I won't be home for Christmas (no, you will fu*kin a**hole)
Il Natale è alle porte.
La città è decorata di luci, festoni e alberi di Natale,
c’è un’atmosfera di
allegria dilagante ovunque tranne che a casa mia.
A casa mia sembra che sia corso un funerale, anche se non
è morto nessuno e il problema è proprio il Natale
o meglio dove lo
trascorreremo.
Io, Ruby con tanto di pancia gigantesca da ottavo mese di
gravidanza difficile, devo convivere i musi lunghi di mio marito Mark.
È partito tutto in modo piuttosto innocente, la madre di
Mark ci ha invitati a casa sua il giorno di Natale, ci sarebbero stati
tutti,
inclusi sua sorella Anne, sua figlia Ava e il marito, Tom.
Alla parola Tom lui ha malamente sbattuto in faccia il
telefono a sua madre e a me è toccato richiamarla e scusarmi
per il
comportamento di suo figlio.
Il fatto è che da quando Tom ha mollato i blink, Tom
è
tabù per Mark, quando qualcuno lo nomina si incazza subito e
non c’è modo di
tenerlo a freno.
Non l’ha proprio digerito e ha le sue ragioni, Tom
è
stato proprio uno stronzo. Ha iniziato a lamentarsi che non poteva
più vedere
Anne e Ava quando e come voleva lui, che per colpa dei blink la sua
famiglia si
stava distruggendo, che gli sarebbe piaciuto avere un altro figlio, ma
non era
mai a casa.
Mark l’ha capito e consolato, dicendo che avrebbero
dovuto tenere duro solo un altro po’, un paio di mesi e poi
avrebbero potuto
prendersi tutti una meritata pausa e stare con la famiglia e scrivere.
Credo che Tom abbia percepito tutto questo come una sorta
di tradimento del suo migliore amico, che per una volta non stava dalla
sua
parte, ma dalla parte degli altri.
Capire come funziona il cervello di Tom DeLonge non è
facile, soprattutto se si chiude in un mutismo assoluto,e
così un bel giorno
lui e il manager hanno indetto una riunione e il manager ha detto che
Tom era
ufficialmente fuori dai blink e che aveva cambiato numero di cellulare.
Mark è andato fuori di testa, deve avergli urlato i
peggio insulti, ma DeLonge non ha cambiato idea e lui è
rimasto incazzato.
Quella sera quando è arrivato a casa ha spaccato un set
di piatti che ci aveva regalato Tom per il matrimonio, Mike
l’ha guardato
incredulo fino a che non l’ho portato via io, spiegandogli
che suo padre aveva
bisogno di sfogarsi.
Oggi siamo più o meno allo stesso punto, gironzola
davanti a me, facendo avanti e indietro e facendomi venire il mal di
mare.
“Mark, siediti, per l’amor di Dio!
Mi stai facendo venire il mal di mare!”
Lui esegue e mi rivolge l’ennesimo sguardo scuro.
“Mark, cosa c’è di male se andiamo a
mangiare da tua
madre, come abbiamo sempre fatto?”
“C’è lui!”
“Fa finta che non ci sia, tua madre se ci rimarrà
malissimo se non andremo.”
“Andremo il 26, tanto è lo stesso. Non le importa
che sia
Natale, solo che la andiamo a trovare e viziare Mike.”
Io sospiro.
“Non è vero e lo sai, ci tiene a Natale,
esattamente come
te.”
“A me non frega niente di Natale!”
Urla prima di lasciare la stanza, sbattendo la porta.
Mike fa capolino e mi guarda.
“Volevo chiedere a papà qualche lezione di
chitarra, ma è
meglio ci rinunci, vero?”
“Sì, ho nominato colui che non si
nomina.”
Lui si acciglia.
“Perché? Lo sai che poi rimane storto!”
“Tua nonna vorrebbe che andassimo da lei a mangiare e ci
sarà anche lui dato che è il marito di zia
Anne.”
Lui sbuffa e se ne va.
Anne! Devo provare a chiamarla e vedere se non riusciamo
a organizzare qualcosa!
Prendo in mano il cellulare e compongo il suo numero,
risponde dopo pochi squilli.
“Ciao, Anne! Come va?”
“Va.”
Mi risponde giù di corda.
“Fammi indovinare, un certo invito è un
problema?”
“Esatto… Io non voglio rinunciare a vedere mia
madre e
mio fratello.”
