una lettera?»
«Sì, ecco.»
«Grazie mille.»

Mi dispiace, ma io sono una bugiarda.

«...NO!»

  
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