“Cosa ne dici se ci prendiamo un caffè insieme e
ne
discutiamo?”
“Va bene.”
Decidiamo il posto, poi io salgo a cambiarmi, inizia a
essere faticoso fare le scale, non vedo l’ora di partorire
quell’obeso di mio
figlio.
Mentre mi sto cambiando Mark entra facendo sbattere la
porta, se continua così dovremo cambiare tutte le porte
della casa in porte blindate o roba del genere.
“Dove vai?”
“A prendere un caffè con tua sorella.”
“In queste condizioni? Tu non guidi in queste
condizioni!”
Io sbuffo.
“Sono incinta, non malata!”
“Devi stare a riposo, ti porto io.”
“Ho qualche altra scelta?”
“No.”
Mi risponde secco, io sbuffo di nuovo.
“Se non ti è troppo disturbo e non urta i tuoi
nervi
sensibili, potresti dare qualche lezione di chitarra a tuo
figlio?”
Lui annuisce.
“Perché non me l’ha chiesto
lui?”
“Pensa a come è finita la nostra ultima
discussione e
fatti due conti.”
“Sembra che tu sia dalla parte di Tom.”
Io mi alzo sulle punte per essere all’altezza della sua
faccia con il mio peggior cipiglio, quello che non sfoderavo almeno dal
liceo.
“Non sono dalla parte di nessuno, ma penso che siccome
non siete più due ragazzini potreste mettere due secondi da
parte la band e
partecipare a un pranzo senza farlo degenerare in rissa.
Questo penso e penso che tu non ti stia comportando bene
con tua madre!”
Detto questo, vengo scortata dal mio fedele cavaliere in macchina e
portata al caffè con cui ho appuntamento con Anne.
La trovo di buon umore, dopotutto.
Ordiniamo tutte e due un cappuccino e poi lei mi guarda
con un’espressione di gioia incontenibile.
“Ho appena scoperto di essere di nuovo incinta.”
“Oh, mio dio! Anne, congratulazioni! Sono tanto felice
per te e per Tom!”
Ci abbracciamo felici, poco dopo arrivano i nostri
cappuccini.
“Puoi berlo?”
“Ti prego, non iniziare a comportarti come tuo fratello
che mi misura il cibo e mi ha tolto le sigarette! Non vedo di partorire
anche
solo per tornare a fumare di nuovo.”
Lei ride.
“Beh, passiamo alla ragione per cui siamo qui.
Idee?”
Lei indica la mia pancia.
“Ci ho pensato che tu hai in corpo un potentissimo
strumento.”
Io alzo un sopracciglio.
“Del tipo.”
“Oh, Mark! Ti prego, andiamo da tua madre, tutto questo
mi stressa un sacco! Poi fingi di avere un crampo, vedrai come
cede.”
“Diabolica, posso sempre provarci. Ormai le ho provate
tutte, a farlo ragionare, con la cattive, con gli occhi dolci. Niente,
persino
le statue dell’isola di Pasqua sono più
mobili di lui.
Tu?”
“Beh, io ho pensato a una cosa più semplice. O
andiamo da
mia madre o io e Tom non faremo sesso fino alla fine della
gravidanza.”
“Sento le sue palle scoppiare già
adesso.”
Lei mi guarda maligna.
“Ci stai, Ruby?”
“Sì, ci sto.”
Incrociamo i nostri mignoli come due bambine e
sogghigniamo.
A casa trovo Mark e Mike che
stanno suonando.
Bene, io salgo in camera mia sorridendo, almeno un
problema è risolto, Mark sta trascurando involontariamente
suo figlio e questo
non va affatto bene.
Mi cambio e scendo dabbasso.
“Cosa volete per cena?”
“Ho ordinato alla gastronomia italiana.”
“Bene, non posso più neanche cucinare.”
“Sei…”
“Blablabla.”
Lui mugugna qualcosa.
“Cosa ti ha detto, Anne?”
“Niente di che. È incinta di nuovo.”
"Che bello avrò un cugino o una cugina!”
Urla Mike, prima di mettersi a saltare con la chitarra in
mano.
“E tu cosa ne pensi, Mark?”
“Spero che mia sorella abbia il buonsenso di non
invitarmi al battesimo, altrimenti potrei privare la sua creatura del
padre.”
“A volte mi chiedo chi sia tua moglie, io o Tom!”
Urlo incazzata e salgo veloce – per quanto me lo consenta
la mia mole – in camera, sbattendo la porta e facendo cadere
il quadro con la
foto delle nostre nozze.
Certe volte mi fa dare di matto, lo picchierei.
Una mezz’ora dopo Mike entra in camera.
“Papà ha detto che devi scendere, è
arrivato il cibo.”
“Di’ a tuo padre di andare a fare in
culo.”
Lui mi guarda con gli occhi sgranati e se ne va senza
dire nulla.
Brava, Ruby! Bella madre che sei!
Insegnare parolacce a tuo figlio che ha otto anni è
esattamente un comportamento ammirevole e consigliato da tutti i libri
di
pediatria.
Mi tiro il cuscino sopra la testa e bestemmio in
spagnolo, pensando che quei due mi fanno perdere la pazienza in modo
incredibile.
Poco dopo qualcuno bussa alla porta della camera.
“Mark, va al diavolo!”
“Lo prendo come un sì.”
Entra e mi porge una porzione di lasagne.
“Devi mangiare o Jack starà male.”
Io lo guardo malissimo.
“Non hai pensato a quanto sta male per colpa tua?”
“Cosa vorresti dire?”
“Che, come gentilmente mi ricordi ogni due per tre, la
mia è una gravidanza difficile e devo evitare lo stress, ma
tu mi stressi come
non mai per il pranzo di Natale.
Cosa ti costa andarci?
Fallo per tua madre, per Anne, per…”
All’improvviso mi porto una mano alla pancia, non sto
simulando un crampo, mi è venuto davvero!
“Che succede?”
“Un crampo alla pancia!”
Dico con voce sofferente, lui sbianca come un cencio e me
la massaggia piano.
“Jack scalcia.”
“Sarà incazzato anche lui, siamo tutti
incazzati.”
Lui rimane in silenzio per un bel po’, mentre mi
massaggia la pancia, poi sospira.
“Hai ragione, che mi faccia piacere o no, Tom fa parte
della famiglia e penso di poter sopportare un pranzo in sua compagnia,
a patto
che non faccia eccessivamente il cazzone.
Questa storia ti stressa e non va bene per niente, devi
stare a riposo e tranquilla, io invece ti ho messo un sacco di
pressione
addosso.
Ti lascio mangiare le tue lasagne.”
Io le mangio pensando che non è poi una gran vittoria
questa e che quel crampo alla pancia mi ha spaventato un sacco. Ho un
carattere
che tende ad arrabbiarsi spesso, devo calmarmi almeno per un mesetto o
rischio
di fare del male a Jack.
C’è già Mike che ha pagato per la mia
sventatezza e basta
e avanza.
Finito il piatto scendo in salotto, io però proseguo per
la cucina appoggiandolo poi sopra i piatti di Mark e Mike, poi mi
unisco a
loro.
Più che altro mi sdraio sul divano e guardo il gioco a
cui stanno giocando: una gara di macchine.
A volte non si chi sia più bambino, se Mickey o Mark, ma
non mi importa di saperlo, mi limito a guardarli.
“Questa volta ti straccio, papà! Così
faccio vedere alla mamma
quanto sono bravo!”
“Non ti illudere che ti lasci vincere, anche se sei mio
figlio!”
Mike ghigna e con una mossa studiata, butta fuori strada
l’auto di Mark, che impreca.
“Questo è un colpo basso, Mickey!”
“Non ti illudere che ti lasci vincere solo perché
sei mio
padre!”
“Ma da chi ha preso?”
Mi chiede, indicandolo.
“Da te, Mark. Esclusivamente da te.”
Lui sbuffa.
“Mio figlio e mia moglie sono in coalizione contro di
me!”
“E che io che pensavi di portare a entrambi un panino, mi
sa che dovrò rinunciare…”
Urlano tutti e due “NO!” nello stesso momento,
facendomi
ridere come una matta.
“Va bene, va bene!
Ve lo porto!”
Preparo tre panini e ce li mangiamo tutti e tre davanti
alla tv, come la più classica famiglia americana.
Va tutto bene, ora devo solo sperare che il pranzo di
Natale a casa Hoppus non si concluda in una strage o in una rissa.
Il giorno dopo chiamo Anne, dopo molti squilli mi
risponde.
“Ho interrotto qualcosa?”
Chiedo imbarazzata,.
“No, solo
un
monotono momento di scazzo con Tom.”
“Non l’hai convinto?”
“No, ce l’ho fatta, ma mi mette il muso.
Tu?”
“Fatto, anche se alla fine la fitta alla pancia mi
è
venuta davvero.”
Dall’altra parte c’è un attimo di
silenzio.
“Mi spiace, forse ti ho suggerito la cosa
sbagliata.”
“No, basta solo che non si ripeta più.”
"Lo spero, ci vediamo a Natale, allora.”
“Sì, se non succede qualche casino.”
“Speriamo, comunque qualcosa bolle in pentola, Tom non fa
altro che invitare David, io e Skye per la maggior parte del tempo non
sappiamo
cosa dirci.”
“Sento aria di nuova band, beh, anche Mark sta combinando
qualcosa. Va spesso a casa di Travis e si chiudono nella sua cantina, o
stanno
seppellendo qualcuno o stanno pensando a una nuova band.”
“Speriamo che questo discorso rimanga fuori da quelli che
si faranno a Natale, allora.”
Chiudo la chiamata e spero che non succeda nulla, che
Mark non abbia un ripensamento o cose del genere. L’argomento
Tom è un
argomento spinoso e io mi chiedo cosa abbia avuto in mente il giorno in
cui ha
mollato i blink e rotto l’amicizia con Mark.
I giorni passano e arriva la vigilia di Natale, Mark non
dice più nulla riguardo alla cena di domani, sembra aver
rimosso l’evento.
Andiamo alla messa di mezzanotte e non dice nulla,
torniamo e mettiamo a letto Mickey e non mi
dice nulla, andiamo a letto e vengo attirata sul suo petto.
“Lo sai davvero che domani dovrai vederlo?”
“Sì, mi sto esercitando a mantenere la calma,
è molto difficile e stressante.”
“Ce la farai.”
Lui annuisce e si addormenta senza aggiungere altro, io
lo seguo poco dopo.
La mattina dopo veniamo svegliati dalle urla di felicità
di Mickey, deve aver trovato i regali sotto l’albero, beato
lui che crede
ancora a Babbo Natale.
“Che bello quando credevamo ancora a Babbo Natale,
vero?”
“Ma che dici? Lui esiste ancora dentro di noi.”
Io sorrido alla risposta di Mark, scendiamo e troviamo
Mickey in contemplazione di una chitarra.
“Ehy, campione! Cosa ti ha portato Babbo Natale?”
“Una nuova chitarra, quel gioco fighissimo che volevo, un
paio di carte rare dei Pokemon, una mazza da baseball e una macchinina
telecomandata.
“Che bello, non sei contento?”
“Sì, papà poi mi dai lezione con questa
chitarra?”
“Certo, adesso però cambiati. Dobbiamo andare
dalla
nonna.”
“Ci sarà anche Ava?”
“Sì.”
Sorridendo, mio figlio si alza e corre di sopra a
cambiarsi.
“Vuoi fare colazione, Mark?"
“No, tanto il pranzo di mamma sarà bello
sostanzioso.
Saliamo a cambiarci anche noi.”
Facciamo la fila per il bagno e poi finalmente mi tolgo
il pigiama per mettermi un vestito rosso molto carino preso per
l’occasione.
In mezz’ora siamo pronti e saliamo in macchina, Mark
fischietta, ma il modo in cui stringe il volante fino a farsi venire le
nocche
bianche indica che è molto nervoso.
Parcheggiamo davanti a una villetta a Poway e scendiamo,
la macchina di Tom è già lì, che la
battaglia abbia inizio.
Busso e mi trovo davanti il volto sorridente della madre
di Mark.
“Ciao, ragazzi.Buon Natale!
Ruby, tesoro, come va la gravidanza?”
Mi chiede la signora Carrie.
“Bene, Carrie. Tra un mese ci siamo.”
“E il mio campione?”
“Mamma, cosa ne dici se ti informi sulla nostra salute
dentro?
Fa freddo fuori qui sulla porta!”
Lei sorride.
“Hai ragione, Mark.”
Ci fa finalmente entrare, prende i nostri giacconi e poi
ci conduce in salotto dove ci sono già Tom e Anne.
“Chi non muore si rivede, eh Mark?”
“Oh, sei fortunato a essere vivo. In certe organizzazioni
i traditori finiscono in fondo all’oaceano.”
“La stessa fine che fanno gli infami traditori.”
“Ruby, che bello vederti!”
Urla Anne.
“Mickey, cosa ti ha portato Babbo Natale?”
“Una chitarra, un videogioco fighissimo, carte dei
Pokemon, una mazza da baseball e un macchinina telecomandata!”
“Ma che bello, vieni a vedere cosa ti ha portato
qui.”
Lo prende per mano e lo porta via.
“Ava è là?”
“Sì sì.”
Lei se ne va e io
guardo i due
“Ma insomma! Nemmeno davanti ai bambini riuscite a
trattenervi?”
“Non è colpa mia se lui ha mollato la band senza
avvisare!”
“Non è colpa mia se il mio migliore amico non
è stato
dalla mia parte?”
“Ti si chiedeva solo ancora qualche mese, non qualche
secolo!”
“Quale parte del “Voglio stare con Anne e Ava,
perché ne
ho bisogno” non hai capito?”
L’arrivo di Carrie con gli antipasti tronca la
discussione e mangiamo in silenzio, poco dopo arrivano i bambini. Ava
ha lunghi
capelli biondi e ha in mano una bambola, Mickey invece ha in mano un
dvd dei
Pierce The Veil, è precoce in quanto a gusti musicali.
“Hai trovato solo questo?”
“No, anche una maglia e un braccialetto e un peluches a
forma di alieno.”
Mark alza gli occhi al cielo, mentre Ava ci elenca cosa
ha trovato.
“Direi che è ora di metterci a tavola.”
“Sì, così Tom può far
aumentare il suo pancione da donna
incinta.”
“Sì, andiamo a mangiare così Mark
può interrompere il suo
digiuno da ragazzina isterica.”
Trattengo a malapena Mark dal tirargli una sberla o un
calcio e non abbiamo ancora mangiato.
Ci sediamo a tavola e la donna serve delle lasagne, Tom
ci si butta sopra come un disperato.
“Anne, ma lo fai mangiare abbastanza questo
porceddu?”
“Ehm, sì. Tom, datti un contegno.”
“Non dare ascolto a quello scheletro che parla.”
“Io sarò uno scheletro che parla, ma almeno so
ancora le
buone maniere!”
Risponde tagliente Mark, Tom lo fulmina.
“Se fate partire una guerra con il cibo, giuro che vi
ammazzo tutti e due.”
Urlo io, in questa frase c’è l’eco di
una frase detta
secoli fa nella cucina di questa casa.
Si calmano entrambi e si limitano a un reciproco scambio
di sguardi pieni di odio.
“Sono buone le mie lasagne?”
“Buonissime, mamma. Cosa ne dici di passare al
secondo?”
Lei annuisce, notando il clima non proprio tranquillo al
tavolo.
“Beh, vado a prendervi l’arrosto.”
Torna in cucina.
“Perché non cercate di mantenere rapporti civili?
Almeno per la signora Carrie!”
“Perché lui è un infame!”
Sibilano entrambi sottovoce.
Io e Anne alziamo gli occhi al cielo, sembra di parlare
con due bambini, peccato che siano entrambi maggiorenni, vaccinati e
padri.
Carrie porta in tavolo l’arrosto, lo mangiamo in
silenzio, così come mangiamo in silenzio il dolce-
Finito anche quello Mark si alza dal tavolo con una
sorriso falso.
“Beh, mamma… Io dovrei andare.”
“Papà, posso rimanere a giocare con Ava?”
Lui rimane un attimo in silenzio e sta per dire di no
quando intervengo io.
“Certo, tesoro. Verso le sei torno a prenderti.
Io e Mark ce ne andiamo, appena fuori dalla porta della
casa di sua madre si ferma e si volta verso di me.
“Sai una cosa, Ruby?
Anche se è uno stronzo egocentrico, mi ha fatto piacere
rivederlo.”
Io sorrido.
Forse, in un futuro lontano, loro faranno pace e i blink
torneranno.
Lo spero proprio.
Ehi, Babbo Natale? Sei in ascolto?
Perché il mio desiderio più grande è
questo!
Datti da
fare!
Oh Christmas lights
Light
up the streets
Light
up the fireworks in me
May
all your troubles soon be gone
Those
Christmas lights keep shining on(*)
Angolo di Layla
(*) "Christmas light" Coldplay
Ringrazio
DeliiciousApplePie
per la recensione alla scorsa one shot, spero che ti piaccia e,
sì, il disegno l'ho fatto io.